The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Giappone - Lo Shintoismo

Lo Shintoismo

Lo Shinto è un culto politeistico della natura e degli antenati. Si parla di un numero di divinità che va da 80 a 800 mila; da ciò deriva la definizione del Giappone Shinkoku che vuol dire «paese degli dei». Le divinità si definiscono col nome di Kami che significa «il superiore, il più alto» , tradotto in cinese con il simbolo «shên» (essere spirituale, divino, soprannaturale).
Alcuni pensano che lo scintoismo non riconosca un dio supremo. In realtà un dio supremo viene venerato con il nome di SU NO KAMI SAMA (venerabile dio Su).
Anche i defunti della famiglia, ed in particolare gli antenati, sono considerati esseri superiori, pure se un gradino al di sotto degli antichi dei e degli antenati imperiali.
Il giapponese, nella vita quotidiana, si sente assistito dai suoi antenati, che proteggono e benedicono la sua casa e l'arricchiscono di figli.
I testi sacri dello scintoismo, raccolti e trascritti solo in epoca buddista, sono tre raccolte mitologiche riunite sotto il titolo di Sam-bu-han-sho (i tre libri principali): il Ku-ji-ki (storia degli avvenimenti antichissimi fino al 620 a.C.), il Ko-ji-ki (storia dell'antichità che va fino al 712 a.C.) e il Nihon-gi (annali giapponesi fino al 720 d.C.).
Nel Kojiki e nel Nihongi si racconta degli antichi miti scintoisti, della creazione del mondo e degli uomini, dell'origine degli dei.

Izanagi e Izanami

All'inizio dei tempi, Sunokamisama si trasmutò nelle quattro divinità dell'acqua, del fuoco, del tempo e dello spazio. Tutte queste divinità sono energia pura. Dall'unione (intesa come lavoro energetico) di queste divinità ne nacquero altre e così via, seguendo il processo di materializzazione fino ad arrivare a cinque coppie divine, l'ultima delle quali era costituita da Izanagi «colui che invita» e Izanami «colei che invita». Izanami rivolse la prima parola a Izanagi e ciò fu un grave sbaglio che avrebbe pesato sulla coppia primordiale: il loro primo figlio, Hiru-Ko, fu brutto e vile. Le due divinità rifecero allora i gesti del primo incontro, ma, conformemente alle leggi degli dei, fu Izanagi che parlò per primo e nacquero, dalla loro unione, le otto principali isole del Giappone, il dio del mare Ohowatatsu-mi, il dio del vento Shima-tsu-hiho , il dio degli alberi Kuku-no-chi e il dio delle montagne Oho-yama-tsu-mi. L'ultimo nato, il dio del fuoco, bruciò sua madre; Izanagi, disperato, andò a cercare la sua sposa negli Inferi ma, impaziente, cercò di vederla prima di lasciare il Regno dei morti - contrariamente alla promessa che aveva fatto - e la perdette definitivamente (come nella leggenda di Orfeo ed Euridice). Izanagi si purificò nel fiume Woto e diede la luce, soffiandosi il naso, a Susano-wo, dio turbolento scacciato dal cielo; dal suo occhio destro nacque Tsuki-yomi , divinità della Luna e dal suo occhio sinistro Amaterasu, dea del Sole.

Amaterasu, la dea del sole

é la regina incontrastata del regno degli dei. Le sue contese con il fratello, il turbolento e arguto Susa-no-wo, la fecero nascondere in una grotta celeste, ove miliardi di divinità - condannate all'oscurità - la fecero uscire mediante un artificio; prima il fratello e la sorella avevano creato otto divinità considerate come gli antenati dell'antica nobiltà giapponese. Amaterasu intraprese la conquista del regno terrestre inviando una serie di messaggeri sulla terra (suo figlio Amano-ashihomimi, poi Ame-wakahiho, che sposò la figlia del signore di Izumo , discendente da Susa-no-wo, che era stato cacciato dal cielo e inviato sulla terra). Finalmente il dio del tuono, Take-mika-zuchi, conquistò, per Amaterasu, il regno terrestre, il cui governo fu affidato al nipote della dea, Ninigi , antenato degli imperatori del Giappone, che discese sulla terra con cinque capi (antenati delle famiglie sacerdotali).

Il culto dei defunti

è una delle principali caratteristiche dello scintoismo. Il giapponese, costantemente assistito dai suoi antenati, crede che i morti abbiano un'esistenza invisibile, in cui continuano a vivere come spiriti buoni o spiriti maligni. Essi vivono in un paese chiamato Yomi, che corrisponde all'antico Ade dei greci. Non esistono un premio o una punizione dopo la morte e quindi non esistono il paradiso o l'inferno. Per quanto riguarda le tombe, queste sono considerate vere e proprie residenze dei morti, visitate dai parenti che comunicano all'antenato defunto gli avvenimenti più importanti della famiglia.
L'anima è custodita in un piccolo scrigno di legno detto Mitama ya (casa dell'anima illustre), che si pone nella casa della famiglia prima del funerale.

Culto familiare

Ogni famiglia scintoista possiede un Kami-dame (mensola per gli dei), che in genere è situata nel salotto e consiste in un'asse infissa nel muro su cui sono disposti -uno o più - piccoli scrigni (Miya) di legno rosso, nonché delle tavolette che riportano i nomi dei Kami più venerati e alcune statuette di dei portafortuna; vi sono utensili per compiere i sacrifici casalinghi.
All'origine lo scintoismo non aveva nessuna immagine degli dei; solo a seguito della commistione, nel Medioevo, di questa religione primitiva con il buddismo, si cominciarono a vedere statuette, rappresentanti le divinità, disposte nei vari templi.
I tempietti scinto (Miya o Yashiro) sono molto semplici, sorgono in boschetti recintati e sono caratterizzati da uno o più portoni che precedono il vero e proprio edificio del culto. Nella loro forma originale consistono in due stipiti rotondi su cui poggiano due travi, pure rotonde, che ai due lati sporgono al di là degli stipiti.
Lanterne di pietra, offerte dai fedeli, ornano i viali che conducono al sacello, che ha davanti una vasca d'acqua per i lavaggi rituali. Il tempio consiste in due edifici, che spesso sono collegati fra loro da un passaggio coperto.
Il primo edificio, il più grande, è l'atrio (Haiden), in cui si recitano le preghiere e si pongono le offerte. All'ingresso si trova un gong, o una campana, con cui il fedele si fa sentire dal dio, e vi si trova anche la cassetta per le offerte in denaro. Il secondo edificio, dietro al primo, è quello sacro, detto Honden (edificio principale) o Shinden (casa del dio), in cui si conserva il Go Scin Tai (sacro corpo del dio), ed in cui i fedeli non hanno accesso. Il Go Shin Tai é di solito un oggetto in cui il dio prende dimora.
Esiste un ordine di rango anche nei templi come per gli dei. I templi più belli sono quelli di Ise, dove si adorano la dea del sole e la dea dei cibi, quello di Atsute presso Negoya, ed i tempietti del regno che sono dedicati agli antenati divini o ad alcuni imperatori ed alte personalità.
Anche tra i sacerdoti, che si definiscono «funzionari degli dei», si distinguono diverse categorie. I sacerdoti possono sposarsi e tramandano ereditariamente la loro carica nella famiglia. Oltre alle loro cariche religiose, esplicano anche una professione e indossano l'abito sacerdotale, che consiste in una veste bianca e sciolta con ampie maniche e in un berretto di taffetà nero; quest'ultimo solo quando si occupano di culto.
Il fedele, nella sua attività di culto, considera gli esseri divini come donatori di beni terreni; nelle preghiere si implorano prosperità, un ricco raccolto, salute, abbondanza di prole, allontanamento della sventura; il peccato e la colpa, il pentimento e la redenzione non sono oggetto di preghiere.
Le feste Scinto, dette Matsuri, che hanno una diversa durata, un mese, tre giorni o un giorno, sono cerimonie di ringraziamento per i benefici ricevuti dagli dei o cerimonie di supplica per allontanare le sciagure. Un posto di particolare rilievo rivestono le feste connesse con l'adorazione religiosa della famiglia imperiale. In occasione di queste feste è l'imperatore in persona che officia il culto nell'«atrio sacro» del palazzo imperiale.