The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Onori a Zeus

Onori a Zeus
Dai "Sui simulacri" di Porfirio.

Osserva dunque la sapienza degli Elleni esaminandola in questo modo: supponendo Zeus l'intelletto del mondo, lui che, contenendo il mondo, creò quanto c'è in esso, coloro che citarono i versi di Orpheo nelle loro teologie hanno tramandato così su di lui:

Zeus nacque primo, Zeus ultimo, candida folgore,
Zeus testa, Zeus centro, da Zeus sono tutte le cose.
Zeus nacque maschio, Zeus fu fanciulla immortale,
Zeus fondamento della Terra e del Cielo Stellato,
Zeus re, Zeus, lui solo, prima origine di tutto.
Unica forza, unico daimon nacque, duce grande di tutte le cose,
unico corpo regale, in cui tutte le cose di qui si volgono
fuoco, acqua, terra, etere, notte e giorno,
e Metis, primo genitore, ed Eros che tanto diletta.
Sì, tutte le cose di qui si trovano nel grande corpo di Zeus.
La sua testa e il suo bel volto, a vedersi,
è il cielo luminoso, e intorno gli fluttuano
Bellissime chiome d'oro di astri brillanti.
Di qua, di là, due aurei corni di toro:
alba e tramonto, vie degli Dei celesti.
Gli occhi: il Sole, e, contro la Luna.
La sua mente senza inganno, sovrana, è l'etere imperituro,
con cui ogni cosa egli ode e pensa, né voce
c'è o grido o rumore o suonο
che sfugga alle orecchie di Zeus, il possente figlio di Chrono.
Così ha la testa immortale e il pensiero.
E il suo corpo radioso, illimitato, incrollabile,
poderoso, forte di membra, possente è così:
le spalle e il petto e l'ampio dorso del dio
è l'aria vasta forza; e gli spuntavano l'ali,
con cui vola sopra tutte le cose; e gli è sacro ventre
la Terra, madre di tutto, e le cime erte dei monti.
A mezzo gli fa da cintura il flutto del mare dal cupo rumore,
e del pelago. L'estrema base sono le fonde radici del suolo
e il mucido Tartaro e gli ultimi confini della Terra.
Tutte le cose nascoste, e di nuovo dal suo cuore
doveva portarle fuori alla luce gioiosa, compiendo il prodigio.

Zeus è petanto l'universo mondo, vivente fatto di viventi, dio fatto di Dei; pure è Zeus in quanto intelletto, da cui tutte le cose porta fuori e crea coi pensieri. Poiché dunque i teologi spiegarono in questo modo la natura del dio, non era possibile creare un'immagine quale la parola aveva rivelato né, se qualcuno lo concepì, mostrava l'essenza vitale, intelligente e provvidente tramite la sfera. Hanno fatto allora l'immagine di Zeus in forma umana, perchè era secondo l'intelletto che egli creava e con pensieri generativi portava a compimento tutte le cose. È assiso, con allusione alla saldezza del potere; ha nuda la parte alta del corpo, perché egli è splentente nelle parti intellettuali e celesti del mondo; il davanti invece è coperto, perché è invisibile in quelle inferiori, nascoste; tiene lo scettro con la sinistra, là dove soprattutto, tra le parti del corpo, sta chiuso il viscere al più alto grado direttivo e intellettuale, il cuore: infatti l'intelletto creatore è re del cosmo; con la destra protente o un'acquila, perché egli regna tra gli Dei che percorrono l'aria come l'aquila sugli uccelli che volano in alto, oppure una Nike, perché Lui ha la vittoria su tutto.