The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Editoriale Lughnasadh 2010

Lammas 2010

Mi ricordo che un giorno, quando ero alle elementari, assieme ad altri bambini mi fecero provare l'esperienza della semina. Piccole piantine innocue. Niente di trascendentale. Un'esperienza che mio figlio ha provato all'asilo, pcoo tempo fa. Ora non ricordo assolutamente che pianta fosse, ma ricordo che mi colpì così profondamente vedere quel germoglio crescere, che ogni volta in cui mangiai una mela nei mesi seguenti (spesso costretto da mia madre) tenni via i semi per seminarli. Inutile dire che nessuna pianta di melo è mai cresciuta sul balcone di casa dei miei. Ma direi che è palese. Chissà che fine ha fatto poi quella pianta... sapete, ci penso ogni tanto. Quando lo chiesi a mio padre lui scrollò le spalle con leggerezza: "sarà morta", mi rispose senza rendersi conto quanto quel gesto, ossia quello di seminare e far crescere, avrebbe poi condizionato la mia vita futura. Ancora adesso, a quasi tutte le persone che mi chiedono qual è il primo passo da fare sulla via della wicca dico sempre: "prendi della terra, dei semi e coltiva una pianta. Quando nascerà dalle un nome e prenditi cura di lei; non farla morire. Quella pianta simbolizzerà il tuo impegno costante, e la responsabilità di una vita che dipende solo da te". Ci sono volte in cui mi scrivono dopo mesi per dirmi che quella pianta è diventata grande e che magari ha fatto i fiori. Altre volte non mi scrivono più. Non è che poi abbia molta importanza: chi vuole comprendere il significato dell'insegnamento lo capisce quando lo riceve, altri no. Alcuni ad esempio beh... alcuni aspettano il segno, la rivelazione. Poi magari non si accorgono quando questo casca loro in mano così, come una piuma di colomba dal cielo, ma non importa. La cecità è quasi costante quanto l'arroganza di saper fare o aiutare le altre persone quando non si hanno le basi nemmeno per vedere realmente dentro noi stessi.
Ricordo che alle medie la mia professoressa di storia fece una domanda alla classe nei riguardi dell'homo sapiens. Chiese: "Secondo voi, una tribù che non aveva abbastanza cibo per tutti, chi avrebbe scelto di salvare: il bambino o il vecchio?". Molti compagni risposero subito: "il bambino", in base all'educazione ricevuta. Giustificarono la scelta sul fatto che mangiava meno, che sarebbe cresciuto e sarebbe stato più utile e qualcosa d'altro. Io fui una voce fuori dal coro e risposi invece "il vecchio". La mia professoressa mi diede ragione. "Di bambini se ne potevano sempre fare", disse. "L'esperienza e la saggezza dei vecchi sarebbe andata perduta per sempre se fossero stati sacrificati". È difficile per noi comprendere, in un mondo di vecchi abbandonati a loro stessi, quanto in realtà la saggezza degli anziani sia fondamentale per lo sviluppo di una società. Nel mondo di oggi gli stessi vecchi non portano rispetto per i giovani e non ricevono rispetto da loro. Manca lo scambio. C'è solo il guardare ciò che era e che non è più; il condannare ciò che c'è ora sulla base di cosa c'era prima e il non rispetto di cosa c'era prima sul fatto che ora c'è altro. Proprio come due persone che parlano ad alta voce senza ascoltare l'altro.
Quando lessi di Gardner o di Leland, mi colpì molto la violazione di una delle leggi fondamentali della stregoneria: il segreto. Non tanto il fatto che abbiano diffuso ciò di cui erano venuti in possesso, quanto del fatto che nessuno, tra quelli cui avevano attinto, si fosse premurato di frenarli o dissuaderli dal farlo. So che molti hanno ancora la convinzione che Maddalena o Dorothy non siano mai esistite (e quanto meno sulla prima di reali note sulla vita non ce ne sono), ma in seguito, leggendo altri libri sulla vita di Gardner e sul modo in cui la stessa Valiente ne parlava che, indipendentemente da tutto, beh... credo che forse fu giusto che nessuno li fermò.
Pensate al fatto che molte congreghe, come quelle della New Forest, non avevano molti nuovi adepti e l'età cominciava ad avanzare. Dopo il grande cono di potere tenuto per dissuadere Hitler dall'invadere il Regno Unito durante la seconda guerra mondiale, alcuni dei partecipanti morirono, come prosciugati dei loro poteri usati per questo ultimo gesto. La loro conoscenza sarebbe andata perduta per sempre se Gardner non avesse reso pubbliche certe cose, aiutando altri a diventare streghe, rivalorizzando la forza dell'antica religione e permettendo anche a noi, dopo più di sessant'anni da quel momento, di onorare gli antichi dei.
In tutto questo però, non si dovrebbe perdere il senso di responsabilità. E forse semplicemente ad alcuni manca proprio la connotazione del termine "responsabilità". Prendono con leggerezza ciò che ha passato loro chi a fatica ha imparato e lo ripassano nuovamente con eccessiva leggerezza, come se il solo conoscere lo schema generale dell'essere umano potesse dar loro un briciolo della coscienza di cosa significa esistere come tale. E le streghe sono esseri umani, non più dotati di altri, quanto meno in termini genetici.
Secono alcuni, di cui ho letto, gli esseri superiori che vegliano sulla stregoneria non avrebbero mai permesso che questa conoscenza scomparisse totalmente; semplicemente avrebbero risvegliato l'istinto dell'Arte dentro qualcuno che è rinato dopo un vita da strega. Secondo altri quello che siamo adesso non è che la misera ombra di ciò che eravamo un tempo. Io credo sia così. Ma a noi spetta forse un compito ancora più arduo di quello dei nostri padri, e dovremo cercare di mantenere un impegno costante. Avere infatti la responsabilità di dire "no" è più difficile che averla per dire "sì".
Una volta, mi ricordo, rimasi sconcertato quando Mandragora, una delle streghe che aveva un sito internet che seguivo nei miei primi passi, decise di chiudere i battenti. Aleggiava un'aria di mistero sulla persona che si celava dietro quelle pagine; era molto attaccata alle tradizioni agresti, alla magia naturale più che alla wicca tradizionale. C'era chi diceva che fosse una donna tra i trenta e i quarant'anni (sostenendo che fosse proprio stata lei a dirlo), chi fosse un massone, altri che dicevano che era una strega del focolare, una gran sacerdotessa wicca... forse per una mera combinazione credo di non aver mai letto nessun articolo sul suo sito che potesse dare ad intendere che fosse né un uomo né una donna. Forse il nome sviava, o forse era qualcuno abile con le parole. Col tempo, non mi ricordo grazie a chi, seppi che si trattava di un uomo. I miti sono destinati a frantumarsi. Non ebbi mai la fortuna (che io sappia) di conoscerlo di persona ed essergli grato di ciò che ho imparato sulle sue pagine, ma come lui anche Gaian, Lupa e Faya e Tea di Streghe.com. Ricordo, dicevo, che rimasi sconvolto da quella pagina di addio. Era molto dolce e aveva una musica midi di fondo che sembrava cullarti, al punto che al primo ritornello, capire che era un midi di "Through the Barricades" non era facile. Ricordo che era datato 11.11.01. Quella predominanza di "1" era quasi aggressiva e al momento non colsi in pieno (come non lo posso cogliere ancora adesso) il "perché quel giorno". Quando poi però celebri alcuni sabba e poi quei sabba si accumulano su altri sabba e quando la ruota dell'anno comincia a girare più volte e più volte e le feste cominciano a confondersi nella tua testa, (tanto che ricordandole devi chiedere alla tua compagna: "che anno era?"), allora capisci che anche tu sei soggetto a cicli, come anche Mandragora, e capisci perché (ipoteticamente) decise di chiudere proprio qualche giorno dopo Samhain.
Provai disorientamento in quelle parole, una tristezza dentro. Anche se lui sosteneva, a ragione, che niente nella vita è definitivo (e nemmeno nella morte), in quei giorni non ero ancora abbastanza ferito e guarito dall'Arte per capire cosa intendesse e a cosa si riferisse parlando di quel vento che spazza via le cose vecchie, che ti spinge a riguardare ciò che hai lasciato indietro. Poi un bel giorno ecco che ha soffiato anche su questo cuore e su questa anima, proprio qui dentro, e allora ho capito anche io quanto fa male quando raschia sollevando polveri. Ma lo fa solo perché, come diceva proprio Madragora, stupidamente ti opponi al cambiamento. Se lasci invece che vada, che spazzi via ciò che deve, se lo accetti come qualcosa che deve andare, deve fare il suo corso... allora ti rendi conto che non è così terribile.
Forse poi tendiamo a credere che gli insegnamenti per essere tali debbano continuare per sempre e... ed è un po' come quando impari ad andare in bicicletta o a camminare. Insomma... prima o poi ti lasciano le mani e tu provi il disorientamento di non sapere se cadrai, se ti farai male e se riuscirai a rialzarti, rimetterti in sella; ma quella spiacevole sensazione è necessaria affinché tu possa avere la sicurezza tale da poter un giorno dire ad altri: "Fidati di me".
E ora capisco perché ad uno ad uno i vecchi baluardi hanno chiuso. Non significa che abbiano smesso di onorare la Madre, ma magari hanno sentito che qualcosa stava cambiando e che, forse, nel nuovo mondo, sul nuovo volto della stregoneria, fatto di forum, mailing list, seminari aperti a tutti, libri scritti, pubblicati e venduti da persone che si professano atei, loro non trovavano più uno spazio che fosse congeniale. Qualcosa, sì... qualcosa stava cambiando e loro si ritrovavano ad essere quelle stesse streghe che, nella realtà dei fatti, avrebbero effettivamente opposto il loro parere a Gardner e Leland, chiedendo che non pubblicassero ciò che in seguito ci è giunto tra le mani. Quel materiale infarcito di personalità e ritualistiche esterne, in quanto i frammenti erano troppo scomposti. Ma la loro voce era troppo debole o forse... forse era giusto che queste nuove generazioni avessero la loro possibilità e che anche noi, che abbiamo ascoltato le loro parole nel modo, forse non consueto, con cui loro ce le hanno comunicate, potessimo metabolizzarle e passarle ad altri e non lasciare così che il fuoco di Vesta si spegnesse per una seconda volta.
Qualche anno fa, appena dopo la mia prima morte spirituale, ebbi una discussione con una strega di un sito molto noto. Da quella discussione nacque in seguito una delle storie d'amore più controverse della mia vita. Preda del bisogno di pensare, presi la macchina ed andai in Val D'Aosta. Era giugno. In un luogo stupendo mangiai una buonissima fonduta mentre il Gran Paradiso mi osservava accigliato. Proprio in quel momento, mentre riflettevo su ciò che ci eravamo detti io e quella strega, tre farfalle multicolori vennero a farmi visita posandomisi addosso e non lasciandomi per tutta la durata del mio pranzo, senza mostrare alcuna paura. Al momento non seppi cogliere il segno, il significato di quello che mi capitò; lo vidi solo come una curiosa manifestazione della natura. Alcuni turisti mi fotografarono curiosi prima con la loro macchina, poi, gentilmente anche con la mia, e quando venne il momento e tornai a casa, scrissi a quella strega di questa esperienza e le dissi che avevo riflettuto su ciò che ci eravamo detti e di come, in definitiva, ritenevo che avesse ragione lei.
La sua risposta mi colpì molto e sentii per la prima volta parlare di quello che lei chiamò "il Dono delle Farfalle". Anche se per alcune altre persone la tendenza di alcuni lepidotteri a mostrare un interesse verso di me non era cosa veramente degna di nota (considerando che se fossi stato ricoperto di bruchi non avrebbe avuto lo stesso effetto collaterale), lei lo prese come un segno di "stima divina" nei miei confronti. Non mi capitò più, in onestà, di assistere o partecipare ad un evento come quello. Credo comunque che una volta basti per rimanerti nel cuore per sempre. Nonostante ciò la Dea mi ha parlato in altri modi in questi lunghi anni e lo ha fatto spesso senza l'ausilio di intermediari alati. E non parla a me perché sono speciale (come se fossi Don Camillo), ma perché, come un essere vivente, la Dea permea ogni cosa e come io posso avvertire il respiro di Polpetta quando mi dorme sulla pancia, posso sentire anche lei in quanto esiste ed è nell'accadimento stesso delle cose. Il movimento è percepibile: basta solo mettersi in ascolto. Purtroppo nella nostra vita sono così poche le volte in cui ascoltiamo, che l'attendere l'ingiungere di un segno ci appare qualcosa di impossibile. Troppe sono le informazioni che ci giungono tutte assieme e noi ne siamo saturati, deviati. Talmente snaturati che tendiamo a difenderci chiudendo i canali e smettendo di ascoltare, proprio come quando vivi con un brusio di sottofondo che alla fine il tuo cervello esclude.
Quando talvolta sono sveglio la notte e la casa dorme, i gatti sono acciambellati da qualche parte e c'è un silenzio tale da poter sentire le piante respirare e quando non sto giocando al computer o lavorando al Reef, mi capita di pensare al ruolo di tutti quanti nel grande schema di ciò che sta succedendo. Mi chiedo sempre come le decisioni che tutti, indipendentemente, stiamo prendendo ora, in questa fase della nostra storia umana potranno un giorno cambiare il mondo in cui viviamo. In questo sento sempre un piccolo senso di responsabilità per ogni parola che dico, per ogni cosa che faccio, per ogni discussione cui partecipo. Questo perché l'impegno di ciò che è il paganesimo in Italia è nelle mani di tutti; quindi anche nelle mie. Esattamente come quella piccola pianta che ho seminato quando ero alle elementari meritava la mia completa attenzione, anche il paganesimo merita che tutti mostrino rispetto e responsabilità nel dargli acqua esattamente come nel prenderne i frutti e nell'accarezzarne i fiori. Non possiamo scrollare le spalle, guardare oltre, far finta di niente. È nostro impegno cercare di far sì che, se vogliamo che in qualsiasi modo sopravviva, la nostra cultura non venga infamata, schiacciata o distrutta.
Nella Bibbia, esattamente nel vangelo secondo Matteo, Gesù scagliò fuori dal tempio i venditori e i mercanti e si adirò con loro per come ivi si erano comportati: "La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di briganti". Nonostante ciò nel Vangelo secondo Luca vediamo come ci dica: "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro". Noi possiamo comportarci come ci racconta Matteo o come ci racconta Luca. Ha poca importanza ora, davvero, che si tratti di un libro cristiano; è comunque una parabola di vita applicabile a diverse situazioni. Possiamo lasciare che il mondo depredi la nostra cultura, la nostra arte e la renda un gioco e costringerci ad essere stuprati di ciò che siamo e costretti a chiudere le porte e non far entrare altri che iniziati scelti, con il risultato che la voce della Dea sarà ascoltata solo da pochi eletti e scelti per fortuna, occasione e non solo per talento o ispirazione. Possiamo invece lasciare che il tempio sia aperto e che il via vai apra nuove vie di comunicazione, nuove interpretazioni, ma passare la responsabilità di parole e azioni a chi ci ascolta mediante la presa di responsabilità prima di chi parla, ossia che lo faccia accertandosi di ciò che dice, di come lo dice e di chi ha di fronte prima di dirlo.
La domanda infine che mi pongo non è se è giusto o sbagliato far crescere quella pianta sana e forte, ma se è giusto permettere che tutti ne tocchino le foglie, che vi banchettino sulle radici, che ne colgano i fiori per abbellirsi d'aspetto e crearsi un'autorevolezza che non hanno, che ne prendano i frutti e che ne offrano ad altri senza accertarsi che i preziosi semi non vadano perduti, che ne conoscano davvero il sapore e che sappiano quale fatica è costata permettere che non marcissero sui rami o che il vento non li facesse precipitare prima che fossero maturi.
Anche se predico sempre dicendo che il sentiero spirituale che segui, qualunque sia, ti dà ciò che, in proporzione dai al sentiero, a volte mi chiedo se tutti siamo in grado di capire quanto il peso di ogni singola parola che diciamo gravi sulla bilancia del grande schema generale.

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