The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Ares



A cura di Bardo

Ares

Introduzione
Ares, Dio della guerra, pur essendo l'unico figlio canonico della coppia ufficiale Zeus-Era, rappresenta il chiaro emblema di figlio rifiutato (una versione di Ovidio del mito lo vede nascere da Era soltanto, per partenogenesi: una simbologia chiara che rafforza lo stato di assenza del padre, congrua con il rifiuto paterno). Seppure annoverato tra gli Olimpi, era il Dio che i Greci amavano meno in quanto troppo irrazionale e legato al piacere dello scontro e dello spargimento di sangue; viceversa, per i Romani era Marte, padre del popolo romano stesso e simbolo di virilità e istinto guerresco. Tuttavia, il canone maschile vincente che è andato imponendosi con l'evoluzione umana è quello dell'uomo d'ingegno, mercuriale piuttosto che marziale, per cui l'intensità e l'irrazionalità dei suoi attributi guerrieri sono andati svalutandosi man mano. Zeus stesso, in quanto Padre Celeste, amava poco questo suo figlio dalla testa troppo calda e lo scarso controllo di sé, che agiva con il corpo prima che con la mente; a livello psicologico, il disprezzo del padre probabilmente non ha fatto che alimentare l'irruenza di Ares.
Il tutore che si scelse per essere educato fu Priapo, il Dio dal grande fallo, che lo istruì prima nell'arte della danza, poi in quella della battaglia. Delle sue gesta si narra nell'Iliade, allorché contravvenne all'ordine di Zeus lanciandosi nella battaglia, venendo svergognato davanti a tutti dalla sorellastra Atena. Era l'unico Dio per il quale la guerra non era un gioco, ma una questione personale. Atena arrivò persino a guidare la lancia del suo pupillo Diomede a ferire il Dio: ma andatosi a lamentare dinanzi al padre Zeus, anziché ricevere soddisfazione venne umiliato ulteriormente e cacciato con disonore. Altri miti che lo vedono partecipe sono gli amori con la Dea Afrodite, da cui ebbe diversi figli: Phobos (Paura), Deimos (Panico), Armonia e secondo alcune versioni del mito Eros (altre fonti però vedono Eros come entità antecedente ad Afrodite stessa). Quando la Dea dell'amore si invaghì di Adone, fu Ares a uccidere il suo amante per gelosia trasformandosi in cinghiale. Altri figli li generò dalle sue tante amanti: tra i più noti, Romolo e Remo, la Regina delle Amazzoni Pentesilea e molti eroi tra le fila dei troiani e degli Argonauti. Fu sempre molto pronto a vendicare i suoi figli, mostrando un forte senso di giustizia e protezione nei confronti del sangue del suo sangue.
Ares investe l'uomo nelle reazioni appassionate e intense, quando un fuoco sembra animare il corpo che si muove istintivamente, a scapito d'ogni altra cosa: l'impeto emotivo genera allora una reazione fisica immediata. è un Archetipo reattivo che vive totalmente nel momento, generando esplosioni infiammate assai benvenute quando si è nell'ambito del sesso, della danza, della lotta per la sopravvivenza. Ma quando Ares genera rabbia e furia nel quotidiano, può portare l'uomo in pericolo, o a danneggiare se stesso e gli altri: è cieco alle conseguenze delle sue azioni, che giungono sempre troppo tardi e a suo scapito. D'altra parte, è in questo anche un suo punto di forza: non considerando contro chi o cosa si scaglia, Ares affronta qualsiasi ostacolo con la grinta e l'agonismo di un guerriero, e proprio come Davide contro il gigante Golia, può trovarsi a vincere battaglie impensabili.
Redimere Ares è importantissimo per poter riuscire a vivere serenamente nel contesto odierno; per poterlo fare, Ares necessita dell'aiuto di Archetipi lungimiranti e distaccati, dalla visione più chiara e razionale, come Apollo, Zeus (che gli consente di emanciparsi dall'essere figlio ribelle e diventare padre responsabile), Atena. L'accettazione di un Archetipo femminile dentro di sé può infine aiutare l'uomo Ares a uscire dalla sua posizione di conflitto e misoginia intrinseca che facilmente lo affligge: ricco di questo nuovo matrimonio interiore, l'uomo Ares può finalmente completarsi e sviluppare l'Armonia – non a caso mitologicamente figlia della Guerra e dell'Amore.

Morfologia
Ares si presenta duro, dritto e aguzzo come una spada; atteggiamento bellicoso e provocatorio, impulsivo, irascibile, irritabile, violento e collerico. è il più alto in media tra gli Archetipi maschili, anche più di Saturno (da 1,85 a 1,95). Il viso è a forma di dattero, dal colorito rosso mattone, con macchie color ruggine sparse qua e là; la fronte sfuggente, spesso bassa, sempre stretta e precocemente stempiata, con occipite sporgente molto sviluppato, cranio dolicocefalo, quasi appuntito sulla sommità; le tempie sono percorse da molti vasi sanguigni, che si gonfiano e pulsano alla minima collera. Gli occhi verdastri, brillanti e vivaci, esibiscono la cornea arrossata; le sopracciglia sono folte, abbastanza ravvicinate e dure; naso è arcuato, lungo e aquilino con narici dilatate e mobili, la bocca anch'essa arcuata, sdegnosa, con labbra sottili e strette (il labbro inferiore è spesso più grosso); il mento quadrato sporge in avanti, a bazza, mentre le orecchie piccole sporgono un po' all'infuori, staccate dalla testa; i capelli sono rossi, folti e duri, talvolta crespi o ricci. Il collo è corto, fortissimo, muscoloso, rosso e con molte vene; il busto è corto, ma il torace è possente; le reni sono molto arcuate, con anche ossute e dure. Le braccia sono muscolose e solide, con mani grandi e vigorose; la prima falange del pollice, che indica la volontà, è molto più sviluppata della seconda; le unghie sono corte, le dita a spatola. Le gambe – lunghe rispetto al busto – sono magre, tornite, finiscono con un piede voluminoso e arcuato e sono scattanti come quelle di un ciclista o di un soldato.
Ares appare imponente: sia per la sua stazza che per il suo vigore, dato dallo sviluppo muscolare e al contempo dal suo atteggiamento sempre vivace e deciso; le sue posizioni insolenti sembrano voler provocare continuamente. Anche quando è a riposo, sembra sempre avere un'espressione di cattivo umore e manifesta sempre una certa autorità e cerca di dominare l'ambiente circostante. Quando parla con il suo interlocutore Ares non distoglie lo sguardo: resta fermo, audace, conquistatore. Sempre a testa alta, un po' minaccioso, con le spalle indietro e petto infuori. Saluta appena, ma la sua stretta di mano è energica e dura. Approccia con franchezza ma senza grazia alcuna; camminare per strada con lui è complicato perché va in fretta e spinge via la gente per non doversi spostare. Il passo di Ares è sempre veloce; i suoi gesti rapidi, bruschi, stupiscono per la loro brutalità anche quando sono intesi a fare del bene e non figli dell'irritazione, sono spesso inaspettati: sembrano generati da impressioni che il soggetto non ha il tempo di razionalizzare. La sua voce è particolarmente sgradevole: aspra, rude, vibrante, nasale, sonora, squillante; parla a scatti e ride rumorosamente, a volume sempre altissimo per imporsi sull'ambiente. Quando viene contraddetto si irrita.
Il suo foglietto embrionale è meso-ecto, o meso-ento se è più corpulento. Caratteriologicamente è di base un collerico para-sanguigno (emotivo attivo primario, para-non emotivo attivo primario) o sanguigno para-collerico; può anche essere flemmatico para-nervoso (è meno attivo, scoppia perché non riesce a realizzare) o sanguigno para-apatico (impaziente e indolente, contraddittorio; egocentrico, spropositatamente ottimista, propenso a speculazioni ideologiche e si sente in possesso di idee grandiose). Per la medicina cinese è un legno-fuoco.
Il tipo femminile di Ares è Bellona, sorella di Marte, che guida gli eserciti e difende i bastioni. è l'amazzone o l'esploratrice. Rientra nell'Archetipo Artemide, e in Atena per il suo lato collerico e battagliero. Anche la donna Era presenta volentieri caratteristiche marziali attinenti.

Psicologia e caratteriologia
La mentalità di Ares è quella del militare o del militante: una mente aggressiva, combattiva, sistematicamente contraddittoria o illogica. L'impulsività è la sua facoltà principe. Dominato dall'istinto e dall'irritabilità – nel senso fisiologico del termine – reagisce alla minima impressione, e alla prima contrarietà scatena accessi di violenza inaudita. Le sue reazioni sono immediate, istantanee e brutali se provocano la sua ira; se sono gradevoli, la reazione sarà allora un'esplosione di gioia rumorosa che turba l'ambiente. Non è capace di dissimulare a meno che non gli sia stato inculcato il senso della strategia: in questo caso, fa il sornione finché la collera non lo fa uscire dai gangheri, mandando tutta la strategia e il ruolo che si era imposto a farsi benedire; è il momento in cui volano gli insulti – e possibilmente le botte.
è difficilissimo discutere con lui, perché alla prima osservazione si arrabbia, parla in fretta e a voce alta senza fermarsi, ripetendo spesso le stesse cose o le stesse parole, quasi balbettando per far più in fretta a esporre la sua posizione – che spesso non è un'idea o un concetto ben delineato, ma la rozza manifestazione di un istinto. Ares incomincia una lite per un nonnulla, spesso per un semplice disagio interiore che non razionalizza: se gli si tiene testa e si cerca di argomentare e dibattere non si può assolutamente sperare di avere l'ultima parola; ma se al suo furor si oppone la freddezza e l'indifferenza, verrà assalito dalla sorpresa e dall'indignazione, non riuscirà più ad articolare una parola sensata, posto poi sperimentare lo sconcerto e sentirsi esausto e incapace di continuare (seppur ancora gonfio di rabbia).
Ha una memoria molto buona, una facoltà meccanica che spesso sostituisce l'ingegno permettendogli di mostrarsi brillante. L'intelligenza, quando c'è, è una manifestazione dell'istinto e si sviluppa più con la lotta che con la riflessione e lo studio. Ha bisogno della contraddizione per conservare la forza istintiva ed esasperarla: l'intellettuale Ares lavora al meglio delle sue facoltà se ha un avversario da persuadere o sconfiggere; allora elabora un piano d'azione, trova le argomentazioni e man mano proietta e dà forma alle idee che nel suo cervello poco prima sembravano confuse e sconnesse. Le argomentazioni di Ares sono sempre tese a ‘colpire', nel senso proprio del termine, per dimostrare la forza del suo ragionamento – sempre illogico. Non si fa troppi scrupoli e ha una morale speciale che sostiene a colpi di spada. Generoso, pieno di dignità, non colpirà mai il nemico vinto se è a terra ai suoi piedi: senza perdonarlo, gli lascerà magnanimamente la vita. Energico, audace e temerario, ha una volontà incrollabile e un coraggio indomito ed eroico, uno sprezzo della morte che lo fa volgere al pericolo con sguardo intrepido. Se può, sacrifica volentieri la vita per un'azione imprudente ma eclatante, sia anche per salvare la vita altrui. Entusiasta, mal sopporta la subordinazione, tuttavia si sforza di piegarsi alla disciplina militare – posto poi il punire severamente i suoi sottoposti. Esercita il comando con autorità e severità, ma non iniquamente; nell'applicare le sanzioni è impietoso e infligge le pene con rigore addirittura eccessivo. Duro, spesso disumano, non sa cosa sia l'indulgenza.
Ares non è credente di natura; ma quando lo è, il suo entusiasmo religioso diventa una sorta di fanatismo militante che lo porta a sfidare qualsiasi tormento per testimoniare la sua fede. Le sue convinzioni hanno la forza dell'istinto e l'intolleranza accompagna sempre qualunque sua opinione. Come per gli altri ambiti, la religiosità si manifesta in lui con l'energia e l'operosità. Quando prega, fa fatica a chinare la testa; raramente si inginocchia – al massimo si inchina dinanzi alla maestà divina.
Imprevidente e incurante del domani, è molto prodigo; per lui la proprietà non ha senso, solo l'azione gli dà la gioia che desidera. Ama le attenzioni, e a seconda dell'ambiente a cui appartiene (che determina la qualità del suo linguaggio, più o meno forbito) è altero o arrogante, ma sempre insolente e una punta ribelle.

Ares fa tutto con passione, il bene come il male. La sua franchezza è brutale. Violento e petulante, dominatore e brusco nel discorso, impone la sua opinione a voce alta sottomettendo quella altrui e si irrita se viene contraddetto. Fiero e orgoglioso, è incline a vantarsi delle proprie azioni e disprezzare quelle degli altri. Collerico, la sua ira è improvvisa, terribile, devastante, ma a differenza di Poseidone dura poco. Nei folli accessi di rabbia che lo scuotono può arrivare a colpire il suo interlocutore, o se riesce a deviare il suo sentimento se la prende con gli oggetti che lo circondano, mandandoli in frantumi. Seppure di durata limitata, le sue collere sono impressionanti e spesso ispirano terrore; sono però necessarie ad Ares per mantenere il suo equilibrio instabile: si può dire che il suo sistema nervoso si rigeneri con gli scoppi d'ira. Sono due gli atteggiamenti che possono contrastarlo efficacemente: rispondere a tono, sottomettendolo con una violenza superiore alla sua, oppure opporgli completa freddezza e indifferenza finché non si esaurisce e si calma (spesso accusando una crisi di fegato conseguente). Col tempo ci si accorge che le collere di Ares mascherano le sue debolezze, e che egli fa più rumore che altro.
La mancanza di controllo e l'assenza di dominio di sé si ripercuotono in ogni ambito della sua vita. I vestiti di Ares tipicamente si strappano e si macchiano, prima di essere logorati dal tempo. Tipicamente, è mosso dall'istinto di salvare un debole che viene percosso, eppure paradossalmente è lui a picchiare ciecamente quando è posseduto dalla collera. Ama schierarsi nelle liti e nelle rivalità, e generosamente spesso prende le parti del più debole; la sua presenza però spesso rinfocola la fiamma del conflitto anziché placarla. Tende a esagerare la gravità degli eventi tristi che si presentano: li ingrandisce senza tuttavia essere pessimista, e, suo malgrado, prova una segreta soddisfazione al pensiero o alla vista delle catastrofi e dei disastri. Si esalta davanti agli eserciti e alle parate militari, la vista delle uniformi lo incanta, la guerra è il suo elemento. Le sue caratteristiche disumane possono esaltarsi al punto che, in epoche di turbamento e instabilità sociale, può manifestarsi il desiderio dell'assassinio. è facilmente un partigiano.
Ares è molto portato ai piaceri amorosi: è ardito con le donne, ha il dono di farsi amare, ma è incostante. Adora le donne Afrodite, per la loro passività e plasticità; Afrodite si innamora se vede in lui il cavaliere, l'eroe (non l'incosciente che combatte qualsiasi cosa gli si pari dinanzi). Ares però non perdona affatto gli oltraggi alla fedeltà coniugale (come Otello): questa è in genere la causa della fine dei rapporti con le donne Afrodite.
Ares infine è anche un giocatore appassionato. Però non ama perdere, e se capita provoca discussioni e litigi polemici che hanno come unica origine la sua malafede.

Disturbi fisici e malattie morali
La degenerazione di Ares si nota immediatamente nei lineamenti: i segni maggiormente accentuati, la fronte appena accennata, bassa, sfuggente; gli occhi infossati e nascosti da folte sopracciglia sono verdi e iniettati di sangue; la bocca, quasi senza labbra e con gli angoli in giù, è un ghigno disgustato; i capelli rossi sono crespi; la voce rauca e brutale. L'individuo ha un aspetto sinistro e terribile. Cammina a grandi passi coi pugni chiusi, muovendo le spalle e gettando sguardi furiosi e insolenti a destra e sinistra, come se cercasse qualcuno da sbranare. L'insulto e la minaccia sono sempre sulle sue labbra. è il tipo che si incontra tra i popolani, l'attaccabrighe, il suscitatore di risse, temibile per la sua violenza e ferocia. Un soggetto osceno e immorale, che sguazza nel vizio, disprezza tutto ciò che è sopra di lui e irride la giustizia, fiducioso della propria audacia e forza bruta. In un ambiente più elevato l'evoluzione è analoga, ma viene mascherata dal'educazione ricevuta. Ares è sempre un sanguinario, ma non per forza votato a diventare un assassino: macellai squartatori, persino i chirurghi spesso hanno qualcosa di Ares nella loro natura.

La malattia morale di Ares è la brutalità. La via di redenzione dell'Archetipo passa attraverso la disciplina: proprio come una bestia selvaggia, l'istinto eccessivo di Ares deve essere stemperato dal rigore, dall'educazione e dal distacco. Egli per primo deve confrontarsi e accettare la sua natura violenta, posto poi l'intraprendere un percorso teso a distaccarsi dalle reazioni subitanee e imparare a “contare fino a dieci”, razionalizzando e dirigendo il flusso emotivo. Il suo fuoco non va spento, ma diretto con saggezza: se incanalato costruttivamente, l'impeto di Ares è capace di grandi cose.
L'aspetto psichico morboso di cui Ares è portatore – la sua ira incontrollata, che come per gli alcolizzati può condurlo ad attacchi di delirium tremens – è un elemento che va tenuto sotto controllo, poiché lo conduce su una strada in cui le sue virtù decadono completamente lasciando spazio solo ai vizi, sempre eclatanti.

Fisicamente, Ares è un ‘muscolare', avido di consumare le proprie energie, ma anche di assorbirne. Mangia molto, soprattutto carne (se può a ogni pasto). L'esercizio fisico che gli piace (e di cui ha fondamentale bisogno) lo spinge a recuperare le forze con pasti abbondanti e cibo piccante. Beve molto: non l'acqua (che non lo attira), ma alcolici, bibite gassate e bevande energizzanti (tipo Red Bull). Dopo una bella mangiata si sente meglio, equilibrato; ma è un equilibrio che dura poco: il tempo che il fegato impiega per smaltire la pienezza. Ares è un sanguigno, dalla congestione facile, ed è anche bilioso; il suo fegato patisce per gli eccessi che non gli vengono risparmiati: mentre ha già il suo daffare per digerire ed eliminare tutti gli elementi solidi e liquidi che il soggetto assume, deve anche smaltire il flusso intermittente di ormoni (adrenalina) che il suo corpo sviluppa sotto l'influsso delle frequenti collere. Le congestioni improvvise, la rottura dei vasi (spesso Ares presenta sulle gote le macchioline rosse ramificate tipiche dei capillari rotti), le embolie, colpiscono spesso questo soggetto. Cuore e fegato sono decisamente i suoi due organi a rischio.

I rimedi omeopatici base per Ares sono due: Lycopodium (soggetto fegatoso e collerico che esagera col cibo, suscettibile e dal colorito che diventa itterico quando il fegato è congestionato) e Sulfur (auto-intossicato per gli eccessi, affetto da ipertensione arteriosa e sensazione di caldo eccessivo che migliora con l'aria fresca). Spesso Nux Vomica viene aggiunta a Sulfur o Lycopodium, sia per migliorare i disturbi funzionali digestivi, sia per diminuire l'ipersensibilità del soggetto data dall'assunzione di caffè ed eccitanti. Chamomilla è indicata per i bambini Ares. Altri rimedi collaterali sono Anacardium (carattere malevolo e incline alla violenza verbale, migliora con l'assunzione di cibo), Colocynthis (dolori violenti con crampi in seguito a collere), Gelsemium (tremiti e forte diarrea provocati da contrarietà di origine affettiva), Aurum (tipico di Ares, soggetto congestionato, ipersensibile, sempre preoccupato e mai contento, detesta essere contraddetto), Staphysagria (per le collere represse).
Sebbene la cura migliore per un Ares sia la disciplina, è difficile riuscire a imporgliela: farà sempre quel che gli passa per la testa, finché non verrà ‘domato' da un agente esterno più forte di lui. Sono indicatissimi gli esercizi fisici, che gli restituiscono la tranquillità e sostituiscono positivamente gli attacchi di collera. La dieta alimentare è altresì fondamentale: eliminare la carne a giorni alterni, limitare l'alcol o toglierlo del tutto – ma attenzione a non prescrivere un regime troppo rigido, o il soggetto si ribellerà. Altra cosa importante è portarlo all'aperto: in ambienti chiusi, proprio come accade con gli animali in gabbia, il suo temperamento peggiora; viceversa in spazi aperti la sua irritabilità sembra disperdersi e perdere intensità. Rassegnatevi però su una cosa: Ares ha bisogno fisiologico dei suoi attacchi d'ira, per cui ciclicamente tenderà a riproporli, come modalità per rilasciare la pressione interna. L'importante è diradarli, e renderli più consapevoli.

Sviluppo

Come per tutti gli Archetipi, la descrizione psicologica che viene fatta in questa sede è del tipo base. Alcune di queste caratteristiche possono mancare nel metatipo dell'individuo preso in analisi, alcune fasi della vita possono essere dominate da altri Archetipi. Ares può manifestarsi in determinate situazioni, ad esempio in concomitanza con il periodo dell'adolescenza, oppure in risposta a eventi che scatenano una collera subitanea, nella parentesi di un conflitto o di fronte a una violenza che suscita una reazione fisica istintiva. Oppure può essere il protagonista di momenti o ambiti definiti, come quello lavorativo, sociale o affettivo. Di seguito osserviamo il percorso del tipo base.

Infanzia – I genitori
Il bambino Ares è attivo, emotivo ed esuberante. Possibilmente ha cacciato delle urla particolarmente potenti nel momento della nascita – urla che ha perfezionato col tempo e riproduce a ogni scontento, col viso rubizzo e il corpo teso nello sforzo di gridare con tutto se stesso. Non appena però il turbamento sparisce (ha mangiato, è stato consolato, ha ricevuto il giocattolo che desiderava), il cambiamento è radicale, e sopravviene una pace assoluta. Si mostra periodicamente odioso con i genitori, antipatico con gli amici e con l'ambiente circostante; poi, all'improvviso sopraggiunge un attacco di febbre, si manifesta il vomito, l'alito diventa caratteristicamente cattivo (acetonemia), tutti sintomi dell'alterazione del fegato (tipico bambino Lycopodium).
In stato pacifico è socievole e sensibile, gli piace essere stimolato e ama giocare fisicamente, buttandosi a capofitto nel tumulto e nelle marachelle (posto il tornare a protestare vigorosamente se si spaventa o si fa male all'improvviso). Se vuole qualcosa, lo prende senza pensarci due volte, il che può creare non pochi rischi con gli oggetti fragili o pericolosi. Il metodo Montessori si adatta benissimo ai bambini Ares: imparano solo dall'esperienza diretta. è inutile informarli preventivamente o ammonirli, faranno sempre e comunque ciò che passa loro per la testa in quel momento. Anche la sua autostima è facile a urtarsi e ‘ammaccarsi', perché si mette nei guai e attira sgridate e punizioni. Molto dipende da genitori e insegnanti, dalla loro capacità di apprezzare e valorizzare la sua spontaneità ed emotività, limitandone la veemenza e impartendogli regole coerenti. Un'insegnante Atena che non contatti la sua rabbia e lo comprenda, facendolo sentire accettato e prendendolo sotto la sua egida, è la migliore guida che possa trovare; altresì un'insegnante Afrodite che lo ‘seduca' con la sua dolcezza e lo conduca per mano verso un impiego creativo e costruttivo della sua irruenza è un altro modello di guida eccellente. Se Afrodite è la madre, si preannuncia un complesso edipico cruento, ma il suo apporto può essere estremamente benefico per il figlio; viceversa, una madre Era (più moglie che madre, critica, autoritaria, esigente) che ricalca il mito originario è la più deleteria che possa capitargli (e che purtroppo spesso gli capita). Il rapporto con il padre determina la sua autostima di uomo: figlio di uno Zeus tutto testa, sarà frustrato mortalmente, similmente con un padre Apollo distante o un Poseidone violento e burrascoso che contatta la sua rabbia e avvalora in lui la legge della violenza. Il modello migliore è probabilmente un Dioniso, che abbia però fatto pace con la sua caotica sensualità e acquisito minimamente razionalità e pianificazione: Dioniso ha un modo fisico di dimostrare affetto, che ad Ares serve molto; in più, non giudica l'istintività del figlio, ma può aiutarlo a osservarla, viverla e canalizzarla positivamente.

Adolescenza e prima maturità – Il lavoro, i rapporti, matrimonio e famiglia
L'adolescenza è il periodo che nel ciclo vitale di un individuo è governato da Ares (come Ermes era per l'infanzia). Gli ormoni erompono con la pubertà, portando sbalzi d'umore, aggressività, impulso fisico e sessuale sempre più pressante, bisogno di ribellione e impeto nell'abbracciare cause senza davvero comprenderle a fondo. Tutti sperimentano in modo transitorio e più o meno forte Ares durante questa fase della vita. Ma gli individui che già di base sono degli Ares vivono tutto questo moltiplicato. I coetanei in particolare sono fondamentali per la sua crescita: se lo coinvolgono in attività sane e socialmente remunerative, come sport, competizioni, hobbies creativi e fisici, Ares riceverà facilmente lodi e ammirazione e intraprenderà un percorso virtuoso; se invece si aggrega a bande di strada, si dedica al teppismo e ai vizi, per Ares si predispone un fallimento assai precoce.

Lavorativamente, il tipo Ares è portato all'azione vigorosa: deve potersi muovere, usare i ‘ferri del mestiere'. I traguardi a lungo termine lo annoiano e lo rendono irrequieto, e mal si adatta alle gerarchie delle grandi aziende. Lo attraggono invece occupazioni che implicano qualche rischio, e gli piace lavorare in gruppo, offrendo lealtà e solidarietà ai compagni. è probabile che scelga la carriera militare, dove potrebbe avere qualche problema disciplinare ma si integra alla perfezione per vocazione; oppure può dedicarsi ai corpi di polizia, o diversamente scegliere la carriera da atleta (anche qui, dovrà imparare a gestire le razioni iraconde e subitanee, in campo e fuori). Non è escluso, poi, che diventi un artista – ballerino, attore, musicista – famoso per le sue performance accorate, emotive e stravaganti. Altro ramo a lui adiacente è quello del petrolio e delle costruzioni, che implica sempre un certo rischio e si sposa bene con l'azione e lo spendere forti somme di denaro senza molti scrupoli. Il successo di Ares dipende molto dalla sua fortuna, dacché le sue doti di pianificazione sono assai scarse e poco affidabili.

All'uomo Ares piace passare il tempo con gli amici condividendo qualche attività, dal bere al guardare la partita al praticare uno sport comune. Le conversazioni profonde o filosofiche non lo interessano, qualsiasi cosa faccia i suoi discorsi vertono su due argomenti: sport e donne. è legato profondamente agli amici e corre in loro aiuto se necessario. Spesso le sue amicizie provengono dalla squadra sportiva, dal fronte se è stato un soldato, dalla banda in cui stava da giovane: in questi ambiti la sua aggressività e il suo modo di esprimerla venivano apprezzati, ed egli poteva addirittura piangere e abbandonarsi a un rude abbraccio coi compagni senza paure omofobiche. Essere evitato o diventare il capro espiatorio è per lui fonte di enorme dolore, perché gli fa perdere il conforto del cameratismo, per lui fondamentale.
Con le donne, Ares è conquistatore fino all'estremo: le considera come un predatore, le brama nel suo letto come una vittoria. Sono come detto le Afrodite le sue mire predilette, con cui si accoppia felicemente – posto poi lo sperimentare tradimento o liti furibonde (sono entrambi Archetipi del ‘qui ed ora', vivono delle sensazioni del momento e si lasciano travolgere, sia nell'incontro che nello scontro). Se un Ares ferito nei sentimenti, infuriato e uso alla violenza fisica incontra una donna con scarsa autostima e con alle spalle un'infanzia di violenza, l'unione può essere delle più distruttive per entrambi. Gli altri Archetipi femminili tendono a stare alla larga da Ares, lo respingono trovandolo troppo particolare e difficile da gestire: sentendosi giudicato e deludente, egli può facilmente covare del risentimento e diventare pericolosamente misogino. Tutto quello di cui ha bisogno, in realtà, è di una compagna capace come lui di coinvolgersi completamente nell'attività comune del momento, che sia il sesso, il ballo, il mangiare o il gioco.
Il rapporto che ha col sesso dipende da come è stato cresciuto e dal contesto sociale: non si trova bene in ambienti puritani, ma potrebbe assorbirne i precetti e percepire la sessualità e i suoi impulsi come errati o deviati. Sarà allora frustrato, perché difficilmente riuscirà a mantenersi lontano da essi. Se il suo passato relazionale è travagliato, potrebbe essere uno di quegli uomini che percuote le donne piuttosto che farci l'amore; se invece avrà avuto esperienze piacevoli tali da sviluppare l'amante che è in lui, a letto sarà appassionato e vigoroso, cercherà donne più grandi di lui, libere e disinibite. Comunque sia, gli sarà difficile non tradire la sua partner (e ancor più difficile coprire le tracce delle sue scappatelle, dato che non le pianifica e non sa quindi prendere delle contromisure).
Se omosessuale, Ares vivrà più facilmente la libertà di accoppiamento e l'assenza di legami monogami, ricreando il rapporto mitologico con Afrodite, in cui entrambi ebbero molti partner pur mantenendo una relazione importante e duratura. Si vestirà facilmente di pelle (la versione moderna dell'armatura) e curerà i suoi muscoli per fare di sé una vera statua del Dio della guerra.

Il matrimonio avviene per Ares sull'onda del coinvolgimento. Non si chiede se la compagna è quella adatta, se ci sono i presupposti per un rapporto stabile, se potrà aiutarlo nella vita e nella carriera: semplicemente, se la cosa accade e lui è coinvolto, lo fa. Facilmente avrà messo incinta la donna prima. La vita coniugale procede bene inizialmente: quando comincia a complicarsi con le sue scappatelle o l'instabilità sul lavoro data dalla sua intemperanza, la sua natura reattiva e iraconda potrebbe portare a litigi forti e anche al divorzio. Può anche succedere che un Ares, sposatosi presto per pressioni famigliari o per aver messo incinta la donna, scopra più tardi il mondo dell'intelletto o trovi un modo di fare carriera e crescere; potrebbe allora scoprire che lei non è ciò che desidera, o che il rapporto con la moglie ha esaurito la libido ed è ormai vuoto, oppure lei è diventata gelosa e bisbetica: facilmente la lascerà a quel punto per farsi una vita nuova.
Spesso Ares mette al mondo molti figli, senza davvero curarsi di ciò che sta facendo,‘preso dal momento'. Se la donna non si previene con contraccettivi, la scommessa può essere pericolosa. Se la vita famigliare è felice, egli è coinvolto e ha un ottimo rapporto con i figli, molto presente e fisico: porta lui alla partita di calcetto tenendogli un braccio attorno al collo, porta lei a danza e ci balla assieme, se li carica entrambi in spalla. Fin quando sono piccoli ci son pochi problemi. I conflitti cominciano quando spunta l'adolescenza e i figli possono diventare introversi o intellettuali, giudicandolo inopportuno, invadente o non all'altezza. Se il modello è invece di un Ares rifiutato e risentito (magari con un'infanzia poco felice), è possibile che i figli diventino da subito il bersaglio della sua violenza. Se poi è alcolizzato (come è facile che sia), la paura e il panico governano l'ambiente domestico nei momenti in cui egli è presente in casa. A quel punto, una separazione è auspicabile per lo sviluppo armonico e sereno dei figli.

Mezz'età e vecchiaia
Oltre che alla sua buona sorte, la posizione sociale dell'uomo Ares raggiunta la mezz'età dipende in buona parte dalla famiglia di provenienza: se è di ceto medio-alto, sarà dura per lui poiché il canone socialmente accettato dell'uomo “arrivato” è colui il quale ha conquistato il potere, è in grado di gestire persone e denaro, è freddo e distaccato – qualità che Ares difficilmente sviluppa. Facilmente ricalcherà allora il mito del Dio: bersagliato dal disprezzo, viene giudicato indegno e rifiutato – e spesso cade vittima dell'alcolismo. Si può immaginare la pressione psicologica ed emotiva su di un Ares nato in una famiglia di professionisti o imprenditori costretto a prendere il posto del padre: egli sa dal principio di non saper sostenere i ritmi del genitore, non è all'altezza del compito. è fondamentale per lui un sostegno emotivo che lo aiuti ad accettare le proprie qualità e potenzialità, nonché un percorso di emancipazione progressiva dall'ambiente famigliare che lo porti a scoprire le sue attitudini. In un ceto più basso, come quello operaio, gli è più facile integrarsi stabilmente e con profitto.
Nella mezza età lo schema di Ares è già settato: la vecchiaia seguirà di conseguenza. Ma Ares spesso non arriva alla vecchiaia: lo stronca un attacco di cuore precoce, oppure si caccia in qualche guaio di troppo da cui non esce più fuori – un episodio di violenza, un incidente, un diverbio in cui si lascia coinvolgere. Anche un forte stress e frustrazione possono abbatterlo, specialmente in periodi di crisi economica in cui le fabbriche chiudono o il personale viene tagliato. Qualche uomo Ares tuttavia sopravvive anche molto felicemente: circondato dalla famiglia, si gode lo sport in televisione e i suoi hobbies, si incontra coi suoi vecchi amici, allena i nipotini, vivendo il presente come se non dovesse finire mai.

Vie di crescita e Redenzione dell'Archetipo
Ares è un Archetipo che nel mondo odierno si trova sempre più raramente allo stato puro: proprio per le sue caratteristiche inadatte alla sopravvivenza in questo tempo, è facile che i suoi portatori lo affianchino in giovanissima età ad altri Archetipi di sostegno, oppure lo reprimano prematuramente (causando non poche problematiche al livello dell'Io). Averlo in sé è una grossa responsabilità: Ares è il fuoco della battaglia, il guerriero senza paura, la spada che taglia e divide, l'onore che brucia come un vessillo. è la causa prima di tutto, la vita a servizio dell'ideale, il Don Chisciotte delle cause perse. Il suo istinto animale da predatore lo guida alla reazione immediata e lo rende schiavo delle sue emozioni cieche. Lasciarsi dominare da un Archetipo simile significa mettere in pericolo se stessi e gli altri; redimerlo, significa possedere la forza e la grinta di affrontare qualsiasi battaglia con cuore fermo e sicuro.

L'Ombra del Passato: la Ferita del Guerriero
Gli uomini Ares, a causa del loro temperamento, vengono spesso e volentieri nel corso della loro vita umiliati, terrorizzati, subiscono violenze. Il loro fuoco interiore, per poter continuare a bruciare, incenerisce questi ricordi, li disintegra, caccia le ombre lontano dal cerchio di luce: mettono in atto una vera e propria rimozione, rimpiazzando quella fastidiosa sensazione di sottomissione con la rabbia e la violenza cieca. Avendo rimosso tutto questo, Ares diviene incapace di mettersi nei panni della vittima ed empatizzare con essa – seppure egli sappia meglio di chiunque altro cosa significa essere sottoposto a soprusi. In questo modo, tagliato il canale che gli consente di ‘compatire', la sua violenza non conosce confini e sfocia nella crudeltà più disumana. Per poter guarire da questa bestia inconscia Ares deve tornare a salvare il bambino interiore, l'orfano rinnegato dal padre e che egli stesso ha abbandonato. L'Archetipo che lo aiuta in questo percorso è Ermes, che gli consente di varcare la soglia sigillata dell'Ombra e lo riporta alla dimensione del bambino, sollevando i pesi del passato e riportandogli il sorriso. Spesso Ares necessita in questo suo viaggio di un supporto esterno, che sia uno psicoterapeuta professionista o una persona di grande fiducia a cui appoggiarsi, che funga da Ermes esteriore finché non sia lui stesso a trovarlo in sé e coltivarlo. C'è un mito che narra dell'occasione in cui Ares fu imprigionato in una giara dai giganti Aloadi, che per poco non lo uccisero: fu proprio Ermes in quell'occasione a tirarlo fuori. Trasposto psicologicamente, vediamo come sia proprio Ermes la chiave che emancipa Ares dall'incubo della violenza. Se l'uomo Ares impara a coltivare il Dio alato dentro di sé, anziché rispondere immediatamente con il corpo, imparerà a replicare con la parola, con l'ingegno, ad aggirare l'ostacolo per colpire in maniera più sottile e mirata, ottenendo la vittoria. L'aria di cui Ermes è portatore vivifica il fuoco di Ares, moltiplicando le sue opportunità di successo e integrazione.

Danzare il Demone
Non pago di dover gestire un'impulsività strabordante, Ares potrebbe sperimentare una doppia frustrazione: il regno della mente gli è precluso per natura, mentre il regno del corpo (in cui invece si troverebbe a suo agio) viene mal giudicato ed escluso per lui dalla società. Ares si trova a questo punto in un limbo, in cui non può vivere nella testa e nemmeno nel corpo: è una bomba a orologeria, pronto a esplodere continuamente, schiavo della pressione interna e della frustrazione. Oltre a un percorso (più lungo) che lo porti a esplorare i reami della mente, Ares necessita di riappropriarsi del mondo che gli appartiene naturalmente: il suo corpo. Per farlo, deve dare sfogo ad esso in modo sano: la pratica di uno o più sport, le arrampicate in montagna, sono tutti ottimi modi; ce n'è tuttavia uno che coniuga più aspetti importanti: la danza. Proprio come accadde attraverso il suo mentore Priapo nel mito, con la danza Ares scopre diversi aspetti: primo, il contatto col suo corpo; secondo, la capacità che ha la sua vitalità di creare armonia e bellezza; terzo, il rapporto di coppia, l'intesa e il ritmo di cui necessita per poter funzionare. Con la danza, Ares scopre Afrodite: è un viaggio che, abbandonato il pregiudizio, lo porta a contatto profondo con se stesso e con gli altri, fino a scoprire il mondo femminile e l'alchimia che ad esso lo lega indissolubilmente.

Il Mentore Interiore
Ares è un guerriero che manca di guida. Spesso è egli stesso che la rifiuta, per orgoglio o testardaggine, altrimenti non ha saputo attirare a sé il mentore di cui aveva bisogno, scegliendo Priapo, ossia persone più simili a lui che confermino la sua tesi senza metterlo in crisi. Quando Ares si accorge però che il suo dilemma ha origine nel momento in cui reagisce ciecamente perdendo la testa, è lì che deve escogitare un modo di contattare il giusto mentore. Se l'orgoglio gli impedisce di piegare la testa dinanzi a figure intellettuali da cui rifugge, può cercare l'ausilio di queste dentro se stesso, negli Archetipi che in lui sono latenti. Questi due Archetipi sono Apollo e Atena, i due Dèi strateghi, razionali e distaccati. L'immaginazione attiva in questo caso può tornargli utile: quando sente il flusso di sangue salirgli alla testa, può immaginare proprio le fattezze del Dio o della Dea che gli mettono una mano sulla spalla (come Atena fece con Achille) e lo consigliano. La saggezza non è estranea ad Ares: deve solo darsi la possibilità di frequentarla. Un escamotage che gli consenta di fermarsi e riflettere, attingendo a una nuova parte di sé, può fargli fare grandi passi nell'acquisizione del tanto agognato autocontrollo.

Da Ares a Marte
C'è una differenza sostanziale tra il Dio greco Ares e il romano Marte: lungi dall'essere un semplice rampante e impulsivo scavezzacollo, Marte era il padre di Roma, genitore di Romolo e Remo, protettore della comunità. L'uomo Ares ha in sé la capacità di compiere egli stesso quest'evoluzione, da guerriero a difensore: necessita della stabilità dell'Archetipo Terra per radicarsi e proteggere (che facilmente a contatto col suo fuoco genera Dioniso, anch'egli famoso per la capacità di prendersi cura dell'oggetto del suo amore), fino a beneficiare di Zeus, l'Archetipo paterno per eccellenza. Il volto di Marte consente al figlio guerriero di diventare padre, e mettere la sua forza e il suo fuoco a servizio delle persone, innescando una catarsi evolutiva dell'impeto rozzo che lo anima verso un riconoscimento e un'utilità sociale aggregante, piena di soddisfazioni.