The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

1. Yanantin

Capitolo 1: Sciamanesimo Andino 1 – Yanantin: Armonia nella Diversità

Perdonatemi il salto logico. Avevo programmato un altro argomento per questo capitolo, ma per tutta la serie di cose che mi sono accadute, ho dovuto accantonare il filo razionale e dare precedenza al corso degli eventi –e non potrebbe essere altrimenti, ora come ora!–. Vi parlerò quindi della Via Sciamanica Andina, custodita dai Q’eros, i discendenti diretti del popolo Inka; una Via che ho avuto l’onore di intraprendere di recente. 

Preparatevi ad essere rivoluzionati dalla semplicità: si tratta di pochi punti, attorno ai quali gravita tutto il sistema filosofico-energetico Inka, tutti estremamente semplici, ma con ripercussioni assolutamente trasformanti.

Il fulcro attorno a cui gira tutto è un concetto, espresso da due parole: Yanantin e Masintin. In Quechua (o Runasimi, letteralmente “lingua dell’uomo”), significano rispettivamente “Relazione armoniosa tra cose diverse” e “Relazione armoniosa tra cose simili”. Stabilire relazioni è fondamentale, anche nella vita quotidiana materiale, questo già lo sappiamo. In particolare, il farlo con armonia implica almeno tre cose: primo, si accetta ogni cosa per come è; secondo, si entra a far parte di un insieme unico, che connette ogni persona, ogni animale, pianta ed ogni cosa; terzo, che sottende ai precedenti, si AMA.  

Per produrre un’armonia, è necessario mantenere la propria nota, ascoltando al contempo tutte le altre attorno; essere se stessi mentre tutto ciò che ci circonda è se stesso. Ecco perché nella tradizione andina non si parla di equilibrio, ma di armonia: la fusione dei due emisferi, creativo e razionale.

Agire nell’Amore e nell’Armonia, quindi. Niente di più scontato, starete pensando. Purtroppo non è così semplice… Quante volte (e questo accade soprattutto, ahimè, in ambienti pagani ed esoterici, ma non solo) sentiamo dire e diciamo “Quella persona è negativa, ha energia negativa”? Penso sia il ritornello più comune che ci capita di ascoltare. Allora riflettete: cosa si fa quando si percepisce “l’energia negativa” di qualcuno? La prima soluzione, la più intuitiva: fuggire il più lontano possibile. La seconda: schermarsi (combinabile con la prima, ove necessario). La terza: sigillare la persona in questione (una sorta di “quarantena mistica”, in poche parole). C’è poi una quarta opzione, che implica il proiettare sulla persona la nostra energia (con incantesimi, rituali, ecc), affinché “guarisca”. 

Ciascuna di queste azioni è sintomo dal fatto che non stiamo agendo nell’Amore. Ragionateci: come si fa ad amare ed accettare qualcosa che etichettiamo come “negativo”? Lungi da noi! Lo terremo il più lontano possibile, lo chiuderemo in un contenitore sterile affinché non faccia danni, non vorremo vederlo per tutto l’oro del mondo! Oppure tenteremo di trasformarlo in noi, magari pensando di stare agendo caritatevolmente. Non stiamo agendo nell’Amore e nell’accettazione: stiamo agendo nel contrasto. Si agisce nel contrasto ogniqualvolta ci si lascia dominare da una delle energie fondamentali dell’inconscio: Paura, Gelosia, Avidità, Rabbia, Inganno, Vergogna, Orgoglio. 

Ma come si fa a uscire da questo circolo vizioso? Se qualcuno sta pensando sia impossibile, ha ragione: finché si pensa in questi termini, non è possibile uscire dal quadro del contrasto. 

Nella visione Inka, semplicemente non esiste l’energia negativa. Non esiste. (Questo è un concetto comune a molte culture sciamaniche, come ho spiegato nei precedenti capitoli). L’energia si divide soltanto in sottile, leggera (Sami) e pesante (Hoocha). Il Sami si trova in ogni manifestazione naturale, ogni cosa viva ne possiede (quindi tutto, dato che si tratta di un paradigma sciamanico animista); anche l’uomo ne ha con sé, e può scambiarla con l’esterno in rapporto simbiotico e armonico. La Hoocha, dal canto suo, è un’energia differente; non si tratta di energia negativa, malvagia, malefica… tutt’altro! è un’energia che ha una manifestazione pesante, tutto qui. Noi uomini ne produciamo in maniera spontanea, ma purtroppo non essendo più in contatto con gli elementi, essendo sconnessi dal ciclo naturale, spesso siamo incapaci di digerirla, non la sappiamo gestire, la proiettiamo sugli altri o la lasciamo in giro, nei posti in cui andiamo. Immaginate la Hoocha come le feci, il paragone è assolutamente perfetto: come ogni manifestazione fisica, anche le manifestazioni energetiche seguono percorsi similari (come in alto, così in basso, d’altronde… Vale anche per la cacca). Se soffriamo di “stitichezza energetica”, assimiliamo dall’esterno, ma non siamo capaci di espellere l’energia pesante, per cui ci gonfiamo, stiamo male, soffriamo; se siamo affetti da “dissenteria”, al contrario, ci deperiamo, disperdiamo anche le sostanze benefiche, accusiamo uno stato di “low energy” costante. Possiamo lasciare i nostri ricordini in bella mostra, sui marciapiedi, negli aeroporti, in casa d’altri, dovunque ci scappi; oppure, ancor meno carinamente, possiamo gettarla sugli altri (ci sono dei detti letterali che rendono molto bene l’idea…). Ma allora cos’è che ci dobbiamo fare noi, con questi benedetti escrementi? Beh, udite, udite: la cacca è un FERTILIZZANTE! Ebbene sì: che lo ricordiamo o no, noi siamo parte di un ecosistema perfetto, che è la Natura. La Terra, Pachamama, accoglie naturalmente le nostre feci come un dono: esse nutrono gli esseri che vivono dentro di lei, diventano nettare per le piante, che a loro volta producono ossigeno per noi; e noi produciamo anidride carbonica per loro, attraverso il nostro respiro! Noi siamo parte di un piano grandissimo, e spesso ce ne dimentichiamo, ci tagliamo fuori da tutto questo, crogiolandoci nella “negatività”, nella paura, nella colpa e nel peccato. Se la nostra Hoocha non è energia negativa, ma al contrario è un dono preziosissimo per la Terra, allora possiamo abbandonare qualunque senso di colpa, qualunque remora mentale ed affidargliela con grande gioia! Pachamama è il contenitore naturale per la Hoocha, per lei è un bene prezioso; ogniqualvolta noi gliela consegniamo, in cambio otteniamo da lei Sami purissimo, come contropartita dello scambio energetico. Già, proprio in virtù dello Yanantin e del Masintin, della relazione armoniosa tra cose diverse e cose simili, e di un’altra Legge cardine del sistema andino, che è l’Ayni, la Legge della Reciprocità Sacra, per la quale, affinché si riceva, si deve sempre dare e viceversa.

Ragioniamo anche su questo: se noi siamo parte di un ecosistema, è l’ecosistema stesso che vuole che noi stiamo bene, affinché tutto possa funzionare al meglio. E se è vero che noi siamo parte integrante e perfetta di esso, allora esiste un modo per valorizzare ogni cosa di noi, per far sì che ogni cosa di cui noi siamo portatori vada al posto giusto. è anche questo che significa “relazione armoniosa”: mettere ogni cosa al giusto posto. Il Paqo andino (lo sciamano iniziato) funge un po’ da “spazzino energetico”: proprio come il condor (considerato non a caso uno dei grandi simboli sacri presso i nativi americani) si ciba degli animali morti ed aiuta la pulizia del suolo terrestre, così il Paqo fa con l’energia, sia la propria che quella altrui, mettendola in circolo, ristabilendo l’armonia dentro e fuori di sé e mantenendo le relazioni tra tutto ciò che lo circonda: gli Spiriti, gli uomini, gli animali, le piante.
 

Vi propongo una delle pratiche energetiche (come ho detto all’inizio “semplici e rivoluzionarie”) Inka, che potete provare a fare per conto vostro, senza troppo bisogno di una guida a fianco. Si chiama Saminchakuy, o “Doccia di Sami”. 

- Trovatevi una posizione comoda (meglio se in piedi, o se seduti, con i piedi non incrociati e ben piantati a terra). Rilassatevi, e prendetevi un momento per percepire tutto ciò che vi circonda. Tutto è energia: la stanza in cui siete, le macchine all’esterno, le persone che camminano, gli animali, le piante. Tutto è in relazione. Sentite la Terra, che sostiene tutto questo. Sentite la sua grandezza, rispetto alla città. Poi sentite l’acqua, i fiumi, i laghi, i mari, gli oceani. Sentite quanta acqua c’è sulla Terra e nella Terra, e sentite quanta acqua c’è anche in voi, nel vostro corpo. Sentite il vento, che soffia su tutto, si muove tutto attorno a Pachamama. Sentite poi il Sole, che tutto irradia con la sua forza costante; sentite la sua immensità, rispetto alla Terra, il suo potere enorme. E poi, percepite il Sistema Solare, i pianeti che girano attorno, l’energia di ognuno; sentiteli distinti e uniti da questa forza invisibile. E poi, espandete la percezione alla Galassia. Trovatene il centro, e percepitela nella sua possente immensità. E infine, apritevi all’infinito dell’Universo.  

- A questo punto, divenite coscienti del vostro campo energetico, della vostra Aura, come una bolla attorno a voi. Aprite la sommità della vostra bolla, e direttamente dal Cosmo ricevete una pioggia di Sami, di energia purissima, che scende dall’Universo, entra nella vostra bolla e nel vostro corpo, penetrando in ogni angolo e portando con sé tutta l’energia pesante che si è bloccata. Se percepite qualche dolore o qualche pensiero pesante, lasciatelo andare, fateci scorrere il Sami. E quando vi sentite pieni, bevetene ancora.  

- Poi, lentamente aprite la bolla sotto di voi. Percepite il contatto con Pachamama, Madre Terra, e consegnate a lei tutta la Hoocha che è nel vostro corpo. Sentite la vostra Hoocha che penetra in profondità, e nutre tutti gli esseri nel grembo della Terra. E in questo processo, se sentite liberarsi del Sami dal Pachamama, accoglietelo.

- Riprendete la doccia di Sami dall’alto: ora, tutti gli spazi vuoti lasciati dalla Hoocha che è stata espulsa vengono riempiti dal Sami più puro, proveniente dal Cosmo. Sentitelo scorrere in voi, in ogni spazio, in ogni centimetro del corpo, attraverso la spina dorsale giù fino ai piedi. Riempite la vostra bolla, e se sentite ancora Hoocha che deve essere rilasciata, riaprite la bolla sotto i vostri piedi e consegnatela nelle mani di Pachamama.

- Quando vi sentite pieni, a posto, leggeri, chiudete la vostra bolla e contemplate le vostre sensazioni, mantenendo la coscienza della vostra connessione con Tutto.