The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

THALASSIUS Pan!

THALASSIUS Pan!
Algernon Charles Swinburne

0 sperduto del mare, seme d'Apollo,
Quale parola dovresti scambiare con me?
Tu fosti disposto a seguire le mie strade
Prima che gli anni ti affliggessero Uomo

. Ora
Se la prole dell'Agosto è nelle valli,
E i satiri ridono sui prati,
Qual parte per i sentieri intricati del bosco
Hai tu coi fauni dal piede veloce,
Tu?

Guarda!
1 tuoi piedi sono quelli d'un uomo: non spaccati
Come questi, non leggeri come di fanciullo:
La capigliatura ed i viticci intrecciati
Che ci attraggono, la loro lusinga sazia
Te.

Noi
La gioia dei boschi selvaggi mai
Lascia liberi dalla sete che essa soddisfa:
L'amore selvaggio freme sempre in noi
L'amore che brucia nei folti ardenti boschetti
Così.

La vita
Eterna, appassionata, senza timore,
Insaziabile, mutevole, cara,
Rende per noi illegittime tutte le leggi dell'uomo:
Noi non lottiamo: come dovremmo temere
Conflitti?
Noi,
Gli uccelli e i venti luminosi, non conosciamo
Gioie simili alle nostre nei sereni
Caldi boschi; gioie quali non crescono
Nelle sterili verdi distese del tempestoso
Mare

. No;
Da molto tempo, nell'instabile vento del mondo,
II tuo cuore si è straniato da me:
La dolce Eco non deve concederti ascolto:
Perché abbiamo a che fare con te?
Vattene.
THALASSIUS
Ah!
Una tale ira trema alle tue narici
Come una volta quando nella calura di Sicilia
Rese sottomessi i pastori, ed i ruscelli
Si ritrassero, lasciando un sentiero per i tuoi piedi
Asciutto?

No,
Giù in basso nella calda molle cavità
Troppo insidiosa sibila la tua malinconia:
" O sperduto del mare, seme d'Apollo! "
Quale male hai udito o veduto?
Parla.

L'uomo
Sa bene, se ode accanto a sé
II ringhio della tua collera a mezzodì,
Qual male presto potrà capitargli,
O tardi, se non punisci subito,
Pan.

Me
II suono del tuo flauto, che lusinga
I boschi al sorriso ed ai sospiri,
Affascinato profondamente come affascina i tuoi satiri,
Non può sedurre più di quanto io seduca
Te.
Profondamente
La tua musica può avvincere lo splendido
Ampio silenzio dei boschi in un sonno
Che fonde i tuoi suoni ed i sogni di te
Ed i sussurri delle acque che scorrono
Accanto.
Qui
II tuo incantesimo respira passando
E ordina al cuore dentro di me di fermarsi,
Zittito soavemente come le foglie e le erbe
Son zittite se il piede della tempesta si
Approssima.
Tuttavia
II panico che sconvolge gli stranieri
Che violano ignari i tuoi sentieri
Non mi spaventa né mi mette in pericolo
Col timore del tuo occulto agguato
Prestabilito
PAN
Da dove
Può l'uomo trovare il coraggio per deridermi?
Chi fece il suo volto simile a una stella
Per splendere come quello d'un Dio accanto a me?
No, vattene via da noi, lontano
Di qui.
THALASSIUS
Allora
Non dovrà il cuore dell'uomo, quando innalza
Un inno al tuo volto segreto,
Divenir grande con la divinità ch'egli loda;
Tu, Dio, assomiglierai ai morti
Uomini.
FAN
Grazia
Non traggo dai ringraziamenti degli uomini,
Non imploro da labbra che vivono;
Esse muoiono, e tu vedi, io vivo,
Mentre essi e i loro morti Dei cedono
II posto.
THALASSIUS
Sì:
Troppo leggermente furon dette le parole
Che ti piansero morto o ti schernirono:
Ma di chi fu la parola, il segno,
II canto che rispose e disse
No?
PAN
Di chi
Se non mia, nascosta nel profondo della notte,
Rivestita con la forza della notte
E coi misteri delle cose proibite
A tutti tranne che all'unica più splendente
Musa?
THALASSIUS
Suo
O tuo, Pan, fu il segno
Che ti restituì il tuo impero
Quando il potere nelle tue mani giacque spezzato
Come un canneto che trema se un'ape
S'invola?
PAN
Di chi
Ho bisogno io nei miei boschi immensi?
Gli occhi sconfinati di Urania
Non scorsero la mia fine, benché leggessero
Una parola che pronunzierà ai cieli
II giudizio.
THALASSIUS
Essa
Ti ridiede il regno e la gloria,
E la grazia che fu tua in passato,
E vita alle tue foglie, recentemente invecchiate
Come erbe divelte dal bianco
Mare.
Il canto
Può comandare alla fede di splendere come il mattino
Sebbene non vi sia luce alcuna nel mondo:
La morte si allontana se la sua lingua suona ammonitrice
La notte cede, e vede il sole
Potente.
PAN
La notte
Vuota governi sopra gli uomini per epoche
II cui culto non mi conobbe
E non raccolse che dolori per ricompense
E appena tra le lacrime potrebbe scorgere
La luce.
Non chiamare
Più nella stellata presenza
La cui luce apparve attraverso la profonda oscurità; Mantieni fede al godimenti del verde mondo;
Perché io che sono suo signore sono
Tutto.
THALASSIUS
Dio,
Dio Pan, dal portale del bosco felice
Gli aliti del tuo canto soffiano dolcemente;
Ma i boschi possono essere penetrati dal mortale
Pensiero dell'uomo, là dove mai i tuoi piedi
Si posarono.

Tuoi
Sono tutti i segreti della crescita e della nascita,
Tutte le glorie dei fiori e degli alberi,
Ovunque si trovano i miracoli della terra:
Le parole dell'incantesimo del mare
Mie.