The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Editoriale Lughnasadh 2006

Lughnasadh 2006

Sono di ritorno dai Sacri Fuochi 2006.
Vagavo tra quegli alberi, con a fianco persone di cui non ricordo il nome e mi rendo conto, ora, quanta poca importanza può avere un nome quando nel cuore hai un segno così marcato, lasciato da quelle stesse persone.
Nella mia vita ho aperto più cerchi di quanti riesca a ricordarne, ma nessuno, tranne forse il primo, mi ha mai segnato come quello cui ho partecipato ieri pomeriggio. Ero seduto su un tronco d'albero, tra le mani tenevo un corno bovino cavo dal quale ho bevuto una bevanda a base di limone e miele preparata dalla sacerdotessa. Picchiavo con un legno su quel corno facendolo risuonare sordamente e sentivo che l'energia saliva, a spirale, sempre più forte sempre più forte mentre il ritmo del drum circle cresceva sempre di più. Sono stato costretto a fare grounding cinque o sei volte, per scaricare l'immensa energia che mi correva dentro. La sentivo nelle dita delle mani, mi faceva rizzare i peli sulla nuca, caponare la pelle. Il cuore sistematicamente si è assestato sul ritmo tribale che intonavamo tutti insieme; streghe da ogni parte d'Italia, di ogni tradizione.
Io li guardavo, uomini e donne, e mi sono sentito parte di una grande famiglia, che ci racchiudeva tutti, in un intensissimo abbraccio divino. Qualcosa che ci univa, indipendentemente dalle nostre origini, esperienze, capacità, sentimenti. Anime gemelle per sempre, da qui alla terra dell'estate e poi anche oltre.
Ma forse, sapete... il rito più bello è stato quello del pane... Una strega ha chiamato il mio nome e io ho impastato, ho creato. Ho dato il mio contributo al pasto serale, ho aiutato affinché la grandezza del dio venisse celebrata anche quest'anno.
Ho sempre sostenuto che leggere i libri sia importante, ma deve essere solo l'incipit del sentiero di una strega. Ieri mi sono accorto di quante persone condividessero questa mia opinione. Ognuno di loro aveva un'esperienza che voleva condividere, chi più e chi meno. E anche dai silenziosi, quelli che sembravano solo ascoltare, potevo sentire nelle loro mute parole un insegnamento che porterò dentro per sempre. Si può imparare tanto su noi stessi cominciando a guardarci dentro, spogliandoci di ciò che non è "noi stessi", ma si può imparare così tanto anche solo parlando con qualcuno, ascoltando le parole di chi ha voglia di raccontare, senza necessariamente praticare, ma solo sentendosi parte di un grande cerchio. E magari sentendo anche le loro vibrazioni, come le sentivo io mentre mi guardavo le mani e le sentivo grondare di energia, tanto che potevo quasi vederla mentre mi cascava dalle mani e dagli occhi come lacrime o sangue.
Ieri ho sentito una grande affinità con molte delle persone che ho conosciuto a Sacri Fuochi. Alcune sento di averle già conosciute... in ambiti e vite che sfuggono via, come barche silenziose che scivolano sulle nebbie di un lago fangoso; altre le ho sentite come spiriti affini, ma nuovi... e desidererei tanto incontrarli nuovamente sul mio cammino, sia in giorni di festa che in giorni di quotidianità, perché anche nei semplici gesti chiudiamo e apriamo canali che lasciano entrare e uscire energie e forze che ci rendono parte di un tutto.
Quando sono dovuto partire, sapendo che loro avrebbero vissuto ancora molto... un po' li invidiavo, così sono corso indietro. La mia Principessa e la nuova sorella mi attendevano in macchina, immerse nell'abbraccio del bosco buio e silenzioso. Ho percorso la via a piedi, solo poche centinaia di metri, ma ero al buio più completo. E in quella piccola passeggiata per ritornare al campo (avevo dimenticato il corno nel cerchio), mi sono lasciato seguire dallo squarcio di cielo che si apriva sopra di me, da cui facevano capolino le stelle, birbanti. Quando la foresta si è aperta davanti a me, Maya e Matilde, le due cagne, mi sono venute incontro, prima abbaiando e poi riconoscendomi. Stavano tutti mangiando; alcuni, quelli che erano di ritorno dalla capanna del sudore e dove, ai più fortunati, gli spiriti avranno donato una visione erano ancora vestiti di cielo, e indossavano solamente un asciugamano per combattere il morso della notte. Ho attraversato il campo con sicurezza, rifiutando la torcia di un fratello che me la offriva. Il Vento della Notte non ha bisogno di luce per muoversi nel buio. Ho raccolto il corno e ho ringraziato gli dei, poi sono tornato verso la macchina.
Mi sono fermato solo per pescare dalla tasca il bene materiale più prezioso che possedevo in quel momento: il mio primo pendolo, quello con cui ho cominciato a praticare la radiestesia; niente altro che una chiave legata ad un nastrino colorato da pacco regalo. L'ho lasciato nelle mani del padrone di casa, un cuoco dalle mani callose che ci ha accolti tutti con calore e cortesia, e gli ho chiesto di accettare questo regalo come ringraziamento per ciò che mi hanno dato. Poi mi sono dileguato nelle tenebre, e dentro sentivo la voce di Gorgon, il druido con cui ho parlato per ore:
"Quando si fa il pane, si usa la pasta avanzata dal giorno prima, che è stata impastata da qualcun altro. E quando finirai di impastare, ne lascerai un po' per il giorno dopo, così che potrà essere impastata nuovamente nel pane di domani. Così tu lascerai un segno, sempre, del tuo passaggio e del tuo contributo a quello che lavorerà la pasta di pane dopo di te. Questo non avviene solo nel rituale del pane di Lughnasadh. Questo avviene sempre, ovunque, nella vita di tutti i giorni. Tutti noi, lasciamo un segno per chi verrà dopo."
Quando sono entrato nel cerchio, fratelli e sorelle, mi sentivo una strega unica al mondo, e sento di essere ancora così... Ma in un modo diverso, sento che la strega che c'era prima, ora, è amalgamata e impastata assieme alle altre, e sento che il mio passaggio nella vita di voi tutti che siete stati lì con me, ieri, ha lasciato un segno che rimarrà. Bello o brutto che sia stato... ma ci sarà. Esattamente come il vostro passaggio nella mia vita ha lasciato un segno che è come fuoco nella carne viva... ma senza dolore, senza sofferenza. Solo una runa incisa nella pelle che mi ricorderà ogni giorno la grande esperienza e il grande contributo che mi avete dato con la vostra presenza, la vostra accoglienza, il vostro calore.
Arrivederci alla prossima volta. E che gli dei vi illuminino sempre la via.

Vento Notturno