The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Lama n° 11 - La Giustizia



A cura di Sole

LAMA N° 11 - LA GIUSTIZIA

In questa lama affronteremo il concetto di karma e dharma e l’equilibrio sottostante che governa l’intero universo; concetto sempre alla base di una Grande Opera come quella della Creazione e principio che si trova nascosto sullo sfondo del significato di tutte le lame. Come ci ricorda l’esoterista Eliphas Levi, l’equilibrio è sempre un risultato, una somma di due attività o forze opposte che si incontrano. Se osserviamo l’intero universo, ci accorgiamo che ogni manifestazione, grande o piccola, è sempre un incontro-scontro di attività contrapposte; non si tratta tuttavia di forze assolute e permanentemente uguali, cristallizzate, perché altrimenti il risultato sarebbe solo l’immobilità e la negazione dei cicli della vita. E’ piuttosto un alternanza di elementi, forze opposte che si incontrano e si equilibrano, il ruotare continuo e incessante, il ripetersi di ogni manifestazione come una altalena, il caldo dopo il freddo, il dolce dopo il salato. Se vivessimo una vita di soli baci e carezze non saremmo alla fine disgustati? Non ci sarebbe alcun equilibrio, perché il caricare sempre lo stesso lato distruggerebbe la bilancia. La lama de La Giustizia rappresenta la legge del karma, o la legge secondo cui si raccoglie ciò che si semina. è vero che tutti noi abbiamo una lezione da imparare in questa vita, che raccogliamo ciò che seminiamo, ma possiamo sempre selezionare i nostri semi quotidiani e così determinare la raccolta del domani. Il concetto base di karma è azione, perché in tutto l’universo non esiste una sola cosa che viene ad esistenza a seguito di una non-azione. Ogni manifestazione, ogni nuovo elemento dell’universo è conseguenza di una azione. Per questo la non-azione, l’immobilità, è una perdita di potere, è una azione rivolta nel senso sbagliato. Lavoriamo intensamente tanto per fallire quanto per avere esito, “ la non azione in un atto di misericordia equivale all’azione di un peccato mortale”. Pertanto ogni volta che facciamo qualcosa, qualunque cosa, piccola o grande, facciamola con tutti i nostri poteri; questo richiede concentrazione e la concentrazione è basicamente un atto di limitazione, perché elimina tutte le distrazioni che rubano forza al progetto che abbiamo tra le mani.
La lettera ebrea che si attribuisce a questa lama: Lamed, ha la forma di un serpente in azione. Ricorderemo che la lama otto è associata alla lettera Teth, che ha la forma di un serpente arrotolato su stesso, e indica la coscienza animale nel processo di domesticamento. Nella lama undici il serpente è eretto. Questo indica che la energia del serpente, che gli antichi denominano Kundalini, agisce ed è in armonia.
La giustizia di questa lama non è immobilità, è un equilibrio attivo. Lamed significa “redini”, necessarie per guidare i buoi. Aleph ( lama zero) è associato alla parola bue, Vav, associata alla lama cinque, significa legame, laccio, e la lama cinque è associata all’intuizione. Qui abbiamo le redini, redini che spingono verso l’azione. Ricordando che Aleph rappresenta Il Matto, la lama undici sembra suggerirci che bisogna avere una stimolazione cosciente dei nostri poteri inconsci, o una direzione attraverso la intuizione, per poter percepire il nostro Io interiore che ci guida nelle nostre scelte. Ma cosa è realmente ciò che chiamiamo giustizia? Nel corso della vita può apparire difficile accettare certe leggi che sembrano andare contro le nostre inclinazioni, situazioni delle quali non capiamo il significato, che ci sembrano ingiuste. Ma la giustizia di questa lama va interpretata in termini di azione e reazione, perché il significato del karma stesso è azione; se tutto si mantenesse in un equilibrio perfetto e immutabile, non ci sarebbe vita, tutto sarebbe fermo, statico. Il movimento del piatto della bilancia in un senso o nell’altro è necessario, vitale, e non deleterio o ingiusto, teniamolo sempre in mente quando interpretiamo questa lama. Anche le nostre emozioni mutano, variano da un estremo a un altro, ma sono necessarie per aiutarci a trovare l’equilibrio.
La figura femminile della lama undici è anche l’Imperatrice, implicata con la emozione profonda e con Venere, Dea del desiderio; infatti noi non possiamo aspirare a nulla senza un desiderio. La nostra intera vita dipende da quelli che sono i nostri desideri più profondi. La Giustizia non deve essere mai intesa nel senso di punizione. Tutto l’universo è una unica cosa, appartiene a un Unico Essere che, come ogni essere vivente, opera delle sistemazioni, degli aggiustamenti, così come accade nel nostro corpo fisico. Come sopra, così sotto, ci ricorda la Cabala. Qualunque forma, mentale, emozionale o fisica, che poniamo in movimento, opera una sistemazione automatica. Il karma in questo senso può essere definito come una sistemazione del movimento, e il movimento continuo genera la vita. Il movimento è continuo sia fisicamente che mentalmente; osserviamo la serenità della figura della Giustizia, “equilibrio in azione”, non dobbiamo cercare di impedire una azione ma dobbiamo essere in equilibrio con ogni azione. Non possiamo smettere di agire, non possiamo smettere di pensare, non possiamo smettere di sentire; così come dobbiamo accettare il fatto che noi, come esseri viventi, stiamo creando karma in ogni momento, sempre, e non possiamo smettere di creare, di bloccare l’azione. L’azione è una legge dell’universo. Lamed è associata all’intelligenza fedele, fedele alla giustizia dell’universo, perché la giustizia universale non opera ricompensa o punizione, perché il karma non genera castigo. Accettiamo invece il fatto che ogni tappa della nostra crescita richiede una certa azione, e che in ogni momento le nostre azioni saranno quelle richieste dalla tappa che stiamo vivendo. Così come dobbiamo effettuare esercizi dolorosi se desideriamo essere bravi ballerini o bravi lottatori, così dobbiamo passare attraverso il dolore per sviluppare qualunque abilità. Quando comprendiamo che il “male” che ci accade non è quello che sembra ma lo vediamo così perché ne vediamo solo una parte, una porzione del processo totale.
Comprendiamo che dobbiamo avere sufficiente fede per capire le ragioni di questo processo. Poiché non possiamo smettere di creare, quello che dobbiamo comprendere è che il presente, quello che facciamo oggi, può modificare il nostro futuro, perché ciò che è stato fatto nel passato ha già generato il karma che ci troviamo e la reazione è già stata messa in moto, per produrre l’equilibrio. Noi siamo sempre sottoposti alle leggi dell’universo, ma è la nostra reazione di fronte a tali leggi che altera gli effetti. Per mezzo delle nostre reazioni facciamo in modo che un aspetto che si presenta come frustrante e infelice, si esprima in modo completamente opposto. La nostra reazione emozionale è il segreto per la comprensione della giustizia del karma. Se ciò che vogliamo è amore, dobbiamo imparare a SENTIRE l’amore in noi, non andare alla ricerca dell’amore altrui. Tutte le nostre disgrazie sono benedizioni perché ci danno la possibilità di approfondire le nostre emozioni, la nostra capacità di emozionarci. Qualunque esperienza è un’esperienza necessaria per la nostra tappa di evoluzione, perché in quella tappa non riusciamo e non sappiamo comportarci in modo diverso. Ogni dolore non è stato ingiusto ma ci è servito per crescere. è servito, ne sarà valsa la pena nel momento in cui ci accorgeremo di questo e ringrazieremo per tutto ciò che ci ha causato sofferenza e che ci ha dato la possibilità di crescere e comprendere, anziché sentirci in colpa e dare colpe ad altri. Anche chi ci ha ferito soffrirà a sua volta, e questa sofferenza sarà necessaria per crescere. Solo quando avremo compreso ciò riusciremo a mitigare il nostro karma.
Questa lama rappresenta la serenità che deriva da questa comprensione, rimarremo sempre in pace nel fondo dell’anima quando avremo compreso ciò, qualunque dolore ci opprima.
La corona è sormontata da un ornamento triplice e si riferisce alla lettera Shin, impressa nella lama venti, relazionata strettamente con le lame due e undici. Questo ornamento rappresenta il potere del serpente che libera la coscienza umana dalle limitazioni delle interpretazioni tridimensionali delle esperienze che l’uomo riceve attraverso i sensi fisici. Il circolo nel quadrato si riferisce al movimento dello spirito nel mondo fisico e si ricollega anche alla lama dieci. La croce è di colore indaco, associato a Saturno, pianeta legato al segno zodiacale della Bilancia. La stessa impugnatura della spada è una croce T, ed è d’oro, metallo collegato al Sole. Così Saturno rappresenta la limitazione e la forma; il Sole rappresenta la luce e la radiazione. E’ solo quando il potere della limitazione e della discriminazione è usato positivamente che abbiamo l’illuminazione. Una spada è tagliente, simbolizza il processo di eliminazione, fisica e mentale. Il segno della Bilancia è collegato fisicamente ai reni, organi deputati all’eliminazione delle tossine.
Usiamo il potere della discriminazione per eliminare ogni pregiudizio e risentimento. La bilancia rappresenta peso e misura, ogni piatto è semicircolare, legato al numero undici, la cui somma è ventidue; rappresentano l’equilibrio delle undici attività complementari corrispondenti alle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico e alle ventidue lame dei tarocchi.
La linea longitudinale e le linee che sostengono i piatti sono sette, e sono uguali, riferendosi ai sette aspetti del Potere di Vita, rappresentati dalle lame 1,2,3,10,16,19,21 che corrispondono a Mercurio, Luna, Venere, Giove, Marte, Sole e Saturno. Corrispondono inoltre ai sette chakra e ai sette metalli alchemici.
Ciò che è pesato e misurato dalla bilancia della Giustizia sono le manifestazioni complete delle attività personali simbolizzate dalla lama sette, tali attività anche se sembrano manifestazioni della personalità singola, sono in realtà manifestazioni cosmiche. Ogni cosa è una conseguenza della rotazione del ciclo cosmico. Il capo della Giustizia è verde, colore di Venere e colore associato al segno della Bilancia. Il mantello è rosso, colore di Marte, della forza e dell’azione. Il trono è di pietra perchè la legge dell’equilibrio opera anche nel mondo minerale. Ogni lavoro deve essere fatto in modo equilibrato, tranquillo, lasciamo perdere lo stato d’animo di andare di fretta. Quando studiamo, leggiamo, lavoriamo, sediamoci calmi. Dissolviamo l’ansietà e il timore. La parola karma è legata al significato di azione e reazione, ma anche se le azioni e le reazioni sono uguali e complementari, comprendiamo che le azioni passate possono essere modificate dalle reazioni conseguenti. Noi non possiamo scappare da ciò che abbiamo fatto in passato, ma possiamo modificare il risultato attraverso le nostre reazioni attuali. Pesiamo il significato delle nostre condizioni presenti, equilibriamo la bilancia sforzandoci di vincere le conseguenze negative degli errori passati, usiamo la spada della discriminazione per eliminare l’azione e il pensiero equivoco o errato e per separare il grano dalle erbacce; ogni giorno seminiamo e coltiviamo il grano dei pensieri positivi e facciamo seguire le azioni appropriate per accudirlo. Quando estratta questa lama indica che dobbiamo prendere le distanze in tutto ciò che facciamo, dobbiamo imparare a ricevere ciò che ci siamo meritati, senza sforzarci di essere perfetti, prendendo le distanze da ciò che non desideriamo. Impariamo a discriminare e con la discriminazione a dire di sì o di no. Quando estratta indica che si è raggiunto un equilibrio, una stabilità, una limpidezza di pensiero.