The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

La Canzone di Harr l'Eccelso

Gáttir allir

áðr gangi fram

um skoðaz skyli

um skygnaz skyli;

Þvi at óvist er at vita

hvar ovinir

sitia á fleti fyrir.

  
Tutte le porte

prima di varcarle

devono esser spiate,

devono esser scrutate,

che dubbio è ogni volta

dove i nemici

siedano nella sala [che ti sta] davanti.

       
  
   
Gefendr heilir!

Gestr er inn kominn!

hvar skal sitia siá?

miök er bráðr

sá er á bröndom skal

síns um freista frama.

    
Ai generosi, salute!

L'ospite venga dentro!

Dove dovrà sedere?

Va assai velocemente

accanto al focolare

chi esibisce le sue doti.

       
  
   
Eldz er þörf

þeims inn er kominn

ok á kné kalinn;

matar ok váða

er manne þörf,

þeim er hefir um fiall farit.

    
Di fuoco c'è bisogno

per chi è venuto dentro

ed ha le ginocchia gelate.

Di cibo e vestiti

necessita l'uomo

che ha percorso la montagna.

       
  
   
Vatz er þorf

þeim er til verðar kømr,

þerro ok þióðlaðar,

góðs um œðis,

ef sér geta mætti,

orðz ok endrþögo.

    
Di acqua c'è bisogno

per chi al banchetto viene,

di tovaglioli e di cortesi inviti,

di animo ben disposto,

se riesca a ottenerlo,

di conversazione e di silenzio.

       
  
   
Vitz er þörf

þeim er víða ratar;

dælt er heima hvat;

at augabragði verðr

sá er ekki kann

ok með snotrom sitr.

   
Di intelligenza c'è bisogno

per chi viaggia per lungo;

ogni cosa è facile a casa.

Si ammicca [prendendosi gioco]

di chi nulla sa

e siede tra i sapienti.

       
  
   
At hyggiandi sinni

skylit maðr hrœsinn vera,

heldr gætinn at geði;

þá er horskr ok þögull

kømr heimisgarða til,

sialdan verðr víti vörom,

þvíat óbrigðra vin

fær maðr aldregi

en manvit mikit.

   
Del proprio intelletto

non dovrebbe l'uomo vantarsi,

al contrario, sia misurato nell'animo.

Sia attento e silenzioso

quando giunge ad un cortile:

di rado il prudente ha danno;

perché un amico più fidato

l'uomo non ha mai trovato

di un gran buon senso.

       
  
   
Enn vari gestr

er til verðar kømr,

þunno hlióði þegir,

eyrom hlýðir,

en augom skoðar;

svá nýsiz fróðra hverr fyrir.

    
   
L'ospite prudente

che viene al banchetto,

tace aguzzando l'udito,

con le orecchie ascolta

e con gli occhi osserva;

così ogni uomo prudente scruta intorno.

   
  
   
Hinn er sæll

er sér um getr

lof ok líknstafi;

ódælla er við þat

er maðr eiga skal

annars brióstum í.

   
è lieto colui

che per sé ottiene

lodi e favori.

Ardua è la cosa

che l'uomo deve ottenere

nel petto di un altro.

       
  
   
Sá er sæll

er siálfr um á

lof ok vit meðan lifir;

þvíat ill ráð

hefir maðr opt þegit

annars brióstom ór.

   
è lieto colui

che in sé possiede

lodi e saggezza.

Perché cattivi consigli

l'uomo ha spesso ricevuto

dal petto di un altro.

     
  
   
Byrði betri

berrat maðr brauto at

en sé manvit mikit;

auði betra

þikkir þat í ókunnom stað,

slíkt er válaðs vera.

   
Bagaglio migliore

non si porta l'uomo in viaggio

di un gran buon senso.

Della ricchezza, migliore

ti si rivela in un paese sconosciuto:

tale è la salvezza del disperato.

       
  
   
Byrði betri

berrat maðr brauto at

en sé manvit mikit;

vegnest verra

vegra hann velli at

en sé ofdrykkia öls.

   
Bagaglio migliore

non si porta l'uomo in viaggio

di un gran buon senso.

Provvista peggiore

non ci si porta per campi

del bere smodato di birra.

   
  
   
Era svá gott,

sem gott kveða

öl alda sonom;

þvíat færa veit

er fleira drekkr,

síns til geðs gumi.

    
   
Non è così buona

come buona dicono

la birra per i figli degli uomini.

Poiché poco controllo ha

l'uomo che troppo beve

del suo intelletto.

       
  
   
Óminnis hegri heitir

sá er yfir ölðrom þrumir,

hann stelr geði guma;

þess fugls fiöðrom

ek fiötraðr vark

í garði Gunnlaðar.

    
   
"Airone dell'oblio" è chiamato

chi indugia in birreria;

rapisce la ragione all'uomo.

Dalle penne di quell'uccello

io stesso venni incatenato

nella fortezza di Gunnloðr.

       
  
   
Ölr ek varð,

varð ofrölvi,

at ins fróða Fialars;

því er ölðr bazt,

at aptr uf heimtir

hverr sit geð gumi.

   
Ebbro io divenni

ebbro senza misura,

accanto al saggio Fialarr.

Ché la birra è ottima,

a patto che mantenga

il suo intelletto, l'uomo.

   
  
   
Þagalt ok hugalt

skyli þióðans barn

ok vígdiarft vera;

glaðr ok reifr

skylii gumna hverr

unz sinn bíðr bana.

   
Silenziosa e accorta

sia di un capo la schiatta

e audace in battaglia.

Lieto e sorridente

sia ciascun uomo

finché non sia ucciso.

       
  
   
Ósniallr maðr

hyggz muno ey lifa,

ef hann við víg varaz;

en elli gefr

hánom engi frið,

þótt hánom geirar gefi.

   
L'uomo vile

crede vivrà per sempre

se evita le battaglie.

Ma la vecchiaia non porta

a lui nessuna pace,

anche se gliela portano le armi.

   
  
   
Kópir afglapir

er til kynnis kømr,

þylsk hann um eða þrumir;

alt er senn,

ef hann sylg um getr,

uppi er þá geð guma

   
Sta immobile lo stolto

che dai conoscenti è andato;

farfuglia tra sé e indugia.

Ma poi gli passa

se ottiene da bere:

ecco che si rivela il carattere.

       
  
   
Sá einn veit

er víða ratar

ok hefir fiölð um farit,

hverio geði

stýrir gumna hverr,

sá er vitandi er vits.

  
Solo uno conosce,

chi molto ha vagato

e molto ha viaggiato,

che carattere

possegga ciascun uomo:

lui possiede la saggezza.

     
  
   
Haldit maðr á keri,

drekki þó at hófi miöð,

mæli þarft eða þegi;

ókynnis þess

vár þik engi maðr,

at þú gangir snemma at sofa.

   
Non trattenga [a sé] l'uomo il bicchiere,

e beva con misura l'idromele,

parli sensatamente o taccia.

Di cattive maniere

nessun uomo ti farà colpa

se tu vai presto a dormire.

       
  
   
Gráðugr halr,

nema geðs viti,

etr sér aldrtrega;

opt fær hlœgis,

er með horskom kømr,

manni heimskom magi

   
L'ingordo

che non conosce misura

mangia e si ammala.

Spesso l'accolgono le risa,

quando tra gente accorta arriva

la pancia di un uomo sciocco.

       
  
   
Hiarðir þat vito

nær þær heim skolo

ok ganga þá af grasi;

en ósviðr maðr

kann ævagi

síns um mál maga.

   
Le greggi ben sanno

quando devono tornare a casa

e andarsene dai pascoli.

Ma l'uomo insavio

non conosce mai

la misura della sua pancia.

       
  
   
Vesall maðr

ok illa skapi

hlær at hvívetna;

hitki hann veit

er hann vita þyrpti,

at hann era vamma vanr.

   
L'uomo incapace

e di cattivo gusto

ride per ogni cosa.

Quello che lui non sa

e che dovrebbe sapere:

che non è privo di difetti.

       
  
   
Ósviðr maðr

vakir um allar nætr

ok hyggr at hvívetna;

þá er móðr

er at morni kømr;

alt er víl, sem var.

   
L'uomo insavio

sta sveglio tutte le notti

e si preoccupa di tutto.

Così è sfinito

quando viene il mattino;

tutte le sue miserie son [rimaste] qual erano.

       
  
   
Ósnotr maðr

hyggr sér alla vera

viðhiæiendr vini;

hitki hann fiðr,

þótt þeir um hann fár lesi,

ef hann með snotrom sitr.

   
L'uomo insavio

crede gli siano tutti

quelli che gli sorridono, amici.

Non si accorge affatto

se gli tendano tranelli,

quando tra i saggi siede.

       
  
   
Ósnotr maðr

hyggr sér alla vera

viðhlæiendr vini;

þá þat finnr

er at þingi kømr,

at hann á formælendr fá.
   
L'uomo insavio

crede gli siano tutti

quelli che gli sorridono, amici.

Ed ecco si accorge,

quando arriva all'assemblea,

che ha pochi sostenitori.

       
  
   
Ósnotr maðr

þikkiz alt vita,

ef hann á ser i vá vero;

hitki hann veit,

hvat hann skal við kveða,

ef hans freista firar.

  
L'uomo insavio

pensa di saper tutto

se sta da solo in un canto.

Ma nulla sa

quando deve parlare in risposta,

se qualcuno lo mette alla prova.

     
  
   
Ósnotr maðr

er með aldir kømr,

þat er bazt at hann þegi;

engi þat veit

at hann ekki kann,

nema hann mæli til mart,

veita maðr,

hinn er vætki veit,

þótt hann mæli til mart.

   
L'uomo insavio

quando si trovi con gli uomini

questo è meglio, che taccia.

Nessuno però sa

che lui non sa nulla,

purché non parli troppo.

Ma l'uomo che non sa,

questo neppure sa:

che a volte parla troppo.

   
  
   
Fróðr sá þykkiz

er fregna kann

ok segia it sama;

eyvito leyna

mego ýta sønir,

því er gengr um guma.

   
Saggio lo stimano

chi sa fare domande

e parlare a tono.

Nulla celare

possono i figli dell'uomo

di quello che capita ai mortali.

     
  
   
Œrna mælir

sá er æva þegir

staðlauso stafi;

hraðmælt tunga

nema haldendr eigi,

opt sér ógott um gelr.

  
In abbondanza dice,

chi mai tace,

ciance insensate.

La lingua chiacchierona

se non è trattenuta

spesso suona contro sé stessa.

       
  
   
At augabragði

skala maðr annan hafa,

þótt til kynnis komi;

margr þá froð þikkiz,

ef hann freginn erat

ok nái hann þurrfiallr þruma.

   
Non ammiccherà [prendendosi gioco]

nessun uomo di un altro

quando viene tra congiunti.

Accorto in molti lo stimano

se non gli fanno domande,

e un posto ottiene indisturbato.

       
  
   
Fróðr þikkiz

sá er flótta tekr

gestr at gest hæðinn;

veita görla

sá er um verði glissir,

þótt hann með grömom glami.

  
Accorto si ritiene

chi sa sfuggire,

ospite, agli scherni degli ospiti.

Non sa con certezza

chi al banchetto lo schernisca

se chiacchiera con malintenzionati.

       
  
   
Gumnar margir

erosk gagnhollir,

en at virði vrekaz;

aldar róg

þat mun æ vera

órir gestr við gest.

   
Molti uomini

son tra loro amichevoli

ma a banchetto si accapigliano.

Rissa tra gli uomini

sempre vi sarà;

s'azzuffa l'ospite con l'ospite.

       
  
   
Árliga verðar

skyli maðr opt fá,

nema til kynnis komi;

sitr ok snópir,

lætr sem sólginn sé,

ok kann fregna at fá.

   
Al mattino di buon'ora

deve l'uomo spesso mangiare,

quando va a trovare congiunti.

[Altrimenti] si siede e scruta avido,

si comporta da affamato

e partecipa poco al discorso.

       
  
   
Afhvarf mikit

er til illz vinar,

þótt á brauto búi;

en til góðs vinar

liggia gagnvegir,

þótt hann sé firr farinn.

   
Una strada assai tortuosa

porta a un cattivo amico

anche se abita lungo la via.

Ma ad un buon amico

conducono strade diritte

anche se si è stabilito più lontano.

       
  
   
Ganga skal,

skala gestr vera

ey i einom stað;

liúfr verðr leiðr,

ef lengi sitr

annars fletion á.

  
Bisogna andarsene:

non deve l'ospite stare

sempre in un posto.

Chi è caro diviene malvisto

se a lungo risiede

nella sala di un altro.

       
  
   
Bú er betra,

þótt lítit sé,

halr er heima hverr;

þótt tvær geitr eigi

ok taugreptan sal,

þat er þó betra en bœn

    
   
Una propria dimora è meglio

anche se è piccola:

ognuno è libero a casa sua.

Anche se possiede due capre

e una sala dal tetto sconnesso,

è meglio che chiedere la carità.

     
  
   
Bú er betra,

þótt lítit sé,

halr er heima hverr;

blóðugt er hiarta

þeim er biðia skal

sér í mál hvert matar.
  
   
Una propria dimora è meglio

anche se è piccola:

ognuno è libero a casa sua.

Sanguina il cuore

di chi è costretto a chiedere

cibo per sé ad ogni passo

     
  
   
Vápnom sínom

skala maðr velli á

feti ganga framarr;

þvíat óvíst er at vita

nær verðr á vegom úti

geirs um þörf guma.

  
Dalle proprie armi

non deve l'uomo in campo aperto

allontanarsi di un passo.

Perché non si può sapere

quando fuori sulle strade

potrà servire la lancia.

       
  
   
Fanka ek mildan mann

eða svá matar góðan,

at ei væri þiggia þegit,

eða síns fiár

svági [giöflan],

at leið sé laun, ef þegi.

    
Non ho trovato un uomo così munifico

o così generoso di cibo

che non accettasse un dono;

o delle sue ricchezze

così elargitore,

da sprezzare una ricompensa, a riceverla.

       
  
   
Fiár síns,

er fengit hefr,

skylit maðr þörf þola;

opt sparir leiðom

þats hefir liúfom hugat;

mart gengir verr en varir.

   
Alle proprie ricchezze

che si siano accumulate

non deve l'uomo attaccarsi.

Spesso si risparmia per il male

quel che era disposto per il bene:

molte cose van peggio di come si crede.

       
  
   
Vápnom ok váðom

skolo vinir gleðiaz,

þat er á siálfum sýnst;

viðrgefendr ok endrgefendr

erosk lengst vinir,

ef þat bíðr at verða vel

  
Con armi e vestiti

saranno gli amici lieti,

ciò è già evidente su sé stessi.

Chi dona e chi ricambia doni

son fra sé gli amici più intimi,

se le cose procedono bene.

       
  
   
Vin sínom

skal maðr vinr vera

ok gialda giöf við giöf;

hlátr við hlátri

skyli hölðar taka,

en lausung við lygi.

   
Al proprio amico

deve l'uomo essere amico

e ricambiare dono con dono.

Le risa con le risa

ripagheranno gli uomini,

ma l'ipocrisia con la menzogna.

       
  
   
Vin sínom

skal maðr vinr vera,

þeim ok þess vin;

en óvinar síns

skyli engi maðr

vinar vinr vera.

  
Al proprio amico

deve l'uomo essere amico

a lui ed al suo amico.

Ma all'amico del proprio nemico

non deve nessun uomo

essere amico.

     
  
   
Veitztu, ef þú vin átt,

þann er þú vel trúir,

ok vill þú af hánom gott geta,

geði skaltu við þann blanda

ok giöfom skipta,

fara at finna opt.

  
Sappi: se hai un amico

in cui riponi buona fiducia

e vuoi da lui qualcosa di buono,

devi accordare il tuo animo col suo

e doni scambiare:

va' a trovarlo spesso.

      
  
   
Ef þú átt annan,

þannz þú illa trúir,

vildu af hánom þó gott geta,

fagrt skaltu við þann mæla,

en flátt hyggia

ok gialda lausung við lygi.

    
Se un altro ne hai

in cui riponi cattiva fiducia

e vuoi da lui qualcosa di buono,

gentilmente gli devi parlare

ma riflettere con astuzia

e ricambiare l'ipocrisia con la menzogna.

       
  
   
þat er enn of þann

er þú illa truir

ok þér er grunr at hans geði,

hlæia skaltu við þeim

ok um hug mæla;

glíok skolo giöld giöfom.

   
E questo ancora riguardo a colui

in cui riponi cattiva fiducia

e sospetti dei suoi sentimenti:

ridere devi con lui

e parlare a dispetto del tuo cuore:

dovrai ricambiare i doni ricevuti.

       
  
   
Ungr var ek forðom,

fór ek einn saman;

þá varð ek villr vega;

auðigr þóttumz

er ek annan fann;

maðr er mannz gaman.

  
Giovane fui un tempo,

viaggiai del tutto solo,

allora mi smarrii per le strade.

Ricco mi parve d'essere

quando trovai un altro:

l'uomo è gioia per l'uomo.

       
  
   
Mildir, frœknir

menn bazt lifa,

sialdan sút ala;

en ósniallr maðr

uggir hotvetna,

sýtir æ gløggr við giöfom.

  
Gli uomini generosi e prodi

vivono nel modo migliore,

di rado fomentano il dolore.

Ma l'uomo codardo

ha paura di tutto:

al tirchio dà fastidio fare doni.

     
  
   
Váðir mínar

gaf ek velli at

tveim trémönnum;

rekkar þat þóttuz

er þeir rift höfðu:

neis er nökkvinn halur.

  
Le mie vesti

diedi nei campi

a due uomini di legno.

Grand'uomini si credettero

come ebbero gli abiti:

nudo, chiunque è affranto.

     
  
   
Hrørnar þöll,

sú er stendr þorpi á,

hlýrat henne börk né barr;

svá er maðr,

sá er manngi ann;

hvat skal hann lengi lifa?

   
Si dissecca l'albero

che si erge su un dirupo,

non lo protegge corteccia né foglia.

Così è l'uomo

che da nessuno è amato:

perché dovrebbe vivere a lungo?

     
  
   
Eldi heitari

brennr med illom vinom

friðr fimm daga;

en þá sloknar

er inn sétti kømr,

ok versnar allr vinskapr.

   
Più ardente del fuoco

divampa tra cattivi amici

l'amicizia per cinque giorni.

Ma poi si spegne

quando il sesto viene

e si rovina tutta l'amicizia.

     
  
   
Mikit eitt

skala manne gefa;

opt kaupir sér í litlu lof;

með hálfom hleif

ok með höllo keri

fekk ek mér félaga.

   
Non grandi cose

deve l'uomo donare,

spesso con poco si ottiene una piccola lode.

Con mezzo pane

e con una coppa inclinata

mi son trovato un compagno.

     
  
   
Lítilla sanda,

lítilla sæva,

lítil ero geð guma;

þvíat allir menn

urðot iafnspakir,

hálf er öld hvar.

   
Piccole sabbie,

piccoli mari,

piccole sono le menti degli uomini.

Ché tutti gli uomini

non sono ugualmente saggi,

a mezzo l'umanità dovunque [è divisa].

     
  
   
Meðalsnotr

skyli manna hverr,

æva til snotr sé;

þeim er fyrða

fegrst at lifa,

er vel mart vito.

  
Moderatamente saggio

dovrebbe essere ogni uomo:

mai troppo sapiente.

Sono tra gli uomini

a vivere meglio

coloro che (non) molto sanno.

     
  
   
Meðalsnotr

skyli manna hverr,

æva til snotr sé;

þvíat snotrs mannz hiarta

verðr sialdan glatt,

ef sá er alsnotr er á.

    
   
Moderatamente saggio

dovrebbe essere ogni uomo:

mai troppo sapiente.

Ché il cuore dell'uomo saggio

di rado è felice

se chi lo possiede ha molta sapienza.

     
  
   
Meðalsnotr

skyli manna hverr,

æva til snotr sé;

ørlög sín

viti engi fyrir;

þeim er sorgalausastr sefi.

   
Moderatamente saggio

dovrebbe essere ogni uomo:

mai troppo sapiente.

Il proprio destino

nessuno conosca in anticipo,

ché la mente non abbia ad angosciarsi.

     
  
   
Brandr af brandi

brinn unz brunninn er

funi kveykisk af funa

maðr af manni

verðr at máli kuðr

en til dœlskr af dul.
    
   
Torcia da torcia

divampa finché si consuma;

fiamma s'accende da fiamma.

Dall'uomo l'uomo

apprende il sagace parlare,

ma stolto se [rimane] in silenzio.

     
  
   
Ár skal rísa

sá er annars vill

fé eða fiör hafa;

sialdan liggiandi úlfr

lær um getr,

né sofandi maðr sigr.

    
Si leverà di buon'ora

chi di un altro vuole

le ricchezze o la vita.

Difficilmente il lupo accovacciato

si procura un coscio,

né l'uomo che dorme la vittoria.

       
  
   
Ár skal rísa

sá er á yrkendr fá,

ok ganga síns verka á vit;

mart um dvelr

þann er um morgin sefr,

hálfr er auðr und hvötom.

    
Si leverà di buon'ora

chi dispone di pochi braccianti

e va lui stesso a sorvegliare i lavori.

Molto spreca

colui che dorme al mattino:

metà ricchezza è in mano al solerte.

       
  
   
Þurra skiða

ok þakinna næfra,

þess kann maðr miöt,

ok þess viðar

er vinnaz megi

mál ok missere.

   
Di legna secca

e di corteccia di betulla per tetti

di questo l'uomo sappia la misura;

e [anche] di questo, la legna,

quanta ne basti

per l'una e l'altra stagione.

     
  
   
Þveginn ok mettr

ríði maðr þingi at,

þótt hann sét væddr til vel;

skúa ok bróka

skammiz engi maðr,

né hests in heldr

þótt han hafit góðan.

  
Lavato e sazio

cavalchi l'uomo all'assemblea,

anche se non è ben vestito.

Di calzari e brache

nessun uomo deve vergognarsi

e nemmeno del cavallo

anche se non ne ha uno buono.

     
  
   
Snapir ok gnapir

er til sævar kømr

örn á aldinn mar;

svá er maðr

er með mörgom kømr

ok á formælendr fá.

  
Ghermisce e si protende

quando viene al mare

l'aquila, all'antico mare.

Così è l'uomo

che nella folla avanza

e pochi lo sostengono.

       
  
   
Fregna og segia

skal fróðra hverr,

sá er vill heitinn horskr;

einn vita,

ne annar skal,

þioð veit ef þríro.

    
Domandare e parlare

deve l'uomo accorto

se vuole essere chiamato saggio.

Uno [soltanto] deve sapere,

non un altro deve,

tutti sanno se tre [sanno].

     
  
   
Ríki sitt

skyli ráðsnotra hverr

í hófi hafa;

þá hann þat finnr

er með frœknom kømr,

at engi er einna hvatastr.

  
Il suo potere

deve l'uomo prudente

con accortezza esercitare.

E questo scopre

chi viene tra valorosi:

che nessuno è di tutti il più accorto.

       
  
   
Orða þeira

er maðr öðrom segir,

opt hann giöld um getr.

  
Di quelle parole

che un uomo all'altro dice,

spesso bisogna dare riparazione.

     
  
   
Mikilsti snemma

kom ek í arga staði,

en til síð ísuma;

öl var drukkit,

sumt var ólagat,

sialdan hittir leiðr í lid.

    
Troppo presto

sono venuto in molti luoghi

e troppo tardi in altri.

La birra era stata bevuta,

A volte non ancora fermentata:

chi è sgradito ha raramente fortuna.

       
  
   
Hér ok hvar

myndi mér heim uf boðit,

ef þyrptak at málungi mat,

eða tvau lær hengi

at ins tryggva vinar,

þars ek havða eitt etit.

    
Qua e là

sarei stato invitato nelle case

se di cibo non avessi avuto bisogno ai pasti

o se due prosciutti fossero rimasti appesi

presso l'amico leale

dopo che ne avessi mangiato uno.

       
  
   
Eldr er beztr

með ýta sonom

ok sólar sýn,

heilyndi sitt

ef maðr hafa náir,

án við löst at lifa.

   
Il fuoco è ottimo

presso i figli degli uomini

e la vista del sole;

la propria salute

se si può averla,

e una vita senza vergogna.

       
  
   
Erat maðr allz vesall,

þótt hann sé illa heill;

sumr er af sonom sæll,

sumr af frændom,

sumr af fé œrno,

sumr af verkom vel.

    
Nessun uomo è del tutto infelice

anche se ha cattiva salute;

alcuni traggono dai figli gioia,

alcuni dai congiunti,

alcuni dalle ricchezze,

alcuni dalle buone azioni.

       
  
   
Betra er lifðom

ok sæl lifðom [en sé ólifðum];

ey getr kvikr kú;

eld sá ek upp brenna

auðgom manni fyrir,

en úti var dauðr fyr durom.

    
è meglio per il vivo

che per il morto:

chi vive ha sempre una vacca.

Il fuoco ho visto ardere

dapprima per l'uomo ricco;

ma morto giaceva fuori la porta.
  
     
  
   
Haltr ríðr hrossi,

hiörð rekr handarvanr,

daufr vegr ok dugir;

blindr er betri

en brendr sé;

nýtr mangi nás.

    
Lo zoppo va a cavallo,

guida il gregge il monco,

il sordo combatte ed è utile.

Essere cieco è meglio

che essere cremato:

non serve a niente un cadavere.

       
  
   
Sonr er betri,

þótt sé síð of alinn

eftir genginn guma;

sialdan bautarsteinar

standa brautu nær,

nema reisi niðr at nið.

    
Un figlio è meglio

anche se nato postumo,

dopo che il padre è andato.

Raramente le lapidi

si ergono lungo la strada

se non le innalza il congiunto al congiunto.

       
  
   
Tveir ro eins heriar,

tunga er höfuðs bani;

er mér í heðin hvern

handar væni.

    
Due sono più terribili di uno,

la lingua è l'assassina della testa.

Io sotto ogni mantello

mi aspetto le mani.

       
  
   
Nótt verðr feginn

sá er nesti trúir,

skammar ro skips ráar;

hverf er haustgríma;

fiölð of viðrir

á fimm dögum

en meira á mánuði.
  
  
  
è lieto la notte

chi confida nelle provviste.

Corti sono i pennoni delle navi;

instabili sono le notti autunnali;

il tempo cambia

in cinque giorni

e ancor più in un mese.

       
  
   
Veita hinn

er vettki veit,

margr verðr af aurum api;

maður er auðigr,

annar óauðigr,

skylit þann vítka váar.

    
Non sa

chi nulla sa,

molti impazziscono per l'oro.

Un uomo è ricco,

un altro è povero,

non si deve biasimare chi è indigente.

       
  
   
Deyr fé,

deyia frændr,

deyr sialfr it sama,

en orðstírr

deyr aldregi

hveim er sér góðan getr.

    
Muoiono le mandrie,

muoiono i parenti,

morirai tu stesso allo stesso modo.

Ma la fama

non muore mai

per chi se ne è fatta una buona.

       
  
   
Deyr fé,

deyia frændr,

deyr sialfr it sama,

ek veit einn

at aldrei deyr:

dómr um dauðan hvern.

    
Muoiono le mandrie,

muoiono i parenti,

morirai tu stesso allo stesso modo.

Una cosa conosco

che mai muore:

la reputazione di chi è morto.

       
  
   
Fullar grindr

sá ek fyr Fitiungs sonum,

nú bera þeir vonar völ;

svá er auðr

sem augabragð,

hann er valtastr vina.

    
Pieni i recinti

vidi dei figli del Pancione:

ora essi portano il bastone del mendico.

è la ricchezza

un batter d'occhio,

il più incostante degli amici.

       
  
   
Ósnotr maðr,

ef eignask getr

fé eða flióðs munuð,

metnaðr hánum þróask,

en mannvit aldregi:

fram gengr hann driúgt í dul.

    
L'uomo insavio

se riesce ad avere

la ricchezza o l'amor di donna,

l'orgoglio in lui cresce

ma il buon senso mai:

avanza solo in arroganza.

       
  
   
Þat er þá reynt,

er þú að rúnum spyrr

inum reginkunnum,

þeim er gerðu ginnregin

ok fáði fimbulþulr;

þá hefir hann bazt, ef hann þegir.

    
Questo è dunque provato:

quando tu le rune consulti

di origine divina,

che crearono i supremi numi,

che dipinse il terribile vate,

questo è meglio, tacere.

       
  
   
At kveldi skal dag leyfa,

konu, er brennd er,

mæki, er reyndr er,

mey, er gefin er,

ís, er yfir kemr,

öl, er drukkit er.

    
A sera si deve il giorno lodare,

la moglie, quando è cremata,

la spada, quando è provata,

la fanciulla, quando è sposata,

il ghiaccio, quando è attraversato,

la birra, quando è bevuta.

       
  
   
Í vindi skal við höggva,

veðri á sió róa,

myrkri við man spialla,

mörg eru dags augu;

á skip skal skriðar orka,

en á skiöld til hlífar,

mæki höggs,

en mey til kossa.
  
  
  
Nel vento si deve il legno spaccare,

col buon tempo in mare remare,

nel buio con una fanciulla parlare:

molti sono gli occhi del giorno.

Una nave serve per viaggiare,

uno scudo per proteggere,

una spada per colpire,

una fanciulla per baciarla.

       
  
   
Við eld skal öl drekka,

en á ísi skríða,

magran mar kaupa,

en mæki saurgan,

heima hest feita,

en hund á búi.

    
Presso il fuoco bevi la birra,

sul ghiaccio pattina,

compra un cavallo magro

e una spada insozzata,

a casa ingrassa il cavallo

ma il cane nel cortile.
  
     
  
   
Meyiar orðum

skyli manngi trúa

né því, er kveðr kona,

því at á hverfanda hvéli

váru þeim hiörtu sköpuð,

brigð í brióst of lagið.

    
Alle parole di una fanciulla

non deve nessun uomo credere,

né a ciò che dice una donna.

Sulla ruota [del vasaio] che gira

sono stati plasmati i loro cuori,

e la mutevolezza nel loro petto.

       
  
   
Brestanda boga,

brennanda loga,

gínanda ulfi,

galandi kráku,

rýtanda svíni,

rótlausum viði,

vaxanda vági,

vellanda katli,

  
D'un arco che cigola,

d'una fiamma che avvampa,

d'un lupo che spalanca le fauci,

d'un corvo che stride,

d'un maiale che grugnisce,

d'un albero senza radici

del mare che si leva

del calderone che bolle.

       
  
   
Fliúganda fleini,

fallandi báru,

ísi einnættum,

ormi hringlegnum,

brúðar beðmálum

eða brotnu sverði,

biarnar leiki

eða barni konungs.

   
D'una lancia che vola,

d'un'onda che si rovescia,

del ghiaccio di una notte,

del serpe che si attorce,

dei discorsi di donne al letto,

d'una spada che si spezza,

dei giochi di un orso,

o del figlio di un re.

       
  
   
Siúkum kalfi,

sialfráða þræli,

völu vilmæli,

val nýfelldum.

   
D'un vitello malato,

d'un servo intraprendente,

delle confidenze di una veggente,

d'un assassinio recente.

       
  
   
Akri ársánum

trúi engi maðr

né til snemma syni,

- veðr ræðr akri.

en vit syni;

hætt er þeira hvárt.

   
Su un campo seminato anzitempo

nessun uomo confidi,

né troppo presto in un figlio.

Il tempo governa il campo

e la saggezza il figlio:

entrambi sono inaffidabili.

       
  
   
Bróðurbana sínum,

þótt á brautu mæti,

húsi hálfbrunnu,

hesti alskiótum,

þá er iór ónýtr,

ef einn fótr brotnar,

verðit maðr svá tryggr

at þessu trúi öllu.

   
Nell'assassino del fratello,

quando lo si incontri sulla via,

in una casa mezzo bruciata,

in un destriero che troppo corre

(è inutile un cavallo

se si rompe una zampa):

nessun uomo sia così ingenuo

da credere in tutto questo.

       
  
   
Svá er friðr kvenna,

þeira er flátt hyggia,

sem aki ió óbryddum

á ísi hálum,

teitum, tvévetrum

ok sé tamr illa,

eða í byr óðum

beiti stiórnlausu,

eða skyli haltr henda

hrein í þáfialli.
  
  
  
Così è l'amore delle donne

che sono false di pensiero:

come condurre un cavallo non ferrato

sul ghiaccio scivoloso,

irruento [puledro] di due anni

e non del tutto domato;

o nel vento turbinante

una nave senza timone;

o uno zoppo che cerchi di catturare

una renna su un monte in disgelo.

       
  
   
Bert ek nú mæli,

því at ek bæði veit,

brigðr er karla hugr konum;

þá vér fegrst mælum,

er vér flást hyggium:

þat tælir horska hugi.

    
Apertamente ora parlo

perché l'uno e l'altro conosco,

insidioso è alle donne il cuore degli uomini.

Quanto più dolcemente parliamo,

tanto più falsamente pensiamo:

così s'inganna il sentimento dell'avveduta.

       
  
   
Fagurt skal mæla

ok fé bióða

sá er vill flióðs ást fá,

líki leyfa

ins liósa mans:

Sá fær er fríar.
  
  
  
Con dolcezza deve parlare

e donare ricchezze

chi vuole ottenere l'amore di una donna.

Loda il sembiante

della splendida fanciulla:

la conquista chi la lusinga.
       
  
   
Ástar firna

skyli engi maðr

annan aldregi;

oft fá á horskan,

er á heimskan né fá,

lostfagrir litir.

    
Amore rimproverare

non deve nessun uomo

ad un altro mai.

Spesso imbrigliano il saggio

laddove lo stolto non imbrigliano

le radiose apparenze d'amore.

       
  
   
Eyvitar firna

er maðr annan skal,

þess er um margan gengr guma;

heimska ór horskum

gerir hölða sonu

sá inn máttki munr.

    
In nessun modo rimproverare

un uomo a un altro deve

di quel che accade alla gente.

Stolti da saggi

son fatti i figli degli uomini:

questo il potere del desiderio.

       
  
   
Hugr einn þat veit

er býr hiarta nær,

einn er hann sér um sefa;

öng er sótt verri

hveim snotrum manni

en sér engu að una.

    
Unica la mente sa

quel che dimora accanto al cuore;

ognuno è solo con i suoi sentimenti.

Non c'è malattia peggiore

per l'uomo saggio

di non avere nulla da amare.

       
  
   
Þat ek þá reynda

er ek í reyri sat

ok vættak míns munar;

hold ok hiarta

var mér in horska mær;

þeygi ek hana at heldr hefik.

    
Questo ho compreso

mentre tra le canne sedevo

e aspettavo [di soddisfare] il mio desiderio.

Carne e cuore

era per me quella splendida fanciulla,

ma ancora non sono riuscito a possederla.

   
  
   
Billings mey

ek fann beðium á

sólhvíta sofa;

iarls ynði

þótti mér ekki vera

nema við þat lík at lifa.

    
La figlia di Billingr

trovai nel letto,

bianca come il sole e addormentata.

I privilegi di un nobile

non erano nulla per me,

se non vivevo con quel bel sembiante.

       
  
   
"Auk nær aftni

skaltu, Óðinn, koma,

ef þú vilt þér mæla man;

allt eru ósköp

nema einir viti

slíkan löst saman."

   
"Verso sera

dovrai, Óðinn, venire,

se vuoi persuadere la fanciulla.

Sarebbe assai sconveniente,

a meno che noi due soli si sappia

di certi segreti convegni."

       
  
   
Aftr ek hvarf

ok unna þóttumk

vísum vilia frá;

hitt ek hugða

at ek hafa mynda

geð hennar allt ok gaman.

    
Tornai indietro

e di godere credevo,

mosso da passione.

Questo io pensavo:

che avrei avuto

il suo cuore tutto e il piacere.

       
  
   
Svá kom ek næst

at in nýta var

vígdrótt öll of vakin,

með brennandum liósum

ok bornum viði,

svá var mér vílstígr of vitaðr.

    
Quando la volta dopo arrivai,

c'era all'erta

l'intera schiera e vegliava,

con torce avvampanti

e bastoni impugnati:

così mi fu indicata la via dello scorno!

       
  
   
Auk nær morgni,

er ek var enn of kominn,

þá var saldrótt sofin;

grey eitt ek þá fann

innar góðu konu

bundit beðium á.

    
Sul far del mattino,

quando venni di nuovo,

la schiera dei servi dormiva.

Soltanto trovai la cagna

di quella buona femmina

legata nel letto.

       
  
   
Mörg er góð mær,

ef görva kannar,

hugbrigð við hali.

Þá ek þat reynda,

er it ráðspaka

teygða ek á flærðir flióð;

háðungar hverrar

leitaði mér it horska man,

ok hafða ek þess vettki vífs.

    
Molto, la buona fanciulla,

se si vuol saperla tutta,

è d'animo volubile con gli uomini.

Questo ho appurato

quando quella donna saggia

provai a condurre alla lussuria.

Ad ogni scherno

mi espose l'accorta fanciulla,

e da quella donna non ebbi un bel niente.

   
  
   
Heima glaðr gumi

ok við gesti reifr,

sviðr skal um sig vera,

minnigr ok málugr,

ef hann vill margfróðr vera.

Oft skal góðs geta;

fimbulfambi heitir

sá er fátt kann segia,

þat er ósnotrs aðal.

    
A casa lieto l'uomo,

sorridente con gli ospiti,

deve saper essere,

di buona memoria e loquace,

se vuole apparire vissuto;

spesso parlerà di cose buone.

Pezzo d'idiota viene chiamato

chi poco sa raccontare:

questo è il carattere dell'insavio.

       
  
   
Inn aldna iötun ek sótta,

nú em ek aftr of kominn:

fátt gat ek þegiandi þar;

mörgum orðum

mælta ek í minn frama

í Suttungs sölum.

    
L'antico gigante ho visitato,

proprio ora sono di ritorno.

Poco ottenni là col silenzio:

con molte parole

ho parlato a mio vantaggio

nelle sale di Suttungr.

       
  
   
Gunnlöð mér of gaf

gullnum stóli á

drykk ins dýra miaðar;

ill iðgiöld

lét ek hana eftir hafa

síns ins heila hugar,

síns ins svára sefa.

    
Gunnlöðr mi diede

sul trono d'oro

da bere il prezioso idromele.

Un cattivo compenso

le diedi in cambio

per il suo cuore generoso,

per il suo spirito dolente.

       
  
   
Rata munn

létumk rúms of fá

ok um griót gnaga,

yfir ok undir

stóðumk iötna vegir,

svá hætta ek höfði til.

    
Il morso del trapano

lasciai si facesse spazio

e perforò le rocce;

sopra e sotto

avevo le vie dei giganti:

così rischiai la testa.

   
  
   
Vel keypts litar

hefi ek vel notit,

fás er fróðum vant,

því at Óðrerir

er nú upp kominn

á alda vés iarðar.

    
Con l'inganno quel bel sembiante

mi son ben goduto:

a poco rinuncia chi è saggio.

Perché Óðrørir

è ora salito

al santuario delle stirpi della terra.

       
  
   
Ifi er mér á

at ek væra enn kominn

iötna görðum ór,

ef ek Gunnlaðar né nytak,

innar góðu konu,

þeirar er lögðumk arm yfir.

    
In me è il dubbio

che sarei ritornato

dalle fortezze dei giganti,

se Gunnlöðr non mi avesse aiutato:

la brava donna

a cui protesi la mano.

       
  
   
Ins hindra dags

gengu hrímþursar

Háva ráðs at fregna

Háva höllu í.

At Bölverki þeir spurðu,

ef hann væri með böndum kominn

eða hefði hánum Suttungr of sóit.

    
Il giorno dopo

vennero i giganti di brina

a chiedere consiglio ad Hárr

nella sala di Hárr.

Di Bölverkr chiedevano,

se fosse tornato tra gli dèi

o se Suttungr l'avesse ammazzato.

       
  
   
Baugeið Óðinn

hygg ek, at unnið hafi;

hvat skal hans tryggðum trúa?

Suttung svikinn

hann lét sumbli frá

ok grætta Gunnlöðu.

    
Sul sacro anello, Óðinn,

credo, abbia giurato;

ma chi potrebbe credergli?

Suttungr frodò,

lui, del suo idromele

e pianse Gunnlöðr.

       
  
   
[Loddfáfnismál]    
   
[Canzone di Loddfáfnir]       
   
  
   
Mál er at þylia

þular stóli á

Urðarbrunni at,

sá ek ok þagðak,

sá ek ok hugðak,

hlydda ek á manna mál;

of rúnar heyrða ek dæma,

né of ráðum þögðu

Háva höllu at,

Háva höllu í,

heyrða ek segia svá.
 
  
 
è tempo che cominci a parlare

dal seggio del vate

presso Urðarbrunnr.

Vidi e tacqui,

vidi e meditai,

ascoltai i discorsi degli uomini.

Udii delle rune e imparai,

né furono celati i dettagli.

Alle sale di Hárr,

nelle sale di Hárr,

sentii dire così:

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu ef þú nemr,

þér munu góð ef þú getr:

nótt þú rísat

nema á niósn séir

eða þú leitir þér innan út staðar.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Di notte non alzarti

a meno che tu non sia di guardia

o che non stia cercando un posto fuori città.
  
     
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu ef þú nemr,

þér munu góð ef þú getr:

fiölkunnigri konu

skalattu í faðmi sofa,

svá at hon lyki þik liðum.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Di una donna affascinante

non dormir nell'abbraccio

così che t'imprigioni tra le sue membra.

       
  
   
Hon svá gerir

at þú gáir eigi

þings né þióðans máls;

mat þú villat

né mannskis gaman,

ferr þú sorgafullr að sofa.

    
Lei farà in modo

che tu non ti curerai

delle assemblee né delle parole del sovrano;

che cibo più non vorrai

né umani piaceri,

e che tu vada a dormire colmo di crucci.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu ef þú nemr,

þér munu góð ef þú getr:

annars konu

teygðu þér aldregi

eyrarúnu at.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

La donna di un altro

non sedurre mai

[per farne] la tua segreta amante.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu ef þú nemr,

þér munu góð ef þú getr:

áfialli eða firði,

ef þik fara tíðir,

fásktu at virði vel.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Sul monte o nel fiordo

se viaggi a lungo,

assicurati abbondanti provviste.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu ef þú nemr,

þér munu góð ef þú getr:

illan mann

láttu aldregi

óhöpp at þér vita,

því at af illum manni

fær þú aldregi

giöld ins góða hugar.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

A un uomo malvagio

non permettere mai

di conoscere i tuoi guai:

ché da un uomo malvagio

non si otterrà mai

di ricambiare un animo amico.

       
  
   
Ofarla bíta

ek sá einum hal

orð illrar konu;

fláráð tunga

varð hánum at fiörlagi

ok þeygi of sanna sök.

    
Morso a sangue

io vidi un uomo

dalle parole di una donna malvagia.

Una lingua falsa

fu per lui la morte

e non già per giuste ragioni.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

veistu, ef þú vin átt

þann er þú vel trúir,

far þú at finna oft,

því at hrísi vex

ok hávu grasi

vegr, er vættki treðr.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Sappi questo, se hai un amico

nel quale riponi fiducia,

va' a trovarlo spesso:

perché è coperto di sterpi

e di erba alta

il sentiero che nessuno percorre.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

góðan mann

teygðu þér at gamanrúnum

ok nem líknargaldr, meðan þú lifir.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Un buon compagno

scegliti per piacevoli conversari,

e impara incantesimi benefici, mentre hai vita.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

vin þínum

ver þú aldregi

fyrri at flaumslitum;

sorg etr hiarta,

ef þú segia né náir

einhverium allan hug.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Con il tuo amico

non essere mai

il primo a rompere il vincolo.

L'angoscia ti rode il cuore

se non puoi raccontare

a qualcuno tutti i tuoi pensieri.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

orðum skipta

þú skalt aldregi

við ósvinna apa.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Parole scambiare

tu non dovrai mai

con stupide scimmie.

       
  
   
Því at af illum manni

mundu aldregi

góðs laun of geta,

en góðr maðr

mun þik gerva mega

líknfastan at lofi.

    
Ché da un uomo malvagio

non otterrai mai

ricompensa per il bene.

Ma un uomo buono

potrà farti sentire

apprezzato con le lodi.

       
  
   
Sifium er þá blandat,

hver er segia ræðr

einum allan hug;

allt er betra

en sé brigðum at vera;

era sá vinr öðrum,

er vilt eitt segir.

    
Amicizia è scambiata

quando uno può rivelare

a un altro il suo intero pensiero.

Tutto è migliore

che non essere fidàti;

non è amico di un altro

chi parla solo per piacergli.

       
  
   
Ráðumk, þér Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

þrimr orðum senna

skalattu þér við verra mann

oft inn betri bilar,

þá er inn verri vegr.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Per tre parole non disputerai

con un uomo peggiore di te:

spesso il migliore è sconfitto

quando combatte il peggiore.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

skósmiðr þú verir

né skeftismiðr,

nema þú siálfum þér séir,

skór er skapaðr illa

eða skaft sé rangt,

þá er þér böls beðit.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Non il calzolaio farai

o l'armaiolo

se non per te stesso.

Se la scarpa è mal fatta

o è storta la lancia,

la scarogna è in agguato per te.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

hvars þú böl kannt,

kveð þ[ér/at] bölvi at

ok gefat þínum fiándum frið.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Dovunque tu abbia ricevuto offesa,

afferma che è un'offesa

e non dar tregua ai tuoi nemici.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

illu feginn

ver þú aldregi,

en lát þér at góðu getit.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Gioia del male

non avere mai,

ma trai piacere dal bene.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

upp líta

skalattu í orrustu,

gialti glíkir

verða gumna synir

síðr þitt um heilli halir.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Guardare in alto

non devi in battaglia:

[pazzi] quali cinghiali

diventano i figli degli uomini:

così non ti lanceranno incantesimi.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

ef þú vilt þér góða konu

kveðia at gamanrúnum

ok fá fögnuð af,

fögru skaltu heita

ok láta fast vera;

leiðisk manngi gótt, ef getr.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Se vuoi per te una buona femmina

parlale con dolci sussurri

e prendi piacere con lei;

devi fare belle promesse

e subito mantenerle:

nessuno soffre il bene, a riceverlo.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

varan bið ek þik vera

ok eigi ofváran;

ver þú við öl varastr

ok við annars konu

ok við þat it þriðia

at þiófar né leiki.
  
  
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Prudente ti consiglio di essere

ma non troppo prudente.

Sii con la birra molto prudente

e con la donna di un altro

e questo per terzo,

che i ladri non ti freghino.

       
  
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

at háði né hlátri

hafðu aldregi

gest né ganganda.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Con scherno e risate

non ricevere mai

ospite né viandante.

       
  
   
Oft vitu ógörla

þeir er sitia inni fyrir

hvers þeir ro kyns, er koma;

erat maðr svá góðr

at galli né fylgi,

né svá illr, at einugi dugi.

    
Spesso non sa bene

colui che siede dentro [casa]

di qual stirpe siano coloro che arrivano.

Nessun uomo è così buono

da non avere difetti,

né così cattivo da non servire a nulla.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

at hárum þul

hlæ þú aldregi,

oft er gótt þat er gamlir kveða;

oft ór skörpum belg

skilin orð koma

þeim er hangir með hám

ok skollir með skrám

ok váfir með vílmögum.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Del vate dai capelli grigi

non ridere mai;

spesso è buona cosa quel che dicono i vecchi.

Spesso da un otre sgualcito

vengono parole sensate,

uno che è appeso tra i pellami,

e penzola tra i ritagli di cuoio,

e ciondola tra stomaci coi cagli.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

gest þú né geyia

né á grind hrekir,

get þú váluðum vel.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Non scacciare un ospite,

non condurlo alla porta,

tratta con garbo i poveri.
  
     
  
   
Rammt er þat tré,

er ríða skal

öllum at upploki.

Baug þú gef,

eða þat biðia mun

þér læs hvers á liðu.

    
Poderosa è quella spranga di legno

che deve scorrere

per aprire a tutti.

Un anello dai in dono

o ti invocheranno

qualche malanno nel corpo.

       
  
   
Ráðumk þér, Loddfáfnir,

en þú ráð nemir,

nióta mundu, ef þú nemr,

þér munu góð, ef þú getr:

hvars þú öl drekkir,

kiós þér iarðar megin,

því at iörð tekr við ölðri,

en eldr við sóttum,

eik við abbindi,

ax við fiölkynngi,

höll við hýrógi,

- heiftum skal mána kveðia, -

beiti við bitsóttum,

en við bölvi rúnar,

fold skal við flóði taka.

    
Ti consiglio, Loddfáfnir,

e tu accetta il consiglio,

ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.

Dovunque tu beva birra,

invoca per te la forza della terra!

perché la terra agisce contro la birra,

il fuoco contro la malattia,

la quercia contro la dissenteria,

la spiga contro la stregoneria,

il sambuco contro le liti in famiglia,

- per l'ira devi invocare la luna -

l'erica contro la rabbia,

e contro il male le rune,

il terreno agisce contro le inondazioni.

       
  
   
[Rúnatal]  
  
   
[Il discorso sulle rune]  
     
   
  
   
Veit ek, at ek hekk

vindgameiði á

nætr allar níu,

geiri undaðr

ok gefinn Óðni,

sialfur sialfum mér,

á þeim meiði

er manngi veit

hvers af rótum renn.

    
Lo so io, fui appeso

al tronco sferzato dal vento

per nove intere notti,

ferito di lancia

e consegnato a Óðinn,

io stesso a me stesso,

su quell'albero

che nessuno sa

dove dalle radici s'innalzi.

       
  
   
Við hleifi mik sældu

né við hornigi,

nýsta ek niðr,

nam ek upp rúnar,

æpandi nam,

fell ek aftr þaðan.

    
Con pane non mi saziarono

né con corni [mi dissetarono].

Guardai giù,

presi su le rune,

urlando le presi,

e caddi di là.

       
  
   
Fimbullióð níu

nam ek af inum frægia syni

Bölþorns, Bestlu föður,

ok ek drykk of gat

ins dýra miaðar,

ausin Óðreri.

    
Nove terribili incantesimi

ricevetti dall'illustre figlio

di Bölþorn, padre di Bestla,

e un sorso ottenni

del prezioso idromele

attinto da Óðrørir.

       
  
   
Þá nam ek frævask

ok fróðr vera

ok vaxa ok vel hafask,

orð mér af orði

orðs leitaði,

verk mér af verki

verks leitaði.

    
Ecco io presi a fiorire

e diventai saggio,

a crescere e farmi possente.

Parola per me da parola

trassi con la parola,

opera per me da opera

trassi con l'opera.

       
  
   
Rúnar munt þú finna

ok ráðna stafi,

miök stóra stafi,

miök stinna stafi,

er fáði fimbulþulr

ok gerðu ginnregin

ok reist Hroftr rögna.

    
Rune tu troverai

lettere chiare,

lettere grandi,

lettere possenti,

che dipinse il terribile vate,

che crearono i supremi numi,

che incise Hroptr degli dèi.

       
  
   
Óðinn með ásum,

en fyr alfum Dáinn,

Dvalinn ok dvergum fyrir,

Ásviðr iötnum fyrir,

ek reist sialfr sumar.

    
Óðinn tra gli Æsir,

ma per gli elfi Dáinn,

Dvalinn innanzi ai nani,

Ásviðr innanzi ai giganti,

io stesso ne ho incisa qualcuna.

       
  
   
Veistu hvé rísta skal?

Veistu hvé ráða skal?

Veistu hvé fáa skal?

Veistu hvé freista skal?

Veistu hvé biðia skal?

Veistu hvé blóta skal?

Veistu hvé senda skal?

Veistu hvé sóa skal?

    
Tu sai come incidere?

Tu sai come interpretare?

Tu sai come dipingere?

Tu sai come provare?

Tu sai come invocare?

Tu sai come sacrificare?

Tu sai come mandare?

Tu sai come immolare?

       
  
   
Betra er óbeðit

en sé ofblótit,

ey sér til gildis giöf;

betra er ósent

en sé ofsóit.

Svá Þundr of reist

fyr þióða rök,

þar hann upp of reis,

er hann aftr of kom.

    
è meglio non essere invocato

che [ricevere] troppi sacrifici:

un dono è sempre per un compenso.

è meglio essere senza offerte

che [ricevere] troppe immolazioni.

Così Þundr incise

prima della storia dei popoli;

poi egli si levò su

da dove era venuto.

       
  
   
[Lióðatal]  

   
[Il discorso sui canti magici]  
     
   
  
   
Lióð ek þau kann

er kannat þióðans kona

ok mannskis mögr.

Hialp heitir eitt,

en þat þér hialpa mun

við sökum ok sorgum

ok sútum görvöllum.

   
Conosco incantesimi

che non conosce sposa di sovrano

né figlio d'uomo.

"Aiuto" si chiama il primo

ed a te darà aiuto

contro liti e angosce

e ogni tristezza.

       
  
   
Þat kann ek annat

er þurfu ýta synir,

þeir er vilia læknar lifa.

   
Questo conosco per secondo:

di cosa necessitano i figli degli uomini,

se vogliono vivere da guaritori.

       
  
   
Það kann ek þriðia:

ef mér verðr þörf mikil

hafts við mína heiftmögu,

eggiar ek deyfi

minna andskota,

bítat þeim vápn né velir.

   
Questo conosco per terzo:

se ho grande urgenza

di incatenare i miei nemici,

io spunto le lame

dei miei avversari:

non mordono più armi né bastoni.

       
  
   
Þat kann ek it fiórða:

ef mér fyrðar bera

bönd að boglimum,
svá ek gel,

at ek ganga má,

sprettr mér af fótum fiöturr,

en af höndum haft.

   
Questo conosco per quarto:

se uomini impongono

ceppi alle mie membra,

così io canto

che me ne possa andare:

la catena salta via dai piedi

e dalle mani il laccio.

       
  
   
Þat kann ek it fimmta:

ef ek sé af fári skotinn

flein í folki vaða,

fýgra hann svá stinnt

at ek stöðvigak,

ef ek hann siónum of sék.

   
Questo conosco per quinto:

se io vedo scagliata dal nemico

la lancia volare nella mischia,

non vola quella con tale impeto

ch'io non possa fermarla

se solo la intercetti con lo sguardo.

       
  
   
Þat kann ek it sétta:

ef mik særir þegn

á vrótum hrás viðar,

ok þann hal

er mik heifta kveðr,

þann eta mein heldr en mik.

   
Questo conosco per sesto:

se un guerriero mi ferisce

con radici di un albero verdeggiante,

quell'uomo

evoca da me furore:

ché il male divori lui e non me.

       
  
   
Þat kann ek it siaunda:

ef ek sé hávan loga

sal um sessmögum,

brennrat svá breitt,

at ek hánum biargigak;

þann kann ek galdr at gala.

   
Questo conosco per settimo:

se vedo avvampare l'alta

sala intorno ai miei compagni di panca,

non brucia [quella] con tale ardore

ch'io non possa salvarla

con l'incantesimo che conosco, a cantarlo.

       
  
   
Þat kann ek it átta,

er öllum er

nytsamligt at nema:

hvars hatr vex

með hildings sonum

þat má ek bæta brátt.

    
Questo conosco per ottavo,

che per tutti

è da cogliere con profitto:

dovunque sorge l'odio

tra i figli del sovrano.

questo subito io posso acquietare.

       
  
   
Þat kann ek it níunda:

ef mik nauðr um stendr

at biarga fari mínu á floti,

vind ek kyrri

vági á

ok svæfik allan sæ.

    
Questo conosco per nono,

se mi trovo in difficoltà

per salvare la mia nave sui flutti,

il vento io calmo

sulle onde

e addormento tutto il mare.

      
  
   
Þat kann ek it tíunda:

ef ek sé túnriður

leika lofti á,

ek svá vinnk

at þær villar fara

sinna heimhama,

sinna heimhuga.

    
Questo conosco per decimo,

se io vedo "cavalcatrici dei recinti"

giocare nell'aria,

io posso fare in modo

che esse smarriscano il ritorno

ai loro corpi a casa,

ai loro spiriti a casa.

       
  
   
Þat kann ek it ellifta:

ef ek skal til orrustu

leiða langvini,

und randir ek gel,

en þeir með ríki fara

heilir hildar til,

heilir hildi frá,

koma þeir heilir hvaðan

    
Questo conosco per undicesimo:

se io devo in battaglia

condurre vecchi amici.

sotto gli scudi io canto

ed essi vanno vittoriosi

salvi alla mischia,

salvi dalla mischia:

dovunque salvi giungono.

       
  
   
Þat kann ek it tolfta:

ef ek sé á tré uppi

váfa virgilná,

svá ek ríst

ok í rúnum fák

at sá gengr gumi

ok mælir við mik.

    
Questo conosco per dodicesimo:

se io vedo su un albero in alto

un impiccato oscillare,

in tal modo incido

e in rune dipingo

così che quell'uomo cammini

e parli con me.
  
     
  
   
Þat kann ek it þrettánda:

ef ek skal þegn ungan

verpa vatni á,

munat hann falla,

þótt hann í folk komi:

hnígra sá halr fyr hiörum.

    
Questo conosco per tredicesimo:

se io un giovane guerriero

spruzzerò d'acqua,

egli non cadrà,

anche se venga nelle schiere:

non morirà quell'uomo di spada.

       
  
   
Þat kann ek it fiögurtánda:

ef ek skal fyrða liði

telia tíva fyrir,

ása ok alfa

ek kann allra skil;

fár kann ósnotr svá.

    
Questo conosco per quattordicesimo:

se io devo alle genti umane

enumerare prima gli dèi,

degli Æsir e degli elfi,

conosco l'ordine di tutti;

gli insavi non sanno così tanto.

       
  
   
Þat kann ek it fimmtánda

er gól Þióðrerir

dvergr fyr Dellings durum:

afl gól hann ásum,

en alfum frama,

hyggiu Hroftatý.

    
Questo conosco per quindicesimo:

quel che cantò Þióðrörir

il nano, dinanzi alle porte di Dellingr.

Cantò potenza agli Æsir

e agli elfi coraggio,

saggezza a Hroptatýr.

       
  
   
Þat kann ek it sextánda:

ef ek vil ins svinna mans

hafa geð allt ok gaman,

hugi ek hverfi

hvítarmri konu

ok sný ek hennar öllum sefa

    
Questo conosco per sedicesimo:

se io voglia d'una accorta fanciulla

avere tutto il sentimento e il piacere,

l'animo io piego

della donna dalle candide braccia,

e distorco ogni suo pensiero.

       
  
   
Þat kann ek it siautiánda

at mik mun seint firrask

it manunga man.

Lióða þessa

mun þú, Loddfáfnir,

lengi vanr vera;

þó sé þér góð, ef þú getr,

nýt ef þú nemr,

þörf ef þú þiggr.

   
Questo conosco per diciassettesimo:

che mai mi eviterà

la giovane fanciulla.

Di questi incantesimi

potrai tu, Loddfáfnir,

fare a lungo a meno;

tuttavia bene verrà a te se li accogli,

beneficio se li accetti,

giovamento se li ricevi.

       
  
   
Þat kann ek it átiánda,

er ek æva kennik

mey né manns konu,

 allt er betra

er einn um kann;

þat fylgir lióða lokum,

nema þeiri einni

er mik armi verr

eða mín systir sé.

   
Questo conosco per diciottesimo:

ciò che io mai insegnerò

a fanciulla né a sposa

(tutto è meglio

quando uno solo sa,

così arrivo alla fine dei miei detti),

se non, unica, a colei

che col braccio mi cinge

o è a me sorella.

       
  
   
Nú eru Háva mál

kveðin Háva höllu í,

allþörf ýta sonum,

óþörf iötna sonum.

Heill sá, er kvað,

heill sá, er kann,

nióti sá, er nam,

heilir, þeirs hlýddu.

    
Ora ecco i canti di Hárr

pronunciati nella sala di Hárr,

molto utili ai figli degli uomini,

inutili ai figli dei giganti.

salute sia a chi li disse!

salute sia a chi li conosce!

utili siano a chi li ha appresi!

salute, a coloro che li ascoltarono!