Ero una piccola creatura nel cuore
Prima di incontrarti,
Niente entrava e usciva facilmente da me;
Eppure quando hai pronunciato il mio nome
Sono stata liberata, come il mondo.
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti.
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri.
Stupidamente sono scappata da te;
Ho cercato in ogni angolo un riparo.
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito.
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto.
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto.
Restituendomi
Al tuo abbraccio.
Mary-Elizabeth Bowen
A cura di Joel
Ur – Uro, Forza primordiale
Due linee verticali parallele unite ai vertici superiori da un tratto obliquo.
Il Sé che torna al sé è il significato di questa Runa.
Si tratta infatti di un simbolo di cambiamento che suggerisce nella sua figura una trasformazione.
A differenza di Fé però Ur rappresenta un moto diretto verso l'interno.
Questo non significa che questo simbolo non abbia ripercussioni sul mondo esterno, ma solo che tende ad operare in una dimensione personale, con effetti spesso indiretti.
Il nome Ur deriva direttamente da uro, un antenato selvatico dei nostri bovini addomesticati. L'uro con la sua forza indomabile e le sue dimensioni leggendarie sembra essere l'immagine perfetta per questo tipo di energia, un'energia che proviene dall'interno, dalla parte più primordiale di noi e che porta rinnovamento. Si tratta di una forza che è fondamentale riuscire ad incanalare nel modo corretto perché i suoi effetti, proprio per la sua natura “selvatica” sono potenti e possono rivelarsi imprevedibili.
L'introspezione che porta questa Runa, infatti, dev'essere indirizzata accuratamente per evitare che il suo eccesso ci porti a chiuderci al mondo sgretolando lentamente ma inesorabilmente il nostro io.
Come Fé poteva rappresentare il primo movimento del ghiaccio verso il fuoco, che come narrato nelle leggende norrene è la base della creazione dell'universo, allo stesso modo possiamo interpretare Ur come l'energia primitiva di Audhhumla la “mucca” che emerge dall'acqua formata dallo sciogliersi dei ghiacci eterni di Nifleheim (v. articolo 2 – L'origine delle Rune) e che con la sua azione porta alla comparsa del primo gigante.
Si intravede con questa seconda analisi un possibile nesso tra la successione delle Rune e il racconto della cosmogonia norrena e più in profondità si scorge un'altra possibile chiave di lettura in cui ogni Runa è il “frutto” di quella che la precede e contiene in sé il seme della successiva. Come anticipato nell'introduzione a questi articoli però cercherò per quanto possibile dall'astenermi dal far coincidere i significati delle Rune con le mie aspettative (una via semplice e già battuta) nel tentativo di arrivare al nocciolo non adulterato del simbolo.