The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Teteuynan Ycuic - Inno alla Madre degli Dei

Teteuynan Ycuic

Ahuiya coçauic xochitla oya cueponca yeua tonana teumechaue moquiçican tamoanchan, auayye, auayya, yyao, yya, yyeo, aye ayo, ayy ayyaa.

Coçauic xochitla oya moxocha yeua tonana, teumechaue, moquiçica tamoanchan, ouayye, auayya, yyao, yya, yyeo, ayo aye, ayya, ayyaa.

Ahuia iztac xochitla, oya cueponca yeua tonana teumechaue moquiçica tamoanchan, ouayye, auayya, yyao yya, yyeo, ayeaye, ayya ayyaa.

Ahuiya iztac xochitla oya moxocha yeua tonana teumechaue moquiçica tamoanchan, ouayye, auayya, yyao, yya, yyeo, aye aye, ayya ayyaa.

Ahuia ohoya teutl ca teucontli paca tona aya, itzpapalotli, auayye, yyao, yya, yyeo, ayyaa.

Ao, auatic ya itaca chicunauixtlauatla maçatl yyollo, ica mozcaltizqui tonan tlatlecutli, ayao, ayyao, ayyaa.

Aho, ye yancuic tiçatla ye yancuic yuitla oya potoniloc yn auicacopa acatl xamontoca.

Aho maçatl mochiuhca teutlalipan mitziya noittaco, yeua xiuhnello, yeua mialichan.

Inno alla Madre degli Dei

Salve a nostra Madre, che mentre incedeva dal Paradiso ha fatto sbocciare i gialli fiori, e ha sparso i semi dell’agave.

Salve alla Madre nostra, che mentre incedeva dal Paradiso, ha dispensato fiori in abbondanza, e ha sparso i semi dell’agave.

Salve a nostra Madre, che mentre incedeva dal Paradiso ha fatto sbocciare i gialli fiori; Ella, che sparse i semi dell’agave.

Salve alla Madre nostra, che ha dispensato bianchi fiori in abbondanza, che ha sparso i semi dell’agave, mentre incedeva dal Paradiso.

Salve alla Dea che risplende come una luminosa farfalla nel cespuglio spinoso.

Oh! Lei è la madre nostra, Dea della terra, che provvede al cibo per le bestie selvatiche del deserto, e le fa sopravvivere.

Così, pertanto, ti assicuri che ella sia un modello sempre vivo di generosità verso tutta l’umanità.

E come vedi fare la Dea della terra per le bestie selvatiche, così fa anche per le piante verdi e i pesci.

Note.
La Dea a cui è dedicato questo inno era chiamata Teleoinan, la madre degli Dei, Toçi, nostra madre (antenata materna), e anche con un altro nome che significava “Il cuore della Terra”, quest’ultimo conferitole, dice Duran, perché si credeva di lei che fosse la causa dei terremoti. I suoi attributi generali erano quelli di un genio della fertilità, esteso sia al mondo animale che vegetale. Pertanto, era la patrona delle ostetriche native e delle donne in travaglio (secondo il Sahagún). Il suo tempio principale a Tepeyacac era uno dei più noti nell’antico Messico, e da parte dei primi missionari fu un’idea felice quella di far apparire “Nostra Signora di Guadalupe” nello stesso sito di questo antico tempio già celebrato come il luogo di venerazione di questa più antica divinità femminile. Il codice Ramirez ne fa una figlia del primo Re di Culhuacan.
Tamoanchan. Questa parola viene tradotta dal Sahagún come "cerchiamo dimore" mentre il codice Telleriano-Remensis la rende in modo più intelligibile come "E’ la loro dimora, da cui discendono" e aggiunge che è sinonimo di Xochitlycacan, "Il luogo in cui i fiori sono levati in alto". Era il paradiso mistico degli Aztechi, la Dimora degli Dei, e il regno felice delle anime trapassate. Il Codice appena citato aggiunge che gli Dei erano nati là, il che spiega l’introduzione della parola in questo Inno.