The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Lama n° 9 - L'Eremita



A cura di Sole

LAMA N° 9 - L'EREMITA

Si dice da tempi remoti che il numero nove, numero perfetto, sia il simbolo dell’adepto e della profezia. Ma un profeta realmente chi è? Sicuramente non è solo colui che fa predizioni o legge il futuro. Un profeta vero, genuino, è colui che vede tutti gli avvenimenti in divenire, colui che SA che la sua visione del futuro è verità perché formulata sulla comprensione esatta di tutti i principi dell’intero universo.
Nella lama nove troviamo un Eremita sul picco di una montagna che guarda verso il basso, al sentiero che ha appena percorso, osservando il suo progredire con benevolo interesse. Ogni passo gli è familiare. Conosce tutti i sentieri. Ha superato tutti i pericoli. Lui sente, percepisce tutti coloro che stanno salendo, percorrendo il loro sentiero e sostiene in alto il faro per illuminare la strada. Perché l’Eremita è il simbolo del IO SONO, resta tutto il tempo sopra e dentro di noi, e questa presenza ci guida con simpatia e amore, inviando luce affinché continuiamo nel nostro cammino. Lui è solo, profondamente e intimamente solo, non può dividere con nessuno il suo cammino, poiché non può condividere la sua conoscenza con chi non la comprende. Proprio per la sua conoscenza superiore egli ha bisogno di essere un solitario, un eremita. Ma la sua non è arroganza o presunzione, ma semplice consapevolezza di una saggezza che non può essere compresa.
Il principio che governa la lama nove è: risposta. Ad ognuno di noi sembra che i nostri stati mentali, le risposte che seguono le nostre azioni, esprimono motivazioni puramente personali. Ma solo un saggio può vedere che il pensiero e il sentimento di ognuno di noi non è puramente personale, ma parte di una coscienza collettiva. Il saggio sa che c’è un’Unica Identità nell’universo, un Potere Divino che è l’unica causa di tutte le forme esistenti, qui o altrove. Le nostre personalità sono solo alcune sue forme di espressione. La lama nove rappresenta la realizzazione, attraverso l’unione con il Divino, della nostra identità personale, quando la parte finale del sentiero viene raggiunta e si ha l’incontro tra la personalità e l’IO Superiore, in contatto perfetto. Esattamente come accade in natura, quando le stalattiti e le stalagmiti, dopo anni, si incontrano fino ad unirsi. Ricordandoci sempre che la fine di un ciclo rappresenta l’inizio di un altro.
Il segno zodiacale della Vergine è attribuito alla lama nove e alla lettera associata Yod. La Vergine è il segno che governa fisicamente la parte collegata con l’intestino tenue; in questa parte tutte le forze sottili presenti negli alimenti che ingeriamo vengono trasformate e liberate nella corrente sanguigna, dando energia ai centri cerebrali. Per questo è importante controllare l’attività assimilativa del tratto intestinale, scegliendo attentamente ciò che ingeriamo, sia fisicamente che mentalmente ed emotivamente. Anche questa lama rappresenta l’antitesi della precedente; nella Forza il paesaggio era una valle piena di sole, qui troviamo un picco buio e innevato. L’Eremita inoltre porta la sua propria luce, il mantello è grigio, insieme del bianco e del nero e di ciò che rappresentano, e il cappello ha la forma della lettera Yod, una delle lettere più importanti dell’alfabeto ebraico. E’ utilizzata per scrivere il sacro nome di Jehova che, quando pronunciato, ha un importante effetto vibratorio e significa quello che è stato, che è e che sarà. L’alfabeto ebraico è chiamato anche alfabeto della fiamma, e la lettera Yod simbolizza una piccola fiamma. Così noi siamo delle piccole fiammelle, in ognuno di noi c’è una scintilla, c’è una goccia del divino. Anche se dipende solo dalle nostre capacità e dal nostro impegno quotidiano riuscire a diventare fuoco o rimanere scintilla. Per questo tutte le lettere dell’alfabeto ebraico hanno sempre una piccola Yod come parte di loro. Il senso associato a questa lama è il tatto, inteso anche come concetto di contatto, connessione. E la Yod rappresenta la mano aperta, la mano del Divino che dà forma a tutte le cose. Anche quando noi vediamo usiamo il senso del tatto, la luce passa attraverso la pupilla e tocca la retina, generando un impatto vibratorio che viaggia attraverso i nervi fino al cervello; quando ascoltiamo qualcosa, qualunque cosa, è sempre una vibrazione che viaggia attraverso l’orecchio e tocca la parte interna; quando gustiamo qualcosa lo facciamo attraverso il tocco di piccoli nervi sulla nostra lingua. Tutti i nostri sensi non sono altro che elaborazioni, sviluppi del tatto, e il tatto è il senso associato alla lettera Yod. Come dal tatto si sviluppa tutto, così dal Io Unico procede ogni cosa. Del resto quando amiamo qualcuno, cosa abbiamo bisogno di fare? Toccarlo, abbracciarlo, trovare un contatto. E quando tocchiamo qualcosa, qualunque cosa, ricordiamoci sempre che stiamo toccando un aspetto del Divino. Quando tocchiamo il petalo di una rosa, riflettiamo sul fatto che si tratta di una creatura vivente, e che siamo la mano del Divino Creatore che sperimenta il tessuto del petalo. Smettiamo di vedere ed essere ciechi, di ascoltare ed essere sordi, di toccare ed essere morti. Sviluppiamo il senso del tatto, lasciamo che la brezza accarezzi il nostro volto, ricordandoci che in ognuno di noi alberga l’Eremita, o meglio, che dentro di noi c’è l’Eremita che ci guida. Egli è in piedi sulla neve, ed è neve che proviene dall’acqua che inizia della Gran Sacerdotessa, passa per l’Imperatrice, si condensa e diventa la neve dell’Eremita. Essa rappresenta le nostre emozioni, il flusso dei nostri sentimenti, ciò che odiamo e amiamo.
Osservando i simboli posti sul lato nord o sinistro della lama sette incontreremo indicazioni riferenti alle fonti dei poteri espressi nella lama nove e posti in essere attraverso quello che viene rappresentato nella lama quindici. Inoltre, essendo il nove l’ultimo numero singolo, c’è una concatenazione logica tra la lama nove e tutte quelle che la precedono, iniziando con il Matto, che è egli stesso l’Eremita, due facce dello stesso spirito, il giovane e il vecchio, perché la gioventù e la vecchiaia sono solo apparenza, lati diversi di una stessa medaglia. Inoltre il nove è il primo numero della filiera divisibile per altri oltre che per se stesso. Il bastone utilizzato dall’Eremita è un prodotto della natura e rappresenta il potere igneo del serpente kundalini, potere utilizzato per scalare la montagna. Egli sostiene una lampada nella mano che, a differenza del bastone che è un prodotto naturale, è un prodotto dell’uomo costruita con cristallo e metallo, aspetti inorganici della natura. La nostra principale fonte di illuminazione ( la lampada) è la comprensione mentale da parte dell’uomo dei processi organici e inorganici del regno minerale. La luce della lampada proviene da una stella a sei punte, o esagramma. Facendo riferimento al numero sei, la stella rimanda alla lama sei e ci indica che la discriminazione è la fonte dell’illuminazione. Infatti tutto ciò che è simbolizzato nella lama nove opera a livello inconscio. Il nostro contatto con l’Identità Unica opera sempre a livello interiore. E’ solo attraverso il ricordo e l’assimilazione corretta del ricordo ( lama 2 – 3 ) che giungiamo ad ottenere l’illuminazione, e questa superiore conoscenza distrugge tutte le strutture degli inganni della separazione ( lama 16). Nella lama otto l’enfasi viene posta sullo sforzo personale, sul lavoro fisico e intellettuale quotidiano per giungere, finalmente, a quello rappresentato nella lama nove. Qui l’azione personale è la risposta inconscia alle trasformazioni importanti che avvengono in noi, delle quali siamo totalmente incoscienti, anche se sono dirette conseguenze dello sforzo cosciente rappresentato nella lama otto. Poiché il vero processo costruttivo diventa possibile solo con un cambio nella corrente sanguigna, questo cambio inizia nella regione corporale dominata dal segno della Vergine, segno appunto associato alla lama nove. La lama dell’Eremita ci ricorda che al di là dell’esperienza personale c’è il Principio Unico, il Potere di Vita, ed è ciò verso cui andiamo e che desideriamo essere. è sempre presente in ciò che pensiamo e diciamo, e solo per un’illusione appariamo separati da esso. Quando estratta questa lama indica un cambiamento profondo che è necessario affrontare, anche con l’aiuto di una guida, se non si ha la capacità o il coraggio di vedere in se stessi. Richiama la solitudine, soprattutto interiore. L’auto osservazione, la ricerca interna, il dominio sul dialogo interiore. E’ una carta che rappresenta sempre una crisi, una ascesa verso l’Io inconscio: preludio, forse, di un profondo cambiamento.