Ero una piccola creatura nel cuore
Prima di incontrarti,
Niente entrava e usciva facilmente da me;
Eppure quando hai pronunciato il mio nome
Sono stata liberata, come il mondo.
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti.
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri.
Stupidamente sono scappata da te;
Ho cercato in ogni angolo un riparo.
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito.
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto.
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto.
Restituendomi
Al tuo abbraccio.
Mary-Elizabeth Bowen
AD ARTÈMIDE
D’Ècate la sorella, Artèmide cantami, o Musa,
che con Apollo crebbe, la vergine vaga di frecce,
che, poi che nel Melèto coperto di giunchi i corsieri
tuffò, l’aureo cocchio dirige veloce su Smirne,
sulla vitifera Chio. Qui Febo dall’arco d’argento
siede, ed attende la Dea che avventa lontano le frecce.
E tu del canto mio t’allieta, e con te l’altre Dive
tutte: io per prima te vo’ cantare, da te cominciare:
e, cominciando da te, lodarti in un inno novello.