The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

I Dodici Aspetti

 

I DODICI ASPETTI


Ci sono molti aspetti ricorrenti nelle divinità. Potrebbero essere divise in molti modi, ad esempio divinità elementali, divinità trine, divinità dei mestieri, ma dato che col tempo e l'evoluzione sono cresciute e sono cambiate, inglobando dentro loro più caratteristiche diverse, a volte acquisite da altre mediante la fusione con altre entità, il miglior modo per riuscire a quadrarle con metodo è quello di usare degli aspetti vicini a quelli degli archetipi. Lavorando pertanto su una visione triplice, consona sia ad archetipi maschili che femminili (figlio, padre, anziano - figlia, madre, anziana), abbiamo sei aspetti totali. A questi sei aspetti si affianca il lato ombra, che si contrappone a quello luminoso per un totale di dodici.

Quindi i dodici aspetti che useremo per definire le nostre divinità sono:

 

 

Sesso Aspetto Luminoso Aspetto Ombra
Giovane Maschile Figlio Ramingo
Giovane Femminile Fanciulla Cacciatrice
Adulto Maschile Padre Tiranno
Adulto Femminile Madre Divoratrice
Anziano Maschile Saggio Stregone
Anziano Femminile Saggia Strega


Esaminiamoli brevemente uno per uno. Come abbiamo visto questo schema prende in considerazione aspetti trini, che non sempre possono essere associati ad una singola divinità, ma a triadi di divinità anche non per forza in connessione tra loro, sulla base però del loro spirito, del loro ruolo e della mitologia che gira loro intorno. Per quanto il concetto trino sia facile da comprendere, prenderei come esempio delle divinità note della mitologia greca e le comparerei con altre di diversi pantheon, creando delle possibili analogie quando concesso.

Partiamo dal figlio, prendendo sempre come punto cardine la mitologia greca. Apollo è il classico figlio. Giovane, legato e rispettato dal padre, con un ruolo di rilievo nel pantheon. Il ramingo è invece sempre un figlio, ma colui che si è staccato dalla famiglia, che non richiede né il supporto dei genitori e non dà loro il suo appoggio. Nel caso della mitologia greca è il caso di Ares, il figlio non voluto. Ma anche Hermes o Pan sono adatti. Sono infatti i figli accettati ma che mantengono dentro una forte dose oscura, ossia il non appartenere ad un preciso luogo. Forse, però, più di ogni altro ad incarnarlo perfettamente è proprio Dioniso, il dio nato da una mortale.

Il Padre è chiaramente Zeus. Signore del cielo, e padre amorevole, per quanto libertino. Ha il ruolo di gestire gli affari di tutti gli dei e infatti a lui si rivolgono tutti perché impartisca giustizia, aggiusti i torti o comunque decida nelle dispute. Di contro al padre abbiamo il Tiranno. In quel caso il dio associato è Poseidone. Poseidone è un padre, ma è comunque genitore di mostri. Risiede in un regno oscuro e profondo, quella che è la patria dell'inconscio e non mostra amorevolezza nel confronto dei suoi figli, ma dominio.

Abbiamo poi il Saggio. In questo caso è Crono, il signore del Tempo, l'anziano padre di Zeus e degli Olimpi, che nella mitologia romana era Saturno e a cui erano dedicati i Saturnalia, in quanto si riteneva che il periodo su cui aveva regnato fosse stata la famigerata età dell'oro. Come ombra abbiamo lo Stregone che in questo caso è Ade, il Sovrano del Mondo senza Tempo. Nella spartizione dei tre regni Ade assunse il controllo di quello associato al Subconscio, il luogo più oscuro, ed è il guardiano dei morti, il luogo abitato da creature mostruose, sotto cui c'è il Tartaro, dove vennero imprigionati i Titani. Ma nello stesso tempo nel suo aspetto fortemente oscuro è anche Pluto, il munifico, nulla può essergli donato poiché possiede già tutto. È un dio sterile, padre senza essere padre ed è facilmente riconducibile a Crono, rendendolo il suo lato ombra.

Ma vediamo ora i femminili. Partiamo dalla fanciulla, che chiaramente è Kore dalle belle caviglie, il cui nome stesso significa proprio questo e che, secondo alcuni miti, si è sposata per nozze infere con Dioniso. Lei è la giovane innocente che, quando rapita da Ade, è talmente leggera che si dispera per i fiori caduti a terra. Non per niente è anche Ariadne, colei che insegna all'eroe Teseo come entrare ed uscire dal labirinto (e che secondo altri miti sposa sempre Dioniso). Il suo opposto è la Cacciatrice, ovviamente Artemide: vergine che da bambina chiese al padre Zeus di poter avere ninfe come servitrici e di non dover mai appartenere a nessun uomo. Come gemella di Apollo diventa l'aspetto oscuro femminile contrapposto al luminoso maschile, ed infatti come Apollo incarna il Sole, lei incarna la Luna.

Passiamo poi alla Madre, chiaramente Demetra, la signora del grano, ed eccoci di nuovo ad un parallelismo con il maschile in quanto Demetra è la moglie di Poseidone. I due nomi infatti sono legati, oltre dai ritrovamenti nelle iscrizione micenee a Pilo, anche per via dell'origine protoindoeuropea "Da" che ci riporta al latino "dare". Infatti il suo nome è Da Meter, ossia Madre che Elargisce. E l'etimologia di Poseidone è Potei Da N, ossia "Consorte di Da", quindi marito di Colei che Elargisce.

Arriviamo alla Divoratrice, chiaramente Era. È infatti una madre che partorisce due figli: Ares, il sanguinario disprezzato da chiunque tranne che da Afrodite (la dea centrica al di fuori da ogni tipo di incasellamento), ed Efesto, il bambino deforme che venne gettato dall'Olimpo (e secondo alcuni anche Eris, la discordia). Ancora figli storpi e non riconosciuti, segno di un aspetto oscuro, come quello di Poseidone. E infatti è sposa di Zeus, il padre luminoso e non può tradirlo in quanto Signora della Famiglia e del Matrimonio, ma non si ferma di fronte a nulla per cercare vendetta. Troviamo un comportamento simile anche in Medea, la strega principessa della Colchide che nelle Argonautiche favorì Giasone ma che, tradita e abbandonata, si vendicò uccidendo i suoi stessi figli per impedire alla stirpe del marito traditore di proseguire.

Arriviamo alla Saggia. È Estia, la signora del focolare, che abbandonò l'Olimpo in favore di Dioniso, l'altro ramingo di difficile incasellamento. Dea vergine e dipendente e primogenita figlia di Crono, secondo Esiodo. A lei era sacro il cerchio, nel significato del circolo e del fuoco di cui era patrona e che richiama la continuità e l'indissolubilità. Anche Atena avrebbe un ruolo in questo ambito, in quanto dea vergine e giusta, che soppesa ogni sua mossa, ma il suo forte aspetto oscuro la renderebbe una divoratrice, in quanto è nota per le terribili maledizioni che ha gettato. Ma mi sento di darle un concetto di ruolo qui, dal momento che nasce per partenogenesi dal cranio spaccato di Zeus ed è l'unica degli Olimpi che non fugge in Egitto dinanzi a Tifone e anzi riporta Zeus al suo compito e combatte il mostro assieme a lui. In ultimo la Strega, chiaramente Ecate, la signora oscura che conduce con sé i mastini infernali e che conosce i poteri della trasformazione. È l’oscura e luminosa e, si dice secondo alcune traduzioni del mito, figlia diretta di titani. Colei che anche Zeus temeva. Rappresenta il potere di passare nei mondi al di là del tempo in quanto era una divinità psicopompa onorata dalle streghe tessaliche come Circe o la stessa Medea.

Ora, queste associazioni sono puramente libere e frutto di osservazioni e ipotesi, ma soprattutto usate al solo fine di questo lavoro. Quello che abbiamo è una duplice associazione. Se quindi il Figlio è legato al Padre e alle sue leggi, il Ramingo cerca nel mondo la sua indipendenza. Il lato oscuro, in questo caso rappresenta una "indipendenza" dal comune scorrere. Quindi il lato ombra del padre amorevole è il Tiranno, ossia colui che amministra il proprio potere con la forza e il lato oscuro della Madre è la Divoratrice, ossia colei che considera i figli come emanazioni di sé senza lasciarli liberi di essere se stessi, e pertanto li uccide, anche se solo simbolicamente. Il terzo livello, quello degli anziani, è distante dagli altri due e meno collegato in quanto la Saggia e il Saggio e la Strega e lo Stregone rivestono solo un diverso approccio della conoscenza: ossia il potere amministrato dall'intelletto o il potere amministrato dall'istinto.