The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

L'origine delle Rune



A cura di Joel

L'origine delle Rune

“A lungo abbiamo abitato al di fuori dei cancelli delle dimore divine. Non espulsi dalla loro presenza per un'irreversibile trasgressione quanto per aver voltato le spalle alla loro fiducia. Possiamo nuovamente voltarci verso il loro potere raggiante ma solo attraverso la conoscenza delle vie che ci guideranno in quel viaggio. Questi sentieri sono le rune, i misteri sul nostro cammino, e la chiave alle loro dimensioni nascoste.”
E. Thorsson

In questo articolo cercheremo di portare un po' di luce sulla misteriosa origine delle Rune, senza entrare nel campo storico/geografico ma rimanendo fermamente radicati nella visione mitica e archetipica di questi simboli nel tentativo di tradurre questo alfabeto divino nel linguaggio della mente conscia. Si tratta ovviamente di una tra le infinite interpretazioni possibili, e potrebbe non coincidere con quanto sentite voi stessi. Vi invito prendendo spunto da questa e dalle altre fonti disponibili per formulare una personale teoria su questo affascinante argomento.

Nell'articolo precedente abbiamo visto come le Rune siano formate dall'unione di due simboli principali (ghiaccio e fuoco) più un terzo simbolo di collegamento:

 



Si tratta in effetti dei tre elementi basilari della cultura nordica rappresentando i tre mondi/stati da cui si è evoluto tutto il resto: Niflheim, Muspelheim e Ginnungagap rispettivamente "casa della nebbia", "casa della distruzione" e "abisso spalancato".

Da un punto di vista strettamente tecnico la scelta del tipo di segno non è casuale, le Rune sono formate da simboli incisi prevalentemente nel legno e la necessità di seguire la sua naturale conformazione ha fatto sì che non potessero esistere segni orizzontali, che avrebbero rovinato l'incisione.

Da un punto di vista simbolico la linea verticale rappresenta la continuità e quindi la staticità tipica del ghiaccio, che blocca il movimento naturale e la fluidità dell'acqua ma anche le nebbie e i vapori che si innalzano dal Niflheim, mentre la linea spezzata rappresenta il movimento e il raccoglimento del fuoco, dell'energia primordiale racchiusa in Muspelheim che secca la terra rendendola arida. Il terzo segno può essere considerato una "media" tra i primi due, una linea continua ma proiettata verso l'esterno in un gesto che racchiude i due principi e allo stesso tempo tende verso l'esterno collegandoli.
Per capire l'origine di questi concetti e per renderli più chiari è però necessario fare un passo indietro, e dare uno sguardo alla creazione del mondo.

“L'immaginazione è l'inizio della creazione.”

G.B. Shaw

La cosmogonia norrena, come molte altre in tutto il mondo, ha inizio con un vuoto cosmico infinito, il già citato Ginnungagap, da esso emergono due poli opposti e collegati, a nord troviamo così Nifleheim, dimora delle eterne nebbie e del ghiaccio, mentre a sud si sviluppa Muspelheim il caldo mondo del fuoco e della terra arida. Dall'unione delle emanazioni che vengono da questi due opposti si formano gocce di veleno che si condensano nel gigante Ymir. Nel nome di quest'essere, com'è usuale in questa tradizione, possiamo intravedere la sua natura, esso infatti è collegato al moderno "immer" che in tedesco significa sempre, eternamente.
Ymir dunque è l'eterno, figlio della polarità cosmica e prima forma di vita che racchiude ogni altra forma di vita. Esso è il tutto, privo di identità e di coscienza, è definito malvagio e terribile nella narrazione del Gylfaginning, il primo della stirpe dei giganti della brina.
Ymir rappresenta quelle forze caotiche e sregolate che esistevano prima dell'avvento degli esseri umani, egli infatti è privo di coscienza e di quel senso del sè che è proprio dell'Uomo e deriva dagli Dei stessi. Un richiamo, come suggerisce Jan Fries in Helrunar anche ai nostri antenati ancestrali vissuti prima dello sviluppo dell'Io. è durante il sonno di quest'essere che la stirpe dei giganti ha inizio, sviluppandosi dal sudore e dai piedi di Ymir.

Nel frattempo il calore di Muspelheim continua il suo interminabile lavoro sulla brina proveniente da Niflheim e dall'acqua così formata sorge la mucca Audhhumla, principale fonte di sostentamento di Ymir che si nutre del latte delle sue mammelle e simbolo dell'energia primordiale come il gigante è simbolo della materia primordiale. Audhhumla infatti come Ymir fa parte del mondo caotico delle origini ma in quanto fonte di vita essa assume un ruolo benefico ed è proprio dall'azione di questa energia (nell'immagine della mucca che lecca una pietra salata) che nasce un nuovo essere, Buri, il primo essere umano.

Buri è il progenitore della razza umana, definito "di bell'aspetto, grande e forte" dall'Edda in prosa, di quest'essere si conosce ben poco ed il suo stesso nome è di etimologia incerta, probabilmente deriva da bùr, con il significato di gabbia o dispensa. Egli dunque è il paragone che racchiude in sè tutte le caratteristiche umane, un progenitore/dio androgino dai cui figli discenderanno i primi Dei. Esso è anche l'incarnazione dell'età dell'oro, in cui la razza umana muoveva i primi gloriosi passi e gli Dei camminavano tra di noi, Buri dà quindi vita a Borr (figlio) e quest'ultimo prendendo in sposa una delle discendenti di Ymir, Bestla, contribuisce a dare vita alla prima trinità divina, composta da Wotan, Willi e Weh.

Appare così per la prima volta in questa narrazione Wotan, che poi prenderà il nome di Odinn, lo scopritore delle Rune e divinità reggitrice dell'universo norreno.
è così quindi che dagli Dèi primordiali nasce l'Uomo ed è l'Uomo che a turno plasma gli Dèi. Concetto provocatorio questo che mi preme sottolineare ma le cui implicazioni non è mia intenzione discutere in questa sede.

Anche in questa tradizione, come nel mito di Zeus e Cronos e in molti altri miti di creazione, la storia dell'umanità inizia con una rivoluzione, sono infatti Wotan, Willi e Weh (chiamati Odin, Honir e Lodur nel Voluspa) che ucciso Ymir procedono a creare con il suo corpo il mondo intero.
In questa immagine possiamo vedere il controllo completo sulla materia primordiale attraverso Consapevolezza, Volontà e Immaginazione, il caos è finalmente domato e può essere suddiviso, regolato ed etichettato:

"Dalla carne d'Ymir
fu fatta la terra,
e dal sangue il mare,
i monti dalle ossa,
gli alberi dai capelli
e dal cranio il cielo.

Ma dalle sue ciglia
fecero gli dèi benevoli
Midhgardhr per i figli degli uomini
e dal suo cervello, minacciose,
furono create le nubi tutte".


è così che le forze primordiali vengono soggiogate, gli dèi dell'era precedente sconfitti e sostituiti da nuove divinità benigne che hanno a cuore il destino degli uomini e delle donne che li venerano.
Sono sempre Wotan, Willi e Weh a donare rispettivamente anima, sensi e vita ai nostri veri progenitori Ask (frassino) ed Embla (ontano), gli Adamo ed Eva norreni, da loro formati nel legno dei rispettivi alberi. Il resto, come si suol dire, è storia dei nostri giorni.

“Ciò che realizziamo all'interno muta la realtà esteriore.”
Plutarco

Non ci è pervenuto nessun testo della tradizione runica che risolva una volta per tutte la spinosa questione della creazione delle Rune stesse. Come accennato nell'articolo precedente abbiamo solo un resoconto del sacrificio compiuto da Odino per ottenerle, ma rimangono le domande su come, chi e perchè abbia distillato questa conoscenza in forma simbolica.
Abbiamo solo degli indizi che ci possono puntare in una direzione piuttosto che in un'altra ma purtroppo (o forse per fortuna) non avremo mai risposte chiare e definitive, possiamo però fare delle supposizioni basandoci sull'osservazione.

Abbiamo visto come le Rune sono formate da tre elementi distinti che le compongono e caricano di un certo tipo di energia, e da dove questa energia derivi. Questi elementi sono a tutti gli effetti gli "atomi" delle Rune, dalla loro posizione ed interazione possiamo intuire i possibili significati di ciascun simbolo. Questi atomi inoltre canalizzano l'energia atavica della prima polarità, rendendoci in grado di accedere e sfruttare queste energie mettendoci di fatto in contatto con la creazione dell'Universo.
Questa interpretazione ci può quindi portare a considerare le Rune come l'eco (o la forma terrena e tangibile) di quelle particelle che incontrandosi attraverso il Ginnungagap hanno dato il via a quella misteriosa alchimia che ha composto in seguito l'intero universo, le liriche che formano il canto della creazione. Esse sono rimaste a noi come briciole di pane che possiamo seguire fino al tempo prima del tempo e che, se ce lo permettiamo, possono condurci all'incontro con il nostro vero sè ed oltre.

È con questo obbiettivo dunque che nei prossimi articoli studieremo le Rune del Futhark antico sulla base del sistema qui presentato, analizzando i possibili significati di ciascun simbolo e confrontandoli con le interpretazioni tradizionali.