The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

L'Acqua e i Sensi

 

I Sogni
 

A cura di Proue
 

 

 


L'Acqua e i Sensi

Sono davanti a un lago su una banchina al tramonto o alba, non si capisce, però c’è una luce smorzata, a dire la verità potrebbe anche essere mare. A certo punto sento un urlo e mi tuffo nell’acqua cercando di andare più a fondo possibile. All’inizio non vedo niente, poi un po’ alla volta l’acqua si fa chiarissima e luminosa e mi ritrovo in piedi sul fondo sabbioso. Attorno a me ci sono poche piante, ma mi sembra di essere più in un fondo marino che lagunare, i colori sono smaglianti e ci sono piccoli pesciolini che non hanno paura di me e che mi nuotano all’altezza degli occhi. Sto trattenendo il respiro, ma quando capisco che sono in un sogno mi rilasso e smetto semplicemente di respirare. Mi muovo sul fondale e mi accorgo che sono davanti ad una casa grandissima con grandi finestre colorate e un portone immenso di legno. Entro nella casa e dentro è tutto stile anni trenta e liberty (come le case che piacciono a me), nel muovermi sento che sono nell’acqua, ma invece che essere impacciata mi trovo libera e in sincronia con essa, come se fossi dello stesso elemento, come se ci fossi sempre stata. Giro per il salone centrale e all’interno trovo due cernie enormi coloratissime che mi scrutano e guardano, senza essere spaventate da me, ma come se ci fossi sempre stata; io però ne ho timore e non lascio neanche un minuto senza tenerle d’occhio. Quello che mi fa paura è la loro ingannevole staticità, dato che cmq si muovono lentamente nella stanza. Mi fa paura il fatto che sono alla mi altezza e non in basso sul fondale e ho paura che mi tocchino. Mentre sono in preda a questi tormenti, mi accorgo che fuori dalla casa è calato il silenzio e un enorme squalo sta perlustrando la zona attorno alla casa, in quel momento mi assale una paura fottuta mi ricordo che devo respirare e quindi mi sveglio pensando di stare annegando. Questo è il sogno, fai conto che negli ultimi 3 anni sogno spesso degli acquari neri con dentro dei pesci degli abissi, mostruosi e immobili. Oppure sogno che nell’atmosfera attorno a me ci sono dei pesci che nuotano… nell’aria. Di solito pesci piccoli.

I sogni pervasi dall’elemento acqua sono meno usuali di quanto ci si possa aspettare. Freud ne parla nel suo” Interpretazione dei sogni” solo quando spiega la trasposizione del sognante della ricerca di appagamento di un desiderio.
Ma noi possiamo andare un bel po’ oltre questa visione “scientifica” grazie al simbolismo dell’acqua nella nostra visione mistica della vita.
(Per la simbologia legata all’acqua si rimanda all’articolo di Vento Notturno sugli elementi) Acqua ha molteplici volti.
Acqua è Vita, perché nutre disseta e calma.
Acqua è Terrore, perché uccide nasconde e rivela, portando in superficie ciò che è nascosto.
Acqua è Culla, perché avvolge e protegge da traumi e suoni, ovattandoli e creando una bolla sicura attorno a noi. Nel caso del sogno all’acqua s’accompagna un altro elemento fondamentale: la luce.
Ma andiamo con ordine.

Sono davanti a un lago su una banchina al tramonto o alba, non si capisce, però c’è una luce smorzata, a dire la verità potrebbe anche essere mare. A certo punto sento un urlo e mi tuffo nell’acqua cercando di andare più a fondo possibile.

L’ambient che viene descritto è piuttosto scarno, la luce è scarsa e non aiuta a visualizzare dettagli o particolari che possano contestualizzare meglio la situazione iniziale. Dunque nel complesso l’acqua (che sia del mare o del lago) ed il sognante sono gli unici due elementi presenti. Distinti e separati all’inizio, fino a che l’uno confluisce nell’altro. L’urlo non lo leggerei come richiesta di aiuto o altro del genere, è evidente che in questo contesto sia solo la trasposizione dello “shock” che serve per passare da uno stadio all’altro.

All’inizio non vedo niente, poi un po’ alla volta l’acqua si fa chiarissima e luminosa e mi ritrovo in piedi sul fondo sabbioso. Attorno a me ci sono poche piante, ma mi sembra di essere più in un fondo marino che lagunare, i colori sono smaglianti e ci sono piccoli pesciolini che non hanno paura di me e che mi nuotano all’altezza degli occhi. Sto trattenendo il respiro, ma quando capisco che sono in un sogno mi rilasso e smetto semplicemente di respirare.

La “fusione” con l’elemento avviene in maniera lenta e graduale, il sognante, ancora legato all’idea fisica del suo corpo, non riesce a vedere nulla al di là del suo naso, ma poi la situazione migliora, prima abituandosi alla presenza dell’acqua, poi piano piano, abbandonando la concezione di corpo fisico (capisco che sono in un sogno) e con la consapevolezza che il respiro, azione tra le più fisiche in assoluto, non serve più.
Altri elementi si fanno strada nel sogno, in questa nuova condizione. I pesci.
I pesci che si muovo a gruppetti, solitamente piccoli e dall’aspetto innocuo sono spesso una rappresentazione delle idee, o meglio del loro fluire nel nostro cervello. Si tratta, nello specifico, del fermento di idee che, in condizioni di assoluta tranquillità emotiva e mentale, ovvero quando la mente non è gravata ed impegnata da problemi, possono nascondere soluzioni “creative” vincenti.
Dunque qui il primo consiglio per il sognante. Ritagliare uno spazio mentale “pulito” e libero da preoccupazioni, dove cercare la soluzione “alternativa” per un problema attuale.

Mi muovo sul fondale e mi accorgo che sono davanti ad una casa grandissima con grandi finestre colorate e un portone immenso di legno. Entro nella casa e dentro è tutto stile anni trenta e liberty (come le case che piacciono a me), nel muovermi sento che sono nell’acqua, ma invece che essere impacciata mi trovo libera e in sincronia con essa, come se fossi dello stesso elemento, come se ci fossi sempre stata.

La condizione di rilassamento e di comunione con l’Acqua continua, portando con sé associazioni di idee e cose ed ambienti amati (le case liberty in questo caso). Da notare anche una condizione “archetipata”, un ritorno agli inizi, al grembo materno, alla protezione più alta della nostra vita. Tutto è sostenibile ed apprezzabile in quest’ottica, fino a che il cervello razionale se ne sta buono, poi cominciano i guai.

Giro per il salone centrale e all’interno trovo due cernie enormi coloratissime che mi scrutano e guardano, senza essere spaventate da me, ma come se ci fossi sempre stata; io però ne ho timore e non lascio neanche un minuto senza tenerle d’occhio. Quello che mi fa paura è la loro ingannevole staticità, dato che cmq si muovono lentamente nella stanza. Mi fa paura il fatto che sono alla mi altezza e non in basso sul fondale e ho paura che mi tocchino. Mentre sono in preda a questi tormenti, mi accorgo che fuori dalla casa è calato il silenzio e un enorme squalo sta perlustrando la zona attorno alla casa, in quel momento mi assale una paura fottuta mi ricordo che devo respirare e quindi mi sveglio pensando di stare annegando.

Ecco il capovolgimento della situazione. Nel momento in cui qualcosa dà al sognante modo di riflettere e non semplicemente seguire passivamente la situazione, le cose precipitano. Il lato razionale si sveglia, si fa domande, e tutto quello che sembrava naturale (muoversi nell’acqua, respirare, trovarsi tra i pesci etc) diventa motivo di curiosità, perplessità ed infine terrore.
Anche il climax di presenze nel sogno descrive bene il cambiamento della situazione: prima i pesciolini, poi le due cernie di una certa consistenza, e infine l’enorme squalo.
“Mi ricordo che devo respirare”: il cervello razionale riprende decisamente la situazione in mano e tutto quello che fino ad un momento prima era possibile diventa angosciante.
Il sogno è molto semplice nella struttura e nell’interpretazione.
Non ci sono molti spunti, questo significa che il fulcro è semplicemente uno: il sognante sta sicuramente attraversando un periodo di forte lavoro razionale, sta dunque impegnando il cervello in attività che gli permettono di prendere il sopravvento sul corpo e sull’anima.
Il sogno, che mi si riporta essere più o meno, con caratteri simili, ricorrente, è un monito a “staccare il cervello” ed a riaccendere i sensi e la fiducia per il lavoro dell’inconsci.
L’acqua del resto è l’Elemento dell’inconscio per eccellenza e sicuramente non è un caso se ciclicamente si fa spazio di prepotenza attraverso il sogno del protagonista.
Il rischio è di non “credere” più a ciò che arriva bypassando la mente razionale, e di ritrovarsi a costringersi a dare sempre e comunque una spiegazione ragionata a tutto quello che succede o, peggio, essere troppo impegnati a “decifrare e definire” i segnali che arrivano nella vita, da lasciarseli sfuggire completamente.