The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Lama n° 12 - L'Appeso



A cura di Sole

LAMA N° 12 - L'APPESO

Il simbolismo della lama dodici e l’immagine rappresentata si trovano relazionati con quella che viene chiamata “la legge della inversione”, e la troviamo immediatamente dopo la numero undici, relazionata con la “legge dell’equilibrio”.
Partiamo dal principio che nove volte su dieci la maggioranza delle cose in cui crede la maggior parte delle persone è l’inverso esatto di quello che appare. Facendo un banalissimo esempio: noi tutti sappiamo che un oggetto è rosso non perché è pregno del colore rosso ma proprio perché assorbe tutti i colori tranne che il rosso.
Il principio della “inversione” si trova chiaramente espresso nell’attitudine mentale del buddha, che ha una percezione dell’universo esattamente capovolta rispetto al sentire comune: ciò a cui un saggio dà grande valore è infatti considerato nulla, irrilevante dall’uomo pro-medio. Anche se a prima vista può sembrare un quadro di sofferenza, in realtà la lama dodici esprime grande libertà: quella sperimentata da “colui che SA”, colui che poggia sulla inversione di un’interpretazione superficiale dell’universo.
La lettera ebrea Men significa Acqua, mare, sostanza che riflette ogni cosa al rovescio. E’ l’acqua della Gran Sacerdotessa, ossia l’Inconscio, la Grande Madre, presente ovunque ci sia una forma di vita. Rappresenta un uomo che non è ingannato dalle apparenze, che si vede circondato da cose che non hanno né la solidità, né la forma che gli riportano i suoi sensi senza altri aiuti.
Egli intuisce che tanto le forme dense quanto quelle gassose sono forme di energia costruite da gocce infinitesimali, senza differenza tra l’ energia che prende forma nel pensiero e quella che dà la forma ad un diamante. Comprende che l’essere umano non è solo corpo, ma un aggregato di materia e di spirito, emozioni ed anima; per effetto di questa inversione di conoscenza, libera la mente dalle apparenze della realtà che impediscono alla maggioranza delle persone di utilizzare la loro immaginazione mentale per migliorare le condizioni della propria vita.
Il numero dodici richiama il numero uno, Il Mago, ed il numero due, la Gran Sacerdotessa, suggerendo lo sviluppo dei poteri inconsci attraverso il corretto utilizzo del potere di attenzione della mente conscia. Ed è precisamente ciò che in questa lama rappresenta L’Appeso.
In lingua inglese, la parola “MAN” è un sostantivo che deriva dalla radice sanscrita “MANAS” che significa “MENTE” come principio pensante; il titolo suggerisce sospensione dell’attività mentale personale attraverso la concentrazione, per ottenere la liberazione dei poteri meravigliosi dell’inconscio. Inoltre è una lettera madre importantissima insieme ad Aleph e Shin. Aleph è l’aria, Shin il fuoco e Men l’acqua. Anche se la figura può sembrare mascolina, in realtà è androgina e relazionata con il potere femminile supremo: la Grande Madre Cosmica.
A questa lama è assegnata “l’Intelligenza Stabile”, ferma, come un pendolo a riposo. Intelligenza stabile che significa quiete, calma della materia mentale. Ma quando la nostra mente è quieta? Mai. In ogni millesimo di secondo essa è in movimento, fa associazioni di idee, vaga da un presente prossimo ad un futuro lontano ad un passato nostalgico. In poche frazioni di secondo costruisce e distrugge una situazione. E ogni pensiero non è mai neutro ma è sempre associato ad un’emozione; qui l’enfasi è posta sulla sospensione totale del movimento della mente.
La posizione al contrario dell’Appeso si relaziona con quella che dovrebbe essere l’attitudine basica della nostra mente e del cuore. Proviamo a guardare al rovescio il mondo circostante, capovolgiamo il punto di vista della maggioranza delle persone, osserviamo come appare grottesco il nostro mondo; guardiamo i nostri politici, i nostri governi, l’affannarsi su questioni inesistenti e il non considerare questioni fondamentali e vitali per il pianeta; quanta amarezza e quanta intolleranza c’è intorno a noi. Proviamo a capovolgere i concetti, le convinzioni: se abbiamo problemi con le nostre condizioni materiali, chiediamoci: qual è il problema? ho realmente un problema o mi sto solo comparando con qualcuno? Le continue comparazioni con chi è accanto ci conducono nel mondo della competizione inconscia al quale non appartiene L’Appeso. Occorre avere la sicurezza di ciò che si E’, non di ciò che si HA. Nella lama l’Appeso è sicuro di quello che E’, infonde sicurezza e stabilità. Se non ci liberiamo delle nostre insicurezze, dei condizionamenti esterni, delle sovrastrutture del pensiero, non raggiungeremo mai la serenità e la pace interiore raffigurate in questa lama. Cosa fare dunque, di fronte alle nostre insicurezze? Invertire la nostra attitudine mentale, quando iniziamo a cambiare le nostre abitudini, le nostre convinzioni, il mondo intero cambia con noi, ma il cambiamento deve sempre, sempre partire da dentro; niente e nessuno potrà cambiare il nostro mondo al di fuori di noi. Quando siamo in un ciclo di discesa della nostra vita, quando siamo insicuri, dobbiamo esaminare gli elementi che ci rendono insicuri e capovolgerli comprendendo la vera attitudine dell’Appeso e imparando a sentire la sua stabilità e la sua sicurezza.
Osserviamo i tre tronchi della lama; rappresentano la lettera ebrea Tav, l’ultima Lama dei Tarocchi, Il Mondo, alla quale si assegna la Coscienza Cosmica. Lui dipende dalle leggi del cosmo, si sviluppa e viene sostenuto dalla legge universale. Sembra dire: sono stabile perché dipendo dal ciclo della vita, non ho nulla da temere perché la vita cosmica mi sostiene. Tutti noi dipendiamo dalla vita cosmica, pertanto invertiamo le nostre idee circa tutto ciò da cui dipendiamo.
Il lavoro ad esempio, dà una grande dipendenza, pensiamo di essere obbligati a lavorare per poter usufruire di altro, ma non consideriamo le cose come realmente sono; i viaggi, gli oggetti materiali, diamo il giusto valore, siamo contenti se riusciamo ad acquistarli, ringraziamo con gratitudine ma… consideriamole come semplici gocce della nostra vita, non come il principio o il fine della nostra esistenza, come ciò che ci indica se abbiamo successo o se falliamo. Alcune persone sembrano raggiungere quello che per noi può essere il successo ma si sentono dei falliti. Così come chiunque di noi crede che una persona che lavorativamente ci colloca più in alto rispetto ad un lavapiatti ha maggior successo nella vita. Siamo completamente equivocati. Colui che lava i piatti può rendere un servizio all’interno del ciclo cosmico più importante rispetto a chiunque altro, e se lo fa anche amando il suo lavoro, beh, sta realmente facendo un servizio molto più grande.
Per sviluppare l’attitudine dell’inversione dobbiamo utilizzare la ragione, e il simbolismo della lama dodici la richiama. La luna crescente sulla giacca dell’Appeso evoca i processi inconsci, perché il ragionamento corretto è sempre subordinato all’inconscio. Un altro concetto evidenziato è una grande libertà, anche se l’Appeso è la creatura maggiormente legata dei tarocchi. Libertà qui intesa come selezione ed elezione della nostra disciplina e delle nostre limitazioni, capacità di inibire, abilità di disciplinare, di controllare, perchè la vera libertà risiede nell’elezione cosciente delle limitazioni che assumeremo e che proprio per questo non considereremo come corde o legacci che ci impediscono di crescere. La testa dell’Appeso è sotto la terra perché il pensiero è volto all’inconscio, e ha lasciato dietro di sé il mondo materiale; la sua testa è illuminata e il volto sereno, nonostante sia legato, perché lui SA.
Coloro che amano realmente non si sentono legati alla persona amata con delle catene, ma hanno il cuore pieno di gratitudine verso l’amato. La vera lezione che possiamo apprendere è quella di invertire la nostra attitudine verso tutto ciò che ci dà sicurezza e verso tutto ciò che ci rende liberi. Realizzare la libertà e la sicurezza attraverso un sentimento di gratitudine verso la vita che ci fornisce tutto ciò di cui abbiamo bisogno senza disprezzare ma ringraziando sempre per tutto ciò che abbiamo. Impariamo a circondarci di persone grate e positive, con aspirazioni e idee elevate. Se ci circondiamo di persone chiuse nel loro piccolo mondo materiale, non avremo alcuna opportunità di elevarci spiritualmente; anzi, scenderemo ancora più in basso.
L’albero che sostiene l’Appeso ha i rami tagliati. Sono dodici, a richiamare i segni dello zodiaco, e sono tagliati per ricordarci che nello stato mentale invertito i caratteri esterni della personalità sono ridotti al minimo e l’enfasi è su l’IO interiore. Inoltre dodici è l’inverso di ventuno, l’ultima lama dei Tarocchi, la Danza del Mondo. Lo stato di estasi dell’Appeso è chiamato dagli indiani samadhi, ed è uno stato di immobilità apparente; infatti sotto la superficie in realtà colui che medita non è immobile, ma sperimenta la benedizione con l’unione totale con l’intero universo. Il vero samadhi rappresenta l’unione con il principio di tutte le manifestazioni, ed in questa condizione si condivide la gioia di essere parte di un unico essere e si comprende la responsabilità dell’amministrazione del cosmo, l’intelligenza amministrativa che dirige e comprende tutti i movimenti collocandoli nella corretta posizione.
Le gambe dell’appeso formano il numero quattro; richiamano la lama quattro e la ragione. Il corpo e le braccia formano un triangolo invertito con la testa e richiamano il numero e la lama tre, l’Inconscio. Le pratiche che conducono alla inversione mentale sono basate nella comprensione razionale dei principi che governano l’universo, e la conseguente risposta inconscia alla idea-seme secondo cui in ognuno di noi c’è un microcosmo, o una scintilla del divino. Inoltre il quattro sopra il tre indica la subordinazione dell’immaginazione sopra la ragione. La maggioranza delle persone permettono che la ragione domini l’immaginazione ma pochi sanno che solo la ragione può determinare le immagini che devono occupare il campo mentale. Molti razionalizzano le loro immagini mentali incontrollate che si trovano alla mercé del pensiero razionale e delle suggestioni provocate dalla realtà esteriore. Non è così per l’Appeso. Il suo inconscio è sempre sotto la direzione della coscienza razionale. Non è schiavo degli stati di animo e del pensiero sterile razionale. Con una visione mentale chiara vede che: c’è solo un unico Potere dell’universo concentrato in ogni parte, dietro ogni maschera della personalità umana e che qualunque azione umana non è singola ma universale. La giacca è azzurra come il mantello della Gran Sacerdotessa, e richiama l’elemento acqua; ugualmente hanno lo stesso significato le lune crescenti che richiamano l’inconscio, deposito dei poteri e delle esperienze passate. I dieci bottoni sono d’argento, metallo lunare. La cinta e il bordo della giacca suggeriscono un cerchio e una croce sormontata, simbolo di Marte e della forza, perché sotto l’apparente immobilità si cela una grande forza. Il viso è giovane ma i capelli sono bianchi, perchè ha raggiunto la saggezza dell’Eremita. E’ sotto la terra perché le sue funzioni e i suoi pensieri sono attivi sotto la superficie. Questo è ciò che distingue un maestro dalle altre persone, lui vede attraverso la superficie delle cose, distingue l’apparenza dalla sostanza delle cose. Non si auto-convince di ciò che non è, non c’è auto-inganno perchè non colloca l’immaginazione al di sopra della ragione. Non dipende dal denaro che ha in banca, da colpi di fortuna, da circostanze esterne per raggiungere l’estasi. Il potere di Vita è in ogni luogo, si espande e non c’è luogo dove non possiamo trovarlo. Questa lama, quando estratta, indica che per favorire la crescita materiale o spirituale, è necessaria una sosta, che può essere volontaria o forzosa. Indica che non ci si riconosce più nella commedia del mondo e si richiede una pausa, una chiusura, un ritorno a sé. Non è più il razionale che governa il comportamento, ma la saggezza che deriva dall’interiore. Cambia il punto di ascolto, ci si apre all’interiore, si comprendono i sensi di colpa, il giudizio, si comprende che è necessario perdonare per andare avanti. Perdonare tutto e tutti, ma soprattutto se stessi. Si cerca di liberarsi dai condizionamenti del passato, i rami sono tagliati; c’è un taglio con ciò che è stato infuso da bambini, con ogni credenza, con ogni sicurezza. La meditazione non ci dà nulla di più che non abbiamo già, ma ci riconnette alla saggezza dell’infinito che è in ognuno di noi. Quando estratta indica che non è il momento di fare una scelta, di prendere una decisione, perché bisogna prima scendere nel profondo del nostro animo per comprendere che la realtà si presenta ai nostri occhi invertita. Le mani sono incrociate dietro la schiena perché ormai libere dal desiderio di arraffare le cose materiali. Entrare in se stessi senza possedere nulla, comprendere che si è puro spirito, sacrificare e spezzare ogni legame materiale. E solo così diventare luce pura, piena di gratitudine per ciò che si E’, e non per ciò che si HA. E’ una carta che indica senza dubbio un periodo di immobilità totale e conseguente capovolgimento di tutto ciò in cui si è creduto fino a quel momento.