The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Inno Omerico XXII a Selene

Inno Omerico a Selene

Muse dal dolce canto, figlie di Zeus Cronide, esperte
di canzoni, celebrate Selene dalle ampie ali:
dal suo capo immortale un chiarore si diffonde nel cielo
e avvolge la terra, e una grande bellezza si mostra
quando risplende la sua luce; la sua corona d’oro
illumina l’aria oscura, e i suoi raggi rifulgono
quando la chiara Selene, lavato il bel corpo
nell’oceano e indossate vesti sfavillanti,
aggioga i puledri lucenti dal collo robusto e rapidamente
sospinge in avanti i cavalli dalla bella criniera,
al tramonto, a mezzo del mese; poi il gran ciclo si compie,
e i raggi della luna che cresce scendono più luminosi
dal cielo: allora essa è per i mortali segno e presagio.
Con lei una volta il Cronide s’unì in amore nel letto,
ed essa concepì e diede alla luce una figlia, Pandia,
che ha singolare bellezza fra gli dèi immortali.
Salve, signora, dea dalle bianche braccia, chiara Selene,
ricciuta e benigna; cominciando da te, canterò
le gesta dei semidèi, di cui gli aedi, servi delle Muse,
raccontano le imprese con la loro amabile voce.