The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Era



A cura di Bardo

Era

Introduzione
Era (Giunone per i romani), meglio conosciuta come la Sposa Celeste, regina degli Dèi e moglie di Zeus, era la Dea che patrocinava il matrimonio, il parto e la fedeltà coniugale. Era una delle sorelle di Zeus, venne ingoiata dal padre Cronos e fu liberata da quello che divenne il suo consorte. Tipiche di lei erano le furie, generate dalle infedeltà del marito, che la spingevano a cercare vendetta sulle fanciulle da lui prese di mira.
Sospettosa, litigiosa, gelosa, i miti a lei afferenti riguardano per la maggior parte le “scappatelle” di Zeus: come la volta in cui fece inseguire Io, mutata in giovenca, da uno sciame d’api, o quando mutò Callisto in un’orsa, o della volta in cui portò via la voce a Eco. Una volta decise di abbandonare Zeus, il quale per farla tornare dovette organizzare delle false nozze, che la videro tornare su tutte le furie. Emblematico il mito in cui convinse il Padre degli Dèi a sposarla: Zeus si era trasformato in un esile uccellino per impietosirla, per poi cercare di prenderla con la forza; Era tuttavia non si concesse finché non ebbe la promessa dell’uomo che si sarebbero sposati. Quando poi il marito generò Atena per partenogenesi, Era tentò di fare altrettanto, generando Efesto: trovandolo brutto, storpio e inadatto, lo scagliò infuriata giù dall’Olimpo.
Erano molti i simboli e gli animali che la rappresentavano: il pavone, dai molti occhi (simbolo della vanità, della vigilanza e dell’invidia), la giumenta, la Via Lattea, il fiore del giglio. I suoi epiteti la vedevano rappresentata dalle “bianche braccia” e dall’ “occhio bovino” (li reincontreremo parimenti nella sua morfologia).
Era è un’incarnazione dei volti della antica Madre, la Dea primigenia antecedente al patriarcato, che si piega al potere maschile e diviene di Sposa del Cielo. In quanto regina, nella sua figura hanno fatto convergenza più di un volto della Dea: Era Parthenos, la vergine; Era Teleia, la realizzata, la sposa; Era Chera, la vedova. Sono i tre stadi della vita di una donna, che venivano rappresentati in rituali diversi, in diversi momenti dell’anno.
L’Archetipo Era è una forza potente all’interno della donna: rappresenta il desiderio di completarsi e di percepirsi come un insieme attraverso un partner, come parte di una coppia. è potente perché proviene dall’intrinseca “concavità” femminile, l’attitudine a ricevere; molte sono le appendici che da essa derivano: bisogno di riconoscimento sociale, di appoggio e presenza di un compagno, di condivisione, di potere, di “sovranità”. è facile intuire che il ruolo di moglie sarà per un’Era fonte di grande gioia o grandi sofferenze a seconda del marito che ella sceglierà per sé: le donne dominate da questo Archetipo sono succubi di un potere esterno, che – se anche credono di poter dirigere – in realtà possono solo subire. Molte donne Era finiscono per distruggere il proprio compagno e la propria famiglia, autodistruggendosi nel processo.
Redimere questo Archetipo significa apprendere l’enorme forza supportiva, unificante di cui esso è portatore. Coadiuvata dagli altri Archetipi, Era può ritrovare il proprio centro e un senso alla propria esistenza che esuli anche dal principio di coppia, che si basi su lei stessa. Un’emancipazione che la libera dalla rabbia, dalla frustrazione e dal senso di profonda solitudine e incompletezza.

Morfologia
Era rappresenta in pieno la trasposizione al femminile dell’Archetipo Zeus. Può tuttavia, a causa dei suoi tratti distintivi, risultare anche da un Metatipo che vede combinare alla base Zeus Afrodite e Luna/Kore. Il complesso che ne risulta è piuttosto bello, nonostante le forme un po’ pesanti e rotonde. Il portamento è altero, leggermente flemmatico, ma l’aspetto è volgare; il passo maestoso accompagna la sua figura. I lineamenti del viso sono forti, regolari, il volto è grasso e il colorito è bianco latte, pallido (sussiste tuttavia un’altra tipologia dal colorito ambrato, con presenza di Ares: sono le Era dalle ire più violente in assoluto). I capelli sono castani/rossicci; gli occhi sono chiari, bovini, talora carezzevoli, talora duri; il loro colore variabile fornisce preziose informazioni su di lei: se è azzurro, prevale in lei la fantasia dispotica; può anche esserci slancio, ma non va mai lontano. Se è marrone o dorato, tende a dominare con la mente; cerca un uomo da guidare e che la guidi a sua volta, come la ninfa Egeria col re Numa Pompilio. Se è nero, è l’Era sensuale, che fa da padrona con la civetteria; vuole essere mondana, a patto di regnare e governare. Se gli occhi sono neri e smorti c’è la predisposizione all’ipocondria e alle nevrosi; se sono brillanti, sono indice di ire temibili che possono condurla ai peggiori eccessi. Il complesso naso-bocca è peculiare del tipo: il naso si presenta aquilino, arcuato o dritto, sempre sottile rispetto alle gote piene; la bocca è leggermente arcuata, con una piega sdegnosa e contegnosa. Se il mento è quadrato, è segno di volontà inflessibile; se invece rotondo è indice di caparbietà e appetiti sensuali. Il corpo nel complesso è ben strutturato, bianco con carni grasse; il petto è opulento, le anche larghe. Le mani sono corte e pesanti, con dita spesso spatolate che non sono in armonia con la fisionomia dominatrice. I gesti di Era sono volgari, la voce alta e poco piacevole, sembra contenere sempre un tono irritato o contrariato; la sua risata aggressiva è capace di colpire come uno schiaffo.
Il foglietto embrionale di Era è ecto-meso. Caratteriologicamente è una nervosa para-sanguigna, o una nervosa para-flemmatica. Il binario di medicina cinese corrispettivo è principalmente legno-metallo, con possibilità di legno-acqua (sempre yang: Era è tipicamente un’estroversa).

Psicologia e caratteriologia
Era si può considerare il miglior partito per un funzionario, prefetto, amministratore o qualsivoglia alto incarico, poiché è una donna che riunisce in sé le qualità della serietà e dell’eleganza, necessarie a qualsiasi tipo di rappresentanza. è il tipo di dama d’onore o di ambasciatrice, che in un ambiente borghese diventa pretenziosa e formalista e in un ambiente popolare ridicola e affettata. Perfetta donna di mondo, altrettanto perfetta padrona di casa, Era ha un aspetto signorile e il suo normale atteggiamento è insieme protettivo e benevolente. I suoi capelli diventano presto bianchi, ma può conservare a lungo un viso fresco e senza rughe. A cinquant’anni è ancora piacente e il suo tatto, le sue belle maniere, la cura della persona rendono amabile la sua vecchiaia.
Nonostante le sue virtù domestiche, la sua vita si realizza soprattutto fuori di casa, sul piano degli onori e delle funzioni. Dotata per i rapporti mondani, Era intristisce nell’isolamento. Ha bisogno di ricevere ospiti e andare in visita. Nessuna donna in assoluto sa ricevere altrettanto bene e con altrettanto piacere, ma riceve soltanto persone con alte cariche della società che frequenta. è una che fa le cose in grande, spende molto (spesso più di quanto guadagna), ma sorveglia l’amministrazione e verifica i conti; larga nelle piccole cose, è però molto attenta nelle grandi. Segue la moda in ciò che essa presenta di sontuoso e brillante, e preferisce sopra ogni cosa l’oggetto ricco.
Allegra e audace, Era ha molta fiducia in se stessa. La timidezza le è sconosciuta, crede nel successo, tenta senza esitazioni le più folli imprese, e sovente riesce. Se dà spazio alla sua componente Zeus e non si lascia affossare da ire, gelosie e invidie, la sua fortuna si manifesta: ha allora la fortuna degli audaci, che sfidano i pericoli perché non li vedono, che se la ridono degli ostacoli perché li superano buttando giù tutto ciò che li intralcia, senza nemmeno accorgersi di aver rovesciato qualcosa o qualcuno.
Vediamo subito che sotto la patina affettata e mondana di Era si nasconde qualcos’altro: un indole volgare, che si manifesta nei momenti di rilassatezza e privati, o nello slancio agonistico del raggiungimento dei suoi obiettivi personali. è una donna che si mette a proprio agio ovunque, ovunque vuole dominare e governare: lasciatele mettere un piede in casa vostra e presto ne avrà messi quattro. Ma è una così brava ragazza, è così piena di brio, franchezza e vitalità che si dimentica il suo dispotismo e si perdonano le sue collere. Con lei si è sicuri che dopo la tempesta ritornerà ben presto il sereno. Ha un carattere privo di armonia: molto simpatica e affabile con gli estranei e gli ospiti, diventa bisbetica in famiglia, dove il suo agio prende il sopravvento sulle necessità di chiunque altro. La sua immaginazione è del tutto priva di fantasticherie, tutte le sue impressioni dipendono dal senso della gerarchia sociale e delle sue relazioni. Mente dominatrice, superficiale e pigra, si accontenta del pressappoco e si impone più per la veemenza del linguaggio che per il ragionamento. Ama il cavillo, la puntualizzazione e la sofisticazione, ma i suoi appunti sono facilmente controbattibili – non fosse per la forza con cui essa li propugna.

Disturbi fisici e malattie morali
Le malattie morali di Era sono l’autoritarismo, la gelosia e l’invidia. Tutte quante figlie di una mancanza di stima e fiducia in sé che, sebbene negata e nascosta molto in profondità, è il fulcro su cui questo Archetipo si sviluppa. Il bisogno di completamento attraverso un compagno ha come contraltare il senso di mancanza, di non autosufficienza, di incompletezza. Era esige tutto il meglio per sé, ma non sa dedicarsi a se stessa; il suo desiderio di eccellenza è concreto, materiale, ed è come se sopperisse a quella mancanza profonda che ella prova dentro – non per forza a livello conscio. La debolezza la repelle, per cui la riempie di “cose”, la seppellisce sotto lussi e distrazioni per non sentirsi e non vedersi. è un tipo di cecità questa estremamente pericolosa, poiché facilmente porta alla distruzione degli altri e di se stessi, soprattutto quando in un tipo come Era essa è accompagnata da veemenza e furia.
La redenzione dell’Archetipo passa attraverso apertura e accettazione. Il primo passo di cui Era necessita è deporre le armi e il seggio da cui giudica il mondo (e se stessa): aprendosi allo sguardo altrui e alla possibilità di un’ottica differente, ascoltando chi le sta accanto e accogliendo suggestioni a lei non conformi impara il relativismo, che la emancipa dalla schiavitù del potere a cui si assuefa per fuggire alla debolezza interiore del suo sé. Anche la sua proverbiale vanità cade allora: Era scopre la sua unicità, trova la forza di auto-affermarsi e fa pace con il mondo.

La degenerazione morale di Era è facile da notare: proprio in virtù della sua dipendenza esterna da un compagno, molto del suo percorso dipende da quest’uomo. Se egli le è infedele o la ignora e la fa soffrire – tanto quanto se è debole e la vizia – Era si trasforma nella Divoratrice: le sue forme abbondanti si appesantiscono, nevrosi e ipocondria la assalgono e le sue ire divengono frequenti e sempre più immotivate. La piega sdegnosa della bocca si accentua, sul labbro superiore si intravede un sospetto di peluria, il naso aquilino sembra puntare e accusare, l’indole volgare prevale sulla signora accogliente e a modo. Si lascia trascinare dall’ebbrezza, da cui crede di trarre forza ma che invece fomenta le sue collere e la esaspera. Altera e assoluta, imponente, autoritaria e gelosa, è la donna mascolina e piena di volontà che cerca di usurpare i diritti dell’uomo: diventa sua rivale, orgogliosa come un pavone e noiosa come la pioggia, suo elemento. Feconda e monotona, instaura un ordine nel suo regno che gravita attorno a lei e ai suoi bisogni, uccidendo qualsiasi autonomia e personalità che a lei si ribella.

I rimedi omeopatici base per Era sono Nux Vomica e Platina.
Nux Vomica è impaziente e irritabile, peggiora con la luce forte e gli odori forti; intollerante alle contrarietà, odia essere contraddetta ed è particolarmente irascibile dopo i pasti e la mattina presto. Presenta depressione con ipocondria, ipersensibilità al dolore, suscettibilità, manie di persecuzione, vittimismo. Tende a polemizzare e sostiene le sue idee con veemenza, ha crisi di collera con impulsi violenti. Il lavoro la disgusta, ma una volta ripresa l’attività sopraggiunge uno zelo intenso. Soffre di eruttazioni acide al mattino e dopo i pasti, soffre di epatomegalia e stasi epato-portale; gonfiore gastrico e flatulenza addominale con bisogno di slacciarsi i vestiti, sensazione di peso sullo stomaco che si acutizza un’ora dopo il pasto (con eventuali nausee); singhiozzo recidivante, vomiti acidi. Presenta altresì coliche gastriche che migliorano flettendo il busto in avanti, col riposo o coricandosi. Rinite e tosse secca notturna con scarsa espettorazione che migliora con l’aria fresca e peggiora negli ambienti caldi; tendenza al broncospasmo. Altri sintomi che presenta sono: cefalea dopo eccessi di cibo o sovraesposizione al sole; nevralgie sopra-orbitarie recidivanti al mattino; congiuntivite e senso di secchezza oculare; mestruo in anticipo e irregolarità di ritmo; dolori pelvici con riflessi algici lombari, lombalgia che migliora con movimenti lenti e costanti.
Platina invece è caratterizzata da cefalea e nevralgia facciale, dolori costrittivi che appaiono rapidi e scompaiono gradualmente; eccitazione spasmodica con spasmi isteriformi, crampi, eclampsia e a peggiorare stati di paresi spastica. Ipersensibilità psichica ed esaltazione della libido, nevralgie, crampi, sovrestimazione dell’Io e perdita della proporzione. Presenta congestione utero-ovarica con iperfollicolinia e tendenza a metro-menorragie, vaginismo, cicli mestruali anticipati; anemia. Bulimia ed eruttazioni dopo aver mangiato, colon spastico con dolori ombelicali che si irradiano fino al dorso, costipazione, feci caprine e dure; sensazione di torpore e indolenzimento al coccige. A livello osseo evidenzia carie del tarso e delle ossa nasali. è arrogante, orgogliosa, superba, ha psicosi maniaco-depressive con depressioni melanconiche alternate a eccitamento euforico; esuberanza affettiva reattiva agli stimoli ambientali e frequente ciclotimia, angoscia con fobia per la morte (la crede imminente). Sintomi fisici e psichici si alternano.
Rimedio ausiliare può essere Sulfur (per l’eliminazione delle tossine dovuto all’eccesso nel mangiare e bere) o Lilium Tigrinum (per gli stati psichici febbrili e l’insorgenza del timore della pazzia).

Sviluppo

Come per tutti gli Archetipi, la descrizione psicologica che viene fatta in questa sede è del tipo base. Alcune di queste caratteristiche possono mancare nel metatipo dell’individuo preso in analisi, alcune fasi della vita possono essere dominate da altri Archetipi. Era può manifestarsi in determinate situazioni, ad esempio in concomitanza con il periodo finale dell’adolescenza, nel momento di ricerca di un partner, oppure in risposta al matrimonio, quando ci si trova a consolidare una relazione di coppia, a rinunciare a una parte di sé per coltivarne una condivisa; emerge anche quando ci si trova a organizzare un ricevimento, o quando occorre svolgere un ruolo sociale di supporto e accoglienza. Oppure può essere la protagonista di momenti o ambiti definiti, come quello lavorativo, sociale o affettivo. Di seguito osserviamo il percorso del tipo base.

Infanzia – I genitori
Già da piccola è facile trovare Era che gioca a “moglie e marito”: manda il compagno a lavorare, mentre lei prepara torte di terra e insalate di foglie, aspettando che lui torni a casa per mangiare insieme. Predilige questo gioco alla cura e le coccole a un bambolotto (che invece è l’attività prediletta di Demetra). Verso i sei/sette anni tuttavia, quando i maschi cominciano a fare gruppo e non si prestano più a fare da mariti, diventa difficile trovare dei partner, per cui capita che improvvisamente tutti i compagni diventino “antipatici” ed ella sviluppi un atteggiamento bisbetico nei loro confronti. Il rapporto con le amiche femmine vive di necessità, poiché nel momento in cui dovesse trovare un maschio con cui costruire un rapporto passerebbero subito in secondo piano. La funzione Era tuttavia potrebbe rimanere latente in una bambina finché non trovi un fidanzato fisso, più in là negli anni.
I genitori di Era furono Cronos (Saturno) e Rea (Terra): un padre anaffettivo e rigido che controlla la famiglia e la fagocita e una madre sottomessa, incapace di proteggerla. è il quadro esasperato di un matrimonio patriarcale, il germe che, se da una parte la schiaccia negativamente, dall’altra rafforza il suo ideale di matrimonio idilliaco, che le consente di uscire da uno status famigliare triste. Se invece la coppia genitoriale è felice, diventerà l’ideale che ella vorrà riprodurre per sé: comunque vada, il matrimonio e la coppia per la bambina Era sono dei simboli incrollabili, a cui la sua fiducia corre sicura.

Adolescenza e prima maturità – Il lavoro, i rapporti, matrimonio e famiglia
Era è il ritratto dell’adolescente felice se vive un rapporto stabile. Avere un ragazzo fisso è estremamente importante per lei. Se frequenta una scuola elitaria o è di famiglia borghese, lo status del ragazzo ha grande rilevanza: capoclasse, capitano della squadra di calcio, membro di qualche club esclusivo, figlio di un funzionario o di una persona famosa. Se frequenta un ambiente meno abbiente, i criteri di definizione dello status possono variare ma il modus operandi è lo stesso: cercherà un partner di spicco per costruire una coppia “in”, e dalla sua nuova posizione di Regina dell’Olimpo organizzerà party, incontri, provando pietà per le povere mortali sole.
Il modello permane fino all’università; capita facilmente che Era si sposi addirittura finito il liceo, tuttavia molti dei rapporti adolescenziali si spezzano a questo punto infliggendo la prima grossa ferita emotiva nella ragazza.
Negli studi è generalmente brava, ma non perché le interessi veramente: la cultura fa parte di quell’insieme di requisiti sociali che ci si aspetta da lei. Anche l’università è per lei nient’altro che il luogo ove trovare un compagno adatto: se ciò non accade, l’ansia aumenta e il terrore (infondato) di rimanere zitella la corroderà.
Anche il lavoro per lei è secondario, come l’università; si tratta di qualcosa che fa, non di qualcosa che è o che la rappresenta: può ricevere onorificenze e fare carriera, ma se è Era l’Archetipo in lei dominante, finché non riuscirà a sposarsi nulla di questo avrà realmente significato, si sentirà incompleta e non realizzata. L’unica carriera a cui lei punta è la coppia fissa. Ne è la prova il fatto che, una volta ammogliata, qualora il marito dovesse spostarsi geograficamente per lavoro lei lo seguirebbe ciecamente abbandonando il proprio impiego. Lo stare lontani non è immaginabile per lei.

I rapporti con le altre donne non hanno importanza per Era. Al contrario, sono facilmente forieri di screzi e invidie: sono molte le donne con cui Era ha un rapporto conflittuale – è la tipica donna che odia le donne. Il perché è facile da dedurre: se non è accoppiata, le altre sono delle potenziali rivali per il raggiungimento del suo obiettivo; se ha un partner, sono invece possibili mine vaganti che possono distrarre l’attenzione del suo uomo da lei. Le sue frequentazioni femminili spaziano solo tra le donne maritate come lei (spesso mogli di colleghi o partner d’affari del consorte): allora si organizzano uscite a quattro, o si va a fare shopping con le carte di credito dei mariti aspettando che essi tornino a casa da loro; più che un’amicizia, è un’alleanza. Le donne single sono un pericolo per Era, oppure semplicemente insignificanti o commiserabili; capita perciò che il rapporto con una “amica”, anche dopo anni di conoscenza, cada nel momento in cui l’amica perde il marito o resta vedova. è tipico della donna Era dare buca alle colleghe nel momento in cui il suo uomo le propone un altro impegno, e col tempo tale atteggiamento peggiora fino alla sparizione dei rapporti.
Le donne con cui ha la relazione peggiore sono ovviamente le Afrodite: la sensualità che esse trasudano è riprovevole e pericolosa per la stabilità dei legami delle coppie. Un’Era non avrà mai un’amica Afrodite.
Nei rapporti con gli uomini, Era come si è detto predilige le figure illustri, potenti, di spicco. è lo Zeus Teleios, il Dio Realizzatore, un Archetipo razionale e desideroso di assumere incarichi illustri e fare carriera. Competenza, successo, sicurezza di sé sono i canoni di attrazione per lei; artisti affamati, poeti sensibili e studiosi di genio sono per lei indegni di attenzione. Può tuttavia essere attratta dall’uomo che si trova in un momento di sofferenza (come avvenne nel mito, per cui Zeus si trasformò in un uccellino inerme), che ha bisogno di lei: allora scatta la coppia ideale, in cui lei fornisce a lui calore e appoggio, mentre lui la ricompensa con status e sicurezza economica e affettiva. Il peggiore innesto che può capitare è Era-Efesto: coppia assurda a pensarci, ma che purtroppo sembra manifestarsi sovente. Anche Era-Poseidone è un’accoppiata deteriore, ma meno grave della prima: sono tutti match in cui Era trova il marito incapace e non all’altezza delle sue aspettative, e lo distrugge nella sua autostima (svegliando le ire di lui, che purtroppo possono rivelarsi fatali). Con gli Archetipi figli invece non c’è nulla da fare; esiste un buon feeling con Apollo (Era lo ammira e lo apprezza per la sofisticatezza e la perfezione sociale tutta esteriore), ma una coppia con lui è destinata alla sventura: Apollo mal sopporta alla lunga la pressione di Era, e finisce con l’abbandonarla se non sussistono in lui altri Archetipi a sostenere l’unione.
Se Era sposa un bugiardo e un donnaiolo, la poveretta gli crederà ciecamente e si lascerà ingannare nei modi più eclatanti: è più importante l’auto-rassicurazione per lei che la grama verità. Ella non è capace di valutar profondamente le persone, ne coglie principalmente il lato superficiale. La delusione che prova quando infine è messa davanti all’evidenza è mortale: una frattura che può non risanarsi mai, e addirittura trasformarsi in ritorsione, persecuzione, finanche omicidio. Il personaggio di Medea ritrae una classica figura di donna Era: la moglie che viene lasciata dall’eroe e si ritorce sulla nuova fiamma dell’ex-marito. Era è talmente dipendente dal rapporto con l’uomo che proietta il suo odio non verso il consorte fedifrago, ma verso le donne che l’hanno allontanato da lei, esattamente come avveniva nei miti. Medea in particolare ci mostra un’altra degenerazione del percorso di Sposa Celeste in Oscura Divoratrice: non paga di vendicarsi sulla donna che l’ha sostituita, uccide persino i suoi figli per punire l’uomo che amava; infine, si suicida. Fuor di metafora, la storia ci racconta di come Era arrivi a usare la sua prole secondo il suo bisogno, mettendola in mezzo e sfruttandola come ricatto, come arma per ferire l’uomo che divorzia e la abbandona (uccidendo così il cuore dei figli che si trovano coinvolti in una faida sanguinosa). Il matrimonio è il momento culminante della gioia e della realizzazione di Era, ma quando entrano nell’equazione i figli (perché ci rientrano: è uno dei suoi doveri sociali in quanto sposa), ella rinuncia immancabilmente a qualcosa, a una parte di sé. Era non è una madre affettuosa, e manca di istinto materno se in lei non si attiva Demetra: i suoi figli quindi potrebbero facilmente percepire freddezza e un senso di abbandono emotivo da parte della madre. Se poi il padre è iracondo o manesco, è difficile che lei prenda le parti dei piccoli, trasmettendo il messaggio che “papà ha sempre ragione” e bisogna ubbidire.
La sessualità per Era è nient’altro che un’appendice del matrimonio: viene come conseguenza naturale dell’unione e serve a soddisfare il suo uomo e a procreare. Capita quindi che possa rimanere vergine fino alle nozze, mantenendosi integra per colui che la sposerà. Il sesso per lei è un dovere coniugale: è facile che non sperimenti mai l’orgasmo, se in lei non si attiva Afrodite.
Tutto nel rapporto di coppia di Era risponde alla sua necessità di essere considerata importante: se il marito mancherà in questo, il suo matrimonio si trasformerà in un fallimento e in lei si attiverà l’attitudine bisbetica, critica, distruttiva.

Mezz'età e vecchiaia
La tranquillità della mezz’età dipende tutta, immancabilmente, dal matrimonio: se è riuscita a sposarsi, e con chi. Quando il suo uomo le dona attenzioni e ha raggiunto successo e una posizione, è la più appagata delle donne. Se è single, vedova o separata, è un essere infelice e aspro.
Capita comunque che i matrimoni passino un momento di stanca nella mezz’età. Era non è capace di gestire il dubbio e la crisi: in genere, mette in campo la sua possessività e la gelosia peggiorando le cose. E se scopre la presenza di un’altra donna, potrebbe emergere contro di lei con tutta la sua furia vendicativa.
La vecchiaia infine è il momento per lei più difficile. Biologicamente accade sovente che ella viva più a lungo del marito, e il trapasso di lui può gettarla in una depressione cronica se non ha sviluppato in sé altri Archetipi. Non è vicina ai figli, non ha buone amiche, e le altre Era la emargineranno: si trova sola al mondo.

Vie di crescita e Redenzione dell'Archetipo
Era è la forza unificatrice delle individualità, l’energia che abdica alla singolarità per assurgere a un nuovo essere che è la coppia. Un Archetipo potente e dal magnifico potenziale, ma che nasconde grosse insidie. Primo tra tutti, il rischio che la donna corre di identificarsi con il ruolo di moglie, dimenticando se stessa per conformarsi a un uomo che magari ha idealizzato a causa del suo bisogno di unione. Dall’idealizzazione derivano a catena tutte le frustrazioni cui ella è vittima, che rischiano di trasformarla in un mostro divoratore, maligno, velenoso e cinico. Ma il problema forse più grande e che è alla base di tutte le problematiche di Era è l’insicurezza, l’incapacità di amarsi e sentirsi. Se lo slancio verso il matrimonio viene da una centratura e una capacità di stare da soli, c’è solo da guadagnare dall’unione; ma se – come spesso accade – esso è figlio della convinzione patriarcale che la donna è nulla senza un uomo rispettabile accanto, allora può facilmente essere foriero di delusioni, vendette e recriminazioni.
Solo quando Era libera se stessa dal giogo può trasformare il suo mondo, concedendo la libertà anche alle altre persone nella sua vita.

Era: la Dea Ciclica
Era è vittima delle sue stesse aspirazioni e del suo bisogno di coppia. Se l’unione la delude o termina, per un motivo o per l’altro, Era sperimenta una vera e propria morte, un amaro fallimento da cui difficilmente riesce a staccarsi e riprendersi. Ella non riesce a credere all’evento, non se ne può fare una ragione. Eppure, nella Dea Era è insita la ciclicità, i tre volti con cui veniva cultuata, Vergine, Sovrana Celeste e Vedova. Come tutte le Dee femminili, è capace di rinnovamento, ma è bloccata dall’inganno patriarcale che le mostra solo un percorso lineare: morto (o allontanatosi) un marito, la moglie lo compiange per tutta la vita (in alcune culture antiche le mogli venivano tumulate vive assieme ai mariti defunti: è questo il retaggio psicologico insito in Era).
Se non riesce a staccarsi dai preconcetti patriarcali e dal passato e reinventarsi, la ferita in lei imputridisce e si infetta, generando acrimonia, gelosia, invidia, infine rabbia e distruzione. La distruttività di Era è legata alla sua incapacità di accettare e passare oltre. Ecco allora che le può venire in aiuto l’Archetipo più inaspettato: lo storpio Efesto.
Efesto, come Era, veniva spesso cornificato dalla compagna Afrodite e fu infine abbandonato. Ma anziché dedicarsi alla distruzione altrui (come invece fece Medea) egli trasferiva la sua rabbia e frustrazione in creazioni artistiche eccelse. Similmente, anche Era può trovare una catarsi estremamente positiva nella produzione artistica: scoprendo il suo talento, attraverso l’arte può trovare una via di redenzione e distacco da quello che è il passato, trasferendolo nella bellezza e nell’utilità dell’oggetto fuori di lei. Accettare la fine significa aprire la porta a un nuovo inizio: è una lezione di umiltà che ridimensiona l’Ego e i preconcetti della Sovrana Celeste, portandola auspicabilmente anche a empatizzare con le altre donne abbandonate, anziché guardarle dall’alto in basso. Ecco allora che la terribile Divoratrice si trasforma in munifica Creatrice. I Mille Occhi Ciechi del Pavone
Fintantoché Era cerca il suo compagno guidata dal bisogno, le sue scelte sono destinate a portarle sofferenza: accecata dalla necessità, la sua scelta ricade su valutazioni superficiali ed esteriori che troppo facilmente possono portarla a ingannarsi su chi abbia davanti. I mille occhi della coda del pavone sono la rappresentazione della sua cecità: sono occhi finti, ornamentali, per cui lei sembra valutare e giudicare quando in realtà è solo affamata di sicurezze. Fondamentale è per lei imparare a disconnettersi dal file dell’urgenza di un compagno (che spesso può comandarla dall’inconscio), e aprire veramente gli occhi, indagando profondamente la persona che ha dinanzi. Imparando l’ascolto e l’osservazione (Atena è l’Archetipo che qui la aiuta maggiormente) Era comincia a fare delle scelte più accurate in campo sentimentale – cambiamento che rivoluziona completamente il suo percorso, avvicinandola alla soddisfazione e alla felicità. Una “Nuova Era”
Era è un Archetipo difficile da gestire, poiché tende all’assolutismo, si insedia nella mente della persona e mette gli altri a tacere. Non è facile per la donna emanciparsi dalla Dea, perché i valori di cui è portatrice sono gli stessi del patriarcato, appoggiati da secoli di consuetudini e potere maschile. Esistono tutta una serie di “limiti femminili” che sono stati stereotipati e inculcati nella mente comune: ci sono lavori che “non sono da donne”, mentre alcuni comportamenti sono viceversa “da femminuccia”; le donne e i motori sono un’accoppiata pessima, oppure i numeri non son fatti per le menti femminili, e così via. Era cade facilmente in questo modello e capita addirittura che provi un piacere perverso a ignorare queste aree di competenza. Così facendo tuttavia si autolimita, impedendo a se stessa di evolversi e svilupparsi in tutte le direzioni possibili. Le servono altri Archetipi per cercare una crescita in tal senso: ecco allora che le giungono in soccorso le altre amiche, particolarmente le Dee Indipendenti, unite ad Afrodite.
Artemide è un potente balsamo riequilibrante per Era: oltre alla sua energia fisica, bilancia la sua polarizzazione verso l’esterno appropriandosi dell’individualità, allo stesso tempo facendole scoprire la forza femminile della Sorellanza, l’alleanza tra donne. Atena, d’altra parte, potenzia e acuisce il suo intelletto, permettendole l’analisi e la distanza fredda della razionalità. Estia invece la fa accedere a una dimensione introversa spirituale, fatta di pace e centratura. Afrodite, ultima ma non ultima, sveglia in lei la passione, quel potere trasformante per eccellenza che la emancipa dal compagno e le fa scoprire l’infinito delle possibilità.
è proprio la distanza dalle altre donne che isola psicologicamente Era – anche da se stessa, impedendole di conoscersi. Affrontando la paura profonda che la attanaglia e il codice di cui è schiava, magari con l’aiuto di amiche che a lei tengono, arriva a sciogliere tutti i nodi che la legano e realizza finalmente di potersi trasformare: la sua nuova vita comincia in quel momento.