The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

SABBA MAGGIORI E SABBA MINORI

 


SABBA MAGGIORI E SABBA MINORI


 
I Sabba Maggiori


Lo scorrere della ruota dell'anno, determinata dai sabba nel paganesimo europeo, prende spunto dalla tradizione celtica e dal computo del tempo dettato dal loro calendario, la cui unica risorsa, attualmente è determinata dal Calendario di Coligny.

Cos'è il Calendario di Coligny?

Si tratta di una tavola bronzea risalente al II secolo d.C che riproduce in maniera dettagliata un antico e complesso sistema calendariale di tipo lunisolare in uso presso le popolazioni celtiche. Questo documento, ovviamente incompleto, è composto da 73 frammenti che mostrano sedici colonne per un totale di 2021 righe e un ciclo di cinque anni ed è, per il momento, la più importante testimonianza scritta di quel popolo. Grazie alla preziosissima fonte archeologica che risulta essere il calendario di Coligny (noto in questo modo per il luogo dove è stato rinvenuto nel 1897, nei pressi di Lione in Francia) è stato possibile ricostruire parte del patrimonio celtico sul computo del tempo.

Da quello che abbiamo potuto cogliere quindi, questo antico popolo tradizionalmente divideva l'anno in due metà. È utile osservare che queste due metà erano in effetti due anni separati: uno luminoso ed uno oscuro, in un ciclo continuo. Ogni mese a sua volta, era diviso in due sezioni diverse: entrambe caratterizzate da un punto comune: la parte luminosa e quella oscura, rispettivamente note come geimhredh per riferirsi all'inverno e samradh per riferirsi all'estate.

Ritenendo che ogni cosa nascesse dall'oscurità (il giorno iniziava al tramonto), i celti cominciavano la misurazione del loro calendario nella parte oscura (come del resto facciamo anche a noi, dal momento che il giorno comincia a mezzanotte e la lunazione comincia in luna nuova) e lo facevano con l'unica festività chiaramente indicata nel Calendario di Coligny: Trinuxtion Samoni che segnava l'inizio dell'anno per il quale i celti, che seguivano un ciclo prettamente lunare e legato all'agricoltura, effettuavano l'ultimo raccolto prima della preparazione del terreno per l'ingiungere dell'inverno. Questa data era la vigilia di Samhain, il 31 ottobre. Quella che ancora adesso è nota come Capodanno Celtico.

A testimoniare invece l'inizio della metà luminosa dell'anno c'era Beltain che si svolgeva tra il 30 aprile e il 2 di maggio, periodo in cui l'estate aveva inizio. Questo era il momento in cui la terra veniva fecondata e benedetta per permettere al raccolto di crescere abbondante e rigoglioso.

C'erano altre due festività che caratterizzavano lo scorrere dell'anno celtico: Oimlec e Lughnasadh. Tutte e quattro questi momenti di cardine dell'anno celtico erano dedicati a quattro divinità. Beltain era dedicato a Belenus, il dio della Luce; Lunghnasad era dedicato a Lugh, il dio del grano; Samhain era dedicato a Cailleach, Arianhod o a Chernunnos, il consolatore, mentre Oimlec (o Imbolc) era dedicato a Brigid (figlia di Dagda), la signora della luce.

Vedremo nel dettaglio ogni singolo evento, quindi rimando a dopo le spiegazioni sul significato delle stesse.


 
I Sabba Minori: Solstizi ed Equinozi


 
In relazione ai quattro sabba principali la ruota dell'anno conta altre quattro ricorrenze di tipo astronomico: i due solstizi (inverno e estate) e i due equinozi (autunno e primavera). Ho sentito molti parlare di queste coincidenze astronomiche e scoprire che in realtà non hanno ben chiaro che cosa siano. Perciò facciamo due passi brevi nel campo celeste per capire cosa ci succede intorno.

Come tutti sappiamo la Terra descrive un'ellisse nella sua orbita intorno al Sole. Il moto apparente che la nostra stella compie in relazione alla volta celeste è nota come eclittica. Questo nome deriva appunto da "eclissi" in quanto è proprio su questa orbita immaginaria che vengono calcolate e avvengono queste occasioni. Immaginaria perché il Sole in effetti è fermo in relazione alla Terra, ma avendo come punto di riferimento il luogo dove viviamo, il calcolo viene effettuato nei punti dove il Sole tramonta e sorge. L'eclittica, per essere esatti è la relazione che c'è tra il piano dell'orbita terrestre e la sfera celeste. Quando il Sole, sempre nel suo moto apparente nel cielo, raggiunge il punto di inclinazione massimo si verifica il solstizio d'estate, ossia il sole tramonta più tardi e sorge prima. Quando invece raggiunge il punto di inclinazione minimo si verifica il solstizio d'inverno, ossia il Sole tramonta prima e sorge più tardi. Abbiamo quindi una notte più lunga del giorno durante l'inverno e una notte più corta e un giorno più lungo d'estate nelle effettive ore di luce. Questo moto astronomico è stato ovviamente osservato e celebrato in quanto fenomeno costante che veniva calcolato anche in base al luogo diverso dove il sole sorge ogni giorno. Il termine stesso solstitium deriva da sol e stat, ossia "Sole fermo". L'astro smette di muoversi in una direzione e comincia a cambiare moto.

Quando, sempre nel suo moto apparente nella volta celeste, il Sole si presenta all'intersezione esatta che esiste tra l'equatore terrestre e l'eclittica, abbiamo un perfetto equilibrio tra le ore diurne e quelle notturne. Questo fenomeno è noto come equinozio. Il termine stesso (dal latino equi noctis ossia notte uguale) ci fa capire come sulle ventiquattro ore in cui la Terra ruota su se stessa abbiamo un perfetto equilibrio tra luce e oscurità. Il Sole, perpendicolare all'equatore fa sì che la metà del nostro pianeta che rimane illuminata e la metà che invece rimane al buio passi esattamente per due poli.

Le date dei due solstizi e dei due equinozi possono variare di alcuni giorni ogni anno in base a quando l'apparente moto del Sole si sposta nelle diverse case dello zodiaco. In quella del Cancro per il solstizio d'estate, in quella della Bilancia per l'equinozio d'autunno, in quella del Capricorno per il solstizio di inverno e infine in quella dell'Ariete per l'equinozio di primavera. Calcolati i due solstizi e i due equinozi era possibile posizionare sul calendario lunisolare celtico le rispettive ricorrenze a metà tra ognuno dei quattro fenomeni astronomici.

Queste quattro festività hanno quattro rispettivi nomi. L'equinozio di primavera era noto come Alban Eilir (luce della terra), mentre quello di autunno era noto come Alban Elued (luce dell'acqua). Mentre i due solstizi erano noti come Alban Arthan (luce dell'inverno) e Alban Heruin (luce della riva). Tutte e quattro le feste hanno anche nomi relativi a divinità, soprattutto legate al neo-paganesimo. Grazie ad Aidan Kelly, autore l'equinozio di primavera qui in Italia e nei paesi latini è ora noto anche come Oestara, in onore alla divinità germanica dei fiori e della primavera, mentre quello autunnale è noto come Mabon, in onore al dio gallese figlio di Modron, la Madre della Terra. I due solstizi invece sono noti rispettivamente come Yule, la cui radice etimologica rimane dubbia (alcuni sostengono che derivi dal norreno Hjòl che significa "ruota", ma nelle lingue scandinave si usa la parola "Jul" per riferirsi sia al Natale che ad altre feste dicembrine) e Litha, che invece, ha un’origine più sassone, come vedremo nell’articolo a riguardo.

C’è da dire che, come ci fa osservare Ronald Hutton nel suo The Pagan Religions of the Ancient British Isles: "Non si conoscono popoli pre-cristiani che abbiano celebrato tutte le otto feste del calendario adottato dalla Wicca. Accanto ai cross-quarter days gaelici ci sono adesso le festività anglo-sassoni del Solstizio d'Inverno e dell'Equinozio d'Autunno, le celebrazioni del Solstizio d'Estate così importanti per il folklore, e l'Equinozio di Primavera, che non sembra essere stato commemorato da nessun popolo antico nordeuropeo."

Ora vedremo le singole ricorrenze una per una. Le informazioni seguenti sono frutto di ricerche incrociate e confronti con diverse tradizioni. Invito, come sempre, chiunque a segnalarmi eventuali correzioni e rettifiche degne di nota, purché sempre avvalorate da una bibliografia accertata e non per sentito dire.