The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Editoriale Samhain 2008

Samhain 2008

Vedete... uno aspetta Samhain per decine di motivi. Taglio la zucca, trucco il bambino con i suoi abiti più "spooky", lo porto a regalar caramelle, mi ritrovo con quegli amici così cari che vedi poco, ma quando li vedi è come se fosse stato l'altro ieri. Per me Samhain è diventato il momento del ripercorrere, su questo editoriale, l'anno appena passato.
La verità è che se guardo quest'anno... mi rendo conto che in parte è come se non lo avessi nemmeno vissuto. Ho dormito, forse. Sedato in qualche angolo di mondo sconosciuto e abbandonato... come uno straccio morto e zuppo di lacrime e sangue. E ho atteso, con quella inutilità del vivere senza scopo, che gli dei mi dessero un segno. Senza andarmelo a cercare, ovviamente. La cosa più stupida che un uomo potrebbe fare, infine. Dico... che senso ha? La vita, non è forse quello che facciamo di essa? Dico... ha senso essere la collina del Golgota che ospita la croce per sentirsi colpevole di chi vi è stato inchiodato sopra?
Tutte queste sicurezze su cui uno si abitua, ci costruisce sopra roccaforti. Non crollano mai. Semplicente è come la teoria del quadro, quella esposta da Baricco in "Novecento". L'avete letto, no? Diceva chiaramente così (siamo o no su un sito dove si cita?): "A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, FRAN!, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, FRAN!, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, FRAN!. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. FRAN!. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, FRAN!. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quar to, FRAN!. Non si capisce è una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio."
Cazzo, caro il mio Alessandro... che stronzo che sei. Sei stato capace di dire quella cosa giusta al momento giusto; e nel modo giusto per giunta! E chi ci riesce più di questi tempi? Mica è roba da poco.
Ma andiamo per ordine... come è giusto che sia. Ci sono riti, come ripeto sempre, che devono essere seguiti alla lettera. Quarto anno di seguito che compio questo rito. È ora.

 

  • Ho portato una band degli anni '80 a suonare per la prima volta in Italia. I Tygers of Pan Tang. Un tour eccezionale con persone eccezionali. Sarò felice di ripetere l'esperienza. E comunque il rock n roll non ha confini. Durante il tour ho dimenticato in un albergo una delle mie magliette preferite; mi era stata regalata dal padrone di una grossa agenzia con cui lavoriamo. Desperation!!!
  • Ho smesso di andare a lezioni di canto. Per motivi futili... ma necessari.
  • Ho ricominciato ad andare a lezioni di canto (non ci stavo dentro). E comunque le vie di uscita si chiamano così proprio perché possano aiutarti a scappare.
  • Ho allontanato dalla mia vita una persona velenosa, e se tornassi indietro non la farei nemmeno avvicinare alle persone che mi sono care, per quanto male è stata capace di fare. Non credo di voler spendere ulteriori parole per una persona così infima e inutile. L'ossigeno di cui priva il resto dell'umanità respirando è già abbastanza per non spendere fiato a parlarne.
  • Ho cantato al mio primo matrimonio (non nel senso che mi sono sposato io). La sposa era di una bellezza abbagliante e la gente era molto varia, la cucina etnica e Morgan si è divertito come un matto.
  • Ho detto "addio" ad una cara amica con una canzone. È stato un regalo che le dovevo fare. Alla sua festa di addio l'ho vista sorpresa per quanta gente era venuta a celebrare la sua partenza. E ho pure cantato canzoni che non pensavo avrei mai cantato.
  • Ho detto "bentornata" alla stessa cara amica. Era una cosa che doveva fare. Meno male che l'ha fatta...
  • Ho pianto per lunghe settimane e lunghi mesi, di nascosto, perché non riuscivo ad affrontare quello che dovevo affrontare.
  • Ho desiderato da morire di poter avere qui, in quei momenti, una persona che potesse veramente capire cosa stavo passando e che non mi avrebbe dato consigli, o consolato, o compatito, ma che potessi essere per quella persona come la corrente elettrica che ti passa attraverso.
  • Ho finito di scrivere il romanzo che mi ha avvelenato la vita per anni. Ho permesso finalmente a quella sposa dal capo chino di raggiungere la navata della chiesa, aprirne le porte e lasciare che le colombe che avevano nidificato sull'altare, spaventate, prendessero il volo in un frullio d'ali. Le ho permesso di osservare la luce che filtrava dal buco sul tetto e che affettava la stanza come lame affilate. Far sì che si rendesse conto, finalmente, che era tutto finito davvero. E in quel momento, senza permetterle di piangere, l'ho presa per mano e l'ho fatta girare su se stessa solo un paio di volte, nel silenzio della polvere depositatasi, giusto per perdere l'orientamento, prima di sparire di nuovo. Quelle pagine... poggiate l'una sull'altra come foglie morte, finalmente hanno compiuto la loro ordalia e il tormento, qui dentro, si è placato.
  • Ho ricevuto un messaggio da una persona che non sentivo da anni, inconsapevole protagonista del mio romanzo, proprio due giorni dopo aver finito di scriverlo. L'involontario incantesimo di richiamo ha sortito il suo effetto, e così gli ho detto quello che non le avevo detto otto anni fa. E la sposa... finalmente, ha potuto togliersi il velo, gettarlo al vento, e ricominciare la sua vita.
  • Sul balcone... campo neutrale delle nostre discussioni... ho finalmente messo giù le carte della mia relazione con la madre di mio figlio, la mia compagna. Dopo sei anni di sacrifici, sangue e lacrime, tanta gioia, ma anche tantissimo dolore, abbiamo deciso di separarci. Non so cosa ne sarà, ora... mentre scrivo queste righe, ma so che ci siamo promessi una cosa e ci sforzeremo di mantenerla finché riusciremo: cresceremo nostro figlio insieme, non più come una coppia, ma come due vecchi amici che si vogliono bene.
    In parte, vedete... sono giunto alla conclusione che il mio compito con lei non era vivere la mia vita al suo fianco, come il suo non era quello di vivere la sua vita al mio fianco; il nostro compito forse, era solo quello di mettere al mondo nostro figlio e di cercare di dargli una vita equilibrata. Forse, da buon genitore orgoglioso... mi piace pensare che lui abbia un ruolo fondamentale negli eventi, e che sia andata così proprio per quel motivo. Non c'è quindi rabbia... ma cosapevolezza. Ed è così che forse riesco ad affrontare il futuro, ora. La vita da single non mi spaventa a dire il vero... Sono figlio dell'aria e con me il mio nome. Troppo leggero per vivere incantenato, troppo libero per essere imprigionato. E anche là, dove una qualsiasi persona non vede catene, io le sento già pesare e aggrapparsi a me. Ora sarà quel che sarà. Incontrerò finalmente persone che non ho mai visto e condividerò quello che sono con chi desidero. E quel mio io, che è rimasto nascosto per tanto tempo, potrà tornar fuori a respirare.
  • Ho quasi completato la serie "Final Evolution" dei Gormiti. Me ne mancano solo 12. Si nascondo i bastardi! Ma ci riuscirò. Come dicono in questi tempi... "Yes, we can!"
  • Ho superato un provino importante e adesso canto in una grande rock n roll band come session man. Orgoglio!!!
  • Ho pubblicato un saggio su una raccolta di racconti che parla delle donne e il rock n roll
  • Ho cantato poco dal vivo, ma tantissimo dentro il cuore e durante la giornata
  • Ho ritrovato una persona speciale... che credevo di aver perduto, ma che arrotolando il filo, ho scoperto essere ancora là, al suo posto. Ma questa volta non la faccio andare via più. Parola di lupetto.
  • Ho varcato il Dark Portal, finalmente. Nel mondo virtuale di World of Warcraft sono indietro... ma il tempo è quello che è e il mio Mago Blood Elf di nome Quellar, finalmente può congelare il culo a qualche Ally maledetto anche nelle Outlands!
  • Ho letto circa 150 volte la storia del lupo e dei sette capretti a Morgan, il mio piccolo. Dopo le prime venti volte ho cominciato ad inserire alcune varianti... e ora i capretti, all'arrivo del lupo, stavano guardando Playhouse Disney o giocando a Call of Duty 4 sulla Playstation e quando la belva entra, si nascondono: nel lettore cd, nel forno a microonde, nel congelatore, dietro il poster di Jim Morrison, tra le magliette dei Iron Maiden, dietro una lampada alogena, nel materasso ad acqua, nella lavatrice, nella lavastoviglie, sul balcone tra le piantine del capretto "alternative", nel calderone...
  • Ho coltivato una Verbena e l'ho chiamata "Gervasa". È cresciuta benissimo da cinque semi diversi e ha fatto fiori di diversi colori: viola, bianchi, rossi e gialli.
  • Salsiccia, il mio gatto, ha scavato nella terra sradicandomi Gervasa. Adesso la mia missione è salvarla. "YES WE CAN!"
  • Ho preso info per cominciare un corso di giardinaggio. Mi sono rotto le scatole di lavorare in ufficio. Alla fine il lavoro ti deve appartenere per darti qualche cosa. E se non ti appartiene che lo fai a fare? Cioè... non ce lo chiediamo mai, vero? Uno fa ciò che deve perché crede veramente di dovere... e invece... cazzo... Beh... a dirla tutta... insomma... Ho sentito parlare questo bardo, una persona di bravura orfica. Con quella disinvoltura tutta teatrale ha toccato le corde della sua arpa come accarezzasse il corpo di una fanciulla. Dapprima ero scettico; il dopocena, il vino... Poi... la musica... era così dolce... che mi sono sentito subito, istantaneamente, trascinare indietro nel tempo, al rollio gentile di mia madre che camminava, e io al sicuro nel suo ventre. Mi pareva di essere in una locanda, mentre fuori l'imbrunire calava su di noi come la mano immensa che oscura il cielo. Come se vivessi nel mondo feudale. Lui disse che per imparare a suonare così aveva dedicato mesi della sua vita a camminare in un fiume, a piedi nudi, per imparare il simbolo del sacrificio. Mesi a vedere l'acqua rossa del suo stesso sangue. Spiegava che era necessario per fare qualsiasi cosa e che non tutti erano pronti a questo, perché cercavano le vie semplici e dirette, i corsi "for dummies". E non ci pensiamo mai? Dico a quanto siamo schiavi, in realtà... noi tutti... del pensiero di ciò che dobbiamo per forza essere, perché relegati alla forma e non alla sostanza... o forse... peggio... alla funzione stessa. Sì... alla funzione; proprio così. Cazzo... uno ci pensa e se ne rende conto. La funzione dell'essere umano. Ce la dimentichiamo, talvolta. Ed è proprio come quando ho chiesto al mio caro amico, giunto a me in cerca di consiglio per il suo matrimonio in crisi, con un figlio piccolo e una bimba in arrivo: "Che cosa ti ha fatto innamorare di tua moglie?" e lui mi ha risposto in modo idiota, senza senso. Che si aspettava da me, mi chiedo? È vero, tra me e la madre di mio figlio la storia d'amore è finita, ma io so per certo che cosa mi ha fatto innamorare di lei. E sono verità, non menzogne. Forse, quando ti dimentichi di cosa ha fatto scattare in te la scintilla in una persona, è il momento in cui ti chiedi veramente perché ci stai assieme. Non è questo solo funzione? Funzione nel vivere. Perché è giusto così. Perché l'ho deciso tempo fa. Perché abbiamo fatto un patto. Che significa? Che il mondo può cambiare intorno a te e tu devi rimanere sempre uguale, senza mutare mai? E come puoi rimanere un punto fermo, una cariatide, quando siamo soggetti al cambiamento per nostra stessa natura? Che assurdità, ci diciamo. Non abbiamo forse paura tutti del cambiamento? Ne rifiutiamo l'idea ma ne siamo dentro tutti... tutti quanti. E non ce ne rendiamo conto. È forse solo come decidi tu di vivere la tua vita. Decidere quali sono le cose importanti... e non renderti schiavo delle persone, dei sentimenti, delle paure, delle abitudini. Come è difficile eh? Una mia cara amica ha detto una cosa che voglio condividere con voi, perché è vera, perché la vita va al contrario e ci serve per imparare il significato del tempo e dello spreco. "Quando sei giovane hai i mezzi (la gioventù, la bellezza, la forza, il tempo) ma non hai la consapevolezza. Quando invecchi, acquisisci la consapevolezza ma perdi i mezzi". Purtroppo in generazioni su generazioni nessuno è mai riuscito, veramente, a far inculcare tutto questo a nessuno, perché ogni volta viviamo ciò che possiamo con la consepevolezza che abbiamo. E ogni volta sprechiamo tempo e sentimenti. Ed è assolutamente assurdo; non che non ci si riesca, dico... ma continuare a provarci! Dovremmo aver imparato che la consapevolezza arriva da sé per ognuno di noi. Eppure non possiamo fare a meno di mettere in guardia chi ci sta vicino, correndo per la strada, affinché non abbia a sbagliare come noi, come quel vecchio film in bianco e nero che in TV ripropongono ormai solo in spezzoni... "La vita è Meravigliosa" dove James Stewart correva nella neve a gridare "Buon natale cinematografo! Buon natale emporio!". Che frustrazione... se ci pensate. Tutto quello di cui una persona realmente necessiterebbe per essere felice è solo quello: il tempo per capirlo, per smettere di provarci e per cominciare ad esserlo senza pensarci. In poche, semplici parole: la consapevolezza di se stessi nel momento in cui si è, e non di quello che si era nel momento in cui non lo si è più. E vedete... alla fine questa è l'unica lezione che tutti quelli che hanno il privilegio di invecchiare riescono a capire veramente. L'unica lezione che è uguale per tutti, da un capo all'altro del mondo, in qualsiasi epoca. Un vero e proprio "assioma universale". Di quelli da colmarsi la bocca.
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  • Per la prima volta nella storia della mia vita (ossia la riga scorsa) ho deciso di lasciare che la gente credesse quello che voleva del mio pensiero. "A libera interpretazione". Rimango a disposizione per eventuali insulti e cinghiate in pubblico lubidrio.
  • Ho fatto un provino con una band AOR di tutto rispetto. Non so ancora, ad oggi, come sia andata. So che avrei potuto fare meglio. Ma dopotutto è sempre così. Puoi sempre fare meglio. E lo scopri nel momento stesso in cui ti ci ritrovi. Il punto fondamentale, ci riflettevo in seguito... è che se gli dei vorranno che io sia il cantante che li seguirà in tour, nessuno mi porterà via il posto.
  • Sono passato a 3. Ottimo operatore. Peccato che le offerte le fanno a tutti tranne che a me! E peccato inoltre che non riesca a disattivare le decine di sms che mi arrivano ogni giorno con le loro pubblicità.
  • Sono stato in tour con gli Onslaught, i Methedras e gli Inallsenses per cinque date lungo la penisola. Ho visto le guglie di firenze e le colline desolate del casertano. Ho passeggiato sotto gli ulivi a Bari e ho annusato la grandezza della capitale. Ho dormito in letti diversi e con persone diverse mangiando come e quando potevo. Ho assistito ad una manifestazione studentesca a Siena e ho passeggiato tra Emo e ragazze piene di brufoli e ho visto altri studenti seduti a terra a fare lezione alla stazione dei treni, in mezzo alle persone. Sono stato fermato due volte dalla polizia, ho chiacchierato in inglese e ho cercato dei gormiti per Morgan ad ogni autogrill. Sono stato attento a cosa mangiavo e non ho toccato un goccio d'alcol.
  • Ho cominciato a studiare Sweet Child O' Mine e forse la porterò al saggio di fine anno
  • Ho sentito finalmente un amico che dovevo chiamare tanti anni fa e che mi ha detto che gli ha fatto piacere che l'ho chiamato. Ci incontreremo la prossima settimana.
  • Ho fatto una bellissima candela a forma di zucca. Ci sono volute sette colate, ma ora, in questo momento esatto... brucia sul balcone per indicare la strada ai trapassati, così che possano tornare qui... e condividere con me questa festività

E adesso... attendiamo il nuovo anno... Felice Samhain

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