The Reef & The Craft

Ero una piccola creatura nel cuore 
Prima di incontrarti, 
Niente entrava e usciva facilmente da me; 
Eppure quando hai pronunciato il mio nome 
Sono stata liberata, come il mondo. 
Non ho mai provato una così grande paura, perché ero senza limiti. 
Quando avevo conosciuto solo mura e sussurri. 
Stupidamente sono scappata da te; 
Ho cercato in ogni angolo un riparo. 
Mi sono nascosta in un bocciolo, ed è fiorito. 
Mi sono nascosta in una nuvola, e ha piovuto. 
Mi sono nascosta in un uomo, ed è morto. 
Restituendomi 
Al tuo abbraccio. 

Mary-Elizabeth Bowen

Timo (Thymus vulgaris L.)

 

 

TIMO

Nome scientifico: Thymus vulgaris L.

Nome comune (invarie lingue o dialetti): timo comune, timo maggiore, thyme (eng), thym (fr), tomillo (esp), Thymian (deu).

Famiglia: Lamiaceae.

Descrizione botanica: Pianta perenne aromatica arbustiva (fruticosa), sempreverde, aghifoglie. La crescita è molto lenta e la pianta resta generalmente piccola, non più alta di 30 cm. è una camefita fruticosa (arbusto sempreverde), ma esistono varietà suffruticose (le parti erbacee muoiono in inverno e resistono solo le parti legnose). La parte aerea del fusto è legnosa, eretta ma subtortuosa, ramosissima con corteccia di colore bruno; come per le altre Lamiaceae, la sezione del fusto è tetragona. Le foglie sono brevemente picciolate, opposte a due a due, ogni coppia disposta a 90° rispetto alle coppie adiacenti, lanceolate, lunghe fino a 7-9 mm.

L’infiorescenza è formata da fiori raccolti in verticilli a forma subsferica e allungata, posizionati al vertice dei rami; le brattee dell’infiorescenza sono simili alle foglie, ma più brevi. Il fiore è tipico della famiglia, zigomorfo (un solo piano di simmetria, verticale) e bilabiato con forme campanulate, di colore solitamente bianco o leggermente rosato.

Habitat: garighe o pendii aridi, ma anche praterie rase, prati e pascoli aridi collinari o montani a substrato calcareo.

Distribuzione geografica: areale Mediterraneo (Europa occidentale e Marocco), in Italia è una specie rara ed è più facile trovarla sul versante tirrenico.

Fiortura: da maggio a giugno, con possibile rifioritura a ottobre.

Parte utilizzata: infiorescenze, parte aerea.

Raccolta: in piena fioritura.

Principio attivo principale: Carvacrolo – monoterpene fenolico presente nell’o.e. di origano e timo, che conferisce l’aroma particolare. Timolo – fenolo monoterpenico che contribuisce insieme al carvacrolo all’aroma particolare del timo. Entrambi hanno dimostrata efficacia antimicrobica, inducendo suscettibilità antibiotica nei patogeni resistenti ai farmaci. È anche un efficace fungicida.

Usi erboristici e/o culinari: come tutte le piante aromatiche, l’uso erboristico del timo è vasto: ha proprietà antisettiche e antielmintiche, esternamente si usa come deodorante e disinfettante. Se assunto in preparazioni per via orale è espettorante (spesso in associazione con l’eucaliptolo) e sedativo. In cucina trova largo uso come condimento per insaporire minestre e carni. È una specie mellifera e se ne ricava un ottimo miele, ma è poco comune perché le aree con sufficienti timi sono poche.

Curiosità: Il timo è tradizionalmente una pianta molto amata dalle fate, sicché chi vuole incontrarle dovrebbe preparare un infuso con le sue infiorescenze, ma va preparato con cautela in luoghi aperti perché la saggezza popolare vuole che sia pericoloso portarne i fiori in casa.

Il timo serpillo (Thymus serpillum), una specie così chiamata a causa del suo portamento strisciante, è stato oggetto di studio di Plinio, il quale diceva fosse efficace contro i morsi dei rettili e degli esseri striscianti come scolopendre e scorpioni. Si tratta di una signatura: l’aspetto della pianta o di alcune sue parti ne suggerisce l’uso medicinale/magico.

È sempre stata cosa nota quanto le api amino questo fiore, con il cui polline producono una pregiata qualità di miele, per questo la piantina evoca l’emblema della Diligenza: descritta da Ripa nel suo Iconologia come una donna dall’aspetto vivace che regge nella mano destra un rametto di timo, sopra il quale vola un’ape, e nella sinistra un ramo di mandorlo avvinto da un altro di gelso.

L’emblema del Ripa si riallacciava a un’usanza del Medioevo, quando le dame per favorire questa virtù nel loro cavaliere gli donavano una sciarpa su cui era ricamata un’ape che vola attorno a un ramoscello di timo. Nel linguaggio dei fiori ottocentesco il timo rappresenta l’Operosità e l’Amore duraturo, accompagnato dal messaggio “non ti scorderò mai!”.

Nel Rinascimento si utilizzava secco e polverizzato, mescolato con argilla come dentifricio e disinfettante delle gengive, e ancora oggi il timo è perfetto per la produzione di saponi e soluzioni detergenti.

Date le sue virtù purificatrici, viene usato nei rituali di purificazione e protezione, ed essendo caro alle fate può essere usato come ingrediente in infusi e oli per favorire le capacità profetiche.

Bibliografia:

Fonti cartacee:

Mauguni E, Malenci Bini L., Mariotti Lippi M. (2006): Manuale di Botanica Farmaceutica VIII Edizione, Piccin Nuova Libreria S.p.A., Padova.

Cattabiani A. (2010): Florario: miti, leggende e simboli di fiori e piante; Mondadori Editore S.p.A., Milano.

 

Fonti elettroniche:

Erik Gotfredsen: Liber Herbarum II

http://www.liberherbarum.net/

[Consultato: febbraio 2019]

A.A.V.V. Thymus vulgaris – Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Thymus_vulgaris

[Consultato: febbraio 2019]