The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Papavero (Papaver somniferum)



A cura di Lyrio Baelfire

PAPAVERO

Nome scientifico: Papaver somniferum L.
Sinonimi: -.
Nome comune: (IN VARIE LINGUE E/O DIALETTI): Papavero da oppio, Papavero domestico, Opium poppy (eng), White poppy (eng), Garden poppy (eng), Pavot somnifère (fr), Adormidera (esp), Schalf-Mohn (deu)..
Famiglia: Papaveraceae
Descrizione Botanica: Pianta erbacea annuale, a fusto dritto, di circa 1m, poco ramificato.
Le foglie sono alterne, oblunghe, non picciolate; le inferiori pennatosette e le superiori dentate, entrambe glabre e verde glauco.
I fiori, grandi e solitari, hanno un calice formato da due sepali, che cadono al momento dell'apertura della corolla, formata da 4 petali bianchi, rossastri o violacei, a seconda dei cultivar. Gli stami, ad antere nere, sono numerosi; il gineceo, costituito da 8-12 carpelli, forma un ovario uniloculare, diviso da setti incompleti sui quali sono alloggiati i semi, numerosi e scuri. Il frutto è una capsula poricida detta treto, di forma tondeggiante.
Il Papaver rhoeas, diffusissimo in tutto il mediterraneo, è simile al suo cugino velenoso, ma ha sempre il fiore rosso scarlatto con l'unghia del petalo nera.
Habitat: Originaria dell'Asia minore, coltivata e inselvatichita in tutta l'area mediterranea e asiatica. Cresce spontaneo nelle zone ruderali, nei campi di grano e in zone coltivate.
Fioritura: Primavera (Aprile-Maggio).
Parte utilizzata: Un tempo in medicina il latice essiccato ottenuto dalle capsule immature (oppio), oggi tutta la pianta; in alimentazione si utilizzano i semi (privi di alcaloidi, al contrario delle altre parti) e in alcune regioni d'Italia (come la Puglia) le foglie basali del Papaver rhoeas; in magia fiori e semi.
Raccolta: In piena fioritura per i fiori, a maturità per i semi.
Principio attivo principale: Morfina e suoi affini (Codeina e Tebaina); altri 25 alcaloidi conosciuti. Estratta dall'oppio, il latice essiccato ottenuto dalle capsule, dal tipico odore viroso e gusto molto amaro. Agisce sul sistema nervoso centrale, con effetti analgesici, provoca inibizione della trasmissione periferica e influenza l'emotività e il comportamento: i recettori oppioidi presenti normalmente sulle cellule cerebrali (specialmente quelle del talamo e del sistema limbico) normalmente legano oppioidi endogeni come le endorfine e le encefaline, la morfina agisce quindi da agonista avendo più affinità per questi recettori, provocando gli effetti stupefacenti (euforia, stato di benessere generale, ottundimento dei sensi). Dalla morfina si può preparare una molecola con effetti più potenti: l'eroina. Dopo poche assunzioni, la morfina sviluppa dipendenza psicologica, e se protratta nel tempo, dipendenza fisica, obbligando il tossicodipendente ad assumere sempre una maggiore quantità di sostanza per ottenere gli effetti iniziali. Gli effetti collaterali di questa assunzione smodata riguardano: miosi, diuresi ridotta, nausea, vomito, disturbi del sonno, stipsi e in casi estremi morte per avvelenamento, infarto. Il fenomeno dell'overdose, ossia di intossicazione acuta, si manifesta qualora la dose assunta (volontaria o meno) sia troppo elevata, letale se non viene immediatamente curata.
Il rosolaccio (Papaver rhoeas) non possiede questi alcaloidi pericolosi, ma uno più blando, la rhoedina, con deboli proprietà sedative.
Curiosità: I greci antichi rappresentavano Hỳpnos, il sonno, con il capo contornato da papaveri o con il fiore stretto nelle mani, allo stesso mada erano raffigurati Thánatos, la morte, e Nyx, la notte.
è probabile che fosse il pharmakón citato da Omero nell'Odissea, quello che Elena versa agli invitati per liberarli dalla malinconia suscitata da Menelao che aveva rievocato Ulisse alla presenza del figlio Telemaco; si fa risalire il pharmakón proprio all'oppio, perché si allude alla sua provenienza egizia: infatti in Egitto veniva importato dalla Mesopotamia, dove già i sumeri lo utilizzavano come narcotico. In Grecia l'oppio era probabilmente utilizzato nei Misteri eleusini per la preparazione di cibi e bevande che si davano agli iniziati: si diceva infatti che Demetra aveva trovato il papavero vicino alla città di Sicione, nel Peloponneso, e le sue sacerdotesse avevano assunto il fiore come insegna.
Nel mondo romano giunse solo dopo la conquista della Grecia. Galeno nel I secolo inventò un farmaco chiamato teriaca, costituito da una miscela di sessanta elementi, tra cui forti dosi di oppio.
In Cina nacque l'abitudine di fumare l'oppio, anziché mangiarlo o berlo, trovando terreno fertile grazie al background culturale taoista.
Fino a poche decine di anni fa, in Puglia, le madri e le nonne usavano preparare una tisana di Papagne (P. somniferum) che davano ai bambini agitati per calmarli, e ancora oggi si preparano piatti a base di Paparine (P. rhoeas) utilizzando le foglie della rosetta basale prima della fioritura, commestibili e gustose. I fiori del rosolaccio possono essere utilizzati in sicurezza per preparare tisane rilassanti o liquori. A causa della sua attività sedativa, la pianta è sacra a Morfeo, il dio del sonno che ha dato il nome al suo più importante alcaloide; Inoltre, il rosolaccio è sacro a Cerere, poiché cresce nei campi di grano, in mezzo alle spighe. Una leggenda narra che alla morte di Proserpina, Demetra si disperò al punto tale da dover bere un infuso di papavero per potersi calmare.
Il rosolaccio, con il suo colore scarlatto che “insanguina” i campi, è diventato il simbolo della passione di Cristo. È associato inoltre al Sole, poiché cresce sempre in piena luce, nel giallo dorato dei campi di grano.
Usi Magici: ATTENZIONE! è una pianta tossica e non va MAI ingerita. Pianta con effetti stupefacenti, provoca dipendenza. Il possesso di questa pianta e di suoi derivati è considerato ILLEGALE, si consiglia di utilizzare il più comune rosolaccio (Papaver rhoeas) come sostituto oppure i soli semi, privi di alcaloidi.
I semi di papavero vengono usati nei talismani e in operazioni magiche per propiziare fertilità e abbondanza, in accordo con l'associazione a Cerere.
Si possono confezionare sacchettini con i petali e i semi, mescolati con camomilla, valeriana e tiglio, da mettere sotto al cuscino per riposare bene.
Con i semi si possono preparare dei panini utilizzabili come parte del banchetto rituale durante le festività solari.

Incenso di Yule:
4 parti di corteccia d'Abete bianco
1 parte di aghi di pino
2 pizzichi di foglie di edera seccate e triturate
1 pizzico di rosmarino
10 gocce di olio essenziale di chiodi di garofano.

Bibliografia:
Fonti cartacee:
Maugini E. Maleci Bini L. e Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione; Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova.
Rangoni L. (2005): Il Grande Libro delle Piante Magiche; Xenia Edizioni, Milano.
Cattabiani A. (1996): Florario, miti leggende e simboli di fiori e piante; Mondadori Editore S.p.A., Milano.

Fonti elettroniche:
Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II: Laurus nobilis
http://www.liberherbarum.com/Pn0352.HTM
[consultato: Aprile 2010]
Luigi Rignanese: Botanica Sistematica
http://www.homolaicus.com
[consultato: Aprile 2010]
A.A.V.V.: Morfina – Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Morfina
[consultato Aprile 2010]