The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

La Scrittura, l'Alfabeto oghamico e il Calendario Arboreo



A cura di Lyrio Baelfire

La Scrittura, l'Alfabeto oghamico e il Calendario Arboreo La scrittura

Al contrario dei Romani, dei Greci e degli Etruschi, i Celti ritenevano che trascrivere i loro racconti, le loro leggi e i loro sacri precetti fosse vivamente sconsigliabile. Le informazioni che ci arrivano dal De Bello Gallico fanno presumere che il rapporto tra i Celti e la scrittura fosse totalmente inesistente: nessun trattato religioso, nessuna opera giuridica o letteraria, solo qualche iscrizione su reperti archeologici in metallo, pietra o ceramica. Molti sostengono che la scarsità di reperti storici riguardanti l'Ogham dipenda dal fatto che i Celti scrivevano di preferenza sul legno, materiale ovviamente deperibile nell'umido clima delle isole britanniche; vero che sia, sta di fatto che non sarebbe bastato un intero tronco per poter scrivere un poema o un manuale pratico. Cesare inoltre ha descritto minuziosamente le abitudini dei popoli celtici, e ad oggi è l'unica fonte davvero attendibile riguardo questa civiltà, ed egli sosteneva che per gli affari sia pubblici che privati preferissero usare l'alfabeto greco. L'utilizzo dell'alfabeto greco e latino era preferito, tuttavia utilizzato solo quando si sentivano minacciati nella loro identità e temevano che le nozioni potessero andare perse (un esempio è il calendario di Coligny). Questo è vero però solo per quanto riguarda i Celti continentali, perché avevano a disposizione molti alfabeti con cui traslitterare le loro lingue; discorso diverso vale per i Celti irlandesi e britannici, che svilupparono l'alfabeto ogamico.
Com'è noto, solo i druidi erano i depositari delle conoscenze e della sapienza, facevano parte della casta sacerdotale separata da quella guerriera, si occupavano dell'istruzione dei giovani e conoscevano la scrittura, ma non ne facevano uso se non in casi eccezionali. Secondo Cesare i druidi non volevano che le norme che regolavano la loro organizzazione venissero a conoscenza del volgo, e che i discepoli, potendo contare sugli scritti, le studiassero con minor diligenza esercitando meno la loro memoria; il rischio inoltre era che i rituali, le formule magiche o altre nozioni importanti finissero nelle mani sbagliate.
Quest'interpretazione fa pensare che tale alfabeto non venisse utilizzato solo per scrivere, ma che avesse anche un ruolo importante in ambito magico-religioso: la Mag.r parte dei reperti ritrovati ne attesta l'utilizzo sacrale, e testi antichi come ad esempio il Táin Bó Cúailnge (“La razzia del bestiame di Cooley”), il “Libro di Leinster” o la raccolta di leggi nota come Senchus Mor, nonché innumerevoli racconti, attribuiscono all’ogam valore divinatorio.

L'alfabeto

L'alfabeto ogamico, chiamato anche Beth-Luis-Nion, è decisamente differente da quelli presenti in Europa, che solitamente seguono la successione alfa-beta-gamma, inoltre le lettere non presentano nessun tratto che le possa ricondurre a un sistema di scrittura: l'alfabeto è infatti composto da un numero variabile di tratti orizzontali, verticali od obliqui incisi lungo un asse centrale, detto spigolo, che era di preferenza inciso verticalmente e le lettere si scrivevano e leggevano dal basso verso l'alto.
Era composto da 20 lettere principali, chiamate fews (faedha in gaelico) suddivise in 4 gruppi, detti aicme (famiglie), di 5 lettere ciascuno, che prendono il nome della prima lettera del gruppo (aicme Beith, aicme hÚatha, aicme Muine, aicme Ailme). La sequenza, traslitterata in caratteri latini - BLNVS HDTCQ MGNgZR AOUEI – non ha nessuna relazione con qualsiasi altro ordine degli alfabeti conosciuti, tuttavia il primo aicme sembra comporre un nome familiare: BeLeNVS o Belenos, il dio celtico del sole, una coincidenza interessante, seppur pretenziosa.
Da notare che nella sequenza mancano delle lettere invece presenti nell'alfabeto latino, come la F o la P (secondo alcune ricostruzioni, nell'aicme Beith, fearn ha il valore fonetico di V, non di F), come anche il dittongo anglosassone Th: queste lettere, chiamate forfaedha (“lettere in più”), sono state aggiunte in epoche successive sotto un quinto aicme; l'aggiunta successiva è evidente in quanto la forma di queste forfaedha non è congeniale alla scrittura su legno o pietra – una ha addirittura un segno ricurvo – ma alla scrittura su carta (ad es.: il Libro di Ballymote del 1390 che da spiegazioni sull'alfabeto ogamico).
A ciascuna faedha viene tradizionalmente associato un albero – o comunque una pianta, dato che non tutti sono alberi – per questo motivo alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi di un calendario arboreo.

Il Calendario Arboreo

Edward Davies, un antiquario del XIX secolo, derivo l'idea di un calendario arboreo dall'Ogygia di Ruairí Ó Flaitheartaigh, una sorta di storia d'Irlanda scritta nel XVI secolo, nel quale si stabiliva una relazione tra le faedha e una serie di alberi e arbusti. Davies stabilì che quegli alberi, disposti in successione con le lettere, costituissero un antico calendario basato sulle loro fioriture in successione durante l'anno; tuttavia l'Ogygia non menzionava l'esistenza di alcun calendario.
In seguito nel 1940, il poeta Robert Graves fece del calendario di Davies il nucleo intorno al quale costruì, con la sua opera “La Dea Bianca”, le sue riflessioni sulla natura.
è inoltre evidente dal calendario di Coligny che la divisione del calendario arboreo è totalmente arbitraria: i Celti continentali calcolavano il principio dei mesi a partire dal plenilunio o dal primo quarto, che cambia ovviamente da anno in anno, i mesi erano di 29 o 30 giorni e solo una volta ogni cinque anni si aggiungeva un tredicesimo mese per mantenere i mesi lunari sincronizzati con le quattro stagioni; il calendario arboreo presenta invece una forzatura nelle date fisse e nella presenza costante di 13 mesi, inoltre pone in cinque date precise, detti giorni intercalari, le faedha corrispondenti alle vocali: quattro ai solstizi e agli equinozi e la quinta, inspiegabilmente, il 25 Dic..
Quale che sia la verità sulla sua origine, molte tradizioni moderne filo-celtiche o druidiche lo utilizzano così come proposto da Davies, pertanto riporto di seguito la successione:

Aicme Nome Pronuncia (Eng) Valore Fonetico Albero Data del Calendario Arboreo
Primo Beith “BEH” Occlusiva labiale sonora [bene] Betulla (Betula spp.) 24 Dic. – 20 Gen.
Primo Luis “LWEESH” Liquida alveolodentale [luna] Sorbo (Sorbus aucuparia) 21 Gen. – 17 Feb.
Primo Nion “NOO-un” Nasale dentale [nido] Frassino (Fraxinus spp.) 18 Feb. – 17 Mar.
Primo Fearn “FAIR-n” Fricativa labiodentale sonora [vento] Ontano (Alnus glutinosa) 18 Mar. – 14 Apr.
Primo Saille “SAHL-yuh” Fricativa dentale sorda [sole] Salice (Salix alba) 15 Apr. – 12 Mag.
Secondo Ùath “OO-ah” Muta [hai] Biancospino (Crataegus monogyna) 13 Mag. – 9 Giu.
Secondo Duir “DOO-er” Occlusiva dentale sonora [dente] Quercia (Quercus robur) 10 Giu. – 7 Lug.
Secondo Tinne “CHIN-yeh” Occlusiva dentale sorda [tana] Agrifoglio (Ilex aquifolium) 8 Lug. – 4 Ago.
Secondo Coll “CULL” Occlusiva velare sorda [cane] Nocciolo (Corylus avellana) 5 Ago. – 1 Set.
Secondo Quert “KWEIRT” Occlusiva uvulare sorda [quando] Mela (Pyrus malus) n/a
Terzo Muinn “MUHN” Nasale labiale [mare] Vite (Vitis vinifera) 2 Set. – 29 Set.
Terzo Gort “GORT” Occlusiva velare sonora [gatto] Edera (Hedera helix) 30 Set. – 27 Ott.
Terzo Ngetal “NYEH-tal” Nasale velare [king] Giunco (Phragmites australis) 28 Ott. – 24 Nov.
Terzo Straif “STRAHF” Fricativa dentale sonora [cosa] Prugnolo (Prunus spinosa) n/a
Terzo Rius “RWEESH” Vibrante alveolodentale [rana] Sambuco (Sambucus nigra) 25 Nov. – 24 Dic.
Quarto Ailm “AHL-m” Vocale anteriore aperta non arrotondata [ancora] Abete (Abies spp.) 25 Dic.
Quarto Onn “UHN” Vocale posteriore media arrotondata [orma] Ginestrone (Ulex europaeus) Equinozio di Primavera
Quarto Ùr “OOR” Vocale posteriore chiusa arrotondata [urna] Erica (Erica spp. | Calluna spp.) Solstizio d'Estate
Quarto Eadha “EH-yuh” Vocale anteriore media non arrotondata [elica] Pioppo (Populus spp.) Equinozio d'Autunno
Quarto Ioho “EE-yoh” Vocale anteriore chiusa non arrotondata [isola] Tasso (Taxus baccata) Solstizio d'Inverno
Forfeadha Koad “Ko-ud” Africata postalveolare sorda [ciao] “Boschetto” n/a
Forfeadha Oir “OR” Fricativa dentale sorda [thin] Berretta del prete (Euonimus europaeus) n/a
Forfeadha Uilleand “ULL-enth” Labiovelare sorda [what] Caprifoglio (Lonicera spp.) n/a
Forfeadha Phagos “FAH-gus” Fricativa labiodentale sorda [forte] Faggio (Fagus spp.) n/a
Forfeadha Mòr “MOHR” Fricativa velare sorda [taxi] “Il Mare” n/a