The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Editoriale Mabon 2009

Mabon 2008

Talvolta è proprio come diceva Baricco in "Novecento": ti alzi alla mattina e sei diventato vecchio. Il mondo se ne va a zonzo e tu non puoi scendere e nelle file c'è sempre qualcuno che tenta di passarti avanti. Che strano. Una volta lessi che se il mondo fosse stato un biliardo e le persone le palline, io volevo fare la sponda. Non capii subito questa cosa, ma la scrissi su una Smemoranda, di quelle che ancora avevano sul dorso il numero 9 e non lo 0. Poi ogni tanto mi ritorna in mente, come tante altre cose, come il sapore delle bocche che ho baciato e delle lacrime che ho versato, la sensazioni delle mani che mi hanno accarezzato, l'odore delle persone che ho avuto vicino, l'intonazione delle parole che mi hanno ferito e di quelle che ho detto. Caspita appena è nato mio figlio ho fatto una lista delle cose che ho fatto e di cui non ho gran motivo di vantarmi e che una persona normale potrebbero essere "da non insegnare o da nascondere ai figli", insomma... un manuale di NON uso e consumo. Sapete perché ho stilato questo elenco? Perché volevo ricordarmi di ciò che ho fatto nella vita; per tendenza a dimenticare le brutte abitudini e far finta di non aver vissuto degli errori quando chi ci sta vicino li commette, e così... mettendoli per iscritto e aggiornando la lista man mano... beh... è un promemoria. Non sono sicuro in realtà che servirà davvero a lui, o a me. Però sento che mi servirà. Quando lo scrivevo, elencando queste cose... me lo immaginavo con il foglio in mano, additando un punto in particolare e dicendomi: "Per che cosa mi stai cazziando? Qui dice che lo hai fatto anche tu!". Forse è proprio così, a ripensarci. Serviva a me. Un esame profondo di ciò che sono in base a ciò che ho fatto e a come queste scelte mi hanno cambiato. Io dico sempre che ci preoccupiamo troppo di ciò che abbiamo fatto senza pensare al privilegio di ciò che NON abbiamo fatto. Io non mi sono mai drogato. Mano sul cuore. Qualche spino. Non ho mai ucciso nessuno. Non ho mai guidato in condizioni da non poterlo fare. Non ho mai malmenato una persona. Le cose che non ho fatto dopotutto sono equivalenti in grandezza e dovere a quelle che ho fatto, no?
Vedete mi ha scritto recentemente una persona che mi ha chiesto come può diventare una strega. Fosse stata la prima volta l'avrei presa diversamente... ma non è di sicuro la prima e non sarà di certo l'ultima. Mea culpa, mi cospargo il capo di cenere, non le ho ancora risposto a dire il vero, perché è una riflessione particolare. E anche perché non sono uno che risponde a caso. È qualcosa cui si giunge nel corso del tempo, nella maturità.
Sapete che significa conoscere, volere, osare, tacere? Parlo con decine di streghe ogni giorno e sento in molte di loro questa paura incredibile di sbagliare, di cadere senza sapersi rialzare. La paura è parte dell'essere umano. Se non esistesse questa emozione la vita come la conosciamo non esisterebbe. Però deve essere consona, deve essere direzionata, deve avere un senso per una strega. Non credo che la pavoncella non tremi di paura nel suo nascondiglio quando lancia il suo richiamo per attirare il predatore su di sé e così lontano dalle sue uova, o il cervo che corre più lentamente per farsi prendere dai lupi, in modo che i cuccioli e le femmine possano scappare e mettersi in salvo. Hanno paura anche loro, della morte, del sacrificio... ma la affrontano dominandola, vincendola, sapendo che c'è e riconoscendola. Sapendo che la vita e il significato, il motivo e la consapevolezza sono più forti.
Nella stregoneria oggi io vedo grande paura di seguire queste quattro mete della filosofia iniziatica massonica. Senza andare nel dettaglio di chi le ha scritte, di chi le ha prese, di chi le ha interpretate, del loro legame esoterico con gli elementi e la crescita spirituale iniziatica io le sento millantare, declamare sui siti... ma dietro c'è solo una grande paura. E lo capisco perché molti si soffermano su alcuni aspetti di queste quattro mete. Alcuni si fermano alla sola "conoscenza", credendo che basti avere quella per essere una strega. Altri si fermano alla "volontà": mi scrivono e mi dicono di voler essere una strega a tutti i costi. Altri addirittura aprono il cerchio senza sapere come fare, quindi in realtà non lo aprono nemmeno, quindi "osano". Sull'ultima meta... beh... un mondo più silenzioso sarebbe paradisiaco. Alcuni fanno qualche combo... quindi "vogliono e osano", oppure "conoscono e tacciono"... ma quante streghe o autodefinitesi tali conoscono, vogliono, osano e tacciono?
Le possiamo riconoscere subito... sono veramente poche. Io ho la fortuna di conoscerne alcune che non hanno paura. Hanno superato questa cosa. Hanno visto, sperimentato, tastato con mano il divino e hanno capito cosa possono fare e cosa no. Hanno capito cosa vogliono fare e cosa no. E lo fanno o no. Quindi Conoscono e Vogliono. Quando è stato il momento hanno Osato, hanno affrontato la loro paura e hanno visto e sperimentato, perciò sono cresciute. E te lo dicono se glielo chiedi, senza vergogna. Ma non millantano la loro conoscenza e se tu la metti in dubbio non si mettono a sbraitare come delle isteriche, ma sorridono e ti rispondono: "Credi quello che ti fa stare meglio con te stesso", il che equivale ad un "Che te lo dico a fare?".
Ci sono streghe che rispettano queste mete. Ed è un percorso iniziatico normalissimo, autonomo, una crescita che va per la sua strada. Qualcosa che ti porta anche a rispettare chi non ha ancora acquisito la forza per seguirle e che quindi non può ancora definirsi strega, anche se lo fa a sproposito. Ma come dice proprio una delle streghe che rispettano queste mete... "posso anche continuare a definirmi Imperatore della Cina... ma ciò non toglie che io non lo sia".
Dominare queste quattro qualità, renderle proprie, permette ad una strega di essere padrona degli elementi dentro sé, delle sue azioni (tacere); dei suoi sentimenti (volere); dei suoi pensieri (sapere) e quindi le sue passioni (osare). Se vogliamo seguire una via, questa va seguita con la costanza e il coraggio di ciò che facciamo e soprattutto con la testa alta, così che se sbagliamo ci alziamo e continuiamo a camminare.
Non è solo l'età a volte che frena le persone dal crescere, al contrario di come spesso si pensa: è proprio il desiderio di mettersi in gioco, il desiderio di "osare" che manca. Questo viene giustificato solo dalla paura di ciò che potrebbe succedere del loro apparire. Il timore del giudizio delle altre persone. Il timore che venga allo scoperto la verità. E questo giudizio e questa verità sono ancora più lapidari per loro stesse, perché è l'unico giudizio che non sono capaci di affrontare... anche perché in linea di massima sarebbe l'unico che arriverà in realtà.
A quella persona che mi ha chiesto come diventare strega io dico: abbi fiducia nella tua inesperienza. È parte di una metamorfosi che se conseguita fino in fondo ti porterà ad acquisire ciò che non hai e a poterlo un giorno passare ad altri. È questo il significato della crescita: passa diversi stadi. Non avere mai paura del fallimento, dell'errore. Non temere la perdita di ciò che sei. Ogni giorno perdi qualcosa ma non ci fai caso, e la cosa a cui meno dai importanza in questa perdita è la cosa in realtà che conta di più al mondo: il tempo. Nonostante ciò non lasciare che ti domini. La paura fine a se stessa, nel giudizio delle altre persone soprattutto, non ti aiuta. Tienila a te e vivi a contatto con questa cosa perché fa parte di te, ma vai avanti, un passo dietro l'altro. Ogni bambino osa. E ogni bambino sa cosa sia la paura. Eppure osa lo stesso. Si alza e cammina. Quindi se hai imparato a camminare, significa che anche tu hai osato. È forse l'ignoranza del pericolo? O è forse che l'uomo nel corso della sua esistenza non sarebbe arrivato da nessuna parte se non avesse osato e voluto?
Queste quattro mete sono il principio dell'equilibrio di una strega, che è poi il principio su cui si basa tutta la magia: l'equilibrio.
Ecco perché io ritengo che la religione sia come la fonte cristallina nei pressi di Donacone, dove il vanesio Narciso rimase a specchiarsi perché condannato da Artemide ad innamorarsi della sua stessa immagine. In questa visione il praticante è Narciso stesso, e l'immagine riflessa è il percorso spirituale. Quello che vedi è tutto una tua interpretazione e solo tu puoi sapere cosa trovare e dove andare, perché nessuno può dirti cosa fare della tua vita al di fuori di te stesso. Quanti si soffermano a guardarsi e basta? E quanti allungano la mano a capire se ciò che vedono è reale? Quanti in realtà si rendono conto che non puoi imprigionare, ingabbiare la spiritualità, il percorso, ma che il suo stesso movimento è proprio della via spirituale stessa? Narciso discese negli inferi quando giunse la sua ora e si specchiò nello Stige. Le turbinose e oscure acque del fiume sotterraneo non rimandarono la sua immagine riflessa e lui se ne rallegrò: il suo innamorato non era morto con lui. Ecco dov'è l'illusione di poter comprendere un percorso senza viverlo.
Una cosa che ho imparato, e che ho impiegato alcuni anni a capire (sono un po' tosto anche io) è che il sentiero reale cominci a percorrerlo quando riesci a discostarti da ciò che brami. Desiderare qualcosa ti costringe a negarti di qualcosa d'altro di cui potresti avere bisogno. Fermandoti davanti ad una vetrina ad ammirare i filari di paia di scarpe e borse che desideri o con gli occhi fissi su un libro che stai leggendo potresti ignorare che una persona che ti potrebbe rendere felice ti è passata a pochi passi e sarai costretta/o a rimandare l'incontro, o a perderlo per sempre. Non saperlo ti dà una certa immunità dal risentimento, certo... ma è sempre il solito discorso: è meglio amare e perdere o non amare affatto?
Badate, non che il desiderio sia sbagliato... ma io ho imparato questo: discosta la mente da ciò che vuoi divenire e osserva ciò che sei e ciò che stai diventando giorno per giorno e cerca di capire perché. Il mondo, il tempo, la vita... a volte ti accarezzano e a volte ti accoltellano, ma inevitabilmente ti cambiano. Ecco cosa bisogna fare: osservare la vita. Il segreto è lì. E non c'è niente di criptico in questo perché la wicca celebra prima di ogni altra cosa il ciclo vitale delle cose. E come tutti, i primi passi sono stati fatti rimanendo troppo occupati ad osservare lontano per vedere ciò che si aveva vicino. Non che io fossi diverso eh! Anzi... io usavo sempre un canocchiale e continuavo ad inciampare, incespicare, rischiare di sbucciarmi le ginocchia, finché un giorno ho abbassato lo sguardo ai miei piedi e mi sono reso conto che avevo le scarpe slacciate. E allora ecco che la rivelazione si è aperta a me, ed è stato come quando sali in montagna, passo dopo passo e credi sempre che quello sarà l'ultimo crinale, che la meta sarà là... e ad ogni crinale ecco altre montagne e altri crinali e il sentiero che si snoda, ma arrivi ad un momento in cui smetti di guardare per aspettarti e cominci a vedere realmente, al punto quasi che ogni cosa perde di interesse, come quel romanzo di Ian McEwan: "Cani Neri"... dove all'epifania del capolavoro, una ragazza era stata assalita da due cani neri, e il suo uomo, distratto ad osservare una coppia di bruchi che lo affascinavano, non si era nemmeno accorto della tragedia che stava avendo luogo e che l'ha costretta a combattere per la sua vita. Tu continui, per la tua strada... e nel momento in cui il mondo esiste intorno a te e con te... ecco che sollevi lo sguardo nel momento giusto per vedere. Ecco. Si apre. Ecco un nuovo incredibile spettacolo. Ecco una nuova realizzazione, una nuova consapevolezza. Una dopo l'altra, in perpetuo rincorrersi del divenire, mutare.
E poi... quando arriva il momento, e quel momento si sa quando arriva perché gli dei parlano a chi sa ascoltare, bisogna riflettere sull'amore, e su quanto lo diamo per scontato quando lo abbiamo, di quanto diventiamo capricciosi quando non lo riceviamo e di quanto poco spesso invece ci preoccupiamo di elargirlo prima di lamentarci. È un segreto questo che non si coglie facilmente, perché tendiamo sempre a sbagliare regolo per misurare ciò che è, invece di vedere ciò che dovrebbe essere. La luna ci spia, il silenzio ci invidia. E nella crescita il cammino è un'uccisione sacrificale, come il re sacro che viene fatto a pezzi, il sangue versato sulla terra per fertilità, le sue carni arrostite e divorate eucaristicamente dai suoi discepoli. Un'uccisione che rende la vita. Quella che agogni. Quella di cui hai bisogno. Nel dolore scopri la felicità, nella morte la comprensione dovuta all'opportunità di sforzarsi di tentare a capire. Niente muore mai veramente, ma continua a vivere, in un'eterna reincarnazione dei sensi, dei sentimenti, di anime che cercano il proprio equilibrio e cercano la fusione ad altre anime. È così, come sesso a cuore aperto. E fose non si vive, ma sempre si sogna, in un moto incessante e un travolgente ed infinito alternarsi di sensazioni, come bollicine in un bicchiere di birra, che salgono in superficie morendo nel momento in smettono di essere perfette, sferiche bolle... e divenendo parte della schiuma. Ecco, è così che la vita diventa acqua e l'amore un fiume che scroscia, tumultuoso, facendo rotolare pietre, distruggendo montagne. Trascinandosi a valle tutto quanto.
Soleva dire Paganini riguardo alla musica che nessuno ti può insegnare ad essere ispirato. Nella spiritualità è la stessa cosa. Nessun libro ti può insegnare a sentire gli dei. Nessun maestro può far altro che indicarti la via, e forse nemmeno quella perché anche lui la sta seguendo... e il fatto che lui l'abbia trovata in un dato luogo non significa che sia lo stesso per tutti. Nonostante il fuoco di Vesta sia stato spento e la dea abbia taciuto per anni, alcuni impavidi l'hanno riacceso. Nonostante siano stati considerati illegali i culti pagani quasi 1700 anni fa, ancora adesso noi li svolgiamo. È tutto semplice e normale, come il rock n roll e la coca cola. Il cuore del mondo batte in quattro quarti. Quando invoco l'aria canto le note di "The Power of Love" dei Frankie Goes To Hollywood perché è quello che mi fa vibrare in questo momento. Un domani potrei vibrare con "The Crown and The Ring" dei Manowar. Quando mi affaccio sul mio calderone, quasi ogni luna nuova, con l'olio sulla superficie dell'acqua che riflette il mio volto scuro e le foglie di tarassaco che ruotano vorticose, ecco che si schiudono le porte e mi devo aggrappare al terreno per non decollare. È tutto logico e normale, come desiderare e amare chi non ti corrisponde e ignora i tuoi gesti.
E nella notte, quando gli insetti si affollano ai lampioni e far da banchetto ai pipistrelli, quando la dea è alta nel cielo e da qualche parte una gatta invoca la sua sofferenza d'amore, nell'infame bellezza di ciò che noi desideriamo essere, ecco che il cambiamento prende piede, lentamente. Una metamorfosi incontrollabile, che segue la sua via e che non si ferma se noi l'abbiamo messa in moto. A volte potrà ritardarsi, a volte richiederà un sacrificio, a volte un impegno maggiore, ma è lì ed è in movimento. E non c'è pavoncella che può prenderci in giro, portarci fuori strada. Non c'è cervo che può distrarci rimanendo indietro a farsi catturare. La strada da percorrere è lì, tutta quanta, dal principio alla fine. Qualsiasi essi siano.

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