The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Editoriale Samhain 2010

Samhain 2010

Io ti ringrazio amore, d'ogni pena e tormento e son contento ormai d'ogni dolore.

Poliziano

Come puoi descrivere ciò che hai vissuto con le parole quando le parole ti mancano? Come puoi parlare al mondo di ciò che sei quando ti manca la voce? C'è una canzone che dice: "Sto cadendo nell'abisso, tenendoti tra le mie braccia... no, aspetta... queste sono le tue braccia. Le tue braccia d'amore, con le quali sto precipitando. È forse una visione d'amore questa?"
A volte mi rendo conto che indosso un'armatura e come un granchio del cazzo chiudo le chele e le faccio schioccare... ma quell'armatura mi impedisce di essere libero e io mi muovo solo a destra o sinistra, senza poter andare avanti o indietro. Solo sulla linea, sempre sulla linea. Ora mi sono liberato di quell'armatura e non voglio indossarla mai più. Se devo morire dissanguato perché le ferite non guariranno mai voglio farlo in piedi, guardando il cielo ed essendo consapevole della sua grandezza.
Ogni anno è un ciclo, ogni anno è un percorso, ogni anno un'esperienza. E come tutti i sentieri, qualsiasi siano, non conta dove vai o da dove vieni, conta in realtà solo la strada che percorri per arrivare da qualche parte. Io sono partito da una rinascita rifiutata quest'anno e questa cosa si è trascinata nell'anno che ho vissuto, facendomi rivedere quel momento più e più volte come per ricordarmi ciò che ho sbagliato a temere. È sempre così e lo sapevo benissimo... quindi mi piace pensare che l'aver rifiutato di tornare alla vita sia stato un gesto sì di poco coraggio al momento, ma che mi aiutasse a capire in realtà quanto è importante saper abbandonare e lasciar andare e se avessi lasciato andare non avrei capito realmente il significato di questa cosa. Così ho vissuto con un piede da una parte e l'altro dall'altra di una linea e questo spezzare, strappare mi ha ferito e fatto a pezzi infine. E non sono tanto le ferite che altri ti infliggono, quanto quelle che ti fai da solo che bruciano e dolgono di più.
È stato un anno di accordi minori e di accordi maggiori. È stato un anno di prese di posizioni, di cambiamento, di morsi e graffi, ma anche di dolci carezze che rimarranno sempre qui, in questo cuore ricucito. È stato un anno di comprensione, di consapevolezza, di dolce abbandono alla corrente senza avere aspettative, o forse con troppe aspettative che non essendosi realizzate fanno apparire tutto senza un senso reale che possa ad oggi essere compreso, accettato, vissuto, integrato, inciso dentro questa anima e questo corpo che, non voglio più dimenticarlo, è fatto di carne e non di roccia. "Queste visioni non si rovineranno mai finché ti terrò tra queste fredde braccia", dice ancora quella canzone.
Dea, come sono duri i tuoi insegnamenti. A volte è come regalare una corda a qualcuno sapendo che potrà farci un cappio e che magari lo farà per penzolare a piedi nudi sull'abisso, ma falo sapendo anche che lo si fa anche perché quel qualcuno può scegliere... scegliere di costruirci un ponte con quella corda. Un ponte sospeso su quello stesso abisso per poterlo attraversare.
E ora sono qui, a metà di questo abisso e sento gli aliti gelidi che sospirano da sotto di me, come fauci accoglienti, e i venti graffianti che mi fanno barcollare. So che devo andare oltre, perché nonostante la corda sia sottile e sia attaccata per un solo filamento, può reggere il mio peso, dal momento che è fatta per quello, dal momento che me la sono dovuta intrecciare personalmente, come facciamo tutti, in ogni giorno della nostra vita e così ho fatto anche io. E sì... questi ultimi passi gocciolano sangue e... e sì... non sto camminando, ma sono attaccato solo con le unghie di una mano. Ma ce la farò. Ce la devo fare. Lo devo a me stesso. Lo devo alle persone che amo. Lo devo alle persone che mi amano. Lo devo a chi ha deciso di rimanere qui vicino a me, a chi ha deciso di andare via. Lo devo a chi arriverà e a chi andrà via. Lo devo a chi mi ha ferito e a chi mi ha aiutato a guarire. Lo devo in chi crede in me e anche in chi non lo fa. Lo devo a chi pensa che io sia una persona dalla quale sia necessario proteggersi e a chi invece ha fiducia in ciò che sono e nel modo in cui ha imparato a conoscermi.
Passerò oltre questo abisso e affronterò ciò che ci sarà dall'altro lato. Camminerò carponi oltre il nero manto perché la luce possa guidarmi verso la rinascita, con ciò che mi aspetterà al di là, semplice o difficile che sia, in salita o in discesa e che sia amore o sofferenza. E per quanto ciò che ho vissuto sia un dolore così grande da non riuscire a contenerlo in un cuore solo, so che è grande così perché l'amore mi ha toccato davvero e che è stato così grande da non poter essere contenuto da un cuore solo. Un cuore come il mio, che si è rivelato essere troppo piccolo per tutto questo e si è rotto.

  • Io e la mamma di mio figlio ci siamo separati ufficialmente. Ufficialmente poi per chi? Ognuno ha preso la sua strada e, come capita talvolta in queste cose, dato che tu, Madre, sei sempre così spiritosa, ci siamo ritrovati in quel modo diverso e meraviglioso che è il volersi bene per ciò che abbiamo in comune e non per ciò che ci divide e ora ho davvero, davvero, davvero una nuova cara amica. E di questo ti ringrazio. Ti ringrazio per averti ritrovata, anche se in modo diverso. Ti ringrazio perché hai saputo aiutarmi a crescere. Ti ringrazio perché sai essere ora la stessa mamma stupenda che desideravo tanto fossi per nostro figlio e che ti ha fatto meritare quella coppa che ho comprato in quel negozietto che recita: "Primo premio di Super Mamma" per la festa a te dedicata. Ti ringrazio perché mi hai permesso di vivere la mia vita e non hai mosso ripicche e hai lasciato che la rabbia fluisse via, lontana.
  • Sul divano della casa che avevo con Sara, insieme alla mamma, ho dovuto dirti, piccolo mio, che non avrei vissuto più con te ogni singolo giorno, ma che avrei dovuto andare via, perché mamma e papà non andavano più d'accordo come prima. Tu hai urlato subito e sei corso via. Ci sono volute quattro ore perché uscissi da sotto il letto, dove urlavi e piangevi e mi accusavi di non amarti e ho sentito questo immenso, soverchiate senso di colpa gravarmi addosso come una coperta gelida stesa sul cuore. Un sudario di gelo che mi toglieva il respiro. Ti ho fatto tanto male, piccolo. Così tanto male che me lo ricorderò sempre e so che non dimenticherai. Mi ricorderò sempre le tue urla e i tuoi pianti e ciò che mi hai detto e l'insegnamento che porto dentro da quelle parole non lo perderò mai. Io sento di averti sottovalutato in un modo che, spero, non farò più. Sento di averti messo in secondo piano, di averti ferito, di averti svilito ed è una cosa che non riesco a perdonarmi e che mi tormenterà sempre, e quando mi chiami piangendo dicendo che ti manco anche se ci siamo visti solo il giorno prima io sento sempre di non fare abbastanza per te. Spero che un giorno tu possa perdonarmi e capire che cosa è successo e perché.
    Ora tu ne parli come una cosa vissuta e ti riferisci al tempo "quando tu e la mamma eravate assieme" senza apparentemente soffrirne, ma so che la ferita è ancora aperta dentro te e non si chiuderà tanto presto. Te lo vedo negli occhi che soffri, anche se sorridi anche se ridi... ma quando mi saluti perché vado o quando mi chiedi quando staremo assieme, io sento il peso della sofferenza dietro queste tue richieste e ancora... ancora sento di non riuscire mai a fare abbastanza per te, che ti meriti tutto me stesso, tutto quanto, piccolo mio. E l'altro giorno, mentre ti stavo leggendo "Il Mago di Oz", seduto a fianco a te sul letto a soppalco tu mi hai chiesto perché il leone era codardo e io ti ho risposto che tutti abbiamo paura di qualcosa, come tu dormi con Pruciu, il tuo orsacchiotto perché hai paura della luce spenta e dei "brutti pensieri che ti vengono in mente", il leone ha invece paura di tante altre cose. E tu mi hai detto che eri convinto che io non avessi paura di niente. Proprio io, già. E poi mi hai chiesto perché il boscaiolo non aveva un cuore quando invece faceva cose gentili e se forse qualcuno glielo aveva tolto e io ti ho detto allora che tutti abbiamo un cuore, e che continua a battere anche se si fa male a volte, come tu continui a correre anche se a volte cadi e che tutti dobbiamo cadere e farci male per capire come è bello correre e avere qualcuno che ti aiuti a guarire.
    Sei la mia stellina, piccolo.
  • Ho comprato casa da solo. Sono entrato in casa e ho dovuto ricominciare una nuova vita. Tra candele e bellezza e profumo, senza elettricità né gas ho ricominciato una nuova avventura. Un trasloco veloce, con un caro amico a fare scatoloni, con i gatti disperati e piangenti in quella casa deserta mentre Morgan e Sara erano in Egitto. Ma prima... qualche passo semplice, le finestre spalancate su un giardino anonimo e la casa vuota, che odorava di intonaco e non la sentivo mia e poi mi sono buttato a terra, appena firmato il rogito e sono rimasto lì alcune ore, a rerspirare soltanto ciò che stava succedendo, a vivere quel momento. A vivere la fine di un ciclo e l'inizio di un altro. E ho pianto quelle lacrime di liberazione e di schiavitù, quelle lacrime di grazia e sofferenza che sapevo avrei pianto. La mia nuova vita era cominciata.
  • Ho concluso un giro di ruota di Belladonna & Aconito, il gruppo di studio sulla pratica wiccan e stregonesca che ho deciso di aprire dopo Samhain l'anno scorso e ho così conosciuto tante persone così speciali e meravigliose, alcune delle quali hanno deciso di prendere la sua strada lontana da noi. Ora comincerò un nuovo ciclo. Non sarà come quello precedente, come è ovvio che sia, ma se pensassi di poter dare a voi, amici/fratelli/sorelle/amiche anche solo un dieci per cento di ciò che voi avete saputo dare a me in questo anno, allora saprei di avervi dato qualcosa di più grande del mare e del cielo messi assieme.
  • Dopo aver aiutato a migliorare, secondo il mio punto di vista, il forum del sito www.wicca.it, qualche anonimo admin misterioso ha cancellato la mia utenza. Da quel momento non ho più postato su altri forum. Se il mondo pagano vorrà conoscere la mia posizione o la mia opinione su alcune cose, mi scriva o legga il mio sito. Vorrei ringraziare e salutare chi è rimasto là che conosco, ma non ho intenzione di tornare, nonostante alcune persone me l'abbiano chiesto. Sento di aver detto ciò che dovevo dire.
  • Ho smesso di giocare a World of Warcraft. Il mondo di Azeroth può aspettare. La mia vita no, e nemmeno le persone che amo e che mi amano. Un saluto veloce in gilda e poi via. Magari un giorno tornerò.
  • A Mabon, salendo sulla bilancia di Potnia ho capito che dovevo mettermi a dieta. Anche perché segnava due chili in meno di quelli che portavo. Ad adesso beh... ho fatto progressi insperati. La ricerca dell'equilibrio deve andare in diverse direzioni.
  • Ho passato un Beltane speciale nei boschi veneti, campeggio selvaggio con la paura dei cinghiali, con il freddo che ti entra nelle ossa, con persone a me care e con un Bardo che ha allontanato la tempesta in arrivo con danze e sonagli. Il buio è proprio buio nella foresta.
  • Ho pubblicato il mio ultimo romanzo. Ho dovuto. Attendeva in questo pc da anni. Ora è acquistabile su internet ad un prezzo veramente irrisorio. Sentivo che era il momento. Non mi interessa che la gente lo legga, che lo compri, non mi interessa fare pubblicità. Mi interessa solo che abbia smesso di essere ciò che era: un pdf smarrito qui, tra i vari file. La persona che vorrei che lo leggesse mi ignora e so che a questo punto è evidente che non vuole saperne niente. Non che gli abbia chiesto chissà che. Forse ha solo paura. Se è così, non sono io che devo aiutarla a vincerla. O forse semplicemente non gliene frega niente, nonostante tutti questi anni. In ogni caso le ho promesso che non la disturberò più.
  • Ti ho scritto un messaggio mesi fa. Ero al cinema e volevo solo sapere come stavi. Solo quello. Ma tu mi hai risposto: "non conosco il tuo numero". E io ho capito che in qualsiasi modo le tue scelte e devozioni ti abbiano portata lontana da tutto, me compreso, hai capito chi ero e non hai più risposto. Addio. Vorrei dirti tante cose ma so che non le leggerai e non ti interesserebbe comunque saperle. Avrei desiderio di parlare con te, però, anche solo per sentire la tua "R".
  • Mi sono costruito una bacchetta nuova in betulla, seguendo esattamente il rituale antico di raccolta e trattamento oltre che di consacrazione. Avevo un cristallo di rocca da incastrare sulla punta da anni e proprio quando mi serviva l'ho perduto nel trasloco. Hai strane via, Madre.
  • Ho trovato una scopa e l'ho consacrata a strumento rituale. Ora è appesa sopra la porta ed è benedizione e protezione per tutti quelli che entrano ed escono.
  • Mio fratello, di ritorno dalle vacanze, per ringraziarmi di aver dato da mangiare ai suoi gatti in sua assenza mi ha portato in dono una spada che ho prontamente consacrato. Ora tra bestemmie in fenicio e urla in dialetto babilonese è attaccata al muro vicino al letto.
  • Insieme a quattro streghe ho riconsacrato di nuovo la Cabotina a Triora durante la festa Strigora. È stato un cerchio bellissimo e molto forte.
  • Tra chiacchiere e discussioni ho ("lasciato") la congrega di Baselica che avevo fondato a Beltane dell'anno scorso. Ribadisco che il mio affetto per le persone che la compongono e le loro famiglie rimane assolutamente inalterato, ma troppi gossip si sono susseguiti su questa cosa per spenderne di ulteriori, per questo mi limito ad augurar loro un buon cammino e un caldo abbraccio a tutti.
  • Ho di nuovo rappresentato l'Aria al Pagan Pride, con il mantello giallo, mentre davanti a me c'era questa volta Nyssa che rappresentava l'Acqua, Lucelibera per la Terra e Marco per il fuoco. Peccato per la pioggia.
  • Ho conosciuto un caro amico al PPD quest'anno, oltre alla stessa Nyssa e Aradia e con lui mi sono mangiato delle ottime mozzarelle di Bufala campana. In più ho rivisto Marco e Lae e i due piccoli, direttamente da Bruxelles e tutti gli altri che vedo solo raramente... è stato bellissimo abbracciarvi tutti.
  • Ho celebrato tutti i sabba da Samonios a Samonios con persone speciali e diverse nel mondo e ancora una volta dico che la Dea è grande.
  • Ho incontrato alcuni rappresentanti di associazioni pagane italiane a Roma, questo maggio per il Progetto Sphera. Eravamo pochi, in cerchio a non domandarci che cosa il mondo pagano può fare per noi, ma che cosa noi possiamo fare per il mondo pagano (cit). Tanti buoni e bei propositi... ma alla fine... eccoci ancora qui a non aver concluso niente. Almeno l'ospitalità di Vanth e di Mr.G, come sempre del resto, è stata eccezionale e ho avuto l'opportunità di abbracciare vecchi amici.
  • Ho perduto tutta la stima che avevo per una persona.
  • Ho innaffiato le piante di Potnia sul suo balcone a Roma, mentre uno splendido tramonto scendeva nel cielo color arancio e viola. Amica mia, le cose sono andate proprio come mi avevi raccomandato di stare attento a non far andare ed esattamente come speravo che non andassero. Ho fatto ciò che potevo, davvero. Forse avrei potuto e dovuto impegnarmi di più o forse queste braccia non sono state abbastanza calde e forti. O forse aver paura di qualcosa non fa altro che avvicinare ed aumentare le probabilità che quella cosa avvenga o che la si incontri sul proprio cammino. Grazie davvero per ciò che hai fatto per noi.
  • Ho urlato tanto, nella notte, tenendomi la pancia, dilaniato. E sento che non è finita per niente. Non mi importa che qualcuno abbia sentito o no. Avrei urlato anche se fossi stato su un'isola deserta. Talvolta si urla perché si ha bisogno di urlare, non perché qualcuno ti senta; questa è una di quelle volte.
  • Ho scoperto e cantato una canzone nuova, bellissima, che mi è entrata nell'anima. E che è la canzone di questo momento della mia vita.
  • Ho ritrovato. Ho perduto. È andata via portandosi via il mio cuore.
  • Ho temuto di addormentarmi per la paura di sognare e, su consiglio di una persona, ho messo la sveglia ogni due ore affinché potessi evitare la fase REM, fino a quando le mie preghiere non sono state ascoltate o il mio corpo ha ceduto, non saprei dire la differenza.
  • Ho chiesto il perdono ad alcune ragazze che avevo fatto soffrire a causa della mia paura stessa di soffrire. A parole l'ho ottenuto. È quello per me stesso che devo cercare di ottenere. E lì è la vera difficoltà. Ma non credo l'avrei voluto un passaggio semplice.
  • ...E tu mi hai chiesto scusa. ...E ionon pensavo che mi sarei sentito davvero così a leggere quelle righe e sapere che stavo per dirti la stessa cosa. Dopo tutti questi anni. Dopo tutti questi anni, cazzo. Alcune parole... prendono un sapore sempre strano in bocca a ripeterle. "Anni" è una di queste. Ha il peso di ciò che è stato dentro quella semplice "i". Spero che l'esperienza che hai saputo cogliere da me, anche se non ne ho potuto beneficiare io, dopo tutti questi anni ti possa servire per essere una donna migliore per te stessa e per le persone che incontrerai sulla tua via.
  • Le mie interviste per Labrys sono state pubblicate in un libro-raccolta di interviste nel mondo pagano. Leggendole mi sono reso conto del cammino che ho fatto da quei giorni. Pochi passi per superare baratri.
  • Ho sbirciato nel futuro di cose che non avrei dovuto guardare, dal momento che non volevo veramente saperle e averle sapute non ha cambiato comunque il loro svolgere.
  • Ho deciso di accogliere dentro me la guarigione e i doni che mi sono stati offerti per raggiungerla. E per quanto il processo sia iniziato, non è esente da sofferenza, come è giusto che sia. Il passaggio è stretto, Luce. Davvero stretto. E raschia la pelle e mi sembra di soffocare e congelare.
  • Ho dovuto rimandare la celebrazione di un handfasting a causa dell'equilibrio che mi mancava. Robi, Luca, vi prometto che prima che salpiate per il nuovo mondo le vostre mani saranno legate se ancora lo desiderate. E se ancora desiderate che sia io a farlo. Grazie per aver atteso e compreso. Non lo dimenticherò.
  • Ho dovuto tenere i cowboy (che detesto) perché Morgan vuole sempre usare gli indiani quando giochiamo ai soldatini. Il mondo è ingiusto. Whullemooch rulez!
  • Ho acceso una candela sul balcone. E la sostituisco da un mese a questa parte ogni qual volta finisce. Attendo con pazienza che giunga una persona a spegnerla con un semplice soffio o con due dita o che decida che è venuto il momento di spegnerla io stesso.
  • Ho parlato con molte persone in questo periodo e per motivi diversi. E a volte... beh comincio a pensare che, nel mio modo di essere, di amare, in realtà sia io che sto guardando il dito e non la Luna, o che non ci sia nessuna Luna da guardare e che ognuno fa finta che ci sia per non ammettere che non la vede, un po' come la favola dei vestiti dell'imperatore.
  • Sono andato al cinema spesso e ieri... ho visto "Ritorno al Futuro" con Morgan e alcune amiche. Mi pareva di essere tornato indietro di una vita. 1985. Cazzo avevo sette anni la prima volta che l'ho visto.
  • Ho scoperto di essere un nodo piccolo per una persona che ritengo invece, per me, un nodo grande, sempre dopo tutti questi anni. Diceva una vecchia canzone "E allora satura anche questo cuore, cosicché non possa più amare, poiché grande è l'illusione di essere importanti"
  • Ho rubato il citofono al mio vicino di casa. Se lo merita, quel bastardo.
  • Ho ricevuto in dono un bellissimo zerbino pagano
  • Mi sono ritrovato, ancora una volta, a dare consigli alle persone per poi trovarmi senza alcuna soluzione per me stesso.
  • Ho deciso che non divinerò più se non quando si rivelerà una cosa di estrema necessità. E non riesco a trovare proprio niente che possa esserlo.
  • Ho ceduto potere e conoscenza.
  • Sono stato alla festa di compleanno di un vecchio amico, il mio vecchio batterista, e Morgan tornando a casa con me, mi ha detto: "Sì ma le feste dove vado con te sono molto più divertenti di quelle dell'asilo!" È questo il Rock n Roll, belvazza!
  • ... per la prima e ultima volta nella storia del Reef in un editoriale non ho detto tutto quello che avrei voluto dire nei modi e negli argomenti.
  • Quando leggerete queste righe due saranno le cose che potranno essere capitate. O sarò morto o sarò morto e rinato.
  • Ho dato picche ad un'intervista per Italia 1 per seguire la mia spiritualità e rimanere coerente con le mie energie. In ogni caso grazie Gabriella per aver pensato (accanitamente devo dire) che potessi essere la persona adatta a ciò che volevi fare. Spero che le persone che hai scelto infine possano aver risposto in modo completo alle tue domande come pensavi avrei potuto fare io.
  • Infine... risorgerò.

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