The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Il Concetto di Anziano - Creativo e Riflessivo

Il Concetto di Anziano - Creativo o Riflessivo
 

Il concetto dell'anzianità ha un ruolo determinante nella storia dell'umanità. Quando pensiamo alla vecchiaia ci giungono due aspetti: la consapevolezza del vissuto e la consapevolezza della morte. Un giovane vive la sua vita costantemente proiettato nel futuro, un padre vive nel mezzo e un anziano, o un nonno, vive invece da osservatore. Il momento di agire è terminato: e con la sua fine si approssima il momento di accettare e consigliare chi arriverà. In un uomo anziano, passata la fase turbolenta della gioventù e quella impegnata della paternità, si può finalmente esplorare la pace e la tranquillità del potersi fermare e vedere le cose come funzionano ed essere così una guida ferma e non più attiva.

Z. Budapest, nella canzone che ogni buon neopagano conosce, ossia We All Come from the Goddess, recita: "La saggezza è un dono dell'età". Ed è esattamente così che l'anziano viene visto. Da lui ci si aspetta che conosca le leggi del mondo, che abbia visto ciò che serve e che il suo potere di saper guardare e vedere riesca a proiettarsi oltre, anche nello sconosciuto. Per questo spesso viene consultato come oracolo, come fonte di saggezza e conoscenza: lui ha vissuto, ha visto. Lui c'era per raccontarlo. L'anziano porta con sé la memoria di ciò che noi "eravamo" e con esso tutto il bagaglio esperienziale degli errori, delle difficoltà e delle tradizioni che col tempo vanno perdute.

Molte strutture religiose e sociali si basano su questo concetto di "anzianità" e molto spesso l'anziano del villaggio è il membro più saggio, più avanti negli anni e se non guida personalmente la popolazione riveste spesso il ruolo di consigliere del sovrano più giovane. Prendiamo tutti i maghi di corte, gli indovini, gli astrologi, i consiglieri. I re andavano e venivano, ma loro erano capaci di passare attraverso diversi regni senza che il loro ruolo fosse messo in discussione, e questo perché erano rispettati per ciò che conoscevano. Spesso questa conoscenza non si basava solo su parole e filosofia e storia, ma sfociava anche in un approccio di tipo magico, con il quale riuscivano a mantenere alto il potere a loro riservato e la considerazione del popolo che li seguiva. Non c'era quindi una vera "elezione". L'anziano era riconosciuto come tale all'unanimità.

Spesso non era solo uno, bensì più di uno, e formavano un circolo, un parlamento; per farne parte bisognava quindi scalare la struttura sociale attraverso l'anzianità. Soprattutto nelle strutture religiose, come i Testimoni di Geova o anche gli Hamish, questa figura emerge, ma la si ritrova anche nel Senato. Il termine stesso, "Senato", deriva da senex, che significa "anziano". Questo organo di governo infatti era costituito dai cittadini più anziani, a cui spettavano le decisioni più importanti. Ancora adesso troviamo la medesima etimologia nella parola "Senile", aggettivo che usiamo per riferirci all'anzianità, la vecchiaia. Il concetto che c'è ora è diverso da quello di un tempo. Una volta essere senili significava essere saggi e rispettati. Adesso essere senili significa essere un peso sulle spalle dei più giovani.

Il ruolo che ha l'anziano è quello di essere lungimirante. Nei tarocchi non a caso lo si incontra con l'Eremita, che nella maggior parte dei casi è rappresentato da un vecchio barbuto e canuto con un bastone e una lanterna mentre scruta verso il basso, dalla cima di un monte, quindi verso la strada che ha percorso. L'Anziano non basa la sua conoscenza sulle supposizioni, come farebbe un giovane, lui si basa su ciò che conosce, su ciò che ha visto, su ciò che sa, sulle strade che ha percorso. Porta con sé il bagaglio della conoscenza, il suo enorme peso, e la responsabilità di ciò che comporta non solo il sapere, ma il dover riflettere su ciò che dovrà un giorno insegnare e saper scegliere anche chi è degno di questo apprendimento. Egli è il consigliere, quello che viene consultato nel momento di bisogno e pertanto rispecchia, a volte, anche il ruolo di divinatore e di patrono delle arti magiche. Nella ricerca del suo potere e della sua conoscenza, non ha lasciato imbattuto nessun sentiero, nemmeno quelli più oscuri. Che sia, quindi, stato sedotto da una conoscenza più oscura o che sia rimasto legato ad una visione più luminosa, non ha alcuna importanza ai fini della sua capacita di essere detentore di enorme saggezza. Se non è visto come guida o come consigliere, nel caso di Merlino o di Mosé, se vogliamo prendere due esempi distinti tra loro, spesso è visto anche come eremita che decide di isolarsi in un luogo lontano e quasi impossibile da raggiungere. Questo volontario esilio è dovuto in genere all'enormità della responsabilità che deve portare con sé, basata sulla conoscenza che ha accumulato vivendo, studiano e vedendo. Una conoscenza e una saggezza che non può essere portata al cospetto di chiunque solo perché richiesta, ma che deve essere eclissata e resa difficile da trovare proprio perché l'affrontare un'ordalia per trovarla è una prova del valore della persona che decide di andare alla sua ricerca. Pertanto spesso l'Anziano diventa il custode di qualcosa, un oggetto, un simbolo, una porta, una chiave e chi si cimenta nella ricerca di quell'oggetto deve prima affrontare la ricerca stessa dell'Anziano, colui che conosce, colui che ha visto e, quindi, colui che può rispondere alla domanda che gli si vuole porre e la cui risposta, spesso è celata in un enigma, a rispondere ai due aspetti dell'essere umano: il corpo e la mente; metti alla prova il tuo fisico e la tua perseveranza e poi metti alla prova la tua sagacia e la tua intelligenza.

Questo aspetto di "fuori portata" rispecchia entrambi gli aspetti delle divinità che incarnano questi due archetipi: Cronos, il saggio fuori dal tempo e Ade, lo stregone che vive nel regno al di lа della morte. Entrambi non sono raggiungibili se non attraverso una comprensione più profonda, quindi attraverso la saggezza, e detengono un potere inconoscibile da altri al di fuori di loro stessi, ma solo accettabile da chi deve sottostarne. Inoltre sono due aspetti strettamente legati tra loro, in quanto fratelli nella loro inevitabilità. Si dice infatti che Ade abbia raccolto il reale aspetto di Cronos e ne incarni più facilmente di altri l'eredita di figlio quale, mitologicamente e genealogicamente, è.

L'Anziano è accompagnato da un bastone, in genere. Questo oggetto, oltre a servire a lui per sostenersi e per camminare, e quindi a rappresentare la sua anzianità fisica, ha anche un ruolo simbolico e magico, in quanto il bastone è un simbolo fallico e di potere esecutivo e rappresenta sia la punizione che la benedizione. Mosé brandiva un bastone che gli serviva da tramite per i "prodigi" che il suo Dio gli consentiva di mostrare al Faraone tramite le dieci piaghe con cui afflisse l'Egitto per garantire l'esodo. Anche Merlino lo aveva, e qualsiasi mago o stregone che si rispetti, in qualsiasi tipo di saga fantasy, è sempre rappresentato come anziano, saggio e in possesso di un bastone, spesso magico, che utilizza per scatenare i suoi poteri, che siano distruttivi o curativi. Il bastone rappresenta quindi la guida ed infatti anche il Sommo Pontefice ne ha uno, il pastorale, dal momento che è il rappresentante divino dei cristiani sulla Terra e Gesù era noto come "pastore", ossia colui che guidava il gregge dei suoi seguaci nella valle delle tenebre.

Il concetto di Anziano è pertanto quello di guida, fisica o metafisica e di guardiano: della conoscenza e del potere che porta con sé, affinché si possa accedere a questo solo dopo aver raggiunto la giusta elevazione. Non per niente è anche visto come giudice, in quanto ci si aspetta che la saggezza comporti anche un senso di giustizia e probità. L'incapacità di applicare questa saggezza e il giudizio alla propria vita è però in agguato e spesso questa saggezza si può trasformare in arroganza: quando quindi la troppa sicurezza sulle proprie conoscenze ci rende complici del nostro stesso declino. In quel caso la punizione è determinante, come appunto è avvenuto a Cronos e prima di lui ad Urano, quando non hanno compreso che era giunto il tempo di mettersi da parte e lasciare che il cambiamento facesse il suo corso. È un esempio, questo, che abbiamo visto spesso e che tende infine a portare ad una chiusura nei confronti del nuovo, perdendo l'esperienza che il cambiamento porta con sé e la possibilità quindi di acquisire saggezza anche da quello.

Nelle religioni il ruolo di anziano, spesso, spetta o alle divinità della saggezza, che hanno epiteti e forme legate al ruolo che rivestono, quindi sono rappresentate come anziane, sia punitive e tiranniche sia invece gioviali e portate al riso e quindi protettrici dei bambini: non per niente si dice che nella terza età si ritrova il lato infantile che abbiamo perduto nella fase intermedia della nostra vita: ed è quello che vedo con il ruolo di compagno di giochi che hanno i nonni nella vita dei nipoti. Una parte questa che ripercorre anche il cercare di vivere, anche se in modo diverso, ciò che non ci è stato possibile vivere prima, come dice mia madre "godendosi i nipoti quando non si è potuto godere i figli piccoli per impegni lavorativi".

Possiamo quindi distinguere in questo senso i due aspetti dell'anziano: ed è il modo in cui la saggezza e il potere ha agito nella sua metamorfosi attraverso lo scorrere degli anni.

Nel caso del Saggio la trasformazione del concetto di Anziano ha portato, a volte, a delle figure importanti del folklore, come Babbo Natale, evoluzione dello stesso Saturno romano, che aveva la medesima peculiarità di portare doni ai bambini con l'inizio dell'anno, coincidente con il solstizio invernale e con i saturnalia e che si riprende il concetto di "protettore dei bambini"; è quindi un aspetto gioviale e giocoso, positivo. Egli riveste quindi più il ruolo del "consigliere".

Nel caso dello Stregone invece la trasformazione lo ha portato verso l'eremita, il concetto di persona isolata e austera, dedita alla ricerca e deciso a sacrificare qualsiasi rapporto sociale pur di raggiungere il proprio obbiettivo. Egli è piegato dalla responsabilità e dal peso del suo bagaglio, che lo ha portato all'isolamento e, di conseguenza, a rivestire il ruolo del "custode".