Ero una piccola creatura nel cuore
Prima di incontrarti,
Niente entrava e usciva facilmente da me;
Eppure quando hai pronunciato il mio nome
Sono stata liberata, come il mondo.
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti.
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri.
Stupidamente sono scappata da te;
Ho cercato in ogni angolo un riparo.
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito.
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto.
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto.
Restituendomi
Al tuo abbraccio.
Mary-Elizabeth Bowen
A cura di Joel
Fuoco E Ghiaccio
“La semplicità è l'estrema perfezione.”
W. Gaddis
Di fronte a certi simboli il tempo perde significato, lo spazio viene meno, la mente vaga.
Esistono tanti tipi di simboli quanti sono i modi di comunicare, un simbolo infatti altro non è che un messaggio distillato, un concetto racchiuso in una parola, in un intreccio di linee, in un gesto.
Può essere tanto elaborato quanto un blasone nobiliare, o tanto semplice quanto sollevare un sopracciglio.
I simboli sono più antichi della nostra specie e non c'è periodo della storia umana in cui non ci abbiano accompagnati, li creiamo e siamo modellati da essi in egual misura.
Il loro mondo è affascinante e complesso, e avventurarvisi senza un chiaro intento è controproducente nel migliore dei casi e potrebbe persino risultare pericoloso.
Ogni simbolo infatti racchiude in sé una certa quantità di potere, e alcuni possono parlare direttamente alla nostra mente inconscia, manipolare le nostre energie e, come accennato prima, trasportarci al di là del tempo e dello spazio, mettendoci in connessione con chi ha tracciato quel simbolo.
è di questo tipo di simboli che vorrei trattare in questo spazio; concentrandomi in particolare, come avrete facilmente intuito, sulle Rune.
“Ancoraché, lo ingiegnio umano faccia invenzioni varie, rispondendo co vari strumenti a un medesimo fine, mai esso troverà invenzione più bella, né più facile, né più brieve della natura, perché nelle sue invenzioni nulla manca e nullo è superfluo.”
Leonardo Da Vinci
Le Rune sono tra i simboli più enigmatici conosciuti.
Rivelate ad Odino grazie al sacrificio di se stesso esse rappresentano sia un alfabeto che un sistema di ideogrammi e sono state usate in questa loro duplice natura nel corso della storia; caratteristica che condividono, insieme all'origine divina, con antichi alfabeti quali l'ebraico ed il fenicio.
Le origine storiche di questi simboli si perdono nel mito, e ad oggi non esiste una teoria comprovata sulla loro provenienza. I più antichi testi runici sono databili all'incirca al II secolo BCE ma esistono iscrizioni, dette proto-runiche, anche più antiche e non c'è dubbio che incisioni simili a Rune siano riscontrabili in moltissime culture preistoriche sparse per tutto il globo.
Questo fatto da solo ne attesta la natura universale ed archetipica e anche il mito che ci presenta la loro rivelazione sembra confermare questa visione:
Io so, fui appeso
al tronco sferzato dal vento
per nove intere notti,
ferito da lancia
e sacrificato a Óðinn,
me stesso a me stesso,
al tronco di quell'albero
che nessuno sa
dove s'innalzi dalle radici.
Non mi saziarono con pane
né con corni mi dissetarono.
Guardai in basso,
afferrai le Rune,
soffrendo le afferrai,
e di lì caddi.
In queste due strofe, tratte dall'Edda Poetica e risalenti all'incirca al X secolo, è interessante notare come lo stesso Odino, Dio sapiente e pressoché onnisciente non sia il creatore delle Rune ma si limiti ad afferrarle (significativo qui il doppio senso di comprendere ed appropriarsi, presente anche nell'originale norreno).
Le Rune dunque esistevano prima del Dio, e solo il suo sacrificio può permettergli di possederle ed usarle. Acquista così ulteriore valore la teoria secondo la quale questi simboli siano manifestazioni sul piano fisico di archetipi estremamente antichi.
In esse infatti è racchiusa la cosmologia norrena, e funzionano da “catalogo” delle energie e degli stati di coscienza sperimentati e vissuti da chi le ha utilizzate e fatte proprie.
Il perfetto strumento divinatorio e magico quindi, di origine divina e contenente tutti i simboli necessari a descrivere l'universo ma allo stesso tempo costruito su tre segni basilari che danno vita a 24 combinazioni.
Uno dei maggiori punti di forza di questo sistema è proprio il suo carattere archetipico e fondamentale. Abituati a complessi sistemi di divinazione, o a rituali carichi di simbologie e di segnali, l'essenzialità di questo strumento, mista alle sue origini insondabili ci affascina, richiamando alla nostra mente un senso di elementarità e di “ritorno alle origini” che già di per sé ci aiuta ad entrare in quello stato di consapevolezza indispensabile per chi si appresta a portare cambiamenti necessari in accordo con la propria volontà.
Questo genere di cosmogonia, che ci parla attraverso simboli così semplici e allo stesso tempo così completi, si rivela una lettura estremamente interessante, capace di fornirci degli spunti inestimabili nella nostra progressione personale, un “metodo di ordinare la consapevolezza in schemi significativi” come la definisce Jan Fries che però ha bisogno di essere vissuto per poter dare risultati soddisfacenti.
“We dance round in a ring and suppose, but the secret sits in the middle and knows.”
Robert Frost
Come accennato in precedenza le Rune sono un sistema di scrittura, inizialmente segreto e ristretto a membri specifici della comunità, che per secoli è stato utilizzato per comunicare, entrare in contatto con il divino, caricare e consacrare oggetti ed in generale con scopi sacrali e magici.
Si tratta in effetti non di un solo sistema, nato in un determinato periodo e sviluppato in un unico luogo, ma dell'unione di più sistemi provenienti da diverse culture pagane e frutto di un'evoluzione costante che si è svolta in più di 30.000 anni di storia umana.
Quella che segue è una rapida visione di questo intrigante strumento, sufficiente credo a dare un contesto all'argomento senza entrare nel merito della teoria, ma lasciando il posto a consigli ed esercizi pratici per viverlo.
La parola Runa è presente in diverse forme e con diversi ma affini significati in molte lingue antiche, perlopiù del ceppo germanico e anglosassone, col significato di “mistero”, “sussurro”, “segreto” e “incanto”.
Il significato del nome si deve probabilmente proprio alle origini elitarie di quest'arte, che agli occhi della gente comune si presentava come magica, uno strumento che contiene conoscenza e che non può essere decifrato da chi non è a parte del suo segreto.
Al momento in cui scrivo, la teoria più accreditata sullo sviluppo delle Rune vuole che esse siano derivate principalmente dall'antico italico e che proprio dalla nostra penisola abbiano cominciato il loro lento sviluppo in quello che conosciamo come alfabeto Futhark, così chiamato dal suono delle prime sei lettere che lo compongono.
Nonostante l'origine etrusca però, i ritrovamenti più antichi e numerosi - risalenti circa al 150 BCE - sono da ricercarsi soprattutto in Danimarca e Germania, luoghi dove le Rune hanno avuto un maggiore impatto e sono rimaste in uso in diverse forme e con differenti funzioni fino all'avvento della cristianità.
I 24 simboli che compongono il Futhark Antico si suddividono in tre gruppi di otto Rune, detti Aettir, ognuno dei quali è connesso ad una particolare divinità e ad energie specifiche: