The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Mirto (Myrtus communis L.)

 

MIRTO

 

Nome scientifico: Myrtus communis L.

 

Nome comune (invarie lingue o dialetti): Mirto, mortella, myrtle (eng), myrte (fr), eau d’ange (fr), braut-myrte (deu), arrayán (esp).

 

Famiglia: Myrtaceae

 

Descrizione botanica: Pianta aromatica tipica della macchia mediterranea, con portamento arbustivo o cespuglioso, molto ramificato e fitto. È sempreverde e con crescita lenta, è molto longevo e può diventare plurisecolare.

La corteccia dell’anno è rossiccia mentre quella degli anni precedenti è grigia, ha foglie ovali-acute, opposte, coriacee e lucide, di colore verde scuro con macchie traslucide in corrispondenza delle ghiandole aromatiche.

I fiori sono ascellari, lungamente peduncolati, con petali bisnco-rosati, a simmetria raggiata e androceo composto da numerosi stami ben evidenti.

I frutti sono bacche globose di colore nero-azzurro, ma anche rosso scuro o più raramente bianche, che persistono per molto tempo sulla pianta.

 

Habitat: macchia mediterranea.

 

Distribuzione geografica: tutto il bacino del Mediterraneo.

 

Fiortura: primavera, molto abbondante. Possono avvenire casi di seconda fioritura in tarda estate

 

Parte utilizzata: in cucina le bacche e i rami, in erboristeria il distillato di foglie e fiori.

 

Raccolta: fine estate, a bacca completamente matura. Le bacche vanno raccolte manualmente senza staccare il ramo, dato che la crescita di questa pianta è estremamente lenta e la rigenerazione impiegherebbe troppe energie.

 

Principio attivo principale: mirtolo, eucaliptolo, tannini, resine. Il mirto ha proprietà baslamiche, antinfiammatorie, astringenti.

 

Usi erboristici e/o culinari: trova applicazione nel trattamento dei disturbi dell’apparato digerente e respiratorio, il distillato delle foglie produce una lozione tonica per uso eudermico. Le bacche sono utilizzate per produrre il liquore del mirto, ottenuto per infusione alcolica delle bacche. 

 

Curiosità: Nell’antica Grecia i nomi di molte eroine o amazzoni avevano la stessa radice del mirto, come Myríne, Myrtíla e Myrsíne. Myrtó era un’amazzone che combattè insieme alle sue compagne l’eroe Teseo. Come osservato da Ileana Chirassi, l’accostamento del mirto alle amazzoni sottolinea il legame stretto di questa pianta con la femminilità. La pianta fu associata a divinità femminili come Ishtar, Afrodite, Artemis Soteira e la dea etrusca Turan.

Questa pianta è sacra ad Afrodite e non poteva essere altrimenti: simbolo di fecondità, coronava le teste degli sposi durante il banchetto nuziale come augurio di una vita serena e ricca di affetti. Nei canti cretesi viene rappresentata come pianta afrodisiaca.

Ateneo narra la leggenda di Erostrato, che era devoto ad Afrodite. La sua nave sorpresa dalla tempesta, stava per affondare, ma la dea intervenne in suo soccorso, manifestandosi come foglie di mirto spuntate improvvisamente sulla statuetta della dea che Erostrato aveva acquistato prima di imbarcarsi. Il miracolo rincuorò i marinai centuplicandone le forze, permettendo loro di giungere in salvo. Il mirto quindi è la manifestazione vegetale e tangibile della dea, con significati positivi e benauguranti.

Tuttavia il mirto è anche una pianta funebre: quando Dioniso discese negli inferi per liberare sua madre Semele, uccisa dalla folgore di Zeus, aveva dovuto lasciare in cambio una pianta di mirto, sicché divenne la pianta di Dioniso e dei trapassati. Questa sua doppia natura è il riflesso stessi di Dioniso, il nato due volte, contemporaneamente dio ucciso e dio risorto, dio della luce e degli inferi.

Nel calendario arboreo dei Greci il mirto era il tredicesimo mese e chiudeva l’anno, era quindi emblema di morte. Il mirto compare in numerosi miti in cui viene associato a umani, dei e semidei che vengono sacrificati.

 

L’impiego fitocosmetico del mirto è noto sin dal medioevo: il distillato dei fiori era chiamato Acqua degli angeli, nome che è rimasto vivo nella tradizione francese.

La centralità che questa pianta ha avuto nella cultura europea ha contribuito a considerare le piante del genere Myrtus come capostipiti della famiglia botanica, da cui prende il nome (Myrtaceae).

 

Bibliografia:

 

Fonti cartacee:

 

Mauguni E., Malenci Bini L., Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione, Piccin Nuova Libreria S.p.A., Padova.

 

Cattabiani A. (2010): Florario: miti, leggende e simboli di fiori e piante; Mondadori Editore S.p.A., Milano.

 

Fonti elettroniche:

 

Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II

http://www.liberherbarum.net/

[Consultato: febbraio 2018]

 

A.A.V.V. Myrtus communis – Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Myrtus_communis

[Consultato: febbraio 2018]