The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Orzo (Hordeum vulgare L.)

 

Orzo
 

A cura di Lyrio Baelfire
 

 

Nome scientifico: Hordeum vulgare L.

Nome comune (invarie lingue o dialetti): Orzo, barley (eng.), Gerste (deu.), orge (fr.), cebada (esp.), eorna (ir.)

Famiglia: Poaceae.

Descrizione botanica: derivato dal selvatico H. spontanea, è una pianta erbacea annuale, che a maturità raggiunge i 60-120 cm di altezza. Come tutte le piante di questa famiglia, l’apparato radicale è fascicolato, formato da radici primarie (o seminali) e numerose radici avventizie. Il culmo (fusto delle Poaceae) è cilindrico, suddiviso in 5-8 internodi cavi separati da setti trasversali in corrispondenza dei nodi. Le foglie sono disposte in modo alterno sul culmo, originate dai nodi, costituite da una guaina avvolgente il culmo. L’infiorescenza è una spiga composta, caratterizzata da rachide breve, a zigzag, ai cui nodi sono inserite tre spighette uniflore. Il fiore è ermafrodita, formato da tre stami e due stimmi pelosi, l’impollinazione è anemofila (operata dal vento).

Il frutto è una cariosside gialla con pericarpo aderente al seme, e un solco ventrale che può essere più o meno marcato.

Habitat: specie coltivata.

Fiortura: primavera.

Parte utilizzata: spiga, semi.

Raccolta: giugno.

Principio attivo principale: ordenina, minerali (magnesio, fosforo, potassio, calcio, ferro).

Usi erboristici e/o culinari: l’orzo è normalmente consumato in numerose ricette, ma alcuni suoi preparati vantano proprietà antinfiammatorie (ad es. caramelle all’orzo per il mal di gola), bronchiolitiche e stimolanti la circolazione periferica.

Curiosità: Sacro a Demetra alla pari del grano, era costume a Eleusi consumarlo come bevanda rituale chiamata ciceone: un preparato di malto d’orzo fermentato che doveva essere molto simile alla birra. Il suo legame con il mondo infero è ben documentato: d’altronde in Egitto la birra era considerata la bevanda dei morti, fortemente legata alla figura di Osiride. Il simbolismo di morte e rinascita dell’orzo affiora anche nella tradizione induista, dove si adopera in numerose cerimonie per la nascita di un bambino, per le nozze e per i funerali.

È anche simbolo di ricchezza e abbondanza, come conferma una tradizionale danza popolare danese accompagnata da un canto propiziatorio per un buon raccolto.

L’orzo è facilmente digeribile e il malto, prodotto da semi germogliati, sviluppa gli enzimi utili alla digestione degli amidi e degli zuccheri, per questo è utilissimo nell’alimentazione dei malati, degli anziani e dei convalescenti.

Dall’orzo viene tradizionalmente ricavata la birra, la famosa bevanda alcolica la cui preparazione risale alla preistoria, apprezzata da numerosissime civiltà. La birra compare in molteplici miti (ad es. la saga di Gilgamesh) e fu celebre nelle culture celtiche e norrene: nella Gallia era chiamata cervisia (di cui il francese cervoise, lo spagnolo cerveza e il desueto “cervogia”). Era utilizzata in tutte le cerimonie religiose celtiche ed erano probabilmente legate al dio Cernunno, come suggerisce il “calderone di Ganderstrup” raffigurante proprio la divinità celtica; il fatto che questi tipi di calderone fossero pensati per contenere la birra deriva indirettamente dalle numerose leggende epiche e mitolgiche: si dice infatti che nei sontuosi banchetti dei Tuatha De Danann vi fossero calderoni sempre colmi di “un liquore inebriante che li preservava dalla morte”. Cernunnos era considerato nella Gallia celtica il dio delle energie fecondatrici, colui che morendo e rinascendo informava il ciclo di morte e rinascita della natura. Dal suo sacrificio nasceva quindi il liquido inebriante tratto dai cereali. La figura di Cernunnos decadde dopo la conquista Romana e scomparve quasi completamente con l’evangelizzazione cristiana, sopravvivendo solo tra la povera gente con il nome di Sucellus, considerato il dio della birra e protettore dei birrai.

Anche le culture scandinave apprezzavano (e apprezzano tuttora) questa bevanda. La birra era l’accompagnamento abituale delle grandi assemblee e alcune popolazioni deliberavano solo dopo aver bevuto, perché l’ebbrezza apriva l’animo alla sincerità e agli alti pensieri. La birra era tenuta in grande considerazione, poiché permetteva il contatto con gli spiriti e gli dei, inoltre accompagnava spesso i sacrifici.

Non godeva di altrettanta fama tra le culture greche e romane, che preferivano di gran lunga il vino alla “barbara” birra.

Le leggende e i miti su questa bevanda sono innumerevoli e impossibili da riportare in un unico luogo; l’insegnamento che possiamo trarne è di riscoprire la sacralità della birra in quanto derivato di un cereale sacro, magari integrandola con moderazione nei rituali di stampo celtico o germanico, come libagione o offerta.

Usi magici: l’orzo può essere utilizzato nei rituali di prosperità per aumentare le entrate lecite di denaro, oppure consumati in un pasto rituale insieme ad altri cereali per entrare in contatto con Demetra. La birra si incorpora bene in tutti i rituali legati alla morte e alla rinascita (ad es. Litha, Mabon e Samhain) in sostituzione al vino, se preferita.

 

Bibliografia:

Fonti cartacee:

Mauguni E., Malenci Bini L., Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione, Piccin Nuova Libreria S.p.A., Padova.

Cattabiani A. (2010): Florario: miti, leggende e simboli di fiori e piante; Mondadori Editore S.p.A., Milano.

Fonti elettroniche:

Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II

http://www.liberherbarum.net/

[Consultato: Settembre 2018]

A.A.V.V. Hordeum vulgare – Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Hordeum_vulgare

[Consultato: Settembre 2018]