The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Chicchi di Uva

Ventuno settembre.
Ventidue settembre.
Luna nuova.

L'equinozio è arrivato anche a questo giro di ruota e, ancora una volta, alle spalle ci lasciamo le idee di Brigantia, le danze di Beltane, l'iperico del Solstizio d'Estate e, infine, il raccolto di Lughnasad.
Quante volte finiamo per guardarci alle spalle?
Quanta volte ci poniamo in ascolto dei ricordi, per soppesare l'impegno profuso sino all'esatto momento in cui il nostro passo si ferma?

E' alquanto inevitabile, probabilmente, sederci all'orizzonte e fare caso alle sveglie turbolente del mattino, per poi cascare nella stanchezza delle coperte notturne.
L'equinozio, però, ha il grande pregio di proporci una poltrona da cui scrutare tanto quanto accaduto e quanto accadrà.
Il più grande pregio, però, è anche l'energia con cui sentiamo il bisogno di badare attentamente a quanto accade intorno a noi: le foglie di rubino, il cielo di diaspro, i fiumi di corniola.

Alban Elfed.
Lo chiamo così, noi Neodruidi, questo portale tra otto.
Luce nell'acqua.
Non vorrete dirmi, cari lettori, che non abbiate fatto caso a questo sole sempre più vicino alla notte, alle tenebre.
Le ore diurne, lentamente, già al culmine del mese di giugno, iniziano a diminuire e non esse possiamo percepire anche i nostri pensieri, le nostre fatiche divenire sempre più leggeri.

Viviamo istanti di grande frenedia, nel canonico periodo delle vacanze.
Ora è tempo di godere del profumo di castagne arrostite, di cioccolata speziata alla cannella.
Non è più il momento per danzare in riva al mare ma non è ancora il tempo di sigillare l'uscio di casa.
No, questo è il momento per vestire con qualche maglione in più e camminare per le arterie delle nostre città ed assaporare il lento mutare dell'essere.

Ognuno di noi ha e sempre avrà una propria preferenza. Qualunque sia la materia trattata.
Innegabile, però, è la magia dell'autunno.
Delle quattro feste del Sole, l'equinozio ci spinge a non lanciarci in direzioni particolari.
Questo è il momento in cui, senza risposte nette, possiamo goderci una neutralità senza eguali.

Svegliarsi con intenso buio, per poi nuotare in una giornata di luce quasi estiva.
Non esistono più le mezze stagioni, siamo soliti canticchiare malinconici.
E' davvero vero? E' davvero così?
O, semplicemente, siamo noi che non cogliamo le mille sfumature dell'autunno?
Eppure è una stagione di grande ricchezza, di profonda maturità dei frutti della Terra; proprio per questo si chiama così, giacché il termine latino, da cui deriva, ha questo valore e significato.

Il mio auguro, per tutti Noi, è di sapere cogliere a pieno questi istanti di lento cambiamento.
Di godere di quanto abbiamo ottenuto con il  duro lavoro nei mesi passati, senza la fretta di pensare a quello che sarà tra alcuni mesi.
La congiunzione della Luna Nuova ci spinge, al contempo, a lasciare andare quello che più non serve.
Non è questo, dopotutto, quel che fa la vite con la Sua uva, con cui da secoli vendemmiamo?




Felice Alban Elfed,
Adelfo Gealach