Ero una piccola creatura nel cuore
Prima di incontrarti,
Niente entrava e usciva facilmente da me;
Eppure quando hai pronunciato il mio nome
Sono stata liberata, come il mondo.
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti.
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri.
Stupidamente sono scappata da te;
Ho cercato in ogni angolo un riparo.
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito.
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto.
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto.
Restituendomi
Al tuo abbraccio.
Mary-Elizabeth Bowen
A cura di Lyrio Baelfire
VISCHIO
Nome scientifico: Viscum album L.
Sinonimi: .
Nome comune: (IN VARIE LINGUE E/O DIALETTI): Vischio, mistletoe (eng), drualus (irish), gui de feuillus (fr), muerdago (esp), hexenkraut (deu), weissbeerige mistel (deu).
Famiglia: Viscaceae.
Descrizione Botanica: Pianta sempreverde epifita emiparassita di numerosi alberi, soprattutto querce, pioppi, tigli, olmi, noci, ma anche di conifere. Cresce sui rami degli alberi che la ospitano, diventando particolarmente evidente in inverno perché sempreverde. Le foglie sono opposte, intere, coriacee, dai 2 agli 8 centimetri di lunghezza, oblunghe. I cauli ramificano in modo dicotomico, portando all’ascella della forcella e all’apice le gemme fiorali. I fiori sono gialli, insignificanti, mentre le bacche sono bianche e traslucide, dal contenuto colloso. Le bacche scoppiano a maturità rilasciando i semi, che grazie alla polpa viscosa aderiscono a nuovi rami. La pianta è provvista di clorofilla ed è quindi in grado di svolgere la fotosintesi, ma ha difficoltà nell’assorbimento dell’azoto, che quindi sottrae dalla pianta ospite.
Distribuzione Geografica: Tutta l’Europa e parte dell’Eurasia.
Habitat: Foreste di latifoglie a clima temperato o continentale.
Fioritura: autunnale.
Parte utilizzata: In erboristeria le foglie, in magia la pianta intera e le bacche.
Raccolta: Tutto l’anno o in piena fruttificazione.
Principio attivo principale: Viscumina e Viscotossina: la viscumina è una proteina citotossica in grado di inattivare l’azione ribosomiale (ribosome inactivating protein – RIP) bloccando la trasduzione dell’mRNA in proteine; si lega ai residui di galattosio delle glicoproteine di membrana e viene in questo modo endocitata. è molto simile come struttura ad altre RIP come la ricina (rilevata in Ricinus communis).
Usi Erboristici e/o Culinari: Attenzione! L’intera pianta è tossica e non va mai ingerita! Alcuni autori ne riportano l’uso in casi di aterosclerosi e ipertensione.
Curiosità: Il vischio ha sempre attratto l’interesse del popolo, che ha intessuto sulla sua figura una rete di leggende e miti. Nell’Europa pre-cristiana il vischio era simbolo e rappresentazione dell’essenza divina maschile, e quindi della fertilità, del vigore e della virilità: la polpa delle bacche infatti ricorda il seme maschile.
Nel mondo celtico, secondo Plinio il Vecchio, era considerato un rimedio per la sterilità degli animali e un antidoto per l’avvelenamento. Inoltre era considerato sacro se cresciuto su una quercia, evento che, al contrario di quanto si pensi, è piuttosto raro. Plinio descrisse un rituale celtico nel quale un druido vestito di bianco doveva scalare una quercia e raccogliere il vischio usando un falcetto d’oro, ripreso dall’autore del fumetto Asterix nel quale il druido Getafix è visto spesso raccogliere il vischio con il falcetto d’oro.
Secondo la mitologia norrena la dea Frigg fece promettere a ogni essere vivente e a ogni oggetto inanimato di non fare mai del male a suo figlio Baldr, che crebbe quindi invulnerabile. Durante un raduno l’invulnerabilità del dio venne messa alla prova, lanciandogli contro massi, frecce e torce infuocate, che non ebbero il minimo effetto. Quando Frigg richiese il giuramento, tralasciò il vischio perché le sembrò “troppo giovane per fare del male”. Loki con l’inganno fece quindi costruire al dio cieco Höðr una freccia con il legno di vischio, che usò per uccidere il fratello Baldr.
Nell’Europa del III secolo d.C. il simbolismo del vischio entrò a far parte della nuova religione dilagante (il cristianesimo) grazie alla fama e al rispetto di cui questa pianta godeva.
Secondo una tradizione cristiana della Cornovaglia, il vischio era originariamente un albero come tutti gli altri dal quale fu prelevato il legno per fabbricare la croce di Cristo, ma venne maledetto dopo la crocifissione condannato a vivere come parassita.
Il vischio è comunemente usato come decorazione natalizia, nonostante questo uso fosse raramente menzionato prima del XVIII secolo. Secondo i costumi, il vischio non deve mai toccare terra nel periodo che intercorre tra il taglio e la sua rimozione alla Candelora.
Sempre secondo la tradizione, un uomo e una donna che si incontrano sotto al vischio sono obbligati a baciarsi.
Usi Magici: Sacro al Dio, il vischio è simbolo di fertilità, virilità e forza. Si può usare in tutti gli incantesimi che riguardano la mascolinità o volti a risolvere le disfunzioni dell’apparato riproduttivo maschile. Si può usare per propiziare l’amore, la fortuna nella caccia e per il concepimento. Bruciato, allontana gli spiriti avversi.
Bibliografia:
Fonti cartacee:
Maugini E. Maleci Bini L. e Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione; Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova.
Cattabiani A. (2010): Florario: miti leggende e simboli di fiori e piante; Mondadori Editore S.p.A., Milano
Rangoni L. (2005): Il Grande Libro delle Piante Magiche; Xenia Edizioni, Milano.
Fonti elettroniche:
Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II: Fagus http://www.liberherbarum.com/ [consultato: Agosto 2016]
A.A.V.V.: Viscum album – Wikipedia, the free encyclopedia https://en.wikipedia.org/wiki/Viscum_album