The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Il Calendario lunare

 

 

Il Calendario Solare e il Calendario Lunare

Parlando di mese sinodico, ci rifacciamo al fenomeno della lunazione. Il calendario che è in uso in quasi tutte le parti del mondo è chiaramente di tipo solare, dato che si basa sul calcolo del tempo che la Terra impiega per completare la sua rivoluzione intorno alla nostra stella e che ha una durata di circa 365 giorni, 6 ore, 55 minuti e 12 secondi. Questo stesso calcolo è stato ottenuto per primo dal matematico greco Ipparco di Nicea nel secondo secolo prima di Cristo e ancora adesso è il più preciso mai ottenuto.
Il calendario Gregoriano, attualmente diffuso, è una modifica dell'antico Calendario Giuliano, in uso dal 46 A.C e deriva ancora da quello istituito dal Re Numa Pompilio, che succedette a Romolo. Egli fu l'inventore del calendario solilunare detto appunto numano, che a sua volta deriva dall'antico Calendario Romano, di origini incerte. Secondo Ovidio questo contava dieci mesi e cominciava con il mese di Marzo. Non è ben chiaro in effetti come fosse costituito questo calendario e le notizie sono poche. Tito Livio attribuisce invece il merito del calendario seguente a al Re Numa Pompilio. Si trattava di un calendario di dodici mesi suddivisi tra i 29 e i 31 giorni, dato che i romani ritenevano i numero dispari "fas", mentre quelli pari "nefas", quindi cercavano di mantenere il numero degi giorni sia dell'anno che dei mesi con un numero "fausto". Il calendario Numano quindi aveva un durata complessiva di 355 giorni, con uno scarto di dieci giornate che venivano recuperate introducendo ogni due anni un mese noto come "Intercalare" e che contava ventidue o ventritré giorni.
Nel 46 A.C. Giulio Cesare, allora Imperatore Romano e pontefice massimo, si consultò con un noto astrologo greco dell'epoca: Sosigene di Alessandria. Serviva un calendario di tipo solare, affinché fosse associabile ai raccolti. Dato che l'anno tropico non è composto da un numero intero, il saggio calcolò così un ciclo di 365,25 giorni. Per facilitare i calcoli al popolo agreste eliminò dall'anno completo la frazione giornaliera, ossia lo 0,25 (rispettivamente le sei ore, cinquantacinque minuti e dodici secondi) e, dopo aver calcolato per giorni, decretò che il giorno di recupero sarebbe stato introdotto in ripetizione del sesto giorno delle calende di Marzo, dato che i romani usavano contare i giorni del mese in relazione ad alcune festività sottraendoli ma contando anche il giorno della festività stessa. In questo caso si sta quindi parlando di sei giorni precedenti alle Calende (1° Marzo), ma aggiungendone uno in mezzo: in questo caso il 29 Febbraio. Ogni giorno precedente alle festività aveva un nome: "septimo, sexto ecc.. die ante Calendas Martias". Dato che, calcolando sempre a ritroso dalla calenda di Marzo, il 24 Febbraio era il sesto giorno "sexto die", sarebbe divenuto automaticamente il "septimo die", ma coincidendo con il 23, che era già "septimo die" divenne "bis sexto die", ossia "due volte sesto". Da qui nacque il detto latino: "Bis sextus die ante calendas martias", ossia il "due volte sesto giorno prima delle calende di Marzo" che dà il nome "bis sextus", bisesto, bisestile, al nostro Febbraio "allungato".
Per stabilire quindi quale mese e quale anno sarebbe stato bisestile, Sosigene fece le cose in grande, calcolando il Calendario Giuliano in cicli di ventotto anni, calcolandoli con i giorni della settimana, ossia 10.227 giorni, divisi per 4 otteneva uno scarto di 1.461 giorni in cicli quadriennali e mantenendo un margine di errore di poco più che undici minuti dall'anno solare effettivo.
Ma i cambiamenti non erano finiti. Quando Augusto divenne imperatore, notò che per commemorare la morte di Giulio Cesare gli era stato dedicato un mese di trentun giorni (ossia Luglio, che deriva da Iulius) e, geloso di questa dimostrazione di superiorità e sentendosene inferiore, decise di privare Febbraio di un giorno per allungare Agosto (da Augustus) e portarlo ad una lunghezza paritaria al settimo mese dedicato all'imperatore assassinato.
Nel corso dei secoli però lo scarto cominciò a farsi invadente e non più trascurabile. Questa piccola briciola di undici minuti cominciò ad accumularsi, e ogni 128 anni veniva rosicchiato un giorno intero. Durante il Concilio di Nicea, nel 325, l'equinozio di primavera si era spostato dal 25 Marzo al 21. Questa cosa non impensierì in modo particolare i partecipanti e venne registrata come un dato di fatto. Dopo millecinquecento anni però la situazione era diventata così evidente da meritare di nuovo l'attenzione di qualcuno. Verso la fine del sedicesimo secolo i solstizi e gli equinozi, usati per calcolare l'inizio delle stagioni e di conseguenza la pasqua ebraica e quindi anche quella cristiana, erano sballati di quasi dieci giorni, tanto che Papa Gregorio XIII decise di introdurre una modifica al Calendario Giuliano istituendo il Calendario Gregoriano, tuttora in voga. Il calcolo precedente vedeva come bisestili gli anni che erano divisibili per 100, e infatti il primo anno bisestile fu l'anno stesso dell'istituzione del Calendario Giuliano, e già questo aveva causato innumerevoli problemi in quanto lo stesso anno furono aggiunti due mesi di 33 e 34 giorni per cercare di riordinare le cose con il passato. A conseguenza poi di vari altri errori di calcolo che si ripeterono nel corso dei decenni successivi (si inseriva ogni tre compreso il bisesto e non quindi ogni quattro), Augusto decretò che venissero soppressi gli anni bisestili fintanto che la situazione non tornò normale nel 8 d.c.
Ma torniamo Papa Gregorio. Egli, per sistemare il problema ormai opprimente dello scarto decretò che gli anni bisestili venissero calcolati sulla base di quelli che risultavano divisibili per 400, e per ripristinare un certo ordine nel 1582 vennero soppressi ben dieci giorni. Si passò dal 5 al 16 di Ottobre riportando l'errore di scarto con il movimento celeste a soli 26 secondi.
Il Calendario solare differisce per ovvietà con il Calendario Lunare. Come abbiamo visto per mese lunare e anno lunare si intende il lasso di tempo che impiega il sole a passare (apparentemente) per lo stesso punto dell'eclittica lunare. Si tratta di dodici mesi detti sinodici della durata di 29 giorni 12 ore, 44 minuti e 3 secondi per un totale di 354 giorni, 9 ore e 48 minuti. Uno scarto di 11 giorni (o 12 negli anni bisesti) che determinato la crescita dell'anzianità della luna sin dall'inizio dell'anno, nota come "epatta".
Converrete che combinare il movimento di due astri diversi, partendo da un medesimo punto di vista, è impossibile. Ogni mese sinodico è noto anche come "lunazione" e comincia con una luna nuova per terminare con una luna nuova, naturalmente finendo a cavallo con gli anni solari dai qualli è staccata. Un anno solare conta quindi 12 lunazioni complete più un frammento, ossia quegli undici giorni di scarto. Quando quindi si parla di "tredici lune" in un anno, si parla di "lune piene", che non sempre tra l'altro si verificano, quando invece di mesi sinodici completi in un anno solare se ne contano 2,3 circa.