Ero una piccola creatura nel cuore
Prima di incontrarti,
Niente entrava e usciva facilmente da me;
Eppure quando hai pronunciato il mio nome
Sono stata liberata, come il mondo.
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti.
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri.
Stupidamente sono scappata da te;
Ho cercato in ogni angolo un riparo.
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito.
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto.
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto.
Restituendomi
Al tuo abbraccio.
Mary-Elizabeth Bowen
L'Equilibrio degli Elementi
Negli articoli precedenti abbiamo visto come gli Elementi siano importanti per la nostra vita. Come anzi, possano essere definiti parte integrante della nostra esistenza. Parte del lavoro magico che si fa con gli elementi, come dicevo, è quello di lasciare che ci equilibrino.
Partiamo dal punto principale: l'equilibrio. Pensiamo di sapere tutto su questa parola solamente immaginandoci in piedi, o ricordando la spiacevole sensazione del nostro cervello che ci urla, grazie a quell'organo misterioso che è il labirinto, che stiamo per cadere per terra. In realtà, la sfumatura in questo caso è più ampia.
Immaginiamo per un momento qualcosa che possa definirsi: "ordine" e qualcosa che sia il suo opposto: "caos". In passato, parlando di scienza classica, si riteneva che il caos fosse, come tutti crediamo, assenza di ordine. Adesso per caos si intende in realtà una dimensione soggetta a leggi che non possono essere comprese e definite in modo chiaro. In sostanza, la natura della materia e di tutto ciò che ci circonda è soggetta a leggi ben precise. Nessuno discute questo. Quello che ha generato la teoria del caos, più che il bisogno di mettere ordine nel disordine, è invece la necessità di accettare che ci sono schemi naturali che ci sfuggono per la nostra limitata capacità di comprensione, non perché questi non esistano. Definito quindi ciò che è ordine, ossia semplicità, e caos, ossia complessità, ci è più facile capire che cosa sia equilibrio e cosa sia squilibrio.
L'equilibrio è una situazione delicatissima, ma si può trovare nella maggioranza delle persone, in dosi diverse. Una persona completamente squilibrata, che può avere avuto traumi e ferite profonde dentro di sé, diventa un pericolo per le altre persone al mondo.
Per una strega l'equilibrio è un misto di: sicurezza, stabilità mentale, serenità e fiducia. Un connubio di questi stati che permette a chi decide di seguire un percorso spirituale di affrontare le difficoltà con la pace nel cuore. In questi anni tormentati non è facile mantenere questo equilibrio, ma è spesso preferibile evitare di affrontare un cerchio o eseguire un incantesimo se non si è vicini ad uno stato simile. La magia viaggia su energie particolari, che germinano dentro di noi, ma scatenarle quando non siamo in grado di controllarle è pericoloso.
Abbiamo visto che gli elementi, nel nostro corpo, sono presenti in parti uguali. La loro presenza in parti diseguali, comporta un'alterazione dell'ordine dentro noi, e quindi ad un naturale cambiamento del nostro stato (mentale, fisico, emozionale, psicologico, spirituale). Non sono i soli ad influire sul nostro equilibrio, ma hanno grandissimo peso, essendo essi stessi associati a sfere emozionali precise e distinte. Essendo parte stessa della natura, non è difficile lavorare con gli elementi, ed usarli per riportare equilibrio dentro di noi.
Il modo più semplice è suddividere gli elementi in due stati precisi delle nostre emozioni. Come abbiamo visto nell'articolo sulla storia, nell'alchimia orientale si crede che la fusione di un elemento ad uno stato yin o yang comporti la creazione di nuovi stati della materia. Allo stesso modo, l'influenza che gli elementi hanno su di noi ha due polarità distine: passiva e attiva. La polarità attiva racchiude il tipo di stati emotivi positivi e costruttivi e quella passiva invece racchiude la sfera emotiva negativa e distruttiva di noi. In qualsiasi modo consideriamo queste sfere emotive, queste ci appartengono e l'equilibrio stesso del nostro essere comporta che siano presenti entrambe. Ogni elemento quindi racchiude questa gamma di emozioni e sentimenti e qualità in base alla polarità degli stessi.
Facciamo un esempio semplice. Prendiamo l'Aria.
Sulla polarità attiva, l'aria racchiude questa sfera di qualità umane: ispirazione, ottimismo, gioia, diligenza, gentilezza, allegria, accortezza, giocosità. Quando si rivolta il polo e passiamo al passivo, l'aria ha queste qualità: inettitudine, maldicenza, viltà, indecisione, disprezzo, debolezza, crudeltà e volubilità.
Persone votate all'aria, o comunque dominate da questo elemento riconosceranno dentro di sé se non tutte, quanto meno alcune delle qualità della polarità attiva dell'elemento, ma avranno difficoltà a ritrovarsi con il "lato oscuro", se vogliamo chiamarlo così. Ciò non toglie che esista e che non possiamo negarne l'esistenza. Anzi, cominciare a conoscerlo ci permette di dominarlo, di bilanciarlo, non permettendogli di prendere il sopravvento su di noi.
È difficile che esistano persone che abbiano tutte le qualità, positive e negative, di un singolo elemento. Siamo creature estremamente complesse, e la vasta gamma di emozioni umane ci permette di conoscere, nel corso della nostra vita, almeno una briciola di ciò che significa ognuna di queste sensazioni, sia subendole che infliggendole.
È proprio qui che entra in gioco l'equilibrio degli elementi. Se una persona fosse dominata esclusivamente nel lato passivo e positivo dall'elemento aria, si avrebbe a che fare con un sognatore che non si preoccupa di chi gli sta intorno, troppo immerso nella celebrazione di se stesso anche per accorgersi di chi lo ama, capace di partorire capolavori ma di sfruttare chi gli sta intorno senza riconoscere le loro qualità.
Gli elementi hanno una grande influenza su di noi, nel loro modo di agire, mutare e perché no, edulcorare anche noi stessi.
Vediamo in breve le qualità degli elementi sul lato passivo e positivo. Nel 175 DC fu Galeno, un medico greco antico, a codificare le idee greche basate sui quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco collegandoli ai quattro umori e tipi di personalità, ma questa era una pratica già vista dall'asclepianesimo, che era divenuto un importante ordine di guaritori che poteva contare, tra le sue fila, anche Ippocrate e che sostenevano l'utilità dell'auto-guarigione.
Questo tipo di medicina, definita ippocratica, si basava sulla fisica empedoclea rielaborata da Aristostele. Come abbiamo già visto il mondo, diviso in quattro elementi, deriva da quattro qualità differenti della materia: il freddo, l'umido, il caldo e il secco. A coppie, queste unità, fuse assieme danno i quattro elementi.
Secondo questa visione, Galeno associò le diverse emozioni umane a stati passivi e attivi degli elementi e il suo lavoro ci è tuttora preziosissimo.
Le tabelle di seguito sono state prese dal libro "Incantesimi di Luce" di Roberto La Paglia. Ed. Xenia.
ARIA | |
ATTIVO: ACCORTEZZA ALLEGRIA DILIGENZA GENTILEZZA GIOCOSITA' GIOIA ISPIRAZIONE OTTIMISMO |
PASSIVO: CRUDELTA' DEBOLEZZA DISPREZZO INDECISIONE INETTITUDINE MALDICENZA VILTA' VOLUBILITA' |
ACQUA | |
ATTIVO: AMORE COMPASSIONE DEVOZIONE MODESTIA NUTRIMENTO PERDONO SERENITA' TENEREZZA |
PASSIVO: AMAREZZA COLPA DEPRESSIONE EGOISMO INDIFFERENZA RABBIA STAGNAZIONE TIMIDEZZA |
TERRA | |
ATTIVO: FIDUCIA PAZIENZA PUNTUALITA' RESPONSABILITA' RISPETTO SINCERITA' TENACIA TOLLERANZA |
PASSIVO: APATIA DIFFIDENZA FALSITA' INAFFIDABILITA' INERZIA LENTEZZA NOIA PESSIMISMO |
FUOCO | |
ATTIVO: AZIONE CORAGGIO CURIOSITA' DETERMINAZIONE ENTUSIASMO INTERESSE MOVIMENTO PRODUTTIVITA' |
PASSIVO: AVIDITA' DEVASTAZIONE DISTRUZIONE ECCESSIVA INDULGENZA GELOSIA INTOLLERANZA IRRITABILITA' ODIO |
Al contrario di come spesso sento dire non sempre è il segno astrologico sotto il quale siamo nati ad influenzare il nostro elemento preponderante. Ad affiancarsi al segno zodiacale c'è anche l'ascendente, nonché la posizione dei pianeti nell'ora esatta della nostra nascita, ma a volte è semplicemente parte della nostra individualità. A volte un elemento domina una persona in un modo estremamente radicato, al punto da esserne quasi schiavo e non poter fare altro che accettare ciò che è e cercare di farlo accettare alle altre persone. Questa mescolanza di emozioni ed elementi ad essi associati non sempre segue quello schema di ordine che crediamo di poter dominare, ma al contrario, segue schemi che la gente meno accorta ritiene siano casuali e che invece i più accorti noteranno sono riconducibili alla legge del caos, che, vorrei ricalcare, non si tratta di disordine o squilibrio, bensì di un ordine di natura più complessa e meno identificabile.
Non tutti sono in grado di dominare il proprio elemento principale e compararlo, riequilibrarlo, con altri elementi meno presenti. Chi ci riesce potrà trovare una nuova dimensione di stabilità emotiva che potrebbe non aver conosciuto prima e sentirsi più ricco.
Una ricerca di sé che sia completa, porta prima o poi allo scontro con il nostro "lato oscuro", ossia, secondo i canoni della moralità e della civiltà umana attuale e a noi nota, quella parte di qualità, associate agli elementi, che incarnano l'ideale di una persona peggiore. Non è detto che questo scontro debba per forza avere un vincitore e non è necessario visualizzarlo come una lotta vera e propria. È più un'accettazione della sua esistenza, un'ammissione dei propri "difetti"; sapere che ci sono, accettarli senza permettergli di prendere il sopravvento su di noi, ma usandoli per equilibrare invece le qualità attive dell'altro lato di noi, che se fossero presenti in eccesso diventerebbero ingestibili. È qui che entra in gioco ancora l'equilibrio; questo stato mentale che ci permette di non sbilanciarci troppo da una parte o dall'altra di noi, di rimanere su quella mezzeria di luce e oscurità e camminare su quella riga senza precipitare né da una parte né dell'altra.
Quando una strega affronta un rituale, o un incantesimo, deve imparare a dominare entrambi questi lati, perché le emozioni che proviamo quando siamo nel cerchio sono energia allo stato puro, e se scagliate e direzionate, possono travolgere l'obbiettivo del nostro incanto, spesso ottenendo un risultato diverso da quello che speriamo, talvolta devastante, talvolta totalmente sregolato o privo di direzione. E vi ricordo che con quanta forza tesserete un incantesimo, con forza triplicata questo tornerà a voi. È preferibile a questo punto, quando siete infiammati per qualche motivo e decisi ad agire, che vi fermiate ed aspettiate. Riflettete e placatevi. Meditate. Attendete che l'equilibrio si ripristini. Dopodiché sarà possibile rivedere la vostra posizione con calma e con più serenità. Le emozioni troppo forti tendono a sbilanciare le energie, che in questo modo non vengono correttamente direzionate e quello che nessuno vorrebbe, credo, è vedere il proprio incantesimo agire in maniera sbagliata, o colpire qualcuno che non doveva essere coinvolto, o rivoltarsi su noi stessi senza scorrere lungo la via che doveva, o peggio funzionare dieci volte di più di quello che ci aspettavamo e scivolarci via dalle dita, senza poter esercitare su di esso alcun tipo di controllo.
La dimensione delle nostre emozioni, delle energie, la misura stessa di ciò che possiamo fare e controllare è tutto figlio dell'esperienza; un'esperienza che non deve essere agguantata o accelerata, ma che giunge con il tempo e la pazienza. E con tempo e pazienza non intendo tentativi. Non si parla di giocare a scacchi o di imparare a guidare. È più che altro simile alla neurochirurgia: una disciplina che non si impara provando e riprovando. Non quanto meno se teniamo minimamente in considerazione la vita delle persone.
L'equilibrio degli elementi nella manifestazione naturale degli stessi si fonde anche con gli stati della materia. Vediamo cosa sostiene la fisica aristotelica a riguardo, essendo questo filosofo ad aver introdotto questa teoria.
Il seguente testo è stato tratto da: Giuseppe Bezza: "Commento al primo libro della Tetrabiblos di C. Tolomeo", Casa Editrice: Nuovi Orizzonti
"Nel De Caelo Aristotele insegna che delle due specie primarie del movimento, il circolare è proprio del cielo, mentre il movimento in linea retta è proprio dei corpi semplici sublunari. Di questi, quelli leggeri si muovono verso l'alto, quelli pesanti verso il basso. Il corpo assolutamente leggero è il fuoco, l'assolutamente pesante è la terra. Ed il cosmo non può esistere senza fuoco e terra: un corpo fisico ha da essere visibile e tangibile, la prima condizione è assolta dal fuoco, la seconda dalla terra; elementi intermedi tra fuoco e terra sono l'aria e l'acqua. Nella fisica aristotelica i corpi possono subire quattro specie di modificazioni: l'aumento e la diminuzione di volume, l'alterazione di qualità senza mutamento di natura, il mutamento di natura che comporta la distruzione della sostanza preesistente e la produzione della sostanza nuova ed il miscuglio di due corpi reagenti che produce un corpo che possiede proprietà intermedie. Ora, tutti i corpi agiscono gli uni sugli altri mediante contatto e si modificano in virtù delle loro qualità tangibili e delle contrarietà loro inerenti.
Poi, Aristotele enumera per coppie le qualità contrarie: caldo-freddo; secco-umido, pesante-leggero, duro-molle, vischioso-friabile, rugoso-liscio, spesso-sottile, quindi elimina la pesantezza e la leggerezza in quanto non sono né attive, né passive e non possono trasformarsi reciprocamente. Le rimanenti, eccettuata la coppia caldo-freddo che è irriducibile, si risolvono e si riducono tutte nell'umido e nel secco; nell'umido: il sottile, il vischioso, il molle, il liscio; nel secco: il grosso, il friabile, il duro, il rugoso. Si dice quindi umido (o fluido) ciò che non è limitato esteriormente da limiti propri e che è facile a limitarsi; secco (o solido) ciò che è nettamente limitato da limiti propri e che è difficile a limitarsi. Essi costituiscono la coppia passiva che ha estensione e densità e che consta di molta materia. Quanto al caldo, riunisce le cose che hanno la medesima natura, mentre il freddo riunisce indifferentemente le cose e di uguale natura e contraria. Essi costituiscono la coppia attiva, che ha intensità e rarità e che consta di poca materia. Dal contatto reciproco di codeste contrarietà nascono quattro combinazioni; invero, quattro essendo i termini, si danno sei combinazioni, due delle quali non possono essere ammesse, in quanto le qualità contrarie (caldo-freddo, secco-umido) non possono sussistere insieme. Si danno così quattro qualità prime, ciascuna delle quali conviene ad uno dei quattro elementi:
caldo-secco - fuoco
caldo-umido - aria
freddo-secco - terra
freddo-umido - acqua
Tutti i corpi terreni risultano composti dei quattro elementi mescolati l'un l'altro secondo differenti quantità e proporzioni. Pertanto tutti i corpi terreni sono detti misti, ed il rapporto di mistura nei corpi è il loro temperamento, o crasis. Se domina l'elemento igneo il temperamento è detto caldo-secco, se domina l'elemento aereo, caldo-umido e così via. Ogni temperamento può inoltre avere un'impronta forte o debole, in quanto vi è un numero infinito di gradazioni che esprime le infinite differenze fra i corpi misti terreni"
Come vediamo, anche Aristotele era convinto che gli elementi, nella loro presenza dentro di noi, hanno un ruolo fondamentale nel nostro equilibrio e nell'equilibrio della terra stessa. Anche Cornelio Agrippa, nel suo "De Occulta Philosophia" riconosce gli elementi in una struttura di corrispondenze del tutto simile a quella di cui sopra. Secondo la medicina ippocratica quindi, anche il corpo umano, essendo fatto di materia, è composto di questi quattro elementi. Ognuno di essi ha aspetti propri includibili e riconoscibili come fisiologici, anatomici e psicologici e questi aspetti rispondono e vibrano al richiamo degli opposti. Anche lo scorrere del tempo è associabile a questi quattro aspetti. Secondo Aristotele le ore del mattino sono calde/secche, quelle del meriggio sono fredde/secche, quelle della sera fredde/umide e quelle della notte calde/umide. Il fuoco esprime se stesso nella proiezione verso il cielo, mentre l'acqua, la caduta verso il centro del mondo, allo stesso modo l'aria espande se stessa e la terra contrae.
Ripristinare l'equilibrio
Abbiamo già visto in precedenza come gli elementi possano essere costruttivi o distruttivi. Anche in natura è così e l'essere umano nel corso della sua esistenza su questa terra, si sta scontrando ancora con la poca dimistichezza dimostrata finora con questo argomento. A tal proposito mi viene in mente il breve dialogo tra Klaatu e la segretaria di Stato degli USA nel film "Ultimatum alla Terra". Due battute che dicono tutto:
Segretaria: "Che cosa ci fa sul nostro pianeta?"
Klaatu: "Questo è il vostro pianeta?"
Segretaria: "Si"
Klaatu: "Il pianeta non è vostro".
L'arroganza che l'essere umano ha dimostrato nel corso di tutti questi anni ha alterato l'equilibrio naturale degli elementi e, in maniera ovvia, anche la possibilità di sopravvivere su questo pianeta. Ad uno sguardo attento quasi niente di ciò che capita e che viene ritenuto un evento naturale non preannuncia una grande ferita e una possibile "via drastica" per risanare ciò che è stato distrutto. Le situazione di squilibrio, in genere, giungono ad un punto tale per cui poi intervengono leggi superiori a ripristinare l'ordine. Magari non nel modo noto finora, ma in qualche altro modo. Facciamo l'esempio tratto dalla teoria delle api di Einstein. Una semplice equazione per spiegare come questi insetti siano fondamentali per l'intera sopravvivenza di ogni creatura vivente su questa terra.
Partiamo però dal principio e descriviamo questo ciclo vitale come realmente è, così che sia chiaro. Come dovremmo ben sapere tutti (mio figlio ha studiato questo processo quest'anno, in quarta elementare), l'ossigeno che permette a tutti gli esseri viventi di vivere su questo pianeta è fornito dalla fotosintesi clorofilliana, un processo di trasformazione molecolare dall'energia luminosa del sole all'energia chimica che avviene solo tra le piante e tra alcuni organismi unicellulari. Affinché questo processo chimico avvenga, è ovviamente necessario che una pianta sia viva, che possa assorbire la giusta quantità di acqua e sali minerali e che i corpuscoli cellulari chiamati "cloroplasti" possano essere sollecitati dalla luce del sole. Questo processo endotermico si svolge grazie all'assunzione di anidride carbonica per la produzione di glucosio, e, guarda caso, il materiale di scarto che viene rilasciato nell'atmosfera è proprio il gas che permette a tutti gli esseri viventi di natura complessa di sopravvivere qui su questa terra. La natura non sbaglia mai, insomma. Non dovremmo sorprenderci di questo, ma ogni tanto lascia ancora a bocca aperta.
Ci sono quindi due tipi di esseri viventi su questa terra: chi si autoproduce l'energia che gli serve da sostentamento mediante questo processo chimico, detti autotrofi, e chi, come tutti gli altri, noti come eterotrofi, deve assorbire questa energia trasformata mediante l'ossidazione della materia organica trasformata dagli autotrofi (in soldoni mangiare le piante o gli animali che hanno mangiato le piante).
Per dimostrare come tutto sia legato: la natura (se non vogliamo parlare di dei, dato che siamo nel campo della scienza), ha mescolato le carte per bene; ha piazzato il compito fondamentale per la riproduzione di un'alta percentuale di autotrofi tra le "zampe" di un organismo eterotrofo. Ha in poche parole legato in maniera indissolubile le due specie viventi mediante un filo sottilissimo. Le api, proprio quell'insetto che gironzola nei nostri giardini, dal quale scappiamo per paura di essere punti e che raccoglie il nettare per farne nutrimento. Quello stesso insetto che alleviamo e schiavizziamo perché ci produca il miele a costo zero, quando si sposta da un fiore all'altro nella ricerca del nettare da prelevare per la produzione del miele e della pappa reale, si inzuppa le zampe del polline secreto dagli stami (la parte maschile e fertile del fiore) il quale, polveroso, rimane aggrappato a degli speroni e delle sacche sulla tibia delle due zampe posteriori dell'ape. Spostandosi sul prossimo fiore, questo magnate dell'ecosistema completa il ciclo di impollinazione, permettendo così ad una pianta di fare frutti, semi e quindi altre piante. Le api, fortunatamente, non sono le sole a favorire l'impollinazione, che avviene anche grazie al vento (in primavera i pioppi rilasciano montagne di semi che fanno impazzire gli allergici), ad alcuni pipistrelli, ad alcuni uccelli e anche dall'acqua (e ovviamente l'uomo si è intromesso anche in questo ciclo con l'impollinazione artificiale). Ma il ruolo degli insetti e in particolare delle api, attratte dal sapore zuccherino del nettare e dal colore dei fiori, è fondamentale. Giunti a questo punto ci basta fare una semplice equazione per capire cosa intendeva Einstein. Se non ci sono api, non ci sarà impollinazione. Se non ci sarà impollinazione non ci saranno frutti. Niente frutti, niente semi. Niente semi, niente piante. Niente piante niente fotosintesi. Senza fotosintesi, niente ossigeno e nutrimento per gli esseri eterotrofi. E, come ben avrete capito, egocentricamente parlando: noi esseri umani non possediamo alcun cloroplasta nel nostro corpo che ci permetterebbe di sopravvivere metabolizzando la luce solare.
Alcuni sostengono che la natura troverebbe un altro modo per sistemare le cose, ma la domanda è: quanto tempo impiegherà a ripristinare l'equilibrio?
Ecco che l'argomento torna a spostarsi su questo termine, fondamentale per qualsiasi cosa nel suo significato e nella sua applicazione. L'alterazione di uno stato di leggera grazia porta a problemi sulla lunga e sulla breve distanza. Problemi di cui pagheremo lo scotto fino all'ultimo centesimo.
Ma torniamo quindi a come gli elementi ci permettono di equilibrare la nostra vita.
Partendo dal presupposto che sia chiaro a tutti che vivendo influenziamo l'esistenza di altre forme di vita e la natura stessa, consideriamo che vivere è comunque un'alterazione dell'equilibrio. Noi esseri umani siamo quindi come quelle stesse sfere che i fisici usano per dimostrare la teoria della relatività: pesi che storpiano il tessuto dello spazio-tempo. In tutto questo non c'è niente di innaturale, che sia chiaro. Il nostro passaggio però altera ciò che ci circonda. Anche solo stando fermi stiamo già modificando il mondo intorno a noi, respirando, "pesando" sulla crosta terrestre, rilasciando micro particelle di noi nell'atmosfera. La nostra vita quindi è uno squilibrio dell'equilibrio universale, il quale però, si adatta al nostro esistere (quando può) in modo da mantenere la bilancia in asse.
Nel molto piccolo, in quanto organismi di natura molto complessa, viviamo con il bagaglio di emozioni ed esperienze che ci permettono di cogliere e trarre degli insegnamenti da ciò che vediamo, sentiamo, proviamo. Queste emozioni come abbiamo visto, sono associate ai vari elementi.
Consigli per lavorare con gli elementi
Dunque, vorrei che queste ultime righe siano solo uno stimolo alla ricerca e un indizio per ciò che vi serve. Ci sono molte altre cose che potreste fare; queste sono solo alcune, quelle che mi vengono in mente. Una ventina per ogni elemento.
Giunti alla conclusione di ciò che vi squilibra, potete cominciare a lavorare sul vostro equilibrio. Voglio solo che sia uno stimolo. Non tutto ciò che è elencato qui è alla portata di tutti, ma sono sicuro che potreste trovare qualcosa che vi possa ispirare.
Aria