The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

La Scoperta

 

I Sogni
 

A cura di Proue
 

 

 


La Scoperta

Mi trovo in vacanza in una casa enorme con varie persone tra cui i miei amici gay e altra gente che non conosco. Apriamo le stanze, tutte buie, e cerchiamo di metterla in ordine.
Io e una ragazza dobbiamo dormire insieme e la proprietaria ci aveva detto di prendere la stanza gialla. Io e lei invece decidiamo di aprire tutte le stanze e in una di queste troviamo un morto. Iniziamo ad urlare e andiamo a chiamare la figlia della proprietaria, io le afferro la testa e gridando cerco di farle male.
Il mio migliore amico (che abita a Milano da 6 anni) decide di andare via con il suo ex e io lo saluto disperato. Mi ritrovo con un'altra donna, che dovrebbe essere la mia fidanzata (io sono gay), in viaggio con alcune persone di famiglia (che però non ricordo), intanto io chiamo mia madre e racconto di questa ragazza.
Questo é un viaggio di fuga e al tempo stesso siamo alla ricerca di qualcuno o di qualcosa.
Incontriamo per strada la madre di un altro mio cugino (andato a cuba per sposarsi la fidanzata cubana). La saluto per farle gli auguri e lei mi snobba. È lì con la ex ragazza del figlio e inizia a parlare male della futura nuora cubana. Io ci resto male e penso che anche a me con un mio ex é andata cosi.
Io e la mia fidanzata ci rimettiamo in viaggio e arriviamo finalmente in questo grande centro di ricerca (biologia, genetica, fisica, chimica o robe del genere).
Andiamo nei laboratori che si trovano nel sottoscala, sono pieni di strumenti, di scatole, box e cavie. Iniziamo a guardare ovunque per trovare la persona o la cosa che stavamo cercando. Qualcuno ci segue e noi fuggiamo.
Andiamo in un'altra ala del laboratorio e trovo una targhetta con scritto ACRA (nome del laboratorio della mia prof svizzera con cui sto scrivendo un libro e a cui vorrei chiedere di farmi andare a lavorare). Mi avvicino alla porta con la targhetta e sto per bussare ma sento una voce e scappo.
Scappo velocissimo, mano nella mano con questa tipa. Poi mi sveglio.


Interpretazione

Mi trovo in vacanza in una casa enorme con varie persone tra cui i miei amici gay e altra gente che non conosco. Apriamo le stanze, tutte buie, e cerchiamo di metterla in ordine.

L'ambientazione è del tutto sconosciuta, anche se il sognante è consapevole del motivo per cui si trova lì. Una casa molto grande (che conferma il senso di poca appartenenza oltre che del mistero sul luogo) che il soggetto comincia ad “esplorare”. Dunque un luogo sconosciuto in cui la prima necessità è di “metter mano” per sistemare, a livello inconscio e quindi meno razionale e più “animale” parlerei di lasciare la propria traccia, un po' come marcare il territorio.
Bastano dunque poche righe per capire il primo nocciolo del sogno, che poi si ripercuoterà in forme simili o leggermente diverse per tutta la narrazione: il bisogno di avere tutto sotto controllo.
Verrebbe da pensare che il soggetto stia attraversando (o abbia attraversato) un periodo in cui le situazioni rischiano costantemente di scivolare dalle mani e dal controllo.

Io e una ragazza dobbiamo dormire insieme e la proprietaria ci aveva detto di prendere la stanza gialla. Io e lei invece decidiamo di aprire tutte le stanze e in una di queste troviamo un morto.

L'interpretazione di queste ulteriori righe, letta in base al discorso precedente, rende sicuramente più chiara la necessità. Nonostante il consiglio della proprietaria della casa il soggetto decide di andare contro le regole e allargare la sua conoscenza al resto della casa. Ed è proprio a causa di questa “ribellione” che si trova avanti ad una scoperta shockante: un cadavere.
Non è stato dato un volto a questa salma, per cui è evidente che la sua presenza non porta con sé dei messaggi onirici specifici. Ma è il fatto stesso di averla trovata, che rappresenta il timore per il sognante, di doversi trovare delle spiacevoli sorprese nel momento in cui lascia scorrere le cose intorno a lui senza impegnarsi a seguirle una per una. E questa ansia è un altro degli elementi portanti del sogno.
Il colore giallo della stanza assegnatagli può essere contestualizzato senza difficoltà.
Il giallo è solitamente attribuito al sole, alla gioia ed alla vitalità. Il giallo è un colore che riempie gli occhi e dona il sorriso e la voglia di fare, ma allo stesso tempo coinvolge, con la sua forza solare, così tanto i sensi da impegnarli e lasciare il resto fuori. Vedrei quindi la stanza gialla come una sorta di “luogo felice” o “area tranquilla”, in cui la proprietaria consiglia di rintanarsi per evitare di scoprire il resto della casa.

Iniziamo ad urlare e andiamo a chiamare la figlia della proprietaria, io le afferro la testa e gridando cerco di farle male.
Il mio migliore amico (che abita a Milano da 6 anni) decide di andare via con il suo ex e io lo saluto disperato.


Lo shock porta ovviamente alla reazione, dunque le urla e la fuga, che sono le prime due risposte non razionali ad un evento negativo, che coinvolge anima e corpo e non solo il cervello. La terza risposta, in cui entra la logica con una associazione di idee (e di colpa) è la ricerca dei proprietari e la rivalsa su di loro. Qui è interessante notare la differenza di reazione razionale tra il sognante (che usa la violenza) e il suo amico (che preferisce una uscita di scena diplomatica), anche perché chi resta poi non fa più riferimento ad atti violenti ma cambia atteggiamento nel corso del sogno. Dunque è probabile che nella vita del sognante si sia avuto un episodio in cui egli si è pentito della reazione vissuta e avrebbe bisogno di fare ammenda. Questo procedimento viene vissuto dunque nel sogno, non avendo la possibilità di cambiare il corso degli avvenimenti nella vita reale.

Mi ritrovo con un'altra donna, che dovrebbe essere la mia fidanzata (io sono gay), in viaggio con alcune persone di famiglia (che però non ricordo), intanto io chiamo mia madre e racconto di questa ragazza.

La situazione si sposta sul personale, il sognante si ritrova “accoppiato” con una persona al cui sesso non è interessato. È interessante come la sua prima reazione sia informare la madre della sua nuova situazione sentimentale. Non ho idea del rapporto tra il sognante e la sua famiglia in riferimento alle sue preferenze sessuali ma nel sogno è evidente come questa condizione particolare (non per natura ma se la società) sia vissuta come un senso di colpa, tanto da rendersi necessaria una chiamata chiarificatrice e tranquillizzante alla madre per appurarle che (non importa come o perchè), in questo momento sia in una coppia eterosessuale.

Questo é un viaggio di fuga e al tempo stesso siamo alla ricerca di qualcuno o di qualcosa. Incontriamo per strada la madre di un altro mio cugino (andato a cuba per sposarsi la fidanzata cubana). La saluto per farle gli auguri e lei mi snobba. È lì con la ex ragazza del figlio e inizia a parlare male della futura nuora cubana. Io ci resto male e penso che anche a me con un mio ex é andata cosi.

Altra immedesimazione, questa volta anche a livello più conscio, ove il sognante è pienamente consapevole dell'accostamento di idee e di vissuto con il contesto che ha davanti. Durante la fuga (non si sa da cosa o da chi, ma si presuppone che sia dalla casa con il cadavere) il soggetto incontra una persona che conosce poco ma che non gli da corda né soddisfazione, e ovviamente la sua attenzione non ricade sull'accaduto ma si sposta sul paragone tra le malelingue sulla coppia cugino-cubana e quelle (eventualmente vissute sulla pelle) sulla coppia lui-ex fidanzato.
Si rafforza maggiormente l'idea che il sogno sia una rivisitazione inconscia di sensi di colpe e timori di accettazione, che partono dalla sua condizione di omosessualità e mescolano in sé rapporti con famiglia e conoscenti, e termini e scadenze di studio o di lavoro. Probabilmente il periodo in cui è avvenuto il sogno è pieno di incombenze in più di un ambito.

Io e la mia fidanzata ci rimettiamo in viaggio e arriviamo finalmente in questo grande centro di ricerca (biologia, genetica, fisica, chimica o robe del genere).
Andiamo nei laboratori che si trovano nel sottoscala, sono pieni di strumenti, di scatole, box e cavie. Iniziamo a guardare ovunque per trovare la persona o la cosa che stavamo cercando. Qualcuno ci segue e noi fuggiamo.


Cambio di location dopo una sorta di viaggio, e ci si ritrova in un secondo ambiente, altrettanto sconosciuto e, sembra dalla descrizione, altrettanto sinistro: un non meglio definito laboratorio di ricerca, in cui ci si imbatte in materiale non catalogato e non motivato nei depositi e nei magazzini, comprese, oltre a della documentazione di vario tipico, animali da cavia. Dunque un ambiente molto diverso dal giallo vivo della stanza proposta nella prima parte del sogno. Tutto viene descritto come asettico, pulito, a suo modo parecchio inquietante probabilmente. Il vero problema è che i soggetti sembra che stiano cercando qualcosa o qualcuno, ma non appena si trovano di fronte a esseri viventi, a cui eventualmente chiedere informazioni, scappano. Questo porterebbe a pensare che la loro ricerca sia in qualche modo clandestina o non autorizzata, il che ci riconduce, logicamente, ad una condizione di precarietà e pericolo, che è tipica di tutto il sogno (la fuga, le scoperte macabre di cui è farcito il racconto onirico).

Andiamo in un'altra ala del laboratorio e trovo una targhetta con scritto ACRA (nome del laboratorio della mia prof svizzera con cui sto scrivendo un libro e a cui vorrei chiedere di farmi andare a lavorare). Mi avvicino alla porta con la targhetta e sto per bussare ma sento una voce e scappo.
Scappo velocissimo, mano nella mano con questa tipa. Poi mi sveglio.


Finalmente il primo elemento conosciuto del sogno: una targhetta in una porta. A quanto pare il laboratorio definito dalla targhetta è un ambiente a cui il sognante è legato, anche se non da affetto, piuttosto, a quanto pare, da stima e rispetto di tipo professionale. Ed anche qui, al sentire movimento al suo interno, che in un contesto normale sarebbe anche logico visto che si tratta di un laboratorio, il soggetto scappa. Dunque l'interpretazione viene fuori di conseguenza. La fuga questa volta denota una paura meno “irrazionale”, che si traduce in un probabile senso di inadeguatezza nei confronti del laboratorio e dell'idea che esso porta con sé. L'informazione rinvenuta è di un eventuale posizionamento lavorativo post laurea all'interno del laboratorio: è evidente che la seconda parte del sogno accoglie in sé la paura di non essere all'altezza del lavoro desiderato.
Il mio consiglio è di prendere questa sorta di handicap auto-creato con più leggerezza e provare ad affrontare questa esperienza con la filosofia di chi ha da imparare prima di tutto e prima degli altri.
Ma soprattutto di fermarsi un attimo a riflettere, punto per punto e punto dopo punto, sui problemi accumulatisi durante l'impegno stremante di tener testa a tutto, probabilmente da solo. Siamo esseri umani e spesso dimentichiamo di avere dei limiti. Se si riconoscono i limiti come delle asticelle su cui poggiarsi per riprendere fiato non si rivelano tanto pericolosi o vergognosi quanto sembrano.