The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Giusquiamo Nero (Hyoscyamus niger)



A cura di Lyrio Baelfire

GIUSQUIAMO NERO

Nome scientifico: Hyoscyamus niger L..
Sinonimi: Hyoscyamus pallidus Waldst. & Kit. ex Willd.; Hyoscyamus auriculatus Ten.; Hyoscyamus bohemicus F.W.Schmidt.
Nome comune: (IN VARIE LINGUE E/O DIALETTI): Giusquiamo nero, Henbane (eng), Jusquiame noire(fr), Black Henbane (USA), Chupa mieles (esp), Schwarzes Bilsenkraut (deu)..
Famiglia: Solanaceae
Descrizione Botanica: Pianta erbacea annuale o perenne alta dai 40 ai 70 cm, peloso-vischioso e fetida. Le foglie sono flaccide, dentato-sinuate, picciolate alla base e sessili lungo il fusto, spesse e pelose. I fiori pentameri sono imbutiformi, di colore giallastro con una fine reticolatura violetta che li rende inconfondibili, riuniti in breve racemo all'apice del fusto, all'ascella di una brattea ben sviluppata. Il frutto è una pisside.
Nella regione mediterranea è presente anche la specie Hyoscyamus albus L. che si distingue dal precedente per avere foglie tutte picciolate e fiore giallo senza reticolo violaceo.
Distribuzione Geografica: Diffusa in tutta Europa, l’Africa Settentrionale e l’America Settentrionale.
Habitat: Zone ruderali e incolte.
Fioritura: Estate (Giugno, Agosto).
Parte utilizzata: In medicina le foglie, in magia foglie e semi.
Raccolta: A maturazione del frutto per i semi, in qualsiasi momento le foglie.
Principio attivo principale: Scopolamina o Ioscina (alcaloide): come l'Atropina (vedi Mandragora), impedisce l'interazione tra l'acetilcolina e i recettori muscarinici. A dosi efficaci provoca sonnolenza, amnesia, allucinazioni, blocco della secrezione, blocco della vasodilatazione, simpaticolisi, tachicardia, nausea, vomito e, a dosi eccessive, coma e morte.
Altro composto presente in quantità è la Hyoscyamina, alcaloide isomero levogiro dell'Atropina, ha praticamente gli stessi effetti sopra descritti.
Le droghe citate sono contenute in quantità non significative ai fini dell'estrazione. Gli utilizzi, ormai in disuso, prevedevano effetti sedativi e antispasmodici, efficaci nella cura dell'asma.
Il Giusquiamo trova ancora uso nelle preparazioni omeopatiche come antitussivo, nelle infezioni di occhi e orecchie, mal di denti, convulsioni e isterismo.
Curiosità: Il nome Giusquiamo significa letteralmente “fava di porco”, per il fatto che il suo veleno non ha effetto sui maiali.
Tra le solanacee già trattate, il Giusquiamo è quella con la concentrazione minore in alcaloidi, quindi in tempi antichi era più facilmente dosabile e trovava largo impiego in farmaci analgesici; quello che lo rendeva prezioso, tuttavia, era il suo utilizzo come antiasmatico, sottoforma di sigarette.
Nel tardo medioevo si preparavano pozioni e unguenti che se usati davano allucinazioni e la sensazione di volare, per questo il giusquiamo è ritenuto ingrediente del famoso unguento delle streghe.
I Celti la consideravano sacra al dio Belenus, divinità della luce, uno dei maggiori e più influenti tra gli Dei antichi; questo la lega fortemente alla festività di Beltane. Sacra a Giove, se utilizzata il giovedì nell'ora diurna di Giove nelle operazioni occulte, apporterebbe illuminazione (qui il collegamento con Belenus) e prosperità.
Curiosi incantesimi sono stati scritti nella farmacopea cinquecentesca: un filtro composto da giusquiamo, Hermodactylus tuberosa e solfuro di arsenico naturale era creduto capace di uccidere istantaneamente un cane rabbioso, o di far esplodere un calice d'argento se versato al suo interno; se mischiato al sangue di lepre, e posto nella pelle della lepre stessa, poteva essere usato per attirare e catturare altre lepri.
Usi Magici: Attenzione! È una pianta tossica e non va MAI ingerita. Maneggiare con cautela! Gli usi si limitano alla pura simbologia, non va mai bruciata, pestata al mortaio, tenuta sulla pelle. Essendo sacra alle divinità della luce e della prosperità, nonostante il potere velenoso, può essere usata nei rituali di prosperità e di crescita spirituale, sottoforma di sacchettino o talismano.

Bibliografia:
Fonti cartacee:
Cattabiani A. (1996): Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante, Mondadori Editore, Milano.
Maugini E. Maleci Bini L. e Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione; Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova.
Rangoni L. (2005): Il Grande Libro delle Piante Magiche; Xenia Edizioni, Milano.

Fonti elettroniche:
Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II: Hyoscyamus niger http://www.liberherbarum.com/Pn0352.HTM [consultato: Dicembre 2009]
Luigi Rignanese: Botanica Sistematica http://www.homolaicus.com/scienza/erbario/utility/botanica_sistematica/hypertext/0332.htm [consultato: Dicembre 2009]
A.A.V.V.: Hyoscyamus niger – Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Hyoscyamus_niger [consultato: Dicembre 2009]