The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Il cadavere nel letto

 

 

Sogno del 3 dicembre e al 4 dicembre

 

 

Sono in un albergo. Devo scappare di casa. I bimbi non ci sono, il mio compagno è stato allontanato da me, perchè giudicato non adatto (da chi?)
Mi trovo in una sorta di egemonia dei miei colleghi che letteralmente mi hanno rapita e portata in questo albergo.
Io dormo in una camera con un grande letto matrimoniale e sto aspettando che mi dicano chi è che dovrà sposarmi (?).
Entra un collega che praticamente non conosco, so chi è, ma non ho mai scambiato più di due parole. Mi sussurra parole gentili e mi guarda in maniera molto dolce. Io sono letteralmente paralizzata, non ho nessuna reazione, forse curiosità. Mi sembra talmente irreale come cosa, che non mi sembra vero.
Questo mio collega mi sfiora le dita, mi guarda negli occhi, mi lusinga, ma io sono distaccata, fuori da me, vedo tutto da fuori. Io accarezzo le sue dite, per vedere se è vero, se sta succedendo davvero.
Apatia. Mi scosto, come galleggiando, ed entro in camera mia (ero uscita? Boh) e vedo due loschi figuri che cercano di togliere da dentro il mio materasso una donna sui 60 anni nuda, morta. Ha la testa ancora infilata nel materasso (completamente squarciato). Vedo i suoi seni cadenti, le sue gambe sono tagliate per il lungo, come sfilettate dalla coscia alla caviglia. I muscoli, i tendini, la carne in vista. Niente sangue. La vogliono portare via, unica mia emozione: OH MIO DIO!!!! HO DORMITO SOPRA UN CADAVERE!!!
poi basta, mi sveglio.

 

Sono in un albergo. Devo scappare di casa. I bimbi non ci sono, il mio compagno è stato allontanato da me, perchè giudicato non adatto (da chi?)
Il sogno si apre con una atmosfera non familiare e che porta con sé molta angoscia.
Non ci sono riferimenti scenografici chiari, si parla soltanto di sensazioni e doveri, accompagnati da un forte senso del tempo. E dalla frustrazione di vedersi allontanata da fattori esterni la persona amata.
Questo passaggio, riportato tra i primi, e con una certa urgenza, mi fa pensare ad un momento di grande peso per un grosso cambiamento in vista, probabilmente accompagnato da un senso di colpa della sognante nei confronti della persona con cui condivide la sua vita.
Mi trovo in una sorta di egemonia dei miei colleghi che letteralmente mi hanno rapita e portata in questo albergo.


Io dormo in una camera con un grande letto matrimoniale e sto aspettando che mi dicano chi è che dovrà sposarmi (?).
Ogni azione riportata viene descritta come subita, da persona probabilmente dunque non consenziente. E l’immagine dei colleghi dittatori la dice lunga sul rapporto e su eventuali malcontenti nei rapporti di lavoro.
Altro importante passaggio è senz’altro quello che trasferisce il rapporto con i colleghi da professionale sentimentale, dal momento in cui uno di loro, assolutamente a caso per quanto riguarda la sognante si sostituirà al reale amante.
E’ chiaro qui ed in più punti che il soggetto abbia del rancore, forse si tratta di mancanza di comunicazione, nei confronti dei colleghi.
Il costante non capire perché avvengono le cose del sogno riporta chiaramente ad una frustrazione dovuta a questa mancanza di comunicazione, probabilmente l’ansia che potrebbe pervadere quando ci si sente esclusa da decisioni o non coinvolta nello sviluppo delle stesse.

Entra un collega che praticamente non conosco, so chi è, ma non ho mai scambiato più di due parole. Mi sussurra parole gentili e mi guarda in maniera molto dolce. Io sono letteralmente paralizzata, non ho nessuna reazione, forse curiosità. Mi sembra talmente irreale come cosa, che non mi sembra vero.
E’ qui che il sogno prende la sua solita piega “surreale”, o meglio, la storia prosegue prendendo una strana non verosimile. Questo collega semi sconosciuto si arroga con dolcezza il diritto di entrare nel campo più intimo della sognante, seppure solo con gli occhi. E la reazione del soggetto è altrettanto irrealistica, la curiosità e la confusione in lei regnano sovrane.

Questo mio collega mi sfiora le dita, mi guarda negli occhi, mi lusinga, ma io sono distaccata, fuori da me, vedo tutto da fuori. Io accarezzo le sue dite, per vedere se è vero, se sta succedendo davvero.
Quando il contatto avviene la reazione non cambia. Come se non ci fosse l’attrice ma solo la spettatrice.
Tutto indica che c’è bisogno di reazione, dal momento in cui sembra che l’unica scelta che lei possa fare non sia in grado di farla.

Apatia. Mi scosto, come galleggiando, ed entro in camera mia (ero uscita? Boh) e vedo due loschi figuri che cercano di togliere da dentro il mio materasso una donna sui 60 anni nuda, morta. Ha la testa ancora infilata nel materasso (completamente squarciato). Vedo i suoi seni cadenti, le sue gambe sono tagliate per il lungo, come sfilettate dalla coscia alla caviglia. I muscoli, i tendini, la carne in vista. Niente sangue.
Questa è la trasposizione esatta del peso che c’è bisogno di togliersi di dosso nella vita reale.
La donna 60enne è esattamente quello che si dice, nel gergo, “il cadavere” che ci si porta dietro.
Questioni irrisolte probabilmente in passato, non detti che sono diventati grandi e pesanti. E devono essere, letteralmente, rimossi.
Con la rimozione del cadavere è possibile fare spazio, lasciare il letto libero di respirare.
ma c’è bisogno che questa rimozione avvenga con l’aiuto di persone esterne, che pur essendo forse meno degne di fiducia si se stessi, possono avere la capacità di discernere il vecchio da sé. E quindi avere la forza e il coraggio di staccarlo di dosso e lasciarlo andare.

La vogliono portare via, unica mia emozione: OH MIO DIO!!!! HO DORMITO SOPRA UN CADAVERE!!!
Nel momento in cui il distacco avviene, tutto diventa chiaro, e abbastanza raccapricciante.
Dormire sopra un cadavere e non rendersene conto esprime un disagio “interiorizzato” e trasformato in normalità. Quando finalmente si riesce a vedere grazie all’aiuto di qualcun altro, potrebbe essere troppo tardi.
Dunque il mio consiglio è di reagire prima possibile, ed utilizzare la diplomazia come arma vincente.
Che sia effettivamente una questione di comunicazione lacunosa o non detti che si trascinano con il tempo è necessario prendere dei provvedimenti. Immediati.