Ero una piccola creatura nel cuore
Prima di incontrarti,
Niente entrava e usciva facilmente da me;
Eppure quando hai pronunciato il mio nome
Sono stata liberata, come il mondo.
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti.
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri.
Stupidamente sono scappata da te;
Ho cercato in ogni angolo un riparo.
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito.
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto.
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto.
Restituendomi
Al tuo abbraccio.
Mary-Elizabeth Bowen
A cura di Proue
Selenite
La selenite è una pietra speciale. E’ luce pura, di un bianco pieno, vibrante, che ricorda la neve. La luce della luna nelle notti senza nuvole, e tutte le cose belle dell’inverno. E’ quasi un peccato dover ammettere che tanta bellezza risieda colei che in realtà è una qualità particolare del più comune gesso.
Questo cristallo infatti si presenta come un feldspato con una struttura lamellare (le lamelle si definiscono albine) che resta ben visibile anche quando è burattata. A volte può mantenere dei riflessi azzurrognoli, ma la più bella, quella che scalda il cuore è lattiginosa, bianchissima, che sembra brilli di luce propria.
I giacimenti più importanti di selenite sono riscontrabili nello Sri Lanka, ma esiste un giacimento che ci dona una curiosa ed affascinante varietà di selenite in india, che ha un riflesso giallo solare.
Comunque, giacimenti di selenite si ritrovano anche in Italia, basti pensare che l’altro nome non cui è conosciuto questo cristallo, “Adularla” deriva da Adula, che è l’antica denominazione della regione delle Alpi in cui si formano i fiumi Adda e Reno.
Secondo la leggenda però la nascita della selenite si deve ad un gioco d’amore sensuale tra la luna e l’acqua del mare, da qui la credenza primitiva, soprattutto in Africa, che gemme di selenite si potessero trovare tra le conchiglie sulla spiaggia.
La selenite non ha una buona durezza e solitamente si scalfisce se a contatto con altri cristalli, ed è anche delicata: sottoposta a continui sfregamenti infatti rischia di perdere la sua luminescenza (fenomeno che viene chiamato, appunto, adularescenza). E’ dunque buona norma, quando questo avviene, caricare la alla luce della luna piena per farle assorbire la lucentezza perduta.
Il suo fortissimo legame con la luna, ovviamente, è indubbio, naturale conseguenza di tempi in cui sembrava dare la possibilità agli uomini di tenere un piccolo astro in terra. Non per niente si tende ad associarla spesso con la carta dei tarocchi e, con un discorso più ampio, anche ai misteri legati al tarocco della Papessa, sacerdotessa mistica dal potere istintivo e non acquisito.
Qualcuno la vuole protettrice dei viaggi, collegandola al ciclo lunare (la luna che viaggia e ritorna costantemente al suo punto di partenza). In particolare veniva donata ai navigatori perché si pensava che, come la luna, avesse il potere di influenzare il movimento delle acque.
A livello terapeutico la selenite è catalizzatrice e fortificante per tutti i problemi connessi alla femminilità matura, protegge e favorisce il parto, dona forza alle neomamme e aiuta nell’allattamento. E’ anche un grande aiuto nella convalescenza, perché sprigiona e dona energia costante ed in maniera dolce, lieve, proprio come la neve.
A livello esoterico è una pietra che ha del meraviglioso. Favorisce la pace con sé stessi ed è un valido aiuto quando ci sentiamo troppo irruenti, dominati da rabbia o ipertensione energetica. La selenite avvolge e raffredda, purifica e placa. Come una ventata di fresca neve che ovatta e culla senza danno.
Come anticipato la selenite è fondamentalmente legata al femminile e alla luna, e dunque è normale che venga usata, al pari dell’ametista, per ricevere premonizioni ed in generale a scopo divinatorio.
Addormentarsi con in mente una domanda, dopo aver posto una selenite sotto il cuscino aiuta a prendere la decisione giusta. Che questa arrivi in sogno, o che spunti nella nostra mente di primo mattino, poco importa.
UTILIZZO DELLA SELENITE NEI RITUALI
Se abbiamo la fortuna di disporre di una selenite, oltre che incantarci ad osservarla stupefatti da tanta luce e tanta perfezione , possiamo utilizzarla nel periodo invernale, per caricarci di energia bianca, pulita e sottile, nei momenti in cui il buio, il freddo e le giornate corte di fanno sentire privi di luce spirituale.
Questo meraviglioso cristallo da solo non ha bisogno di molte attività accessorie per funzionare ma, magari, approfittando del periodo che gira intorno a Yule, posizionarlo sull’altare dopo averlo lasciato sotto la luna piena ne potenzierà ed allungherà l’effetto benefico in casa.
Non siate cerimoniali con la selenite, ma trattatela con dolcezza come lei tratta voi. Mettetevi comodi, tenetela davanti a voi, osservatela, illuminatevi di lei, seguite ciò che vedete al suo interno, il bianco pieno, le sottili lamelle che creano i giochi di luce, prendetela in mano, alzatela all’altezza degli occhi, se potete guardate, all’aperto o alla finestra, i raggi della luna attraverso di lei, quando siete stanchi, nervosi, irritati per le sensazioni che l’inverno vi porta, soprattutto se diete meteeopatici. Se vi rendete conto di cominciare un viaggio lasciatevi andare e seguite la strada che vi apre. Meditate sul bianco e sul grembo fertile della terra in inverno, sui semi infreddoliti sotto una coltre di neve. Prendete del tempo per fare “bianco” attorno a voi: la selenite è un portento anche per la pulizia dell’aura. Lasciatevi cullare dal candore di questo cristallo. Magari prima di andare a dormire, poi riponetelo sull’altare, o ancora fuori sotto la luna.
Sembra troppo semplice o troppo stupido? Provateci. La vostra selenite vi sorprenderà.