The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Saturno



A cura di Bardo

Saturno

Introduzione
Saturno (il greco Cronos) era il Padre dei Padri, il Grande Anziano padrone del Tempo e figlio di Urano (il Caos primordiale) e Gea (la Terra). Evirò suo padre, dando così ordine al caos primigenio e, secondo i Romani, sotto il suo dominio ebbe inizio quella che viene denominata Età dell’Oro, l’immagine idilliaca di locus amoenus d’eterna primavera, allorché nei fiumi scorrevano latte e miele e i campi davano frutti senza esser coltivati. è considerato per questo anche il padre dei cicli della natura e dell’agricoltura; il suo nome contiene la radice “sat”, significante pienezza e abbondanza (vengono da essa le parole “satollo”, “saturo”, “sazio”, “soddisfatto”). Eppure, accanto all’abbondanza viveva il volto sterile dell’ordine estremo: Saturno divorava i propri figli, per timore che uno di essi potesse spodestarlo e ucciderlo, così come fece lui con suo padre Urano. La moglie Opi (o Rea, un Archetipo demetrino assimilabile a Terra) riuscì a nasconderne uno, Zeus, il quale infine lo uccise e liberò dal suo ventre i suoi fratelli e sorelle, dando vita all’Età dell’Argento, che è quella della generazione degli Olimpi che conosciamo.
Simboli legati a Saturno erano la falce della mietitura (abbinata nell’iconografia successiva alla Morte, il Grande Mietitore) e la meridiana, il ciclico disco adoperato per il calcolo del tempo; in tempi più recenti la figura di Cronos fu sincretizzata con altre divinità, ad esempio Kairos (il “momentum”, l’attimo perfetto), guadagnando attributi come le ali piumate. Sacro a lui era il giorno del Sabato, e attorno ai giorni del Solstizio d’Inverno si celebravano i Saturnalia, con un sacrificio al tempio del Dio, un banchetto pubblico, scambi di doni (come è rimasta usanza nel Natale) e festeggiamenti che perduravano e prevedevano il rovesciamento delle regole e delle gerarchie (assai simile al nostro carnevale, che è slittato a Febbraio).
Vediamo anche qui l’ambivalenza di cui il Dio e l’Archetipo sono portatori: l’ordine e il rigore che arrivano alla sterilità accostati al rovesciamento completo delle regole e all’abbondanza. Come ogni grande concetto, Saturno incarna se stesso e il suo contrario, la luce e la sua ombra, i due volti della medaglia.
Trattandosi dell’unico Archetipo Anziano, primigenio rispetto agli altri, è latore di un complesso energetico molto pesante. Portarlo in sé implica dover fare i conti con un’anima doppia, che ordina e governa ma che al contempo può uccidere e rendere schiavi: se fuori controllo, il governo di Saturno su se stesso e sull’ambiente può portare un inaridimento e uno svuotamento nella rincorsa frenetica all’ideale, allo schema, perdendo completamente di vista il lato umano; quando Saturno perde contatto con se stesso trasformandosi in un “esecutore celeste”, un giudice tagliente come una spada, muore ai propri sentimenti e al contempo li inibisce anche nell’ambiente che lo circonda, sicché a un’analisi esterna tutto può sembrare funzionare perfettamente, mentre all’interno degli individui qualcosa è morto o necessita di ribellarsi. L’ascendente saturnino è infatti portatore di un germe distruttivo, insito nella sua tendenza a progredire verso gli estremi. Redimerlo significa rendere questo germe distruttivo/ordinatore un’arma potentissima per l’evoluzione di se stessi e degli altri.

Morfologia
Saturno è un tipo longilineo, molto alto, ma dal sembiante curvo e stanco, dimesso, precocemente senile. Il suo passo è plantigrado, lento e goffo, così come i suoi gesti, imbarazzati e rari. Il viso è “a forma di mandorla spuntata”, allungato e schiacciato ai lati (simbolo della pressione dell’ambiente), terminante in un mento quadrato, “a ganascia”; la fronte presenta rughe orizzontali e pieghe a “V” tra le sopracciglia, è alta, stretta e rotonda, l’occipite piatto, dolicocefalo, cranio a cupola, tempie lisce e infossate; l’angolo facciale è quasi retto (sintomo di biliosità), le orecchie son grandi, piatte, appena orlate, con lobo cascante e cartilagini pesanti, appaiono attaccate alla testa – anch’essa grande; il naso è lungo e stretto, ossuto, affilato in punta e spiovente sul labbro superiore (le narici sono larghe e spesse ma sembrano chiuse perché la punta e le ali del naso formano un triangolo); la bocca è grande, triste e imbronciata, con gli angoli in giù e il labbro inferiore spesso sporgente su quello superiore. La barba è scura e disordinata, dura, irsuta; i capelli sono nerissimi, erti, lisci e opachi, spesso grassi, in alcune zone appaiono radi e sovente anticipano la calvizie precoce; le sopracciglia arcuate, circonflesse, abbastanza lontane dagli occhi, che appaiono neri e opachi come i capelli e molto infossati nelle orbite; il collo è lungo e magro, scarno, con il pomo d’Adamo pronunciato. Il colorito è bilioso, giallo pallido. Il petto è stretto e ossuto, il ventre incavato; mani e piedi sono lunghi.
Saturno è sempre alto e magro, con l’ossatura grossa e le articolazioni poco elastiche; ha le vene dilatate e sporgenti che spiccano sulla pelle bruno-giallastra, dura, secca e pelosa. Una caratteristica spicca a prima vista: la mancanza di proporzioni sottolineata dalla costante magrezza del soggetto; la statura alta, il petto stretto e incavato e le spalle strette e curve con gli arti scimmieschi sottolineano ancor più questa sproporzione. Le sue anche sono ossute e sporgenti, grosse, la schiena curva, magra, con le vertebre in evidenza; le spalle incurvate anch’esse generano infossature e scapole alate. I muscoli sulle braccia e le gambe sono poco sviluppati, ma molto pronunciati; le mani lunghe mostrano tendini molto evidenti e un nodo filosofico molto sporgente, i piedi ossuti e piatti hanno vene marcate e il tallone largo e schiacciato. Le gambe in particolare sono gracili, deboli e spesso coperte di peluria. Anche il volto di Saturno comunica stanchezza: le sopracciglia sporgono sull’occhio infossato, riparandolo, accentuandone l’assenza di luce e di brillantezza che lo caratterizzano; le palpebre cadono spesse e pesanti sull’occhio, la parte superiore è alta e curva, sicché il sopracciglio può alzarsi facendo corrugare la fronte in senso orizzontale (marcando la cosiddetta “riga saturniana”), mentre la zona inferiore è larga e spessa, gonfia e grinzosa con rughe spioventi; le guance sono flosce e cadenti, accentuano le linee attorno al naso. Tutto in lui comunica tristezza, severità, concentrazione.
L’atteggiamento di Saturno è caratteristico: riflette il suo scoraggiamento. Quando è in piedi, tiene le braccia abbandonate lungo il corpo, la testa china in avanti o di lato, la schiena curva, spesso appoggiato a qualche sostegno come se avesse un equilibrio instabile; sembra più vecchio della sua età, eppure vive a lungo in genere, perché sa economizzare le sue forze. Quando si siede, appoggia tipicamente un gomito sul ginocchio e la testa sulla mano, mantenendo il suo atteggiamento chino in avanti, confacente alla stanchezza e alla meditazione. Quando è sdraiato, sta volentieri appoggiato su un gomito, a destra o a sinistra, per pensare o per leggere. Il suo passo è lento, grave, imbarazzato; lo si vede spesso camminare con lo sguardo a terra, parlando da solo e sembrando assorto in pensieri amari e profondi. Gesticola raramente e in modo goffo, poiché le sue articolazioni sono anelastiche, oppure in modo lento, riflessivo, persuasivamente ripetuto; non manifesta né originalità né spontaneità, quando parla sottolinea il discorso senza brio né veemenza. I suoi movimenti sono tutti guidati dalla volontà, a meno che non soffra di tic nervosi o turbe; spesso si presentano in lui manie dei tipi più disparati, facilmente sfocianti in atteggiamenti ossessivo-compulsivi. La sua voce è grave e sorda, poco armoniosa, con un timbro più o meno accentuato ma sempre un po’ gutturale, spesso cavernosa e con un tono quasi tragico; parla sempre lentamente, sorride raramente, non ride mai, talvolta si lascia sfuggire un amaro singhiozzo. Difficile trovare in lui grazia o eleganza, i suoi tratti sono oggettivamente duri e spiacevoli; la sua anima tuttavia sa essere profonda, così come il suo intelletto, capace di vera potenza.
Il foglietto embrionale corrispondente è ento-ecto, ecto-ento oppure ecto puro (con dietro comunque una presenza ento, che gli dà la perseveranza). Caratteriologicamente può essere un amorfo para-sentimentale, un flemmatico para-nervoso o un apatico para-sentimentale. Possibile anche un nervoso para-flemmatico. La funzione introversa nel tipo è generalmente dominante. Il binario di medicina cinese corrispondente è metallo puro, a cui si accosta facilmente il legno, oppure il fuoco; possibile anche una variante legno-metallo.
Il tipo femminile di Saturno rimanda nelle sue caratteristiche principalmente ad Atena; alcuni suoi tratti tuttavia possono insorgere in donne Era (la gelosia, il materialismo, il giudizio castrante e moralista), Estia (l’isolamento, la freddezza e l’autosufficienza) e Persefone (il dominio psicologico tenebroso).

Psicologia e caratteriologia
La facoltà principe di Saturno è la logica. Intelligente e colto, ha un’attitudine notevole per le scienze astratte, la matematica, la filosofia, la critica. è un ragionatore, un logico che eccelle nelle discussioni. Da metafisico, erige a dogma le sue concezioni; da fisico, pone assiomi da cui trae altrettanti articoli di fede che dimostra in astratto con i calcoli; da biologo o chimico si dedica all’analisi minuziosa degli elementi. In tutti i campi del pensiero e dell’attività intellettuale si applica a dimostrare principi e fatti attraverso il ragionamento, salvo poi costringere gli ascoltatori ad accettare le sue posizioni senza permettere discussione sul suo metodo. Meticoloso classificatore, è portato a sistematizzare tutto, fino all’estremo – fino a cadere nell’utopia: allora finisce per distruggere il reale ed edificare l’immaginario. C’è da dire che ha un notevole senso pratico e dell’ordine, perché gioca con dati e numeri con una sicurezza e arditezza impossibili per il profano. Logico infaticabile, deduce tutte le conseguenze dal principio che egli stesso ha posto, dal fatto che ha osservato o l’assioma enunciato.
è un dogmatico intransigente, qualsiasi sia il campo in cui si applica. Incline alla religiosità fino alla superstizione, traspone nel campo scientifico, sociale, filosofico o letterario il suo bisogno di fede dottrinaria o di proselitismo. Religioso di natura, ma soprattutto per bisogno e per ragione, la sua anima è costantemente turbata dal dubbio, che lo rende infelicissimo e lo precipita in un’amara disperazione, spingendolo talvolta al suicidio. Pensa spesso alla morte, eppure la teme; la sua agonia è terribile, disseminata di proteste disperate e trova pace solo nella religiosità. Nella fede è austero fino all’ascetismo e alla mortificazione.
Uomo meditativo, profondo pensatore, ricercatore, paziente nel lavoro, la sua mente non riposa mai ed è costantemente occupata dalla soluzione di problemi, più o meno gravi. Saggezza e prudenza lo caratterizzano, la sua mente è penetrante e vivace, sembra possedere tutta quella vivacità che al corpo manca. Quando è concentrato, sa diventare molto penetrante. Riflessivo e previdente, è un ottimo consigliere; ha una memoria duratura che registra ogni minimo fatto, lo archivia e lo ritira fuori nel momento del bisogno. Tenace nelle sue opinioni, perseverante nei progetti, testardo nell’esecuzione dei piani, porta avanti i suoi affari con abilità, seppure necessiti di lunghe ponderazioni prima di prendere una decisione, valutando tutti i pro e i contro implicati.
L’arte per lui è il risultato di una scienza: la musica è una combinazione matematica, che nulla ha a che vedere con la sensibilità dell’artista. è più portato per il disegno geometrico che per quello libero, ispirato dalla natura. In letteratura si applicherà ala saggistica e alla speculazione filosofica, discuterà il senso filologico delle parole, farà critica o si adopererà in compilazioni metodiche di documenti.
Saturno è spesso un collezionista o un antiquario. Ama vestirsi di scuro, generalmente di nero. La sua casa ha sempre un aspetto austero, freddo, da cui si percepiscono le minute economie domestiche; la luce filtra poco dagli spessi tendaggi dando un senso di penombra costante. Può prediligere mobili d’epoca, in legno scuro, stile rinascimentale, oppure uno stile moderno e spigoloso, asettico.
Grave, austero, schiavo del dovere e melanconico, Saturno parla poco, come se temesse di dissipare il flusso del suo pensiero. Pesa ciascuna parola che proferisce e spesso utilizza motti e sentenze. Dice solo ciò che vuole dire, ricacciando dentro di sé emozioni, impressioni, dispiaceri, tacendo i suoi progetti che sono difficili da indovinare. è un politico e diplomatico consumato: con la sua prudenza e perseveranza riesce a portare a termine gli affari più difficili; non è mai a corto di argomenti per trarsi d’imbarazzo e coglie con abilità gli errori dell’avversario per utilizzarli a proprio vantaggio.
Avaro di promesse, mantiene però scrupolosamente la parola data dalla quale si sente indissolubilmente legato. Le decisioni che prende sono irremovibili. In lui è sviluppato al massimo grado l’amore per l’indipendenza, pur tuttavia la ragione e la volontà di cui è potentemente dotato lo rendono capace di sottoporsi alle regole più austere e le discipline più rigorose. Schiavo dell’abitudine, fa di tutto per non perderla. è uno di quegli individui maniaci dell’ordine, che si siedono tutta la vita sulla stessa poltrona e fanno determinate attività a orari stabiliti.
Amico della solitudine e nemico del rumore, basta a se stesso e fugge l’agitarsi del mondo che disprezza. Taciturno, spesso imbronciato e triste, è pronto a prendere ogni cosa dal verso sbagliato, a supporre cattive intenzioni e a sospettare, a ritenersi odiato o disprezzato, perseguitato. Ombroso e suscettibile, meticoloso fino alla maniacalità, semina tristezza intorno a sé e la sua presenza basta a bloccare gli slanci di gioia, le risate, gli scherzi.
Egoista, parsimonioso, nasconde dietro una falsa umiltà il triste orgoglio e la goffa timidezza, e finisce spesso per intristire e mettere a disagio le persone. La sua misantropia spesso si manifesta con amari sarcasmi e un pessimismo disperante. Accorda difficilmente la propria amicizia per via della sua diffidenza, ma se lo fa il suo amore e il suo affetto sono profondi, costanti e devoti. Altrettanto costante è il ricordo delle offese subite, che solo raramente e con difficoltà perdona. è poco sensibile alla voluttà, e inadatto all’amore.
Nel lavoro è infaticabile: la sua paziente laboriosità lo rende in grado di sopportare qualsiasi aggravio, anche eccessivo. è un dominatore silenzioso, testardo, triste ma perseverante, che annichila e disciplina tutte le volontà per assicurarsi un potere indiscutibile; “Signore del Tempo”, con la sua logica e la sua volontà vince tutto ciò che cerca di vivere fuori dal suo dispotico e tenebroso dominio. Sogna segretamente di dominare la società e governarla in modo occulto. Può essere un tradizionalista intransigente, come anche un rivoluzionario determinato a far tabula rasa del passato per dominare il presente e creare le leggi dell’avvenire.

Disturbi fisici e malattie morali
La malattia morale di Saturno è il rigore: è talmente univoco questo Archetipo da non avere una trasmutazione “negativa”, il suo essere palesa già luci ed ombre evidentissime che lo imprimono a fuoco nell’immaginario e nel concreto. Ed è proprio questa sua “univocità” la sua dannazione: la volontà indomabile di Saturno taglia lo spazio e il tempo, l’animo umano e il sentimento, giungendo all’egoistico ordine desiderato. Una linea retta senza curvature è destinata a diventare secante, a spezzare e tagliare ciò che incontra nel suo tragitto; se poi l’obiettivo cui tende è perverso – e facilmente lo diventa col tempo, a causa della tendenza all’estremismo del tipo – allora semina solo aridità. Saturno non sa cosa sia l’integrazione: egli non si piega e non si spezza, ma plasma l’ambiente a sua immagine e somiglianza senza chiedersi se ciò sia giusto o sbagliato, senza tenere in considerazione il bisogno altrui di espressione e di vita. La legge personale a cui costringe il mondo e se stesso è la sua stessa prigione: lo isola dal flusso vitale e dal caos creativo che egli aborre, ma che invece lo completerebbe se integrato. La sua redenzione passa appunto attraverso l’integrazione, l’apertura al disordine vitale e alla libertà, allo scambio con l’ambiente anziché il rapporto unidirezionale di controllo.

Il Saturno degenerato è in tutto e per tutto identico al tipo standard; si avvisa un’accentuazione dei tratti descritti che li rendono ancora più evidenti: guance più scavate, volto ancor più smagrito, zigomi più sporgenti; fronte solcata da innumerevoli rughe, colorito plumbeo, occhi ancor più piccoli nelle orbite che lanciano sguardi inquieti, spesso sopravviene la miopia; il corpo comincia a esalare un cattivo odore e le gambe si coprono di vene varicose e ulcere. Psichicamente sopravviene l’inquietudine, aggravata dal sospetto e dall’invidia; spia gli altri, tende imboscate, la sua parsimonia diventa brutale avarizia e lo trasforma in un essere disumano, logorato da turbe maniacali e nevrastenia. Da malato è assalito da tossine che non sono tutte di tipo microbico, bensì spesso di origine psichica: tossine morali, di preoccupazioni, di dispiaceri, che intaccano il soggetto alterandone la morfologia primitiva. Saturno assorbe tutto ciò che gli passa vicino: trattiene tutto e non elimina nulla. La sua salute è instabile, e si mantiene solo grazie alla disciplina e alle restrizioni che si autoimpone. La sua magrezza e carenza muscolare non lo invoglia a fare attività sportiva, per cui generalmente è un tipo che non brucia tossine e non centrifuga le scorie dell’organismo. La sua evoluzione avviene a spese del vigore fisico: la longevità di cui gode è dovuta al suo istinto di parsimonia energetica. I mali da cui viene assalito sono il frutto della mala epurazione delle scorie: ipertensione arteriosa e arteriosclerosi, reumatismi cronici, litìasi epatiche e renali, stitichezza. Tipiche sono anche le malattie autoimmuni, sintomo psicosomatico dell’auto-castrazione che si impone e che lo uccide (tutte le malattie autoimmuni hanno matrice saturnina, per cui al loro insorgere si evidenzia nei pazienti una disfunzione della relazione energetica con l’Archetipo Saturno). Psichicamente è un bilioso, il suo carattere intransigente, orgoglioso e dominatore lo rendono insopportabile e lo allontanano a poco a poco anche dai familiari. Le sue tendenze esasperate lo rendono ipercritico e malevolo; a questo punto, nel disordine del suo stato mentale, se non ha trovato un appiglio nella fede può cercare il suicidio.

I rimedi omeopatici base per Saturno sono due: Thuya e Sepia, accompagnati da Baryta Carbonica. La prima si somministra in presenza di depressione psichica con ansia, melanconia con crisi fobico-ossessive di tipo cinestesico (crede di avere il corpo fragile come vetro, o sente un corpo estraneo dentro il ventre), idee coatte con disturbi cinestesici (goffaggine, difficoltà di deambulazione). Il malato Thuya è depresso, con tristezza, apatia e abulia alternate ad agitazione e impazienza; fisicamente soffre di dispepsia, meteorismo, verruche e cefalee; tipico di Thuya è anche il sudore dolciastro che ricorda l’odore di cipolla. Sepia invece viene somministrato in presenza di tristezza e abbattimento con pessimismo, indifferenza e apatia, nei soggetti con desiderio forte di solitudine che arrivano a isolarsi dalla famiglia e da ogni interesse; il malato Sepia è irritabile con se stesso e gli altri, piange in disparte biasimando i suoi mali ma sperimenta un’insensibilità affettiva e perdita della libido. Fisicamente ha disturbi circolatori, vasomotori, con vasocostrizioni localizzate e sudori profusi, e rallentamento epato-portale; si presentano intolleranza al latte e derivati e desiderio di cibi acidi. Baryta Carbonica è invece il rimedio dell’invecchiamento precoce (tipico saturnino), per tutti i disturbi della memoria (arteriosclerosi, insicurezze fobiche, difficoltà di apprendimento e memorizzazione), deficit immunologico e ingorgo del sistema linfo-ghiandolare.
Come rimedio di supporto può tornare utile Nux Vomica, i cui sintomi sono impazienza e irritabilità, bassa tolleranza ai rumori e alle contrarietà, depressione ipocondriaca, suscettibilità, manie di persecuzione, crisi di collera e tendenza polemica. Nux Vomica migliora con il calore, mentre sta peggio assumendo eccitanti.
Per migliorare il regime di vita di Saturno, occorre farlo uscire dal suo stato di inerzia fisica e riuscire a inserire nella sua routine l’esercizio fisico; basta anche una passeggiata di un’ora per migliorare sostanzialmente il suo stato, tutto sta nel riuscire a scardinare la sua abitudine alla sedentarietà: una volta fatto questo, Saturno procederà nel percorso con la sua stoica testardaggine.

Sviluppo
Come per tutti gli Archetipi, la descrizione psicologica che viene fatta in questa sede è del tipo base. Alcune di queste caratteristiche possono mancare nel metatipo dell’individuo preso in analisi, alcune fasi della vita possono essere dominate da altri Archetipi. Saturno può manifestarsi in determinate situazioni, ad esempio in concomitanza con il periodo della senilità, oppure in risposta a un regime di vita o un ambiente routinario, in cui la novità è pressoché assente e tutto è scandito regolarmente; ci accompagna anche quando scegliamo di mettere ordine, pianificare e ponderare, affrontare il mondo astratto delle idee e dei concetti. Oppure può essere il protagonista di momenti o ambiti definiti, come quello lavorativo, sociale o affettivo. Di seguito osserviamo il percorso del tipo base.

Infanzia – I genitori
Di Saturno viene detta una cosa: “nasce vecchio, e muore bambino”. è spesso ciò che accade, il tipo Saturno da piccolo è serio, calmo, silenzioso, pacato, quasi pigro si direbbe, si dedica a cose che agli altri bambini non interessano, la sua mente sembra già ruminare informazioni e teorie; col tempo, questa tendenza può subire un graduale cambio, fino a invertirsi in mezz’età e vecchiaia, allorché Saturno scopre improvvisamente la libertà e spacca definitivamente e per sempre i suoi schemi, godendosi quella fanciullezza che in fondo non si è goduto prima.
Saturno è un bambino indipendente e ordinato, non c’è bisogno di ripetergli le cose due volte e prende velocemente le buone abitudini diventando presto autosufficiente. Se però gli viene chiesto di sforzarsi e faticare fisicamente, non la prenderà volentieri. Facilmente imparerà a parlare prima di camminare, e leggere sarà per lui una grande scoperta e un piacere. Se ne deduce che le amicizie con i coetanei scarseggeranno, o saranno comunque molto selezionate: è un bambino molto critico, fino a diventare bacchettone addirittura (e i genitori si chiederanno da chi abbia ripreso). è semplicemente la sua indole che si esprime precocemente, dandogli la direzione che seguirà lungo la sua esistenza. Per dei genitori razionali come un’Atena o un Apollo può essere un figlio perfetto; un padre Zeus e una madre Era lo troveranno manchevole a livello sociale, è troppo introverso e cupo, fa preoccupare le insegnanti che lo vedono isolato e apparentemente triste e chiederanno spiegazioni. Spesso Saturno ha degli amici immaginari, o semplicemente parla da solo e pontifica sui suoi intrattenimenti. Una madre Afrodite potrebbe aprirlo al sentimento e far trapelare una luce diversa nel suo percorso; se però si tratta di quelle Afroditi che “appaiono e scompaiono”, prese dal loro mondo e che dedicano al figlio attenzioni intermittenti e disorientanti, per contro potrebbe rinsaldare il suo rigore e la sua chiusura, nonché la diffidenza nei confronti delle persone.
Sebbene Saturno si prepari da solo sin da piccolissimo alla strada che lo formerà, il supporto parentale in questa fase è fondamentale per la costruzione della sua autostima: se troverà dei genitori che lo approvano e lo appoggiano, potrebbe sviluppare fiducia in sé e nel prossimo, scoprendo altri Archetipi accessori che lo mettano in comunicazione sistemica col mondo, evitando così la trappola della misantropia e della reclusione. Altro fattore che potrebbe mettere in crisi la crescita di Saturno è la povertà: Saturno non ha le risorse fisiche di un Ares o la versatilità di un Ermes, in una famiglia che non ha la possibilità di farlo studiare e che necessita di qualcuno che svolga lavori manuali la sua capacità logica e la sua mente sofisticata hanno pochi stimoli e poco spazio per svilupparsi, viceversa gli viene richiesto un impegno fisico che lo logora assai presto.

Adolescenza e prima maturità – Il lavoro, i rapporti, matrimonio e famiglia
Saturno conosce la sua strada e la persegue con passo studiato e perseveranza, sopportando stoicamente qualsiasi difficoltà. A scuola è facilmente tra i migliori, se non il primo della classe; facilmente è il tipo nozionistico, che ricorda date e dettagli con precisione impressionante, oppure il filosofo pontificatore che elucubra su tematiche astratte. Se prevale il foglietto entoblastico, avrà bisogno dei suoi tempi, ma arriverà sempre all’obiettivo; se prevale l’ectoblastico, avrà una mente più fervida e rapidità di esecuzione; qualunque sia il caso, Saturno sa che il tempo è suo alleato – nonostante ne percepisca bene il peso. L’educazione fisica senza dubbio è la materia in cui troverà più resistenze. A casa, è il tipico bambino cui non c’è bisogno di ricordare di studiare: ha i suoi tempi e le sue routines che svolge diligentemente. Sarà anzi necessario proporgli di uscire e fare due passi anziché stare tutto il giorno chiuso in camera.
Sviluppa facilmente interesse nella religione (specialmente quella cattolica), cui si dedica con fervore fanatico; anche qui, frequenterà le funzioni con metodo e fedelmente, facendone un appuntamento fisso. La cupezza del cattolicesimo, il senso di colpa e l’espiazione anche dolorosa, l’atmosfera ombrosa delle chiese e il loro silenzio senza tempo esercitano su Saturno un potere unico. è un ragazzo che ha profonde paure, ma non ne manifesta il minimo accenno all’esterno, se non in privato o davanti a un’immagine sacra, a cui si prostra.
L’università è un percorso quasi obbligato per lui, che lo porta all’affinamento delle sue conoscenze già vaste: materie scientifiche, matematiche oppure filosofiche sono tutte valide. Seguirà volentieri anche un percorso di dottorato e affiliazione accademica se ne ha la possibilità: l’idea di poter plasmare menti giovani e occupare una cattedra (finché morte non lo separi… e sarà a lungo) lo alletta parecchio; ma anche un percorso da ricercatore gli si addice, per il tipo di applicazione metodica e sistematica.
La sua adolescenza e prima maturità saranno proiettate molto sullo studio e poco nel sociale, acuendo lo spartiacque tra lui e il resto del mondo; se tuttavia trova un’anima gemella con cui spartire le sue routine, può nascere una storia solida – magari monotona, ma duratura; è facilmente un’Atena che gli si avvicina, seppure la combinazione perfetta per Saturno è una donna Terra, pratica, solida, sorridente, anche rozza nei modi ma che lo bilancia perfettamente come controparte materica, o una Demetra, più accogliente e tenera e legata al bisogno di nucleo famigliare (i problemi con Demetra nascono poi con i figli, allorché lui tenterà di fagocitarli nei suoi ritmi e nelle sue leggi, mentre lei li difenderà a spada tratta viziandoli e disfacendo il lavoro del marito). Con le donne Era e le Afrodite si troverà probabilmente molto male, poiché entrambe cercheranno da lui ciò che egli non può dare (status e attenzioni, piuttosto che sensualità e passione). Nel sesso Saturno è metodico come nella vita: la libido non ha per lui grande attrattiva, svolge il suo compito finché l’obiettivo non è raggiunto, senza slancio o particolare partecipazione.
Se è omosessuale, probabilmente vivrà la sua condizione in paranoia e melanconia. Il suo isolazionismo e mancanza di gregarietà mal si accoppiano con la socialità e la frivolezza tipiche degli ambienti omosessuali, per cui l’integrazione gli sarà ancor più difficile che in condizioni standard.
Nei rapporti amicali e con gli altri uomini non è espansivo, e non possiede una grande cerchia di persone su cui può contare. Saranno pochi quelli cui accorderà fiducia, facilmente uomini Ermes, di cui apprezza la gentilezza, l’elasticità mentale e l’ingegno, o gli Ade, cupi e cerebrali come lui; gli aggressivi e autoritari Ares come i rumorosi esasperanti Zeus o gli sregolati Dioniso non fanno decisamente per lui (seppure da Dioniso potrebbe apprendere molto sulla liberazione dagli schemi).

Il matrimonio per Saturno è una tappa di un percorso iniziato tempo prima; fedelissimo, se trova la sua anima gemella (una donna di cui può fidarsi e che lo completi) allora convolerà. Tuttavia la fiducia potrebbe rimanere un problema anche dopo il matrimonio: facilmente Saturno potrebbe riservarsi un margine di sospetto, dato semplicemente dalla sua natura e dal suo bisogno estremo di regole, che impone su se stesso tanto rigorosamente quanto sugli altri; conoscendo però bene il peso che esse comportano e la difficoltà nel seguirle, automaticamente sarà portato a pensare gli altri incapaci a reggere i propri ritmi e i propri standard. La compagna di un Saturno potrebbe avere la costante sensazione di essere sotto processo o più generalmente sotto pressione: purtroppo questo è uno dei fattori primari che portano al logoramento della coppia. Lui non chiederà mai il divorzio, resisterà anche in condizioni estreme, stringendo la presa sulla compagna fino al soffocamento: sarà lei che spezzerà il legame. I casi in cui è Saturno a farlo sono estremi, lo vedono agire nelle vesti del Mietitore, per portare un equilibrio nuovo che necessita di una tabula rasa; quello che soffrirà di più sarà sempre lui, ma si tratterà dell’ennesima auto-flagellazione che temprerà la sua volontà. Come padre, Saturno è fagocitante, rigido fino all’estremo e impossibile da trattare. Per lui, un figlio Zeus, Poseidone o Ares significa guerra aperta; stesso massacro con una figlia Afrodite o Artemide; meglio con i figli Ermes, Apollo, e le figlie Persefone, Atena ed Estia. Tuttavia rimane la difficoltà principale per i figli di Saturno, che è trovare un proprio ritmo e una propria collocazione nel mondo. Torna molto utile a questo punto accanto a lui la figura di una madre Terra, capace di vivificare e distendere l’atmosfera di casa, o una Demetra forte, capace di difendere la prole.

Mezz’età e vecchiaia
A questo punto dell’esistenza di Saturno la sua vita è facilmente assestata da un po’: un lavoro routinario e sicuro, una famiglia sotto controllo oppure una vita da scapolo metodico. è proprio ora che in Saturno potrebbe insinuarsi il germe della rivoluzione. Potrebbe essere ingenerato da un evento esterno scatenante, ma più facilmente l’esterno è per lui uno spunto ennesimo di riflessione ed elucubrazione. Quando finalmente passa all’azione, Saturno è radicale: spacca tutti gli schemi, ne crea di nuovi, si reinventa, ringiovanisce tutto d’un tratto (“incontra Ermes”, potremmo dire). Chi lo conosce potrebbe rimanere disorientato dal cambiamento repentino; tuttavia a un’analisi approfondita si può riconoscere sempre il vecchio Saturno: la volontà testarda e il bisogno di instaurare regimi sono sempre sotto pelle. Il cambiamento potrebbe comunque portarlo ad aprirsi alle possibilità e a scoprire nuovi lati di sé, nuovi Archetipi, cominciare ora a vivere un’adolescenza mai concessasi prima – finanche ad arrivare a una fanciullezza vera e propria in vecchiaia (sono esempi quei vecchietti che sembrano tornare improvvisamente bambini). Il nuovo disordine nella sua vita potrebbe anche essere portato da una malattia, tipicamente mentale, come l’Alzheimer, che seppur tremenda annienta però tutto quel sistema di barriere e muri creato in una vita, liberando un soggetto che altrimenti non avrebbe mai potuto sperimentare la libertà.
Alcuni Saturno tuttavia conducono la loro esistenza in perpetuo rettilineo, e muoiono così come sono nati, in una cornice di regole e ordine stabilito.

Vie di crescita e Redenzione dell’Archetipo
Saturno è un Archetipo molto pesante, portatore di un’impronta forte a cui difficilmente si sfugge. Non a caso si tratta dell’unico Archetipo Anziano. Fortunatamente ogni individuo è composto da un coacervo di forze archetipiche, per cui può far leva su queste altre per bilanciare la lenta e progressiva instaurazione del Signore del Tempo. Il principio distruttore, statico e sterile di alcune filosofie e religioni (come il Discordianesimo, che lo chiama con il nome di Greyface) antitetico alla vita è proprio il volto di Saturno. Va da sé che per bilanciare la sua scansione ordinata ma asfissiante e priva di ansito vitale sono necessari gli interventi di Archetipi caotici, legati al corpo e al sentimento: Ermes per primo, il bambino magico che apre le porte del cambiamento, seguito da Afrodite e Dioniso.
Coltivare Saturno e canalizzarlo, viceversa, si rivela utilissimo nell’affinamento della volontà personale e nella capacità di perseveranza e raggiungimento degli obiettivi.

Il Bambino Ritrovato
Saturno è una trappola in se stesso: bloccando il flusso vitale e rendendosi cieco alle possibilità, crea un sistema chiuso in cui auto-afferma le proprie tesi e realizza l’obiettivo della sua volontà, proteggendosi dal cambiamento. Ma è proprio questa protezione che lo chiude in realtà in gabbia, facendolo soffrire profondamente. Il dubbio è sempre latente in Saturno, ma egli se ne alimenta come un veleno, assunto a piccole dosi costanti finché non ne diventa immune. Questa operazione masochistica, questa continua auto-inflizione di ferite colpisce direttamente la parte più vulnerabile di lui: il cosiddetto Bambino Interiore (o l’Innocente, per utilizzare gli Archetipi Eroici). L’Innocente viene ferito ripetutamente, si indurisce e perde la sensibilità, si trasforma in Orfano: l’inerme vittima della vita, infelice e sfiduciato. Uccidendo in qualche modo il Bambino (esattamente come fece nel mito con i suoi figli, divorandoli) e facendone un Orfano, Saturno abdica a quella parte vivifica di sé che contiene il germe della gioia. L’unico modo che ha di ritrovarla è riprendere contatto con essa, salvandola da una vita di angherie e redimendola. Quel bambino è Ermes – è lui l’Archetipo capace di portarlo in profondità, alla riscoperta di ciò che ha perduto. Destino vuole che i Saturno e gli Ermes si attirino vicendevolmente (e non a caso): un amico Ermes o un terapista portatore di questo Archetipo può essere la chiave che aiuta Saturno a invertire la propria rotta, scoprire che la regolamentazione può avvenire anche senza l’autolesionismo e la mortificazione del sentimento, che la gioia non è un pericolo da rifuggire perché temporanea, ma può essere uno stato di esistenza costante, un atteggiamento positivo e possibilista nei confronti della vita. Questo è senz’altro il più grande dono che può essere portato nella vita di un Saturno: la speranza è che esso giunga prima della vecchiaia, in modo che egli possa fruirne quanto più possibile. D’altra parte, il percorso di consapevolezza di ciascuno passa attraverso percorsi personali e insindacabili, per cui in ultima analisi non resta che sperimentare e osservare, finché l’epifania non trova la sua strada.

Le Nozze di Cielo e Terra
Saturno nel mito era sposo di Opi, una figura di Madre Terra passiva, che poco riuscì a fare se non ingannare il marito e salvare uno dei propri figli. Il mito ricalca spesso la realtà, per cui Saturno finisce spesso per annientare la volontà, la stima e l’autosufficienza dei propri figli, proprio come fa col resto dell’ambiente attorno a sé. L’unione con una donna Terra in realtà è un momento molto importante nella sua vita: il momento in cui apre la porta a una relazione che vada oltre se stesso, che includa un’altra persona e un sistema di scambio. La donna gioca un ruolo pivotale per Saturno: non è detto che si tratti di una figura passiva nel senso di inerme, come non è detto che la sua accondiscendenza non riesca a penetrare le difese di Saturno. Come la roccia che accolse la mitologica spada arturiana, come il fodero che dà riposo alla lama, così la donna di Saturno si trova nella posizione di poterlo trasformare, trasferendogli la propria sicurezza e voglia di vivere e costruendo un ponte verso l’esterno e le altre persone. Si tratta di un lavoro che può richiedere lungo tempo – anche una battaglia per l’accettazione della parità dei ruoli – ma che può portare frutti insperati e arricchire enormemente la vita di entrambi. Attraverso di lei, Saturno può scoprire il proprio corpo e la profondità, mentre lei attraverso di lui può arrivare a toccare le vette del pensiero più puro.
D’altra parte, è tra Cielo e Terra che si trova il mistero dell’incanto: non un soffio più su, non un’unghia più sotto.

Saturno: non Cronos
Si sarà notato che per questo Archetipo, a differenza degli altri, è stato utilizzato il nome romano rispetto a quello greco. Il perché risiede nella costituzione del mito stesso: mentre il greco Cronos è una figura strettamente fredda, univoca e monopolare, il Saturno romano (come accade spesso) è un complesso più sfaccettato, frutto del confluimento di diverse figure mitologiche locali (etrusche, falische ecc) con quelle dei popoli conquistati. Saturno ne risulta particolarmente arricchito: se da una parte sussiste il suo volto tagliente, metallico di Signore del Tempo e divoratore di prole, dall’altra egli era anche il Signore dei Saturnalia, del ribaltamento dei ruoli e della rivoluzione gioiosa (che non a caso avveniva nel periodo più scuro dell’anno, in favore del ritorno della luce e della vita). Abbiamo parlato dell’univocità di questo Archetipo, tuttavia non dimentichiamo che nella sua univocità egli tiene in mano anche l’altro suo volto, quello vivifico del Padre dell’Età dell’Oro, in cui l’ordine è al servizio della vita e non viceversa. L’adozione del nominativo romano, in sostanza, è la presa d’atto della complessità di cui anche l’individuo è portatore, nonché della sua capacità di rivoluzionarsi e reinventarsi: un memento a coloro che sentono forte l’influenza e il peso di questo Archetipo, ma che non devono dimenticare l’immenso potere benefico e vivifico che da esso può scaturire.