The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

La Rinascita

 

I Sogni
 

A cura di Proue
 

 

 


La Rinascita

Ero a cena con alcune persone tra cui Dion Fortune (l'esoterista). C'era la mia ex moglie, un mio caro amico, Cristina (una sua amica della ex moglie) e alcuni membri della mia congrega.
Io e Dion eravamo seduti di fronte. Il tavolo era lungo e aveva bicchieri di gran pregio. La casa stessa, intorno a noi, disponeva di una grande sala da pranzo e c'erano dettagli che mi hanno fatto intendere che si trattasse della casa dell'esoterista. Avevamo appena finito di mangiare ed io e la padrona (anziana, mostrava almeno settant'anni) eravamo immersi in una discussione animata. Non ricordo cosa fosse il fulcro. Alla sinistra di Dion sedeva il mio amico che era silenzioso ad ascoltare. Ci ritrovavamo d'accordo su molti aspetti della discussione ma nello stesso tempo eravamo accesi in quello che dicevamo; io provavo un gran rispetto e una gran stima per lei e il mio amico mostrava una sorta di riverenza. Ad un tratto parlando le ho sfiorato accidentalmente la mano destra con la mia e nel tocco ho percepito una forte scossa elettrica. Per l'istante in cui l'ho sfiorata la scena si è immobilizzata e io l'ho vista come se fosse in negativo, come le fotografie, ma invece che color seppia (come i negativi) il tono era giallo. Al momento sono rimasto colpito da questa cosa ma è durata un istante e così abbiamo ripreso a parlare.
Finché accidentalmente l'ho toccata di nuovo ed è ricapitato e lei ha mostrato un certo disagio e disappunto mostrando un segno sulla mano dove l'ho sfiorata. Era come una piccola cicatrice circolare con iscritta una X. L'ha osservata dicendo: "questi morsi mi danno la scossa". A quel punto ero sorpreso perché ho capito che anche lei aveva percepito quella sensazione e le ho chiesto se l'avesse sentita anche lei e Dion ha ammesso che fosse così.

Poi la scena è cambiata e ci ritrovavamo in una sorta di corridoio ad L. Non riesco a ricordare se fossimo al chiuso o fossimo all'aperto e le pareti fossero siepi. Sta di fatto che sul finire del lato corto della L c'era un banchetto con due persone sedute che mi davano le spalle e oltre il banchetto c'erano delle persone in fila.
Le prime della fila erano due mie amiche, ognuna davanti ad una delle due persone. Stavano compilando dei fogli e ricevevano degli adesivi tondi. A volte le mie amiche diventavano la mia ex moglie e la sua amica.
Quando erano le mie amiche mostrarono contentezza, soddisfazione e felicità. Osservavano i loro adesivi e si abbracciavano contente, come se il loro desiderio si fosse avverato.
Mi era tutto chiaro. Eravamo tutti morti e quella era la scelta della nostra destinazione nella nuova vita. Loro avevano scelto di reincarnarsi insieme come sorelle in Etiopia. Io ero già al di qua del banchetto, quindi avevo già scelto la mia destinazione precedentemente e sentendo la loro scelta rimasi deluso e colpito perché sentivo un legame con loro e non avrei voluto perderle. Mi sentivo come se fossi stato "tradito" in un certo senso. Dovevamo ricominciare tutti assieme, vicini e trovavo che la loro scelta fosse poco furba, poco calibrata. Ma più che altro sentivo che ero legato a loro e questa cosa poteva separarci. Vedevo l'Etiopia come un paese povero, squassato dalla guerra, da un governo instabile, spesso distrutto da guerre religiose e dominato da una forte componente patriarcale.
Pensavo alle discriminazioni razziali, alla possibilità di vivere in povertà e mi sono domandato: "potrebbe essere una buona idea?" Andare con loro o no? Ma sentivo anche che non potevo più tornare indietro a scegliere. Io ero passato prima di loro. E così, trovandomi all'inizio del corridoio a L ho incontrato una ragazza di colore che pareva proprio etiope. Era molto carina e le ho chiesto se fosse originaria di quel luogo. Lei ha annuito ma non ho fatto tempo a chiederle niente perché ho visto IL MIO AMICO.
Si stava dirigendo in fondo al corridoio, sulla punta della L dove c'era un grosso vortice e dove tutti si dirigevano per reincarnarsi.
Mi sono così avvicinato a lui e appena ho fatto per toccarlo si è fatto indietro. Pareva spaventato o comunque infastidito. Aveva un adesivo tondo sulla spalla che segnava la sua destinazione. Non sono riuscito a leggerla. Mi ha detto qualcosa a riguardo dell'evento avvenuto a cena con Dion Fortune. Pareva rimproverarmi ma nel suo tono c'era qualcosa di definitivo, come se avessi ucciso qualcuno e fossi destinato alla galera e lui non volesse avere affari con me o che non volesse essere visto a parlare con me, come se fossi pericoloso, ma nello stesso tempo vedevo l'affetto che provava per me e il desiderio di spiegarmi senza poter però andare nei dettagli. Era come spaventato da ciò che avevo fatto, come se potessi fargli del male.
Mi disse che non capivo nemmeno cosa avessi fatto, "avevo risvegliato gli spiriti e lui li aveva sentiti ed erano arrabbiati". Io ho cercato di fermarlo e di farmi spiegare. "Non capisco... cosa ho fatto? Io non sapevo di essere in grado di fare certe cose". Gli ho chiesto quindi una chiave interpretativa, per crescere, per capire ma lui scuoteva la testa e si faceva indietro e continuava a dirigersi verso il vortice. Al che l'ho lasciato andare e sentivo ancora quella sensazione di perdita, come se quella lezione che non avevo capito mi sarebbe potuta servire e invece dovevo rinascere senza averla capita.
È stato in quel momento che mi sono guardato la spalla sinistra e ho visto che avevo già il mio adesivo tondo appiccicato. L'ho esaminato. Era bianco e sul bordo c'erano delle scritte blu molto piccolo lungo tutto il perimetro. Al centro c'erano tre righe dove c'era scritta la destinazione. Ricordo solo la prima riga, riempita a penna: "AFRICA". Sulla seconda doveva esserci lo stato, sulla terza la città o qualche altra indicazione.
Ho così realizzato, come immemore, che anche io sarei finito in Africa, ma nonostante non ricordi ora la nazione, sapevo di essere distante da loro due e mi domandavo se le avrei reincontrate. Era comunque stata una mia scelta, credo, ma non ricordavo di averla fatta.
Nonostante fossi morto, durante tutta la parte di sogno in cui ero in quella zona, non ricordavo assolutamente come fosse successo e quando. Anzi, più che altro era come se nel sogno fosse una cosa che davo per scontata, non ero sorpreso, quindi semplicemente non ci avevo pensato in quel momento, ma se mi fossi posto la domanda lo avrei saputo.
Ma sarebbe stato come domandarmi ora: "Dove abito?". E non pensavo nemmeno a mio figlio o ad altre persone della mia famiglia. Non sentivo il legame con ciò che avevo abbandonato, ma solo quello con le persone che erano lì con me e che non volevo spezzare. Non mi domandavo cosa stavano facendo, cosa fosse capitato a loro. Vedevo solo l'aspetto del ricominciare e del sistemare ciò che doveva succedere, come se il resto ormai fosse parte di un passato che non mi apparteneva più.
L'ultima cosa che ricordo prima del risveglio è il mio amico che si allontana mentre si volta per guardarmi prima di entrare nel vortice. Sta dicendomi qualcosa ma non ricordo cosa.


Interpretazione

Ero a cena con alcune persone tra cui Dion Fortune (l'esoterista). C'era la mia ex moglie, una sua amica, un mio caro amico, e alcuni membri della mia congrega. Io e Dion eravamo seduti di fronte. Il tavolo era lungo e aveva bicchieri di gran pregio. La casa stessa, intorno a noi, disponeva di una grande sala da pranzo e c'erano dettagli che mi hanno fatto intendere che si trattasse della casa dell'esoterista. Avevamo appena finito di mangiare ed io e la padrona (anziana, mostrava almeno settant'anni) eravamo immersi in una discussione animata. Non ricordo cosa fosse il fulcro.

L’ambientazione del sogno sembra piuttosto tranquilla, nonostante il fatto che a tavola una interlocutrice nella realtà è morta, pare che nessuno si sia posto il problema nel sogno, tanto meno il perché la location sia la casa di questa persona. Questo sottolinea uno stato particolare del sognante, che come specificato da lui stesso, prova nei confronti di Dion Fortune una sorta di rispetto reverenziale, il che comunque non lo mette in una situazione di disagio, che magari nella realtà potrebbe essere più che plausibile, neanche l’eleganza dei dettagli scenici della casa sembrano creare disagio, anche se sono da legarsi simbolicamente ad un certo cerimonialismo tipico del personaggio. Tutti i presenti in tavola sono conosciuti e non hanno rapporti tesi con il sognante.

Ci ritrovavamo d'accordo su molti aspetti della discussione ma nello stesso tempo eravamo accesi in quello che dicevamo; io provavo un gran rispetto e una gran stima per lei e il mio amico mostrava una sorta di riverenza.

La conversazione è pacifica e sembra, a quanto riportato, molto costruttiva, piacevole e in qualche modo “didattica”, sarebbe strano altrimenti, dato lo spessore ed il significato che una personalità come la Fortune incarna. Insisto sullo stato d’animo del sognante, che sembra interessato, tranquillo e anche soddisfatto della situazione creata. Il che mostra un livello di interazione e di apertura molto alto, anche in condizioni che potrebbero creare un certo stress.

Ad un tratto parlando le ho sfiorato accidentalmente la mano destra con la mia e nel tocco ho percepito una forte scossa elettrica. Per l'istante in cui l'ho sfiorata la scena si è immobilizzata e io l'ho vista come se fosse in negativo, come le fotografie, ma invece che color seppia (come i negativi) il tono era giallo. Al momento sono rimasto colpito da questa cosa ma è durata un istante e così abbiamo ripreso a parlare.
Finché accidentalmente l'ho toccata di nuovo ed è ricapitato e lei ha mostrato un certo disagio e disappunto mostrando un segno sulla mano dove l'ho sfiorata. Era come una piccola cicatrice circolare con iscritta una X. L'ha osservata dicendo: "questi morsi mi danno la scossa". A quel punto ero sorpreso perché ho capito che anche lei aveva percepito quella sensazione e le ho chiesto se l'avesse sentita anche lei e Dion ha ammesso che fosse così.


Questo è il punto di rottura del sogno. Un fenomeno che per quanto particolare potrebbe non sembrare così impossibile da verificarsi al cospetto di una persona come Dion Fortune, addentro alla magia, alle energie sottili ed a tutto ciò che è esoterismo. Questo fenomeno può esser letto in due modi nell’elaborazione da parte dell’inconscio del sognante. Un primo punto di vista potrebbe spiegare il fenomeno come un monito nell’interazione con una persona deceduta. La fisicità del tocco è compromessa perché protagonista e interlocutore si trovano in due dimensioni diverse tanto che il tocco rivela, con il negativo in seppia, che probabilmente Dion Fortune non è materialmente presente con gli altri. Il secondo punto di vista invece è più sottile e probabilmente esplora un senso di colpa da parte del sognante. Lo sfioramento fisico sembrerebbe essere il superamento di un limite autoimposto dal rapporto del protagonista con Dion Fortune, dunque dal rispetto reverenziale che prova nei suoi confronti. Ecco dunque spiegata la scossa, anche se il termine “morso” non si spiega razionalmente né semanticamente nel contesto, se non avvicinandolo, per associazione di idee, al “marchio” con cui Dion potrebbe essere stata segnata come avvertimento a non “mischiarsi” troppo con i vivi, o, presuntuosamente parlando, con gli esseri spiritualmente non altrettanto evoluti. Si noti bene però che questo “autocontrollo” è derivante dal sognante e non dall’interlocutore del sogno.

Poi la scena è cambiata e ci ritrovavamo in una sorta di corridoio ad L. Non riesco a ricordare se fossimo al chiuso o fossimo all'aperto e le pareti fossero siepi. Sta di fatto che sul finire del lato corto della L c'era un banchetto con due persone sedute che mi davano le spalle e oltre il banchetto c'erano delle persone in fila.
Le prime della fila erano due mie amiche, ognuna davanti ad una delle due persone. Stavano compilando dei fogli e ricevevano degli adesivi tondi. A volte le mie amiche diventavano la mia ex moglie e la sua amica.
Quando erano Molly e Kri mostrarono contentezza, soddisfazione e felicità. Osservavano i loro adesivi e si abbracciavano contente, come se il loro desiderio si fosse avverato.


Interessantissima ambientazione questa nuova proposta, tanto che sono convinta sia tutto un altro sogno quello raccontato di seguito.
Persone conosciute condividono lo stesso scenario e, a quanto si legge, lo stesso destino del protagonista. Sognare la fine del mondo o, in particolare ciò che sussegue alla conclusione della propria vita terrena non è così comune. E’ vero però che, forse indirizzati dal proprio bagaglio culturale, nella struttura essenziale, il “procedimento” della reincarnazione presenta elementi simili per tutti.
In questo caso il corridoio a L è una rivisitazione personale del classico tunnel con la luce alla fine.
Quello che andrebbe bene approfondito è la presenza dello “stand” con gli addetti (angeli?) alla scelta della destinazione.
Una interpretazione del messaggio portato dal sogno potrebbe essere l’invito a considerare il supporto tra le due donne come modalità migliore per superare un ostacolo o effettuare una scelta con il migliore risultato.

Si stava dirigendo in fondo al corridoio, sulla punta della L dove c'era un grosso vortice e dove tutti si dirigevano per reincarnarsi. Mi sono così avvicinato a lui e appena ho fatto per toccarlo si è fatto indietro. Pareva spaventato o comunque infastidito. Aveva un adesivo tondo sulla spalla che segnava la sua destinazione. Non sono riuscito a leggerla. Mi ha detto qualcosa a riguardo dell'evento avvenuto a cena con Dion Fortune. Pareva rimproverarmi ma nel suo tono c'era qualcosa di definitivo, come se avessi ucciso qualcuno e fossi destinato alla galera e lui non volesse avere affari con me o che non volesse essere visto a parlare con me, come se fossi pericoloso, ma nello stesso tempo vedevo l'affetto che provava per me e il desiderio di spiegarmi senza poter però andare nei dettagli. Era come spaventato da ciò che avevo fatto, come se potessi fargli del male. Mi disse che non capivo nemmeno cosa avessi fatto, "avevo risvegliato gli spiriti e lui li aveva sentiti ed erano arrabbiati". Io ho cercato di fermarlo e di farmi spiegare. "Non capisco... cosa ho fatto? Io non sapevo di essere in grado di fare certe cose". Gli ho chiesto quindi una chiave interpretativa, per crescere, per capire ma lui scuoteva la testa e si faceva indietro e continuava a dirigersi verso il vortice. Al che l'ho lasciato andare e sentivo ancora quella sensazione di perdita, come se quella lezione che non avevo capito mi sarebbe potuta servire e invece dovevo rinascere senza averla capita.

Ecco l’elemento che lega questa parte del sogno a quella precedente. L’amico del sognante si mostra risentito per qualcosa che non è ben chiaro, probabilmente si tratta comunque del senso di colpa inconscio del protagonista per aver riportato in vita Dion Fortune Deceduta. Qui potrebbe esserci un risvolto, forse quella che sembrava una semplice cena tra amici poteva essere il frutto di una seduta spiritica o un simile richiamo alla nostra dimensione di spiriti.
Dunque per questo l’amico appare scostante e preoccupato, preoccupazione che passa anche al sognante quando si rende conto che non riuscirà a “imparare la lezione” prima di reincarnarsi.
A livello interpretativo questo momento è molto importante. Rappresenta un blocco che il sognante non ha modo di sciogliere, molto probabilmente in ambito spirituale, ancora più probabilmente a causa di forti contrasti tra razionalità e accettazione di fenomeni poco razionali. Un lavoro di accettazione e di elaborazione del fenomeno è vivamente consigliato per superare il blocco. Lavoro del tutto personale, che non può trovare sostegno in altre persone.

È stato in quel momento che mi sono guardato la spalla sinistra e ho visto che avevo già il mio adesivo tondo appiccicato. L'ho esaminato. Era bianco e sul bordo c'erano delle scritte blu molto piccolo lungo tutto il perimetro. Al centro c'erano tre righe dove c'era scritta la destinazione. Ricordo solo la prima riga, riempita a penna: "AFRICA". Sulla seconda doveva esserci lo stato, sulla terza la città o qualche altra indicazione.
Ho così realizzato, come immemore, che anche io sarei finito in Africa, ma nonostante non ricordi ora la nazione, sapevo di essere distante dalle due mie amiche e mi domandavo se le avrei reincontrate. Era comunque stata una mia scelta, credo, ma non ricordavo di averla fatta.


Qui avviene la rivelazione di aver perso, probabilmente per sempre, la vicinanza con le due donne. Questo momento potenzia l’interpretazione precedente, c’è nel reale la seria paura di perdere la stima e l’affetto delle due entro breve, se un problema, forse un diverso punto di vista su un argomento, non viene lavorato e risolto.

Nonostante fossi morto, durante tutta la parte di sogno in cui ero in quella zona, non ricordavo assolutamente come fosse successo e quando. Anzi, più che altro era come se nel sogno fosse una cosa che davo per scontata, non ero sorpreso, quindi semplicemente non ci avevo pensato in quel momento, ma se mi fossi posto la domanda lo avrei saputo.
Ma sarebbe stato come domandarmi ora: "Dove abito?". E non pensavo nemmeno a mio figlio o ad altre persone della mia famiglia. Non sentivo il legame con ciò che avevo abbandonato, ma solo quello con le persone che erano lì con me e che non volevo spezzare. Non mi domandavo cosa stavano facendo, cosa fosse capitato a loro. Vedevo solo l'aspetto del ricominciare e del sistemare ciò che doveva succedere, come se il resto ormai fosse parte di un passato che non mi apparteneva più.


Pare che questa sensazione e questi pensieri accompagnino l’anima (o come più vi piace chiamarla) quando abbandona il corpo fisico in seguito alla morte. Il non trovare importanti i legami lasciati in vita e non essere preoccupati per loro.
Sebbene sia triste da dire, una corretta interpretazione vede nella resa di una mancanza di preoccupazioni verso legami e affari in vita, la traduzione del bisogno di staccare un po’ la spina da responsabilità e problemi. Il sogno rende palesi, trasformandole in scene di cui il sognante è regista e attore, grandi paure o grandi bisogni inconsci o non accettati razionalmente. Quello di allentare un po’ responsabilità nei confronti di parenti e conoscenti e di dedicarsi ad importanti scelte personali trovando il modo di ritagliarsi uno spazio proprio è un bisogno che, se espresso in sogno, diventa un vero è proprio campanello d’allarme. E’ quindi caldamente consigliato al sognante di ricercarlo questo spazio di cura personale prima che gli eventi e le responsabilità di ogni giorno prendano il sopravvento.