The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Grotte celle e castelli


I Sogni
 

A cura di Proue
 


Grotte celle e castelli

La prima parte è piuttosto confusa, ricordo che ero in una grotta e che nuotavo.
Vedevo una barriera corallina piena di meduse e dovevo salvarne una ma non ricordo il motivo...
Il pezzo più chiaro è il successivo: vorrei uscire, ma l'uscita della grotta è bloccata da un muro di mattoni.
Sono disperata, vorrei uscire ma non riesco, nonostante ci sia un'apertura abbastanza grande.
In quel momento arriva Sir Godfrey. Sì, il Mark Strong di Robin Hood. E questa è l'unica nota positiva del sogno, dato che adoro quell'attore.
Fa distruggere il muretto ed esco. Vedo una ragazza dentro ad una cella, vestita di bianco, mi pare... e anche piuttosto bella, con i capelli lunghi e biondo scuro, striati di castano.
All'improvviso, io divento quella ragazza. Mi fanno uscire, ringrazio caldamente fra le lacrime, ma poi mi rimettono in cella.
Non so come riesco a fuggire, ritrovandomi nel cortile di un castello dove dei contadini infuriati vogliono dargli fuoco.
Allora provo a chiudere le porte e divento un soldato; i contadini però forzano la porta e mi catturano per bruciarmi.
Non essendo la morta a cui aspiro, però, cerco di prendere un coltello per suicidarmi, mancandolo. Riesco comunque ad afferrare una freccia e a piantarmela nel cuore.
Ma la cosa che mi ha più spaventata è che al risveglio mi accorgo, che, tra i respiri profondi, sento la freccia nel cuore. Non sento male, senso solo la sensazione di averla nel petto.
Mi sono tanto spaventata.

Interpretazione

Questo sogno è piuttosto particolare. Ed è strano che la sognante lo ricordi, dato che rappresentazioni oniriche così poco lineari tendono ad essere dimenticate facilmente.
Le varie situazioni proposte nel sogno, in cui la protagonista si immedesima mano mano nei vari personaggi presenti, fanno pensare all’elaborazione onirica di un periodo di forte impegno mentale. Si potrebbe riflettere su una serie di progetti in corso, che la consultante non riesce a portare avanti insieme con l’energia necessaria.
Ora analizziamo il testo scena per scena, in modo da trovare ed interpretare gli spunti ed i simbolismo che ognuna di loro offre.

La prima parte è piuttosto confusa, ricordo che ero in una grotta e che nuotavo. Vedevo una barriera corallina piena di meduse e dovevo salvarne una ma non ricordo il motivo...Il pezzo più chiaro è il successivo: vorrei uscire, ma l'uscita della grotta è bloccata da un muro di mattoni. Sono disperata, vorrei uscire ma non riesco, nonostante ci sia un'apertura abbastanza grande. In quel momento arriva Sir Godfrey. Sì, il Mark Strong di Robin Hood. E questa è l'unica nota positiva del sogno, dato che adoro quell'attore. Fa distruggere il muretto ed esco.

La scena onirica potrebbe essere la rappresentazione inconscia della situazione sentimentale o lavorativa. La grotta (ambiente chiuso, e per questo ambiguamente riferibile sia ad una protezione che ad una prigione). Dunque una condizione che perdura da tempo e che la sognante non riesce a mutare (mutamento inteso come evoluzione). Una storia vittima di monotonia? Una professione che dona tranquillità ma che è poco stimolante? Si consiglia di affidarsi ad una persona vicina (ottimo l’esempio di Mark Strong ^^) per avere un sostegno nel caso in cui si prenda finalmente il coraggio a due mani per cambiare le carte in tavola. Niente di trascendentale: la breccia che comunque è presente indica che non c’è necessariamente bisogno di stravolgere la condizione attuale, solo (è la metafora che parla) di sbirciare ogni tanto fuor del muro di mattoni e, magari, fare un giretto dall’altra parte per poi ritornare indietro.

Vedo una ragazza dentro ad una cella, vestita di bianco, mi pare... e anche piuttosto bella, con i capelli lunghi e biondo scuro, striati di castano. All'improvviso, io divento quella ragazza. Mi fanno uscire, ringrazio caldamente fra le lacrime, ma poi mi rimettono in cella.

Una situazione piuttosto simile ma, in questo caso, palesemente negativa (la cella non può in nessun caso rappresentare una condizione serena). La ragazza viene vista come proiezione astrale della protagonista, in cui poi ella stessa “rientra”. Durante il sogno è comune guardare sé stessi da fuori, come spettatori esterni. Questo serve al nostro cervello per estraniarci e invitarci a valutare le cose con un maggior distacco e meno coinvolgimento emotivo personale. Il fatto che la ragazza venga prima liberata e poi rimessa in cella può voler dire che gli sforzi compiuti, che probabilmente ci sono stati in qualche caso, non hanno portato frutti perché di base la “tattica” con cui sono stati compiuti era sbagliata. Dunque è preferibile cercare di muoversi in altro modo per risolvere un problema che non ha ancora avuto i risvolti sperati.

Non so come riesco a fuggire, ritrovandomi nel cortile di un castello dove dei contadini infuriati vogliono dargli fuoco.
Allora provo a chiudere le porte e divento un soldato; i contadini però forzano la porta e mi catturano per bruciarmi.


Il problema espresso da questa scena potrebbe questa volta non essere riferito alla persona che sogna. La versione “soldato” fa pensare alla presa a cuore di un problema di qualche persona vicina. Il senso di colpa per non riuscire a fare molto altro per sostenere questa persona diventa talmente pesante che il sogno continua con una serie di stimolazioni più “fisiche”. Il castello in questo caso non ha altra simbologia che non sia di struttura, ovvero, legando l’idea della costruzione a quella di fortezza inoppugnabile, ma che in questo caso viene attaccata. Dunque la volontà di “chiudere le porte” per allontanare il problema (i contadini infuriati) da chi ne soffre. Missione che, per il momento, non riesce.

Non essendo la morta a cui aspiro, però, cerco di prendere un coltello per suicidarmi, mancandolo. Riesco comunque ad afferrare una freccia e a piantarmela nel cuore.
Ma la cosa che mi ha più spaventata è che al risveglio mi accorgo, che, tra i respiri profondi, sento la freccia nel cuore. Non sento male, senso solo la sensazione di averla nel petto.
Mi sono tanto spaventata.


Il coltello, il suicidio, la morte rituale. Per quanto questa scena possa scatenare il terrore della protagonista, una volta sveglia, non credo che sia nel complesso negativa.
Assomiglia di più ad una sorta di tentativo di rinascita, una iniziazione ad un nuovo stadio di conoscenza. Sarebbe da vedere se la sognante abbia conoscenza della pratica dell’Harakiri giapponese, il primo legame logico (o illogico?) con la scena descritta. Un suicidio consapevole con l’aiuto di un coltello, che poi diventa una freccia. Nella tradizione giapponese le forze vitali dell’uomo sono raccolte nell’addome, per cui il guerriero che decide di “passare letteralmente a miglior vita” si infligge una pugnalata all’addome.
Quanto alla freccia, la simbologia nel sogno è controversa. In effetti tradizionalmente lo scoccar di una freccia e la conseguente riuscita del bersaglio o meno, simboleggia progetti in corso e la conclusione positiva o meno degli stessi.
In questo caso, visto che la freccia viene auto-conficcata nel petto, ci allontaniamo un tantino dalla simbologia tradizionale, per cui mi soffermerei alla sensazione che è rimasta anche oltre il sogno, non solo come un ricordo, ma anche come una sensazione fisica.
Dunque il peso sul cuore, la sensazione di un corpo estraneo (il classico “macigno” nel petto). E’ questo ciò che più, pare, abbia spaventato la ragazza. Ma io prenderei questa sensazione come un monito, un avvertimento: a prendere magari la vita con qualche sorriso in più, lavorando, certo, per risolvere, uno ad uno i problemi, ma non per questo tralasciando di volersi bene e di curarsi. Il dardo al cuore può essere letto come una sorta di promemoria dei messaggi lasciati nel mondo onirico, niente di più, niente di meno.