The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

L'Attesa

L'ATTESA



A cura di Adelfo Gealach
 

Pensare all'Equinozio, mi spinge ad immaginare una 'parola', o meglio, a trovare una parola che risuoni proprio con l'inizio della primavera.
La parola è 'attesa'.
Salutiamo l'estate con grande nostalgia, di anno in anno, scrutiamo – a distanza – le porte dell'inverno con una malinconia preannunciata, dopotutto, nella stagione di 'mezzo': l'autunno.
Potrei giurare che, al termine 'mezzo', qualcuno abbia sorriso, perché di fatto.. esistono ancora le mezze stagioni?

L'attesa è proprio questa, il trovarci a metà tra il restar fermi ed il muoverci.
Trovarci a metà strada tra la neve, quando cade, ed il mare, quando la sua acqua inizia a scaldarsi.
Attendiamo il cambio dell'ora a fine marzo, usanza oramai consolidata in questa nuova 'tribù delle tribù', per poi meravigliarci, ancora una volta, quando la luce è già tangibile al nostro risveglio dalla breve notte di riposo.
Il canto degli uccelli è il colpo di grazia: è primavera.
Puliamo le nostre case, puliamo i nostri pensieri e.. ed attendiamo.

 

Non è un salto netto, quello dal gelo al tepore, no.
Non lo è più da molto tempo, oramai, perché c'è l'inquinamento ( per alcuni ), perché l'asse terrestre sta ruotando ( per altri ), perché va così e non importa come mai ( per altri ancora ).
Attendiamo, quindi, i veri segni del cambiamento, che comunque sono tra le fronde degli alberi, tra le vette delle montagne e, forse, si spera, le attendiamo dentro di noi.
Siamo sempre su di un filo, tra ciò che è dietro di noi ed innanzi a noi, ma chi si guarda al proprio fianco?
Cosa accade in quello spazio, in quel tempo su cui non poggiamo lo sguardo?

Potrebbe sembrare fuori luogo ma, in questo preciso istante, mi vien da pensare alle aziende in cui molti di noi lavoriamo e si parla di 'crescita orizzontale'.
Perché, per crescere, ci aspettiamo di andare in avanti?
Non dovremmo, forse, ricordarci anche di svoltare a destra o sinistra?
Perché non attendiamo altro che andare ben diritti?
Se la primavera, invece, fosse al nostro fianco?
L'attesa, a mio modesto avviso, è proprio quell'occasione che potrebbe davvero cambiarci la vita, se solo smettessimo di.. attendere.
L'equinozio di primavera non potrebbe, or dunque, divenire il momento esatto del 'qui ed ora'?

Dopotutto, astronomicamente parlando, è uno di quei due giorni in cui, luce e buio, si equivalgono, tanto vale 'gustarsi' i doni che entrambi hanno da offrirci.
Magari siamo qui ad aspettare i voli a basso prezzo del ponte di Pasqua ( citazione voluta, caro lettore! ) e ci siamo appena persi il volo, ancor meno costoso, di due settimane prima.


Scorrendo questa lettura, infine, io stesso giungo alla mia personale conclusione, ben lungi dall'essere quella vera ed unica, che la primavera stessa è l'attesa.
Osserviamo ogni panorama 'disciogliersi', iniziamo ad indossare qualche t-shirt colorata e.. niente, siamo già con la testa in qualche spiaggia colma di sole e aperitivi con i vicini di ombrellone.

Gustiamoci la primavera, gustiamoci le piogge improvvise ed il sole che sbuca poco dopo da quelle nuvole un po' 'lunatiche'.
Troviamo il tempo di amare i vialoni alberati con qualche fiore e lì, di apprezzare le sere con una felpa e magari un pantalone corto.
Un po' come il viaggio: ricerchiamo una meta e finiremo con il non dimenticare mai come siamo arrivati a destinazione, attendendo di raggiungerla.