The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Il Concetto di Divinità Metafisica - Alchemica, Selvaggia e Rigenerativa

Il Concetto di Divinità Metafisica - Alchemica, Selvaggia e Rigenerativa.


A cosa ci riferiamo quando parliamo di divinità Metafisica? Cerchiamo di capirlo. Il termine deriva dal greco antico μετά τα Φυσικά, "metá ta Physiká". Il significato di questa parola deriva da Andronico da Rodi, filosofi peripatetico del primo secolo che ha curato la raccolta e la pubblicazione delle opere di Aristotele. Nel suo lavoro il concetto dell'essenza della realtà fu posta dopo quella della natura, ossia la fisica. Pertanto "meta ta Physiká": dopo la fisica. Quando, più tardi, il termine "meta" acquisì un significato differente, ossia "oltre", allora venne concepito un nuovo concetto per questa parola e "metafisica" venne usato per definire qualcosa che sta al di là della fisica, che quindi la trascende.

Ho deciso di prendere a prestito questo termine per definire un ristretto gruppo di divinità che non sono inglobabili, a mio avviso, negli aspetti delle altre divinità e che, pertanto, ne trascendono la natura, se volete mescolando diversi punti in comune e creandone di nuovi, ma comunque rimanendo all'esterno di una visione di insieme che le vede come statiche o dinamiche, proiettive o ricettive, attive o passive, indipendenti o dipendenti. Tutte e tre sono divinità che possono avere, dentro, sia aspetti maschili che femminili e nessuna delle tre, per quanto possano avere aspetti trascendenti legati ad uno o l'altro sesso, in realtà incarnano qualcosa di molto più primordiale, meno raffinato ma nello stesso tempo più complesso e, per questo motivo meno inquadrabile nella loro semplicità. Ora vedremo nel dettaglio il perché.


Perché Alchemica, Selvaggia e Rigenerativa?


Questi tre termini, come dicevamo, richiamano aspetti che possono essere sia maschili che femminili. Nel mondo odierno, la difficoltà di scindere ciò che è prettamente femminile e ciò che è maschile è una difficoltà non indifferente. I tempi sono diversi, i confini si sono fatti più labili e il linguaggio stesso è cambiato. Ciò che un tempo non poteva trovare assolutamente spazio, ora invece si ritaglia un ruolo delineato.

Il concetto di divinità Alchemica è preso in prestito da Jean S. Bolen, autrice di Le Dee Dentro la Donna. Lei lo usò per definire Afrodite, in quanto la riteneva una dea che incarnava tutti gli aspetti delle diverse dee. Il termine alchimia è di origine araba e deriva dalla parola "al-kimiyah", formata da al- e kimiyà. Letteralmente "la chimica". Il termine poi, trova la sua etimologia nel greco khymeia, il cui significato è "fondere". Con "Alchemica" definitiamo quella divinità che coniuga in perfetto equilibrio ed armonia tanti aspetti diversi. Qualcosa quindi che non può essere facilmente inquadrato. Nella definizione di dee dipendenti e indipendenti del Pantheon olimpico, dove le Dipendenti sarebbero Era, Persefone e Demetra e le Indipendenti Estia, Artemide e Atena, troviamo come Afrodite sia più definibile come "centrica". Lei è sia dipendente dall'uomo, in quanto comunque moglie di Efesto e costretta al matrimonio, che indipendente, dal momento che nulla la frena dal trovare amanti in ogni dove e nell'usare le sue arti amatorie oltre che per caratterizzare se stessa, anche per ottenere i fini che desiderava, senza giurare mai fedeltà a nulla.

Qual è invece l'aspetto del divino visto come Selvaggio? Vediamo cosa significa la parola. Il termine deriva dal latino silvàticus, che a sua volta è l'unione di silva, foresta e viaticum, via o villaticus, villaggio. Pertanto "Che segue la via della foresta" o "vive nella foresta". Nel concetto è il tipo di divinità che non segue una via convenzionale, che non interagisce con le altre divinità se non in modo autonomo. Nel mito greco questo tipo di divinità è Pan. Egli, dato anche il suo nome, che significa "Tutto", è una divinità creatrice e antichissima, paritaria a Zeus e l'unica, in tutto il pantheon greco, a mantenere un aspetto semi animale nella sua forma esteriore: le corna e il piede caprino, a richiamare culti più antichi e legati allo sciamanesimo. Divinità come Pan sono divinità indipendenti, vagabonde e che non rispondono a nessuno, ma mostrano fedeltà solo a se stesse. La divinità selvaggia non è patrona delle creature selvagge, non cerca quindi di comandarle. È una creatura selvaggia; è indomabile, sanguigna, istintiva. Incarna appunto il potere ctonio e incontrollabile delle pulsioni, dell'ombra e della natura e non accetta pertanto la schiavitù di un corpo che non richiami il suo aspetto ferino.

L'ultimo aspetto è invece il concetto di divinità Rigenerativa. Che cosa significa rigenerativa? Il termine deriva dal latino genùs, il cui genitivo è genèris, ossia "nascita", "origine". Ri-genùs significa quindi "rinascere". Con questo aspetto parliamo di divinità che nascono e muoiono e che, in alcuni casi, rimangono addirittura indipendenti dal loro aspetto di "maschile" o "femminile". Il caso della mitologia greca richiama Dioniso, il "due volte nato", figlio di Zeus e Semele cresciuto, perché gli fosse fatta salva la vita, travestito da bambina. Un aspetto adrogino che non ha mai perduto del tutto.

Questo tipo di divinità possiedono un enorme potere creativo, ma non essendo né femminile né maschile non appartiene né al mondo dei figli né a quello delle figlie. Infatti era considerato un dio, ma era adorato principalmente o quasi solamente dalle donne. Istigava in loro un fortissimo senso di appartenenza e indipendenza da una società patriarcale e risvegliava in loro gli istinti primari, riportando in forza un aspetto selvaggio e totalmente privo di controllo; da ricordarsi appunto il mito delle Baccanti narrato da Euripide e la fine che il re di Tebe, Penteo, fece per opera della stessa madre Agave, che insieme alle altre donne invasate dal dio, lo smembrò portandone poi la testa appesa su un bastone.

Abbiamo quindi tre divinità metafisiche: la dea Alchemica, Afrodite, che è sia dipendente che indipendente, quindi centrica; il dio Selvaggio, Pan, che si distacca dalla cultura e mantiene seco il potere aniamlesco nella stessa forma e la divinità Rigenerativa (né uomo né donna), Dioniso; nato come bambino ma cresciuto come bambina, ucciso smembrato e rinato per intercessione di Zeus. Un evento più unico che raro nel culto greco, dal momento che quando un dio veniva ucciso, non risorgeva.

Il bisogno di mantenere queste divinità come "slegate" dal contesto globale degli altri aspetti è dovuto non solo ad una reale difficoltà di collocazione, ma anche dalla scelta di preferire un aspetto a se stante ed esterno agli altri più che una forzatura all'interno di schemi prefissati che non appartengono in modo coerente a queste divinità.

Questi aspetto, in miti e culti diversi, oltre che in quello greco, possono essere rappresentati sia da divinità madri che figlie, vergini o generative, sia figli che padri, distruttivi o costruttivi. Sono semplicemente divinità esterne allo schema generale e, in genere, di dubbia paternità, come nel caso di Afrodite, nata dalla spuma del mare; Dioniso, nato per partenogenesi dalla coscia di Zeus e Pan, cui si è dato un ruolo come figlio di Ermes e Driope ma che, secondo alcuni miti, bevve dalle mammelle della capra Amaltea, rendendosi quindi fratellastro di Zeus, pertanto il più antico degli Olimpi e, unico dio a morire senza rinascere (come avvenne a Dioniso), come narratoci da Plutarco nel suo De defectu oraculorum, durante il regno di Tiberio.