The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Editoriale Yule 2004

 

 


Yule 2004


Vorrei essere un giglio, trovarmi in un vaso di cristallo...
Vorrei essere posta in una piccola stanza, sul davanzale di una finestra, dove si vedono piccole valli, ruscelli e frutteti e boschi e luce...
Da lì vorrei vedere gli uccelli che si rincorrono nel cielo dove le nubi risiedono prendendo le forme più strane...
Vorrei essere un giglio; uno di quelli splendidi... si certo...
Uno di quelli splendidi


Citlàli Cocòton, presto madre di mio figlio.


Ricordo quando aprii il cerchio per la prima volta tempo fa. La forza delle onde che faceva ondeggiare il mondo, il calore della sabbia sui miei piedi nudi che mi faceva oscillare. Il capo chino delle mie sorelle avanti e dietro di me mentre camminavamo, danzavamo, correvamo tutti insieme, dolcemente, come foglie in un mulinello.

Ricordo i fuochi di quel samhain, l'odore dell'incenso, le parole forti e dolci dell'evocazioni. Ricordo le mani alzate, l'energia che mi faceva barcollare quando chiedemmo agli dei di unirsi a noi in quella celebrazione.

Ricordo il sapore del vino, della frutta, il freddo pungente dell'aria della notte. Avevo un grande dolore dentro quel giorno, e lo fusi assieme a quello delle streghe che erano con me. Una grande, intensa magia... qualcosa che non credevo di poter provare. Più intenso del sesso, come morsicare una mela acerba, croccante.

Quel giorno lo porto dentro ancora... in fondo, dove nessuno può profanarlo. Sentivo la terra entrarmi nelle dita dei piedi, uscirmi dalle mani, dagli occhi, come un'immensa cascata. C'era una solennità che mi colpì. Non ci conoscevamo, ma era come se sapessimo che eravamo già stati li, io e loro.

Nel tempo tutto è diverso; nel suo scorrere ha smussato quel sabba, lasciando quel piolo incastrato dentro di me senza smuoverlo, ma scavandogli intorno.

Scoprii qualcosa che già conoscevo... o credevo di conoscere... Fu come dire ti amo per la prima volta, ed essere ancora una volta quello stesso selvaggio che non conosce il fuoco e ne ha paura.

Da quel momento è stato amore, dolcissimo. Qualcosa che imparo ad ogni alba ed insegno ad ogni crepuscolo.

La mia vita sta cambiando, me lo sento... scivola dentro di me, attraverso di me... come corrente elettrica, come un fiume che scorre, lento, ozioso. Mi lascia addosso dei segni, e trascina con sé anche cose e volti e luoghi che galleggiano, talvolta per alcuni secondi, altre per interi anni. Ho una rondine nel cuore, diceva una poesia che sentii recitare al mio primo concorso letterario, che rosicchia il verme del mio senso di colpa.

Oggi mi sento così, preda di quel piccolo nocciolo di sconforto che mi fa riflettere. Le cose cambiano, sempre e sempre. Portano cose nuove e belle e preziose. A me quest'anno porteranno il più e meraviglioso regalo che la dea avrebbe potuto elargirmi.

Che gli dei vi benedicano.

V.