The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Neodruidismo



LA NOSTRA CASA

Sezione a cura di Adelfo Gealach

Questo è il mio primo scritto, al fianco di studiosi e ricercatori nel mondo neopagano, dedicato al neodruidismo.
La proposta di Vento Notturno, affinché io partecipassi a questa ‘magione’ di parole, profumi, danze mi colse impreparato, non meno di un mese fa.
Invero, in altre occasioni, non sono mancate esortazioni che mi spingessero ad uscire dal nido certo dei ‘novizi’ per vagare tra le brezze dei ‘mentori’, proprio da parte del nostro direttore d’orchestra.
Le premesse sono parentesi fondamentali, ci riportano al cospetto degli specchi di noi stessi e, mai quanto adesso, preziose.
Come intraprendere questo viaggio, con quale passo incedere oltre la coltre dei timori e dei paragoni?
Ho abbracciato il neodruidismo anni or sono e ritrovarmi, oggi, a parlare di quel che per me, in maniera molto semplice, non è altri che la mia vita, non è privo di ostacoli.

E’ questo, dopotutto, il mio modo di sentire e vivere un percorso che non è religione.
Un sentiero che non è spiritualità.
E’ la strada di casa mia.
Nell’eco del termine stesso, neodruidismo, sarà difficile non pensare al famoso Panoramix, ad Asterix e la mente si perderà tra tomi dell’Antica Roma, che ebbe l’ingrato compito di seminare dove riposo trovarono le ceneri della civiltà celtica.
Qui, però, vogliamo parlare dei Neodruidi, di uomini e donne delle Querce, di vischio vestiti, certamente, ma oggi arbusti di boschi edificati tra cemento e laghi, tra cavi di rame e litorali marini.

Non sono lontani gli arcani Nemeton di questa età contemporanea.
Le nostre anime restano avvinghiate a chiome di alberi, vette innevate e ricchi abissi di cobalto.
Eppure abbiamo scelto di vivere oggi, di accompagnare ‘tribù’ che non vestono di pelli di orso e che si cibano di ‘cacciagione’ già pronta.
Questo è il neodruidismo, in un primo segmento, è la consapevolezza di un nuovo respiro e la certezza che gli Dèi oggi parlino con noi su frequenze adatte alle nostre orecchie.

In cuor mio, quindi, desidero spalancare le porte della mia casa, che altri non è che il domicilio del Mondo, per aprire – in compagnia Vostra, gentili lettori – gli occhi su tutto ciò che il buio e le stelle plasmano luci ed ombre.
Quasi tre anni fa, tra le dune biellesi, ove sono rinato, nel nome di Arth, Signora della Selva, la mia Iniziazione mi spinse alla più bella delle scoperte: me stesso, l’universo.

Siate pronti a labirinti, siate pronti a cantare e danzare, siate pronti al dono del silenzio ma anche a quello della battaglia.
Il neodruidismo è un variopinto vagabondaggio: oggi timbri il biglietto per Londra e domani, ad occhi aperti, sarai a Parigi.
Potremo decidere le nostre destinazioni, eppure chissà quanto lontano, con gioia, sapremo ritrovarci.
Un gomitolo di domande ma anche infinite risposte, perché il cuore s’intona con l’Awen, fulcro e scintilla dell’essere e non essere.

A casa nostra, torneremo.
Io, perciò, auguro a tutti noi, buon viaggio!